Antonia Colamonico © 2013
Nota introduttiva autrice
Premessa Angolo Riflesso
Le trame dei ricami di realtà
"... La finestra storiografica come stratificazione di proiezioni, svolge la funzione di campo, all’interno del quale l’osservatore costruisce le relazioni fattuali tra i differenti temi. La finestra è dunque il terreno all’interno del quale si sviluppa il pensiero analogico-creativo, mentre lo strato della cipolla è il luogo del pensiero logico-riflessivo in quanto tutto quello che vi appartiene è già stato strutturato coerentemente. In questa visione, il pensiero analogico è l’emergenza di un nuovo ordine logico da una sovrapposizione di differenti ordini indipendenti. Tale emergenza diventerà a sua volta un nuovo ordine logico che si andrà ad aggiungere ai precedenti strati proiettivi. In questo lavoro, partendo dalla distinzione tra storia e storiografia, e ripercorrendo l’approccio biostorico alla conoscenza, si è mostrato un modello cognitivo di realtà come multi-proiezione per piani logici, in cui l’unico motore è il pensiero analogico (de-coerente) che struttura sacche di logicità. Ne deriva una visione di pensiero a sua volta come una spugna. Tale modello si presta ad essere generalizzato in contesti più ampi (ad esempio, la mente collettiva o l’organizzazione delle scienze) che saranno oggetto di studi futuri. ..."
Da: A. Colamonico, M. Mastroleo. Verso una Geometria Multi-Proiettiva della Mente. © Il Filo S.r.l. - Bari, 8 settembre 2010. In Gli enti biostorici. Sito ufficiale di Biohistory of Knowledge.
La parola punto dà il luogoi ad una molteplicità di significati che creano la spaziatura frastagliata del pensiero e di riflesso della realtà osservata, ogni significato si pone in relazione al contorno-regione del suo contesto:
Il punto ente geometrico primitivo adimensionale che assume una posizione nello spazio;
il punto segno d'interpunzione che chiude una frase-proposizione dandole il senso compiuto;
il punto del discorso che permette di fare chiarezza sull'idea chiave intorno a cui si organizza un'esposizione-argomentazione;
il punto luogo geografico in cui si registra un accadimento, ad esempio il punto dell'incidente stradale che spesso è segnato con un fascio di fiori o una piccola lapide;
il punto con l'ago che serve a ricamare un tessuto come il punto croce;
il punto delle coordinate geografiche per stabilire una posizione ad esempio in aeronautica o in marina per sapere con esattezza il luogo in cui si trova un aereo o una nave;
…
Ogni definizione altra, da cui ha preso origine la parola punto, è un'estensione del suo valore che ne moltiplica il senso, dandole un forma-immagine chiusa da un perimetro-confine di senso che tuttavia può slabbrarsi, effetto guantoii, in relazione a delle sfumature nuove di significato che aprono il perimetro della parola ad altre direzioni (plasticità della parola), come in un fiocco di neveiii.
Ogni parola, in relazione alle variazioni di senso-direzione, può assumere una molteplicità di sfaccettature che allargano gli spazi ideativi dei significati (campo delle idee-immagini) e in simultanea lo spazio cognitivo della mente, relativo alla particolare applicabilità di direzione-verso esplorativo (indirizzo storico-epistemologico che vincola lo sguardo-mente al senso storico che si dà alla proiezione di lettura), con cui l'osservatore-agente (ogni uomo) può costruire la rappresentazione della realtà che sta osservando:
campo dei modelli-carte di conoscenza che schiudono alle discipline-scienze e alle geografie mentali.
La rappresentazione del campo-habitat è funzionale all'elaborazione dell'azione storica che rende l'individuo-agente un co-creatore della vita a tempo presente (t. 0). Il tradurre gli osservati in modelli rappresentativi è intrinseco alla condizione stessa dell'essere un vivente che apprende, come si evince dagli stessi graffiti paleolitici, che sono la testimonianza della capacità del cervello-mente uomo d'elaborare l'ambiente, farne una mappa mentale e saper agire, orientandosi grazie ad essa.
