Una lezione rapsodica
Parole e silenzio, ricostruzione per combattere l’esercizio delle parole vincenti della memoria; segni in una danza intorno alla radice gressio — si consideri, per esempio, il passo fermo e un poco accelerato dato dal senso di passeggiare lungo la riva di un torrente e l’andatura, il modo d’incedere, sulla “promenade des Anglais”; si presti attenzione anche al sottotitolo qualora, leggendo, saltassero all’occhio citazioni neppure segnalate o soggetti, a vostro parere, inattuali.
Le cose parlano e l’arte glorifica la vita, per queste semplici ragioni ogni artista è il solo responsabile di sé medesimo, quindi le osservazioni che seguono non saranno enigmi per chi tenga conto della semplicità del pensiero che a fatica abbiamo strappato dall’inferno degli strumenti per misurare le attività: di giorno il sole, la notte le stelle ritmano lo scorrere dei giorni e delle notti.
Altezza, gli insetti e l’albero. Ogni cosa è profusione, organismo, espressione, e l’uomo non sa dare né dire quel che pensa; eppure di là dei sogni, delle linee rette parallele, delle isole quasi deserte e del triangolo delle Bermudas c’è il di qua, adesso.
Un sacchetto del supermercato, il giornale di ieri, odore di pesce marcio: pattumiera. Oggi mi piace la cerimonia della raccolta delle immondizie. È magnifica, la prova è data dallo sciopero dei netturbini.
Vari oggetti escono a braccetto dalla pattumiera, cerchiamo di sistemarli.
— Qui o lì?
— Da qui a lì, raggirandoli da tutte le parti. D’accordo?
Domanda e risposta senza articolare, adesso gli oggetti sono là sotto il tavolo, aspettano. Adesso è candela, albero di natale caduto dal cielo come una gioia per l’uomo dimenticato: badabadabadadalgharakamminaronnkonnbronntonnerronntuonnthunrovarrhouna”i”ska”i”ntrounourdennenthrnuk!
Milioni di anni raccolti nelle tasche del “piccoloborghese Schwitters" generano, mescolano, stimolano e non. Cos’altro possono fare per insegnarci a ricominciare da capo ogni mattina, non come nuovi e neppure come messi a nuovo, ma da capo e basta?
Parlare in silenzio. “Nascerà un melo?” oppure “Un melo nascerà?”.
Contrariamente a questo bivio, non un segno equivoco in tutta l’opera di Schwitters, e per di più c’è del metodo in questa follia: vedere lo scarto osservato oltre il punto di tangenza che niente impedisce; numeri, colori e cose, tutto è sostituito e opposto senza assolutamente esserlo: Mathias 732, ROSTI puntina da disegno griglia / il contrario di un’erma e dietro la manovella / che bestiola curiosa / KS 19 / Kurt Schwitters Editore in Hannover, WaldHausnest / distinti saluti “i”, e senza crudeltà, tra l’altro / “i” detriti e vecchi mobili rotti / lingua non convenzionale e stipendio fisso / lillà in primavera ed esplosioni di risate da prendersi sul serio / la porta è aperta, può sbattere...
Mirifica, corretta attenzione al proprio fare:
— Natura morta o aperitivo?
— Faccio una corsa prima di cena, incide meglio sull’appetito.
È più bella dell’aquilone la bambina che imita l’aquilone, allarga le gambe e non s’accorge.
Le immagini "trans-cromatiche" potete trovarle ovunque, basta guardarsi intorno… potete trovarle anche sulle pagine di un giornale appesantito dalle opinioni: guardate com’è presentato bene il vostro piede con calza rossa quando entra nella scarpa, se volete morire tranquilli e senza scenate familiari o altre questioni di sensibilità.
Quanti uccelletti sullo spaventapasseri!
Carte geografiche di un viaggio disegnato per davvero, i collage venduti per strada a 20 marchi il pezzo dimostrano che non c’à alcun bisogno di spiegare l’arte; che le discussioni e le obbiettività presunte divertono soltanto gli specialisti e finiscono per lasciare il tempo che trovano.
Non capite Schwitters? Provate a scivolare sotto le foglie quando il caldo diventa insopportabile, prima mangiate un melone. Il caldo dei posti nascosti è generalmente accompagnato da un’umidità rinfrescante.
Però adesso è autunno. In cortile un gatto rincorre le foglie secche, Ur-Sonate. Viviamo al ritmo del nostro rumore fondamentale e ascoltiamo sempre quello degli altri, prestando più attenzione quando non è neutro; senza dimenticare che la mente è soltanto una parte del corpo.
Il pauroso: “Ma allora dov’è la felicità?”
Il sicuro di sé: “Certo non è fuori dalle regole del bello.”
L’assente: “Regole? Chi ha detto regole? Dov’è la regola?”
L’artista: “Calma per piacere. Molto a molto e poco a poco sono diventate le misure comuni della distrazione generale, mentre abbiamo bisogno di abbondanza, seggiole e caverne; fiammiferi, differenze, susine e tram. Urgono anche biglietti a giusto trascorrere e il ritratto delle cose fatto con attenzione per non dimenticare il presente. Il mondo intero è quel che c’è entro, visto e presso: a ognuno la sua libertà e le sue frontiere, tanto nessuno dura di più…”
La porta: “…sbumm… la porta, la porta, la porta.”
Domus, gennaio, 1979