Il piglio eco-biostorico
Verso una scienza & metodo dello sguardo
Quaderno di Biostoria n° 8
Il limite delle Scienze
Antonia Colamonico
Il piglio eco-biostorico
Il territorio mentale e le angolazioni di lettura
Cartografie di spazi naturali in Scenari immaginativi e attuativi
Le regole del gioco nel paradigma biostorico
Il limite delle Scienze
Antonia Colamonico © 2013
Indice quaderno n°8: Il Piglio eco-biostorico (Il territorio mentale e le angolazioni di lettura - Cartografie di spazi naturali in Scenari immaginativi e attuativi - Le regole del gioco)
Nota introduttiva; Premessa; Il punto e la regione; Il limite delle Scienze; L'osservatore e il linguaggio Parte I - Parte II; Costruzioni di realtà a multi/strato e multi/faccia; Riflessione a sistema uno/tutto; La vita nel processo partecipativo.
Il limite delle Scienze
La Relazione indirizzo di lettura/Universo rappresentato
Il paradigma biostorico e la geometria dell'occhio-mente: - Biostoria come oggetto cognitivo iniziò a prendere forma nella mia mente nel 1992, quando in Fatto tempo spazio, fu disegnata un'ipotesi di nuova architettura a rete-finestre del sapere storiografico, a superamento della vecchia periodizzazione (Antichità, Medioevo, Età Moderna) di C. Cellario (1634-1707). In tale studio la Storia acquisì il significato di vita come fatti o eventi o atti o azioni che si compiono e prendono corpo in uno spazio 0 di presente. (da A. Colamonico. Biostoria. 1998, p.13)Da A. Colamonico. in Le stagioni delle parole. 1994. Raccolta di quadri di pensieri, Il filoUno schizzo, una sovrapposizione di spazi e di tempi. Quadri di segni che vestendosi di volta, in volta di parole si aprono alle Sintropie del Caos. Il Filo è il bandolo che intravede nei tempi nuovi, trame di ordini antichi. La raccolta è frutto dalla presa di coscienza del Pensiero multi-proiettivo, quale auto-organizzazione naturale della mente introno alla 5a dimensione di lettura.Solo in tale posizione di lettura si concretizza lo sguardo de-coordinato a fuochi sdoppiati: - l'apertura logica di Spazioliberina.
Lo sguardo eco-biostorico
L'aspetto interessante dello sguardolente eco-biostorico è nella sua plasticità osservativa e, di ritorno, sul piano della costruzione della mente-pensiero, nella plasticità immaginativa-ideativa che permette di variare le zoomate storiografiche ed epistemologiche, aperte a tutti gli stadi esperienziali dello scibile umano, che a loro volta rendono frastagliati i piani dei fatti storici, plasticità attuativa.
In un sì fatto dinamismo di sguardolente-mondo tutto assume una direzione-significante che veicola e vincola il peso/valore storico di tutto, imprimendo gli andamenti evolutivi dell'intero sistema storico-vitale.
Entrare in una visione storica a uno/tutto che si perturba e si modifica continuamente, implica necessariamente il ridimensionare il valore-peso attribuito ad ogni particolare esperienza con relativa narrazione epistemologica di tale rilevazione fattuale:
ciò che si definisce realtà ha una molteplicità di sfaccettature che non possono essere ridotte ad uno e due modi-sguardi disciplinari che si dichiarano forme esaustive del processo vitale, magari in virtù della semplice incidenza economica; si pensi al riduzionismo scientifico che descrivendo la realtà la racchiude in particolari aspetti ad esempio di movimenti di forze o di organizzazioni di materia o di reazioni di enzimi... dimenticando che il mostrarsi della vita ha in sé una molteplicità di forme-volti altri che in parte restano ignoti, campo del buio cognitivo, cioè nicchie di “non visibile” che si prestano tuttavia ad essere conosciute, qualora l'occhio-uomo risultasse attrezzato mentalmente e fisicamente a vedere (evoluzionismo storico-cognitivo che crea i superamenti dei quadri disciplinari).
Con uno sguardo a finestra allargata nello spaziotempo si possono da un lato leggere i nodi-punti di apertura degli spazi cognitivi ed esplorativi che hanno evoluto le modalità osservative degli odierni sguardi storico-epistemologici e dall'altro scoprire le sacche-creste delle trame storiche che si moltiplicano, intricandosi a matassa, prestandosi così ad una molteplicità di linee di lettura.