Ogni parola assume, oltre ad un suono, una forma-immagine e un significato, racchiusi nella parola stessa (particella topologica) che nasce in relazione ad un'azione d'isolamento da uno sfondo-confine che ne circoscrive il vincolo-peso di lettura e da una comparazione con gli apprendimenti pregressi (memoria storica) che fa di quel isolato un assimilato e compreso; ad esempio, connessa alla parola punto c'è uno spazio-regione di contorno che ne permette l'identificazione e la possibilità (per il punto) di posizionarsi e quindi farsi un isolato identificabile e trasferibile (azione del traghettare) in una ulteriore situazione osservativa che presenti delle caratteristiche similari (apertura logica):
nel caso del punto del discorso la regione-contorno è il discorso-tessuto stesso che fa da contorno all'idea chiave che si sta definendo e richiudendo nel contesto, senza il discorso come insieme di proposizioni di senso, non avrebbe alcun significato porre il punto chiave (concretezza del linguaggio).
Nel caso del punto croce, il contorno è lo stesso tessuto-stoffa che assume la funzione di base della collocazione del segno-punto di ricamo che per analogia ripropone la forma di x-nodo.
Così pure per il punto di coordinate geografiche che permette di dare il grado-valore della posizione nel cielo o nel mare, con la mappatura dello spazio d'osservazione. La carta-mappatura è funzionale all'azione esplorativa, è funge da acceleratore cognitivo, in tal senso assume importanza lo sviluppo topologico della mente-pensiero che crea la velocizzazione delle organizzazioni cognitive, passando da un processo sommativo ad uno moltiplicativoiv
Si comprende come, in relazione alle tipologie di punto, mutino le tipologie di regionev, che ne allargano il significato, infatti essa, da semplice porzione di spazio che delimita una zona, si fa ad esempio area geografica, istituzione politico-economica, suddivisione del corpo umano...
Riflettendo su cosa siano in effetti un punto e una regione, si può facilmente constatare che sono parole-sensi-forme che danno indicazioni direzionali allo sguardo e quindi un'organizzazione spaziale alla mente che può ordinare il campo-habitat e orientarsi in esso, ponendo dei vincoli, a dentro/fuori, tra il sé e il mondo (topologia della mente/campo a corpo unico).
"... il metodo di lettura e apprendimento lineare-sequenziale del sistema tradizionale si pone, oggi, in modo fortemente anacronistico, in rapporto al dinamismo delle informazioni prodotte, nei nanosecondi che si susseguono a un ritmo incalzante. La linearità va letta come un processo addizionale che si evolve per somma degli addendi:
2 + 2 + 2 + 2 + 2 + 2 + 2 verso ∞.
Ad esempio, in sette passaggi, si ha una crescita di 14, secondo l’esempio numerico. Si può notare, come un simile processo richieda tempi alquanto lunghi, poiché procede più lentamente verso l’Infinito. Viceversa la logica seguita al sistema informatico, organizzata a finestre-nodi, si evolve secondo un processo moltiplicativo, a Costellazioni Semantiche, che si espandono come il prodotto dei fattori:
2 x 2 x 2 x 2 x 2 x 2 x 2 verso ∞.
Il risultato che si ottiene in 7 passaggi è 128. Volendo proiettare nel tempo il confronto tra le due crescite, si nota che se a sette passaggi il valore è di 14 e 128; a dieci sarà di 20 e 1024; a quindici di 30 e 32.768, e cosi via. Si può, così, facilmente sperimentare come si è di fronte ad una crescita esponenziale delle capacità di lettura della stessa mente umana che procede più celermente verso l’infinito... "
(dal saggio: A. Colamonico. Dall’esplorazione biostorica alla geografia del Pensiero Complesso. In AA VV, Cultura e Pedagogia della Riforma, pp. 129-140. Ed Cacucci – Bari, 2006.).
Lo stesso vincolo si fa espediente esplorativo che permette di scomporre l'osservato in finestre-maglie di lettura che sono dei campi locali (topos), ristretti, con cui poter miscelare le rilevazioni e costruire le relazioni storiche che danno i quadri ordinati degli ordinamenti informativi, letti quali sistemi coerenti di conoscenze che permettono all'uomo di sviluppare l'agilità operazionale (relazione occhio-mente-mano ben compresa da Leonardo da Vinci).
Porre l'attenzione sul ruolo storico-semantico del linguaggio, implica l'assunzione che esso sia fortemente ancorato alla realtà osservativa dell'uomo e svolga nello specifico la funzione di sistema di riferimento, quale possibilità concreta per l'individuo reale a tempo presente (t. 0) di poter tracciare delle coordinate spaziali-temporali-semantiche... che lo facciano consapevolmente muovere e agire all'interno del campo-habitat vitale, il contenitore-nicchia, del suo stesso abitare nella storia, da contenuto-individuo.
