l’idea dell’archivio

materiali per una postfazione 

Language is so inaccurate

Barnett Newman


Ero in treno e su un giornale abbandonato ho letto la presentazione di un programma radio nel quale Paola Maugeri raccontava la storia della musica tramite i long-playing, perché: “Dalla sua nascita a oggi molti sono i long-playing che hanno lasciato un segno. Alcuni sono diventati simbolo di una generazione, altri hanno smosso coscienze, altri ancora sono divenuti strumenti di protesta. Alcuni hanno riscritto le regole". Ripensandoci mi son detto che qualsiasi segno lasciato da un corpo che costituisce una chiara indicazione del suo passaggio apre a un nuovo panorama, e che un archivio può anche essere la narrazione di sé tra dimensione pubblica e privata, qualcosa come una mappatura scritta al passato e al presente: un lungo gioco di storie.   

 

La tecnica del kintsugi suggerisce che non dobbiamo buttare via le cose che si rompono, perché la rottura di un oggetto non rappresenta la sua fine, e cocci, frantumi, rottami e frammenti diventano trame preziose. 

 

Osservatore errante, senza interessi specifici né atteggiamenti ossequiosi rispetto agli stili di vita — tracce e segni accumulati che costituiscono uno dei fattori strutturanti di una realtà frammentaria (realtà che sono esistite e si rivelano: ognuna inizia e finisce con sé stessa).

 

Ricordo, quasi per contrasto, un tempo molto diverso dal presente: percorsi, dettagli e aneddoti; disaccordi e desacralizzazione; conversazioni — varietà dei campi  —; eventi contrastanti; osservazioni di costume, parodie, fantasie e dissennatezze varie; divergenze, incomprensioni, disaccordi, dissonanze, precipitati, residui che si incontrano negli eventi e si susseguono sui sentieri percorsi. 

 

Procedere come un tralcio di vite, o una zucca — metti un seme nella terra, e non sai come si svilupperà, che direzione prenderà il gambo (in ambiente lombardo l’avvocato delle zucche è uno che riesce a districare i casi più complicati — lo zaccagarbùj milanese —; ma anche chi riesce a complicare i casi più semplici). So che sperare che le zucche si trasformino in carrozze sarebbe inutile, ma non importa; uno stelo non si muove a seconda della connotazione che gli si vuole dare — un ramo, al contrario, può essere addomesticato —, ma gli si può permettere di inghirlandare allori e rose canine. D'altra parte, poiché non c'è conoscenza senza ignoranza, gioco il gioco dell’ignoranza dell'ignoranza tra me e me, e con successo. In una certa misura, ognuno resiste alla propria intelligenza.

 

Dato l'invecchiamento della materia storica, nessun ricordo può essere ridotto alla sua essenza, perché tutti ammettono diverse rappresentazioni non equivalenti: da bambino non ho mai tolto dall'imballaggio il retino per le farfalle che avevo ricevuto in regalo, a volte penso che dovrei dare un senso alle ragioni di questo rifiuto, ma poiché tendo a procrastinare, non mi abbandono alla tentazione di spiegare l’origine di un fatto e mi attengo a tutti i fatti che evoca, il che produce qualcosa come un arabesco capriccioso, "un tema che non si sviluppa" *, secondo uno dei miei insegnanti.

*  “Un arabesco è un tema che non si sviluppa, un tema che porta in sé qualità determinate statisticamente e non individualmente. Si possono allora solo aumentare o diminuire queste componenti dell'arabesco, mentre un tema può essere sviluppato come una qualità, ma non come una quantità.”

Franco Donatoni, Relazione dei corsi di composizione e analisi, 28 novembre 1985; Spiri, 1977.

 

Le parole giuste? Filigrana autobiografica: residui di percezioni, sensazioni, ricordi, debiti, prestiti, interpretazioni convenzionali ed eccentriche, incontri ed eventi decisivi, incomprensioni, leggende private e demoni pubblici, esuberanze, affinità, divergenze, esplorazioni, omologie, costanti. Leggere è più interessante che scrivere; costruire figure definite è inutile, così come cercare il Graal.

 

Una mia amica mi disse che fortunatamente non abbiamo in noi quella cosa chiamata anima, e questo ci permette di capire le crepe del mondo.

 

Tutto ciò che guardiamo a lungo finisce per piacerci.