Apertura delle trame di lettura
Ogni linea-segmento è una giustificazione logica di un quid che ha preso storia-casa nella stessa mente dell'osservatore che ne può così tracciare e definire l'inclinazionei storiografico-disciplinare, ad esempio la nascita dello sguardo biologico, intorno al 1700, ha segnato tutta l'evoluzione di un modo di scomporre e modellizzare la vita, si pensi alle cellule, ai tessuti, ai corpi...
Ogni scomposizione ha aperto non solo lo sguardo-mente a rilevare una realtà prima sconosciuta, ma ha nel contempo svelato una organizzazione vitale che prima era inimmaginabile. Rispetto alla vecchie conoscenze cosa di fatto sono mutati:
Solo i modi rappresentativi che risentano di una molteplicità di scelte e definizioni attribuite, alle osservazioni, dai primi studiosi che incanalarono la bios in una simile giustificazione storica.
Lo stesso discorso vale per gli studi della fisica, della medicina,... e di tutto lo scibile umano. L'uomo, conoscendo, apre la realtà ad una complessità di organizzazioni che dipendono dal grado e dalla medesima complessità dell'occhio lettore.
Dualismi di società-conoscenze
Si spiegano così i differenti livelli di Sapere delle Società che si mostrano a ritmi e gradi di complessità differenti, in relazione agli stati delle loro consapevolezze storico-scientifiche. Si può parlare allora di differenti velocità, di molteplici stili di vita, di variegate tecnologie con corrispondenti modalità ad esempio curative o culinarie o enologiche o... cioè tutto quell'insieme che crea la ricchezza esplicativa della cittadinanza nella vita.
Ogni ricercatore studiando e definendo costruisce la tendenza osservativa, con relativo linguaggio, su cui si potranno poggiare i successivi osservatori che puntualizzando o scartando in rapporto alle corrispondenze delle osservazioni nuove, ridefiniranno i gradi di validità o di superamento delle conoscenze stesse che, come si allarga il mantice di una fisarmonica, prenderanno suono nuovo, valore nuovo, terminologia nuova, nicchia nuova...
L'annodare un fatto/quid esperienziale (campo-vita) con un evento/ap-preso informativo (campo-conoscenza), richiede il contributo partecipativo dell'osservatore che indagando:
isola, rileva, chiama,confronta, ipotizza, sperimenta e definisce il modello-mappa di realtà che è la carta del suo compreso (individualismo cognitivo) che si presta ad essere esteso con ulteriori riletture.
Ogni modello-carta essendo una definizione di realtà, assume una doppia funzione storica:
quella di isolare, racchiudendo in un perimetro-frontiera (a isola), una parte del Tutto vitale che così racchiuso e distinto si presta ad essere esplicitato in una narrazione significativa;
quella di rendere finito un non so ché che di fatto trasborda(stato di infinito) da tale confine epistemico, per cui tutto ciò che è estrapolato, studiato e modellizzato, assume la configurazione di veridicità storica vincolata alla carta-mente-appiglio storico (relatività multi-proiettiva del legame osservato-osservatore).
È bene sottolineare che è una veridicità storica (vero-detto) e non la verità (in sé), errore in cui cadde la scienza moderna, cioè è una lettura veritiera in relazione al grado di coerenza rintracciata ed esplicitata dallo sguardo-lente soggettivo che ha tracciato i luoghi di lettura delle relazioni fattuali. Essendo la verità in sé il luogo tutto della vita, quale insieme infinito-finito essa si lascia semplicemente abbordare e racchiudere dalla sguardo-mente dell'osservatore, che è il degustatore di verità storica (de-gustare un buon vino, non è il vino), la vita come processo creativo ha una sua autonomia che trapassa (va oltre) le possibilità manipolative dell'uomo che può solo condurlaii.
L'osservatore storico intenditore di verità
L'uomo è un intenditore di verità e riesce a graduarne le sfumature-valori in significati di significati sempre più particolareggiati, a codici sfumati, che rendono raffinate e particolareggiate le letture con corrispettive angolazioni.