Porsi come un isolato (a isola) fa assumere anche all'Uomo la connotazione di punto-posizione adimensionale che può potenzialmente muoversi in uno spazio-nicchia, a 360°, come quel punto geometrico iniziale, aperto a 360° possibilità direzionalivi.
L'essere posizionato in uno spazio-regione indica l'assunzione di uno stato-luogo di appartenenza-collocazione, ma l'essere (visione statica) non è condizione sufficiente al vivere, essendo la vita una realtà aperta al divenire (visione cinetica) con molteplici mutamenti di stati, come in una visione filmica.
L'individuo storico, nell'atto di presa-posizione nel campo-habitat, per muoversi abbisogna di essere abilitato fisicamente e mentalmente a muoversi, in tal senso egli nasce già attrezzato come seme a saper imparare a camminare, vedere, ascoltare, immaginare, ricordare... agire.
Il suo cervello captando i segnali del mondo (funzione di antenna) lo fa evolvere da punto-seme a spugna-pianta, facendogli apprende insieme il campo e l'io-sé che sono i topos-regione della relazione vitale:
Il camminare, vedere, ascoltare... implicano un saper andare in direzione di un appiglio-sponda che si faccia regione-luogo d'approdo. L'indirizzare è un dare il verso direzionale allo guardo e poi all'azione, essendo la mente-occhio-mano un sistema cognitivo unico.
In tale mappatura ogni uomo è un nodo-punto che si apre a raggiera a una molteplicità di spazi osservativivii che spalancano la mente-occhio ad una molteplicità di possibilità di relazioni e costruzioni storiche che rendono il pensiero frattale, a spugna.
Ogni approdo è un campo vitale che svolge il ruolo di nicchia-habitat, in cui posizionarsi e stazionare per un tempo misurabile.
Ogni nicchia-casa abilita l'individuo a delle specifiche funzionalità storiche:
si pensi ad un cacciatore del neolitico che si sposti in un bosco e camminando, incontri un fiume da attraversare, poi un altopiano pietroso... una pianura desertificata...
Ogni attraversamento impone un cambio di sguardo-situazione ambientale, con relativo mutamento di comportamenti e di corrispettive rappresentazioni mentali dello spazio (funzione di antenna della spugna del pensiero).
Trasferendo l'esempio in una molteplicità di campi disciplinari, ogni spostamento da un piano semantico all'altro, presuppone una riorganizzazione mentale con una spaziatura del pensiero che si intensifica (apprendimento continuo).
La rappresentazione geografica degli spazi si modifica di pari passo con il cambiamento dei campi-habitat in cui l'individuo-uomo si relaziona e vive:
nello spazio bosco egli sviluppa una conoscenza di erbe, di arbusti e di piante velenose o mangerecce, di animali e insetti, di terreni e avvallamenti, di rocce e di fogliame... Il suo occhio poi svilupperà una capacità osservativa a breve e medio raggio, essendo impedito dagli alti fusti a vedere la linea d'orizzonte (lungo raggio) che resterà per lui una parola vuota di significato-immagine, ma che acquisterà senso-valore solo quando in uno spazio-nicchia a pianura, riuscirà a spingere lo sguardo sino al confine-limite della linea d'orizzonte.
Essere uomo di pianura non equivale all'essere uomo di montagna o di foresta o di mare; idem per la topologia mentale di un matematico o di un fisico o di un poeta.
Le geografie mentali con i relativi sguardi-significati sono potenzialmente pilotate e virate dalla forma del campo-habitat, per cui di riflesso le dinamiche immaginative apriranno degli scenari storici completamente difformi e si comprende così quale sia l'importanza del viaggiare, dello sperimentare, del diversificare... per l'apertura logica del pensiero che potrà dare nuove ipotesi di risposta alla vita, con le possibilità di uscire dai vicoli ciechi che creano gli stalli politico-economico-culturali con le inversioni di tendenze.
Nella condizione del viaggio assume, ad esempio, valore positivo la migrazione che permette di espandere gli orizzonti immaginativi ed attuativi; infatti quando nella storia si sono avuti i salti epocali, alla base del cambiamento c'è sempre stata una migrazione di massa che ha perturbato gli habitat e modificato le mappe mentali.