 

Qualcuno ha scritto: "Stendhal non corregge gli errori e le contraddizioni; fa abbondante uso di parole inglesi e italiane che non traduce", e ha parlato di un sabir franglais e di criptico. Senza approfondire, visto che il tempo è quello che è, citazione: "Nel 1764 Alessandro Verri pubblicò in Caffè un manifesto contro i pedanti e gli stupidi purismi per dare alla letteratura un posto accanto al Commercio, alla Storia, all'Industria, ecc. Il manifesto formalizza una corrente di pensiero nel campo della lingua e della cultura, che si basa sull'idea che la lingua sia una fonte di ispirazione e di spunti per tutti coloro che vogliono conoscerla meglio. Questo manifesto formalizza una corrente di pensiero endogena alla Lombardia e produce un movimento culturale e civile, oltre che un approccio alla realtà ancora oggi vivo” — se si aspira a un umanesimo capace di restituire la libertà della concezione di sé e il senso di una nuova esperienza —.  


L'immagine scompare nel flusso delle interpretazioni senza sovraccarico emotivo: "Agisci senza aspettative", dice Lao Tzu. 

 

“The unsolved antagonisms of reality return in artworks as immanent problems of form*”. Piuttosto che agire in modo sbagliato, indulgere in sogni ad occhi aperti: sigari, kirsch, parodia della “messa in scena della differenza originale”, che è più chic. “Why should things be easy to understand? *”. 

* Theodor W. Adorno, Aesthetic Theory.

* Thomas Pynchon.

 

Come è nata la mia melancolia? Affrontare un viaggio interiore non serve, perché basta un niente per annegare nella palude dei fatti e delle parole; perdersi, abbagliati dalla nostra storia, fino alla completa mutazione della vita in una pagina piena di cancellature: accumulo di cose passate — strutturate come il linguaggio. Il ricordo si forma e poi si disfà, e tutto ciò che rimane è nebbia o rumore di fondo; lo sforzo di ricordare le tracce perdute — la soglia che ci divide dal mondo: le cose sono realmente accadute così? Bisogna prendere una decisione, non importa se buona o cattiva, bisogna prendere una decisione: le cose sono accadute davvero?

 

Abbiamo ereditato delle culture.

 

A volte guardiamo una fotografia come ci guardiamo allo specchio e, nonostante i ricordi, tutto accelera: rovine, rifiuti, recuperi; le fissazioni kitsch e i paradossi del viaggio intorno al mondo in 80 giorni; agnosco veteris vestigia flammæ; la disuguaglianza degli uguali; borbottii, “are such stuff As dreams are made on”; Guinizelli e Dante, Manifeste dada 1918 e A Theory of Mass Culture. Nel frattempo successi effimeri grazie ai social media; ovazioni, insulti e così via: sebbene il XXI secolo sia già ben avviato, il mondo produce ancora queste caricature.

 

Rumore urbano, materia sonora casuale — la qualità originaria dei rumori —. La magia del nulla? Non ne ho idea, è troppo strano. Piuttosto dinamismo evolutivo, cambiamento continuo, evanescenza — il diverso nell'identico fuori dalle compensazioni, intossicazioni periodiche; ascoltare i grilli nella testa; presenza dell'indeterminato; vuoto del soggetto; il volo delle mosche; un coup de dés e la frattura della storia; reattività: una separazione da ascoltare, “drawn with a team of little atomies”; ci sarà sempre qualcuno che sosterrà che l'estetica è una scienza normativa, è una tentazione a cui sembra difficile resistere — “dovrebbe includere quale tipo di caffè è buono”, suggerisce maliziosamente Wittgenstein —.

 

Molte cose sono state messe apposto, tranne l'energia che guida il nostro tempo e il peso degli eventi. Frank Zappa vuole mantenere vivo il suo credo e attacca ex abrupto: “God bless the mind of the men in the street”. 

 

I mattoncini Lego aggiungerebbero una nuova dimensione sensoriale a Amore e Psiche? È vero che l'opera non darebbe le sensazioni tattili che si provano con la carne vera o con il marmo — che è vera carne —: come surrogato, quindi, il mattoncino non è molto; ma sarebbe una buona espressione politica dei movimenti anti-intellettuali di massa che serpeggiano nel mondo dalla fine del XIX secolo.