Si pensi, ad esempio, a quel nodo storico in cui, tra un Mondo antico e un Mondo nuovo, si scissero le coscienze sul cosa fosse la verità; se quella rappresentata dalle vecchie cosmologie che rispecchiavano, in parte anche le carte bibliche; o se quella avvistata dai nuovi osservatori che, avendo aperto gli orizzonti di navigazione, avevano di riflesso allargato gli spazi immaginativi ed elaborativi, dando luogo alle nuove mappatureiii:
la disputa, con il conflitto che ne nacque, si avvitò su una visione uni-direzionale di verità che non ammetteva altre possibilità di sguardiiv.
Sfuggì agli osservatori dell'epoca che ogni sguardo elabora una coerenza espositiva che non è tanto lo stato della verità, quanto quello della logicità di una spiegazione, che mostra i gradi di credibilità di un ragionamento, funzionali all'elaborazione delle azioni storichev.
La stessa soluzione, ad esempio, ipotizzata da G. Galilei di scindere la verità in due ambiti, per se stanti, quella di fede e quella di ragione, giustificando le due modalità di ricercazione con le due forme scisse di credenza religiosa, da un lato, e di conoscenza scientifica dall'altra (lette, vicendevolmente, con un occhio negativo) partì da un vizio di forma che slegò il mondo e l'individuo, la fede e la ragione, il credente e il pensante, la mente e il cuore, l'emozione e la razionalità... così come si fa con una mela, tagliandola e dividendola, perdendo la visione d'insieme.
La divisione in tante tipologie di conoscenze, svincolate e bloccate nei corrispettivi linguaggi e modelli, finì col fare contrapporre un'ortodossia a un'eresia (occhio lineare-sequenziale che escludendo i contorni, rende limitative e uni-direzionali le letture). Furono avvallate, così, le cacce alle streghe tra chi fosse veramente credente o chi veramente scienziato , facendo scartare di fatto tutte le sfumature di sguardi-modi altri che rendono la bellezza complessiva delle letture tutte, con i variegati stati emozionali e cognitivi. Si pensi alle scuole che si trasformarono in luoghi di tortura o alle accademie in luoghi di rigidità espositive che avevano come unico obiettivo rendere uni-formi le coscienze-conoscenze (grigiore mentale, politico, economico, sociale, religioso...).
Nota autrice
Biostoria, in queste pagine, è definita scienza dello sguardo, può essere letta come la membrana-utero, nicchia a campo universo, che avvolge, come tanti feti-trame, a cui dà significato storico, tutte le altre scienze che indagano sugli aspetti locali della dinamica vitale; in tale essere meta-scienza si pone come un oggetto finito che avvolgendo la conoscenza tutta, la osserva e la custodisce da una posizione a punto infinito e proprio in ciò può definirsi scienza dello sguardo.
Nel suo essere una visualizzazione proiettiva di spazi-tempi si coglie tutta la ricchezza del piglio eco-biostorico, quale campo a uno/tutto in grado di attuare di colpo (entanglement) le letture simultanee.
La nascita di un tale occhio implica, necessariamente, un differente rapporto con la scrittura/lettura del messaggio informativo che non potrà ridursi alla semplice successione temporale e lineare di periodi, parole.
Con il piglio dell'occhio biostorico si cerca di recuperare nella costruzione del significato non solo la parte emergente di sensi-segni-parole che strutturati in periodi danno il pieno di significato, ma anche l'area del vuoto di parola come lo scarto poetico che riempie di sensi latenti e sottintesi il racconto, aprendolo alla profondità dell'occhio-mente lettore:
- In tale libertà di lettura e di interpretazione si crea l'intricato legame Osservato-Osservatore.
L'uomo un uno dai tanti sguardi
L'aver negato valore unitario all'uomo che si esprime in una variegata possibilità sentimentale e razionale ha finito con lo scomporre la coscienza in tanti campi non dialoganti, riducendo la verità con corrispettiva umanità ad una semplicistica nomenclatura di significati de-naturalizzati (piano della retorica):
se la carta-modello svolge la funzione di rendere finito, cioè conosciuto un ché di infinito che di fatto trasborda il confine tracciato nella carta, essa carta è una semplice estrapolazione di informazioni, intessute in un limitato tessuto logico-narrativo, che veicola oltre ai compresi le medesime geografie mentali con le capacità osservative ed elaborative del cervello-mente uomo che li sta codificando:
Una mosca se potesse ricercare e narrare il verso della vita, la costruirebbe con altri parametri e altri significati e altre giustificazioni scientifiche che la renderebbero un modello completamente differente di veridicità storica, lo stesso avrebbe con un osservatore rondine o ragno o formica o nuvola.