Ogni cambiamento è un'apertura degli orizzonti immaginativi-attuativi con relativa intensificazione delle possibilità logiche, funzionali alle risposte storiche:
come si intensifica l'habitat, così si moltiplica l'abilità logico-immaginativa dell'uomo che fa la fotografia mentale di quell'habitat.
In ogni mutamento-spostamento, attivandosi le facoltà d'apprendimento, si genera nell'individuo una costante rilettura sia dell'ambiente, il campo-nicchia (il fuori), e sia del sé, il campo-io (il dentro), che topologicamente si armonizzano a nastro di Möbiusviii:
gli stati di disagio, ad esempio, sono delle incomprensioni, dei disordini informativi, per una crisi di lettura che non fa vedere le direzioni dei significati situazionali, quindi un'incapacità di lettura che rende l'individuo storico non preparato al saper rispondere a tempo presente (t. 0).
Nascono così gli stati di ansia e di stress emotivo con i sentimenti di inadeguatezza che ingabbiano il pensiero negli stalli cognitivi, veri avvitamenti, che se perpetuati creano i vuoti-cellette dei sensi di colpa, dei risentimenti-diffidenze, dei rancori, dei pregiudizi e delle stagnazioni storiche, economiche, psichiche e culturali:
L'immagine dello stagno rende l'idea della crisi di dinamismo in cui si cade con l'assunzione delle generalizzazioni pregiudizievoli che fanno smettere di vedere la realtà presente, in funzione di un'idea a-storica e a-critica di realtà relazionare (ego/alter).
L'altro in si fatta gabbia concettuale è un insieme-vuoto di uomo bianco, nero o di italiano, francese, arabo o di cattolico, ebreo, musulmano... Perdendo nome-identità, in sé, chi è di fronte perde naturalezza e fisicità, di riflesso, storicità databile, collocabile, appellabile.
La vita è composta di individui incarnati, di sangue e ossa, con un nome e cognome, con aspirazioni e desideri... e non di parole-sensi chiusi generalizzanti, distribuiti a casaccio. Ogni parola-definizione è vera solo se incarnata in un tempo 0 di presente che dà la direzione-immagine orientativa della lettura degli stati di realtà:
dire Antonia è un senso-direzione che fa indirizzare lo sguardo-mente verso Antonia, ma il dire non è l'essere Antonia, come sistema vitale che respira, immagina, sente, … ama!
L'idea su Antonia è una riduzione della complessità vitale di Antonia che trasborda ogni definizione. Tener presente tale differenza di valore è importantissimo nelle relazioni comunicative, ad esempio, per non creare equivoci e risentimenti.
Rispondere alla vita è la capacità relazionale che permette la costruzione dei nodi-quadri informativi che danno le mappature di realtà.
Ogni mappa è un modello-carta di rappresentazione vitale che si fa magnete vincolato/vincolante d'azioni storiche:
più chiare saranno le mappe-carte, più celeri le visioni di risposte storiche, per cui la capacità a potenziare l'elaborazione mentale con la rappresentazione-mappatura geometrica delle situazioni si fa la più importante forma d'investimento per un Paese che voglia crescere economicamente, socialmente e culturalmente (→ democrazia).
Bloccare l'apprendimento e ridimensionare le facoltà mentali, riducendone le capacità dialogiche è il modo per mantenere bloccata una Società-civiltà (→ dittatura).
Dittatura/democrazia sono i poli direzionali che permettono di stabilire l'andatura di un sistema storico socio-politico-economico-culturale, rendendolo permeabile a più livelli e gradi di adattabilità, come:
gli stadi economici (M. Rostow, Gli stadi dello sviluppo economico. 1962);
le ondate storiche (A. Toffler, La terza ondata. 1981);
le aperture di-a-logiche a più menti-mondi della logica multipla di Spazioliberina (A. Colamonico. Le filastrocche di Spazioliberina. 1992) con cui si è iniziato a visualizzare uno sguardo-lente a occhio eco-biostorico quale “... modello cognitivo di realtà come multi-proiezione per piani logici, in cui l’unico motore è il pensiero analogico (de-coerente) che struttura sacche di logicità...”ix.
In una dinamica vitale a stati-salti di realtà, il fulcro nodale del mutamento degli orizzonti osservativi è nella stessa relazione individuo/campo (punto/regione) che permette all'osservatore storico (ogni uomo) di costruire una chiara e consapevole direzione-indirizzo di dinamica storica (valore funzionale della relazione che rende cinetica la vita)x:
Ogni punto-io denaturato dalla sua regione-campo è un non senso, un non luogo, un non stato; così pure una regione privata dal suo punto-io è uno spazio delegittimato dalla sua funzione di contenitore.
