Il tabernacolo è racchiuso all’interno di una colonna ottagonale, una Torre eucaristica sulla cui sommità vi è una lanterna. La lanterna è simbolo della luce che ci orienta nelle tenebre e ci consente di camminare senza inciampare. La luce rende la via sicura, vince le tenebre. Interamente rivestito in mosaico, sulle porte sono rappresentate due immagini in continuità tra loro: l’Arcangelo Gabriele che, srotolando la pergamena della Parola, reca a Maria l’annuncio della nascita del Salvatore (cf. Lc 1,26-38). Queste due immagini sono dipinte su terra cotta e rappresentano l’angelo che srotola una pergamena che rappresenta la Parola di Dio, il Verbo, che in Maria si incarna. Infatti essa è rappresentata, come nella tradizione orientale, con in mano un gomitolo di lana rossa come segno che comincia a tessere nel suo seno la carne di Cristo.
Scrive a tale proposito Giovanni Paolo II nell'Enciclica Ecclesia de Eucharistia, al numero 55: “In certo senso, Maria ha esercitato la sua fede eucaristica prima ancora che l'Eucaristia fosse istituita, per il fatto stesso di aver offerto il suo grembo verginale per l'incarnazione del Verbo di Dio. L'Eucaristia, mentre rinvia alla passione e alla risurrezione, si pone al tempo stesso in continuità con l'Incarnazione. Maria concepì nell'Annunciazione il Figlio divino nella verità anche fisica del corpo e del sangue, anticipando in sé ciò che in qualche misura si realizza sacramentalmente in ogni credente che riceve, nel segno del pane e del vino, il corpo e il sangue del Signore. C'è pertanto un'analogia profonda tra il fiat pronunciato da Maria alle parole dell'Angelo, e l'amen che ogni fedele pronuncia quando riceve il corpo del Signore. A Maria fu chiesto di credere che colui che Ella concepiva «per opera dello Spirito Santo» era il «Figlio di Dio» (cfr Lc 1,30–35). In continuità con la fede della Vergine, nel Mistero eucaristico ci viene chiesto di credere che quello stesso Gesù, Figlio di Dio e Figlio di Maria, si rende presente con l'intero suo essere umano- divino nei segni del pane e del vino. «Beata colei che ha creduto» (Lc 1,45): Maria ha anticipato, nel mistero dell'Incarnazione, anche la fede eucaristica della Chiesa. Quando, nella Visitazione, porta in grembo il Verbo fatto carne, ella si fa, in qualche modo, «tabernacolo» – il primo «tabernacolo» della storia – dove il Figlio di Dio, ancora invisibile agli occhi degli uomini, si concede all'adorazione di Elisabetta, quasi «irradiando» la sua luce attraverso gli occhi e la voce di Maria. E lo sguardo rapito di Maria nel contemplare il volto di Cristo appena nato e nello stringerlo tra le sue braccia, non è forse l'inarrivabile modello di amore a cui deve ispirarsi ogni nostra comunione eucaristica?”
All'interno delle porte del tabernacolo è presente una croce, che riporta al centro la ferita del costato di Cristo, disposta su una decorazione a croci alterne ed affiancate, così come erano rappresentate nei primi tessuti ad uso liturgico, in greco “Polistaurón”, che significa “molte croci”. Nel tabernacolo c'è un vano per la custodia dell'Eucaristia sovrastato da un altro vano dove esporre il Santissimo Sacramento per l’adorazione eucaristica.