So, di non sapere
Quello che ogni ricercatore storico (ogni uomo) non può e non deve dimenticare, per essere onesto intellettualmente, prima di tutto con se stesso, è quel “so, di non sapere” socratico, che rende vincolata la lettura alla ristrettezza, più o meno grande, del raggio-fuoco del suo campo-sguardo visivo che si presta tuttavia ad allargarsi per rifilare i versi di verità storica (processo neghentropico):
il soggettivismo storico è nell'azione di ricerca-avvistamento-giustificazione di una realtà esperita, localmente, ma non totalmente, per cui nessuno può arroccarsi il privilegio di possedere la conoscenza e nessuno può imporre come verità assoluta la sua semplice versione di realtà, questo vale per lo scienziato, per lo storiografo, per il pittore, l'educatore, l'economista, il politico, il datore di lavoro … Cioè per ogni singolo individuo che non può dichiarare di possedere la verità, essendo questa un surplus che trasborda i limiti cognitivi di ogni singolo uomo o di ogni gruppo economico, politico...o periodo storico.
Essendo un di più, non può essere ristretta in un un unico punto-focale.
Imparare a zoomare gli sguardi amplifica le sfaccettature stesse della verità e rende l'osservatore magnanimo verso gli altrui punti di vista-lettura (democrazia del sistema storico).
D'altro canto non esistono due e più verità, essendo essa un uno/tutto, eco-iter-connesso; ma esistono solo molteplici riflessi/sguardi che rendono gemmata e preziosa la verità storica (visone a occhio-mente frattale, l'occhio cristologicovi).
La bussola cognitiva
Quello che il ricercatore storico (ogni uomo) non può e non deve dimenticare è il suo essere occhio-luogo-punto-posizione di riferimento osservativo, per cui egli riporta a sé tutto quello che accade dentro e fuori di sé, cioè il suo essere coscienza-bussola cognitivavii, che indirizzando gli sguardi, apre e chiude, i versi possibili di realtà che acquistano o perdono storia, prima di tutto nella sua mente-memoria, in ogni tempo 0 di presente.
Non si può prescindere dal soggettivismo storico della medesima azione di ricerca-avvistamento-giustificazione di frammenti di realtà che una volta esperiti si pongono a briciole informative che come scaglie-luce di verità danno dell'uno/Tutto vitale, solo brandelli informativi di una verità negoziata che si presta ad ulteriori acquisti di guizzi-luce informativi che sono e restano dei compresi storiografico-epistemologici, modulati come in un concerto sinfonico, dalla stessa mente-occhio dell'osservatore che si rispecchia nella bellezza della vita creata, di cui è un semplice spettatore a più gradi di intendimenti.
In tali scambi di postazioni dal fuori al dentro di sé e dal dentro al fuori-mondo-universo (topologia multi-proiettiva della mente-campo habitat), ogni osservatore reale definisce, racchiude, seleziona, predilige, implementa... imprimendo il personale verso di realtà alla verità storica.
Si possono così comprendere le molteplici impronte informative che nel tempo hanno indirizzato e influenzato l'andamento evolutivo della dinamica fattuale, relativa al sistema uomo/mondo:
L'impronta quale memoria storica non è limitata al solo individuo uomo, ma a tutti gli individui storici che si possono isolare e classificare, solo per esigenze mnemotecniche, in schede-categorie di animati-inanimati, di concreti-astratti, di reali-virtuali... L'errore sta nel ritenere che alcune realtà partecipino alla vita e altre no, ritenendole cose prive di vitalità e quindi di partecipazione storica.
Tutto è Bios-Storia
In una lettura a occhio eco-biostorico, tutto è storia-Bios e tutto prende vita-casa nel momento stesso in cui acquista uno spazio-tempo (nicchia storica), indipendentemente dal contorno, campo-habitat, in cui si posiziona come individuo, per cui non ha più senso dire che l'idea (in una nicchia mente) è un astratto e il morso ad una mela (in una nicchia cucina) un concreto, senza il piano delle idee-immaginati, non ci sarebbe il piano delle azioni; se non si immaginasse il mangiare la mela, perché si avverte un morso di fame, non si potrebbe compiere l'azione del mordere la mela che si mostra nella cesta di frutta, adagiata sul tavolo.