Uno studio scisso del campo-habitat e dell'individuo storico, quali realtà indipendenti, crea una forte distorsione di sguardo-mente, come una forma di miopia direzionale e cognitiva che rende generiche e fortemente astratte le letture, che saranno più idonee a riposare nelle pagine di un libro di carta che nella mente-carne di un osservatore-agente-abitante storico, necessitato a rispondere agli eventi-fatti.
Imparare a leggere la dinamica vitale, a tempo presente (t. 0), come un processo simultaneo a più gradi e livelli di contenuto/contenitorexi, implica l'assunzione di un differente approccio alla conoscenza, in grado di sviluppare un'altra topologia del sapere a tre e più sistemi-universo, eco-inter-dipendenti in grado di dare le mappature di 3 realtà:
io-ego,
tu-alter,
io/tu-ego/alter.
L'io-ego (1) è il topos mentale della legittimazione dell'io-sé, che porta a ricondurre ogni sguardo-habitat della comparazione individuo/campo agli stati privati e soggettivi che danno all'osservatore storico quel senso di benessere/malessere che lo accompagna come coscienza del sé nella vita, con tutte le armoniche degli stati emotivi e cognitivi che rendono sfaccettata ogni coscienza di sé, nel mondo.
Mentre il tu-alter (2) è tutto ciò che si pone di fronte al soggetto storico (a-topos) che egli legge come diverso e altro dal sé, che segna il confine e limite in cui lo stesso ego si circoscrive.
La relazione io/tu (3) è la lettura a occhio egli (u-topos) delle molteplici dialogiche che ogni individuo storico costruisce con gli spazi-campi storici, letti non a isolati ma insieme relazionali, come il viaggiare delle risposte di eventi, a tempi intermittenti, discreti, in cui si gioca vicendevolmente il doppio ruolo di emittente/destinatarioxii .
Si possono così visualizzare i tre spazi-rami da cui si dirameranno le fronde della chioma della spugna mentalexiii.
Essere attenti al sé non è una semplice forma d'egoismo o di narcisismo, ma il costante riconoscimento dell'appartenenza alla vita che rende quell'individuo storico reale, selettivo, discrezionale e accorto nell'avvistare e riconoscere le strettoie storiche delle gabbie del sopruso, dell'arroganza, della privazione, della dipendenza, dell'intolleranza e dell'odio.
Nascono gli stati di dolore, quando ci si sente non accettati per quello che si sente di essere, spesso le pedagogie autoritarie hanno letto la consapevolezza del singolo ad essere un singolare individuo storico con un personale punto di vista, come una gabbia di sciocco egoismo da scardinare, per essere così uni-formato al senso comune d'intendere e d'interpretare la realtà, prescindendo dalle geografie mentali che rendono ogni individuo storico un unicum per semprexiv.
Riflettendo, sono nati da ciò i conformismi di massa, specchio di una Società a tendenza autoritaria che impone i modelli comportamentali, anche con la repressione e la sottomissione (mobbing, bullismo...), in nome di codici e codicilli che hanno come obiettivo non lo Stato di diritto, ma quello di privilegio che rende gli uomini scissi in caste-ordini rigidamente imposti.
Si pensi alle mode che danno le uniformi di eleganza, di gusto, di stili di vita... per far sentire l'io accettato dal gruppo che lo legittima solo se uniformemente allineato allo standard del modello di realtà esaltato (evoluzione da uomo a manichino):
importane è non dimenticare che dietro ogni modello c'è sempre un osservatore-agente che ha scelto, selezionato, incanalato e incarnato un indirizzo storico che è il suo privato senso di realtàxv, facilmente ammirabile, senza tuttavia assolutizzarlo a unico verso della verità osservata (gli assolutismi sono gabbie logico-sociali).
