UN NATALE ALTERNATIVO

Mese di Dicembre.

Nonostante le imminenti festività, decido di partire per Tehran, è un periodo di grande lavoro e lo voglio sfruttare, quindi dopo aver caricato, parto per Pordenone, per far dogana alla "Sutes". Arrivo in serata e vedo partire dal lato opposto della strada due Scania, sono due vecchie conoscenze, Tonino e Ernesto.

Mi suonano, si fermano e Tonino mi dice: "IN DUe TE' VE'?" ( dove vai?) A Tehran, rispondo; " bhè allora passeremo il Natale insieme, da qualche parte festeggeremo". E da lì, ci perdemmo di vista.

22 Dicembre, in qualche parte dell'Anatolia, bufera di neve e ghiaccio.

Impossibile continuare,monto catene doppie sul traino del mio 683 e anche sul rimorchio, lì decido di di montarle sul primo asse a destra e sul secondo asse a sinistra, sempre doppie.

Piano piano riesco ad avanzare, ma è una cosa pazzesca, la bufera non cessa e non vedo a un palmo dal mio naso.

Sotto la neve il fondo è ghiacciato e nonostante le catene, sento il rimorchio che mi tira a destra, guardo nello specchio, è di traverso,

Il rimorchio è scivolato fuori dalla carreggiata, a destra, in un piccolo fossato, la neve è al di sopra delle ruote, all'altezza del cassone.

Provo a tirare piano, innesto la prima ridotta, la motrice si alza in piedi, le catene grattano, rischio di spaccarle ma riesco ad uscire, avanzo di qualche metro, mi porto in piano e poi mi fermo, visibilità zero e la neve è veramente troppa, inutile per ora scendere a spalare, nevica troppo e fra poco sarà buio,mi fermerò qui, domani vedremo.

Il mattino seguente, la bufera sembra cessata, sposto la tenda, asciugo la condensa che si era formata sui vetri e vedo che le nuvole si stanno aprendo, facendo largo a un timido sole, traffico nei due sensi zero il passo è completamente bloccato.

Valuto con calma la situazione: disastrosa!

La neve arriva ormai appena al di sotto del paraurti anteriore, il rimorchio è con tutte le ruote immerse nella neve, devo incominciare a spalare!

Mentre vado a sganciare il badile da sotto il cassone, noto in lontananza due sagome, sono a circa 500 mt. Salgo in cabina, prendo il binocolo, ma è difficile distinguere, troppa neve.

Sono due bilici, l'uno dietro all'altro, nella mia stessa situazione.

Sembrano due Scania, ...bho... non capisco, sono coperti di neve, ma... dietro al rimorchio hanno due strisce bianche, sono italiani! Tonino e Ernesto!!! Mi metto a suonare, a chiamarli, finchè anche loro rispondono, ma nonostante il silenzio, non ci capiamo.

Poco dopo, sento gridare:" VEGN CHI, VEGN CHI!!!" ( vieni quì, vieni quì), loro due si sono accodati a me teniamo una ventina di metri fra ogni camion .

Penso proprio che il Natale lo passeremo in questo sperduto posto dell'Anatolia...

Prendo il mio zaino e lo riempio di provviste, scatolette, frutta, noci, compreso il panettone e una bottiglia di spumante, quindi mi incammino a fatica, col peso dello zaino, sprofondo nella neve fino alla vita, ma riesco ad arrivare dai miei compagni di sventura, quindi dopo strette di mano e pacche sulle spalle, entriamo in cabina del camion di Ernesto, li si stava meglio, stavamo belli caldi, con la sua stufa "termixin"!

E' la sera del 24 Dicembre, la sera di Natale, anche se dove ci troviamo noi, è un giorno come un'altro, anzi, peggio, visto la situazione in cui ci troviamo, ma inutile negarlo, Natale è pur sempre Natale, quindi ci prepariamo a festeggiare...(per modo di dire).

Tonino, sta mettendo su l'acqua per gli spaghetti, mentre Ernesto spala la neve per poter aprire il cassettone del rimorchio e prendere la pasta.

Io preparo gli antipasti, tonno, acciughe e sottaceti, sarà un Natale per pochi "intimi".

Ernesto è seduto sulla branda del suo Scania, io lato passeggero e Tonino lato guida.

Parliamo, scherziamo, sdrammatizziamo un pò, finchè ci parve di sentire come un piccolo colpo.

Ci ammutolimmo, ci guardammo, ma Tonino disse:" sarà el veent..."

(sarà il vento).

Ma il rumore si sentì di nuovo, sembrava che qualcuno bussasse alla portiera.

Ci guardammo perplessi, aprimmo la portiera e... rimanemmo stupiti... tutti e tre muti...

Un bambino ci guardava con dei grandi occhioni neri da sotto la portiera. Avrà avuto 10 o 11 anni,

aveva i capelli tutti spettinati, con del ghiaccio attaccato, sotto ad un mantello stracciato, aveva dei vestiti laceri e sporchi.

Ernesto disse:" sali piccolo, vieni al caldo!"e gli fece segno di salire.

Il bambino, salì in cabina, aveva le labbra bluastre dal freddo.

Tonino lo guardò e gridò: " MA TU SEI SCALZO!!!".

Ai piedi aveva solo degli stracci legati con dello spago.

Il piccolo non parlò, guardò i miei "moon boot", anzi gli accarezzò con lo sguardo, ma senza invidia.

Tutti e tre , ci guardammo in faccia, dalle nostre bocche non uscì una parola.

Mi tolsi i doposci e gli dissi :" prendili, sono tuoi, sono belli caldi!"

Tonino lo aiutò a infilarseli e il bambino disse solo una parola: "Teşekkür", quindi scese dal camion per andarsene, ma gli dissi: "ASPETTA, ALT!" , ghel burda ( vieni qui ,Presi un paio di borse di plastica, misi dentro il panettone, le scatolette di tonno, acciughe, i sottaceti qualche arancia e delle noci.

Il bambino prese le borse, ci guardò, ci sorrise e sparì chissà dove, lasciando le sue orme nella neve.

Chiusi la portiera, rimanemmo in silenzio per un pò, poi dissi: "così niente tonno, niente acciughe e niente panetùn!" Tonino disse: "tanto le acciughe non le digerisco!"

E Ernesto : "io non digerisco il tonno e poi, anche del panettone possiamo farne a meno..."

Sono rimaste oltre alla pasta, 4 arance, delle noci e un pò di pane, andranno benissimo, passeremo un bel Natale ugualmente!

Tutti e tre, pensavamo al bambino, dissi io :" gli sono piaciuti molto i doposci". Ernesto: "si, era molto contento."

Dall'orologio del tachigrafo, vedemmo che erano passate diverse ore, era la notte di Natale, quindi dopo aver brindato con lo spumante, mangiammo arance, pane e noci, poi, dopo esserci fatti gli auguri, andammo a dormire.

Il mattino seguente, quando fece chiaro, ci accorgemmo che dentro ad un orma lasciata dal bambino, era germogliato un'abete.

Soltanto allora capimmo chi fosse quel bambino, o meglio, a noi piaceva pensare cosi!