Per cui è un non senso, ad esempio, definire il viaggiare in internet una realtà virtuale, mentre guidare in autostrada una realtà reale, se poi, per caso, internet permette ad Antonia di conversare con Anissa, le quali insieme decidono di spostarsi, in autostrada, per recarsi a Bari.
Il virtuale e il reale si intrecciano in un unica dinamica fattuale, naturale, che conferma come le categorizzazioni umane siano solo dei sistemi di lettura per la catalogazione di parti di realtà, onde meglio memorizzare, scomponendo in aree-campi l'uno/tutto che tuttavia perde parti di naturalezza nella carta di lettura.
Il perdere natura impone l'assunzione di una forma e di una nicchia a campo ristretto che insieme danno non lo stato di abitante della vita, ma quello di abitante del modello, un'estrapolazione quindi da verità storiografica e non biostorica, quale uomo di carta (astrazione) e non uomo di carne (vivente).
La vita si mostra all'occhio osservatore come un complesso sistema intricato di coabitazioni a più strati-nicchie soggiacenti e influenzabili ed è l'uomo che indagando, estrapolando, isolando... acquisisce sistemi ordinati informativi che sono solo carte di lettura di una realtà che sfugge nella sua interezza al suo medesimo sguardo.
Il limite delle carte-modelli
Perdere il valore limitante del modello-carta, porta alle generalizzazioni, con cui la vita e gli individui e le nicchie vitali assumono uniformità riduttive, aprendo le menti osservanti ai pregiudizi storico-ideologici e chiudendo alle democrazie degli stati di possibilità vitali ad essere:
ogni uomo o individuo o nicchia o campo storico è un unicum per sempre, essendo ciascuno una presa di realtà di una dinamica a multi-spazio e a multi-strato (in un databile tempo 0 di presente) che si è accordata come in un concerto di archi e pianoforte, in una melodia chiamata vita, a 360°.
Il salto epocale che si sta vivendo, in questo inizio di 3° millennio, è tutto nell'uscita da un sistema logico a isola per entrare in uno ad arcipelagoviii che richiede un cambio di occhiali di lettura che permetta all'osservatore di assumere il ruolo di bussola cognitiva che lo faccia essere ago-indicatore direzionale a tendenze multiple degli orizzonti fattuali-fattibili in una visione a frattaleix. In tale ricchezza di possibilità di sguardi-orizzonti di lettura e di relative azioni, la storia-vita assume dinamismo, in funzione delle medesime posizioni che rendono il volto della realtà a sua volta plastico, come una creta che si lasci modellare dal vasaio che la sta ispezionando, a multi-sguardo:
La vita-storia (Bios-Storia) assume agli occhi dell'osservatore mille e mille sfaccettature che moltiplicando la realtà, facendo rispecchiare lo stato sentimentale di Dio, descritto nei Libri della Genesi, allorquando dando corpo-visibile al creato, “Dio vide che era cosa buona”x.
Apprendere la bontà della vita quale processo moltiplicativo e non divisionale (sguardo di un certo riduzionismo scientifico o religioso o politico o economico...) di complessità-bellezza, richiede una diversa disposizione di lettura che faccia assumere allo stesso osservatore l'animo del poeta-cantore che contempla la bellezza dell'essere un uno/tutto nella vita e ne sveli la ricchezza di sentimenti, di espressioni, di proposizioni, di significati, dando così al suo sguardo e al suo dire una forma topologia a multi-direzione e a multi-senso.
Curiosando tra le carte di Biostoria
Entrare in una topologia mentale ad uno/tutto implica l'imparare a togliere il confine alle cose e agli individui, alle idee e alle conoscenze, alle discipline e alle rilevazioni... imparando a slabbrare (effetto guanto) i sensi chiusi dei modi comuni dei credixi (in senso lato), spiccando il volo in uno spazio aperto, tutto da definire e da ruotare, divenendo così il segna(e)vento di una realtà che si lascia ammiccare e tracciare in un complesso gioco di carte-mappe che conservano, ognuna, un riflesso di verità, condivisibile.
