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La mente multi-proiettiva

Osservatore-Osservato-Osservazione

Il nodo storico-semantico nella costruzione di uno sguardo/Realtà a multi/dimensioni

Il salto epocale del 3° millennio nasce da una nuova consapevolezza storica, la Realtà è il risultato di un legame tra il modo di costruire la visione del cervello-mente, il modo della vita di manifestarsi e il modo del pensiero di elaborare dei significati-carte, spendibili nelle risposte vitali. Ogni carta è una spiegazione ragionevole di un quid a cui si dà veste di realtà.

Una veste che risente dei limiti cognitivi e selettivi della stessa mente che ha dato la forma e il senso- verso a quell'incognita che resta in sé una sconosciuta.

L'indagine storica si sposta dalla lettura dei semplici fatti (cronaca), alla lettura dei processi (storicismo del paradigma moderno), alla lettura delle relazioni tra le modalità di lettura, metastoria, (paradigma eco-biostorico).

Quaderno di Biostoria n° 5

Antonia Colamonico - Marcello Mastroleo

Le Geometrie della Vita nel Salto Eco-biostorico

Verso una Topologia a occhio infinito della relazione Mente/Mondo

© 2010 – Il Filo S.r.l. - Bari


Gli Ordini e i Disordini informativi

Andare al cuore delle cose

Gli ordini informativi

I disordini naturali (di(s)ordine = 2 volte ordine)

I teorici della Mente Multi-proiettiva

Antonia Colamonico

(Epistemologa, pedagogista, saggista, ideatrice di Biostoria. Docente di Italiano, storia, filosofia. Scrittrice, poeta)

Marcello Mastroleo

(Matematico, crittografo, esperto in intelligenza artificiale, esperto in modelli matematici)

Il punto di partenza:

  • Tutto è spazio, tutto è tempo, tutto è storia, tutto è vita.

In una struttura a uno/tutto insieme, la mente-pensiero con un gioco di proiezioni costruisce gli spazi geometrici che danno la forma alla realtà che dentro e fuori si muove. L'osservatore è la bussola cognitiva.

L'ordine è intrinseco al processo di conoscenza:

  • l'uomo per apprendere, impara a leggere per ordini informativi, scomponendo la realtà in nicchie-campi di significati.

La natura-vita non è né ordinata, né disordinata, è l'osservatore che assumendo una posizione di lettura, legge gli ordini e i disordini in relazione alla sua capacità a saper apprendere. Il dare un significato di ordine o di disordine, non dimostra la natura, ma lo stato mentale-orientativo dello stesso osservatore che sta esplorando e estraendo il significato, si può ben comprendere il soggettivismo dell'azione di lettura, che fa di ogni osservazione una riduzione di complessità della vita.

Accettare il limite della conoscenza e relativa scienza, implica ammettere che il sapere è semplicemente lo spazio-frontiera dell'incontro osservatore/osservato, cioè la carta di lettura di un compreso che resta vincolato a quel guizzo informativo che ha permesso il lampo luce nel cervello di un osservatore storico (databile, collocabile, appellabile).

Mettere un vincolo all'azione del conoscere non compromette il valore del significato stesso dell'azione, ma è l'opportunità, per lo stesso osservatore o uomo altro, di poter giocare su più impostazioni e amplificare gli ordini di conoscenza (processo moltiplicativo), con il teke-off delle informazioni.

Per visualizzare meglio la dipendenza dell'osservato dalle convenzioni dell'osservatore si può pensare al concetto di base di rappresentazione di un numero. Convenzionalmente usiamo un sistema decimale (per analogia al numero delle dita sulle mani), in cui ci sono 10 simboli ovvero le cifre da 0 a 9, ma nessuno vieta di adottare un sistema di numerazione ad esempio binario, in cui ci sono solo 2 simboli (0 e 1), o perché no uno esadecimale i cui simboli sono le cifre da 0 a 9 e le lettere dalla A alla F.

La stessa scrittura numerica 1000 assume significato diverso se la si osserva in un sistema o nell'altro:

  • nel primo sarà mille, nel secondo caso "solamente" otto, mentre nel terzo quattromilanovantasei.