Volendo, ora, provare a mappare i macro-mutamenti epocali delle messe a fuoco degli orizzonti esplorativi, isolandone i punti-cardine su cui furono intessute le filature gnoseologiche nelle differenti età storiche, necessita assumere la posizione a occhio di lettura a punto infinito, (postazione a campo U-topico - occhio di Dio). Una sì fatta posizione permette di allargare la finestra d'osservazione al campo-insieme universo e poi con un'evoluzione immaginativa a vortice, sintetizzante (sguardo a spirale puntato verso il centro dell'attrattore fattuale), isolare le lievi tracce informative che si sono fatte cardini di completezza significativa. Con un sì fatto gioco di proiezioni di lettura emergono sia gli sguardi e sia i vincoli-appigli che hanno dato respiro alle molteplici riflessioni dei vari osservatori delle medesime epoche:
Si possono allora isolare i 3 paradigmi - 1. Classico (individuo), 2. Moderno (mondo), 3 . Complesso (individuo/mondo)- con le 3 aree-campi che hanno svolto il ruolo di attrattore cognitivo-epistemico - 1.metafisica (campo-filosofia), 2.Fisica (campo-meccanica), 3.Relazioni (campo-eco/biostoria) – con le differenti 3 tipologie di costruzioni-chiave – 1.idee assolute, 2.leggi assolute, 3. plasticità dell'occhio di lettura-Realtà.
I tre campi permettono di visualizzare il valore-peso delle variazioni orientative, non solo degli sguardi-menti, ma delle modalità d'attribuzione del significato storiografico, mettendo a fuoco anche tre modalità differenti di esercitare la cittadinanza nella vita, con la costruzione di tre geografie o, meglio, paesaggi mentali.
Naturalmente tale carta ha un semplice valore orientativo e non assoluto, per cui va letta come un appiglio informativo su cui poter tessere una dialogica complessa di posizioni e di riflessioni storiografichexii (occhio multiplo).
© 12 settembre 2013
Antonia Colamonico.
Indice quaderno n°8: Il Piglio eco-biostorico (Il territorio mentale e le angolazioni di lettura - Cartografie di spazi naturali in Scenari immaginativi e attuativi - Le regole del gioco)
Nota introduttiva; Premessa; Il punto e la regione; Il limite delle Scienze; L'osservatore e il linguaggio (II Parte); Costruzioni di realtà a multi/strato e multi/faccia; Riflessione a sistema uno/tutto; La vita nel processo partecipativo.
(Il Cristo velato - particolare. Napoli)
La semplicità è la sofisticazione suprema (L. Da Vinci).
Lo sguardo cristologico dall'etica gentile, in una topologia complessa di pensiero
In questo viaggio nell'organizzazione del pensiero di Gesù di Nazareth, non si vuole investigare gli aspetti teologici del suo passaggio nella storia, né tanto meno quelli prettamente fattuali, ma semplicemente ispezionare l'architettura del suo pensiero nel modo di porgere la sua angolazione di veduta su fatti e personaggi, così come è stata compresa e narrata nei libri del Nuovo Testamento.
Necessita fare subito una premessa di metodo:
secondo l'impostazione eco-biostorica, ogni profilo storiografico, in questo caso l'immagine del Cristo trasmessa, è prima di tutto la narrazione di un incontro (diretto o derivato) tra l'osservatore (lo scrittore) e l'osservato (il personaggio), che si è impresso nella memoria del particolare narratore che traccia il profilo-immagine, non della realtà oggettiva del personaggio, ma di ciò che egli stesso ha compreso con la sua osservazione.
Ogni descrizione ha in sé l'impronta del narratore con la posizione narrativa, con l'angolazione di lettura da cui nascono la selezione e la rilevazione di fatti-campi di interesse, con la disponibilità a comprendere; cioè tutta l'organizzazione privata di comprensione che dà non la realtà oggettiva, ma semplicemente tutto l'insieme del movimento di echi informativi attuatosi nella mente-sguardo dello stesso osservatore che ha fatto da cassa di risonanza intorno a quelle narrazioni. ...
Antonia Colamonico © 2013 - Tutti i diritti sono riservati -
Idea Editoriale
Il saggio prende forma di sito, per superare il confine del libro. Aperto al Mondo, come pagine di un quaderno da sfogliare, in una nuova democrazia. L'autrice