Il punto non è ciò che si guarda, ma ciò che si vede. (Henry David Thoreau)

I nidi-nicchie informativi

"... Ogni gemma-idea si annoda su una pregressa conoscenza, formando dei veri nidi cognitivi, funzionali al progresso scientifico-tecnologico-economico... dell'intera umanità, non essendoci in simile organizzazione naturale né frontiere, né confini ma esili filamenti gemmati come rami di pesco offerti a chi sa essere in grado di coglierli e trasformarli in conoscenze condivise. In tale visione allargata e stratificata non hanno più senso le signorie intellettuali, poiché la capacità di osservare non è un fatto di stampi in serie, come copie anonime di cerveli-menti prive di identità e quindi di storia, ma prerogativa di singolari intelligenze in grado di saper vedere, secondo un soggettivismo storico-epistemologico: - Come un vento, libero di vagare, la compressione aleggia e trova casa nelle mente-cervello di chi è attrezzato a vedere, non tanto per capacità cerebrale, quanto per sensibilità emotiva che si fa poi cognitiva. Cum-prendere implica l'azione di annullamento del sé che rende antenna la privata spugna mentale. ..." Da A. Colamonico. Lo sguardo e la mente di Carmelo Colamonico. © 12 Maggio 2013.

(Carta biostorica a ombra/luce della relazione osservato-osservatore. Da A. Colamonico, Ordini Complessi, p. 44. 2002)

Modello di proiezione di trame-echi di quanti-informativi. (M. Mastroleo, © 2011 Il filo S r l - Bari)
B-Pavilion: dalla razionalità alla complessità

"...e ad un tratto ebbi la consapevolezza di uno sdoppiamento di pensiero. Percepivo due ricordi di esperienze vissute, conservando la consapevolezza del presente, era come se tre presenze indipendenti di me si stessero incontrando in quel secondo di realtà.

Mi fermai molto emozionata e mi mise seduta, per analizzare quello che stava accadendo. Avevo avuto una percezione a tre dimensioni di spazi, di tempi e di emozioni. Erano tre quanti informativi di realtà passata e presente che si stavano intessendo. Per fissare sulla carta l'accaduto, mi improvvisai poeta, però era necessario trovare un modo per rendere la simultaneità dei tre ordini di pensieri e provai a scrivere una composizione di parole e immagini, in quanto non mi bastava un codice lineare.

Nacque così la lirica Assenze... dopo scrissi "la chiave" con il ciclo de "le filastrocche di Spazioliberina" e "Fatto tempo spazio". Piano piano, stavo cominciando a riflettere sulla possibilità di visualizzare un’organizzazione della conoscenza di tipo spaziale.

Misi subito a fuoco che il limite ad una visione allargata che oggi chiamoapproccio biostorico, era l’utilizzo di un semplice codice alfabetico e per questo lo affiancai a delle visualizzazioni grafiche o geometriche.

Iniziai a scarabocchiare fughe di linee, cerchi, punti, slogan di parole e mi resi conto che ormai la mia mente era in grado di vedere gli enunciati, di proiettarli in tempi e spazi passato-futuri e di elaborarli in ordini differenti di lettura.

Isolando quel processo frattale di conoscenza, sono giunta inconsapevolmente a visualizzare un ordine complesso di lettura, velocissimo, fatto di ombre e luci, di presenze e assenze, di vuoti e pieni, di vicini e lontani; ordine che permette di cogliere il tempo dello spazio, come proiezione infinita di quanti di storia.

Si dice che la nostra sia solo una percezione tridimensionale e che non ci è data la visione del tutto vitale. Ma il non vederlo non significa che non si possano cogliere briciole di tutto, frammenti di ordini complessi che trascendano i limiti funzionali. Piccole porzioni di cosmo che strutturandosi in atomi e poi molecole, abbiano insieme volume e storia, spessore e tempo."


Da A Colamonico. Biostoria, premessa. Il Filo, Bari 1998.Da A. Colamonico. Il filo, in Le stagioni delle parole. © 1994.
Antonia Colamonico - Marcello Mastroleo © 2013 - Vietata la riproduzione -