La differenza tra una forma e l'altra di Stato-governo, passa da una differente interpretazione della cittadinanza nella vita:
Nello Stato di diritto, tutti i cittadini sono tali per diritto di nascita e in tale essere abitante della Storia, nasce con dei diritti inalienabili, riconducibili alla vita-libertà-felicità (Dichiarazione d'Indipendenza Americana, 1776), a cui si possono aggiungere altri diritti che danno lo stato di dignità di vivente; il diritto al lavoro (negato oggi a tanti giovani italiani), il diritto alla salute con il riconoscimento a tutti del diritto ad essere curato; il diritto alla conoscenza che evolve l'individuo-seme in uomo-quercia di consapevolezze storiche; il diritto alla prole...
Tutti diritti che aprono al bisogno inalienabile di essere potenzialmente se stessi, indipendentemente dal colore della pelle, dalla religione che si professa, dalla nazionalità in cui si è nati, dallo stato di ricchezza, dalla tipologia di lavoro, dallo stato di salute... Si comprende come si sia di fronte ad un sistema variegato di riconoscimento della persona, in quanto individuo-soggetto storico che ha valore per il semplice fatto di essere e di occupare uno spazio-tempo vitale, in cui resterà per sempre impressa l'impronta informativa del suo passaggioxvi (permanenza storica).
Nello Stato di privilegio si creano le logiche da Cainoxvii del mondo, con le voragini di egoismi (vuoti di spugna) che fanno assumere ad una manciata di uomini una posizione da re, assisi su di un piedistallo, perché si ritengono i migliori. Nascono così le manie di dominio, di sfruttamento, di sopraffazione, di disconoscimento delle libertà di altri uomini. Si pensi alla coscienza scissa degli inglesi, quando con il triangolo commerciale ricorsero alla schiavitù (gli afroamericani) per coltivare le piantagioni di caffè e di cotone; pratica da secoli abolita in Europa con le varie rivoluzioni liberali, ma perpetuata dagli stessi europei, nei territori extraeuropei.
La coscienza scissa apre ai comportamenti ambigui a tendenza mafiosa (mercificazione della coscienza), senza remore nel corrompere, nel manipolare e piegare le tendenze storiche verso dei tornaconti molto privatistici che fanno scomporre l'umanità in tante classi e sottoclassi di differenti qualità di cittadinanza, per cui ad alcuni sono riconosciuti come legittimi alcuni stili di vita, mentre per altri sono solo pretese faziose e presuntuose. L'autoritarismo, in ogni sua forma, è una miopia storico-cognitiva, fatta passare come il modo naturale della vita che si organizza sulla forza della specie dominante che con la selezione naturale, estromette i difetti storici. Grande bugia storica che è stata funzionale alle logiche egemoniche di fine '800 e primo '900.
Tutte le politiche tiranniche e necrofile, di tutti i tempi e di tutti i luoghi, hanno in comune questo senso di sentirsi migliori di fronte a una massa amorfa che pretende di vivere (arroganza di Caino che si posiziona a dio del fratello Abele). Sono nati così ogni volta i genocidi, le epurazioni etniche, le guerre di religione, le faide e le mafie che assoggettano, nei molteplici tempi di presente, in nome di uno status quo in grado di salvaguardare i privilegi di chi si crede il più degno.
Le pedagogie di tali modi schizati sono tutte incentrate sul rispetto severo della tradizione che piega l'individuo non alla sua naturale inclinazione ad apprendere per comprendere, ma al memorizzare l'appreso di altri che si definiscono i custodi dell'ordine oggettivo e quindi assoluto, uomini-dio che spesso in nome di Dio si fanno i garanti dell'ordine umano, ma non certo vitale:
Si pensi, ad esempio, alle gerarchie della Chiesa cattolica nel 1500 che vietarono la lettura della Bibbia ai laici, perché ritenuti non attrezzati mentalmente per comprendere il testo sacro; cosa che non fu condivisa da M. Lutero e dai protestanti che anzi aprirono le scuole pubbliche obbligatorie, per permettere ad ogni cittadino di apprendere la Bibbia, per farne il libro giornaliero del dialogo con Dio. Non è quindi un caso che siano state le aree geografiche della riforma ad elaborare l'idea moderna di democrazia, in risposta ai tribunali d'inquisizione che passavano al vaglio i credenti, se legittimi o illegittimi alla fratellanza con Cristo e alla figliolanza con Dio!
Si pensi alla crisi attuale degli Stati islamici che sta esplodendo in una serie di guerre civili con stragi che hanno come obiettivo l'ingabbiare il sistema storico nell'idea di un modello di passato che tuttavia non aveva previsto la rivoluzione microelettronica che ha permesso ai giovani di esercitare, come tutti i giovani del mondo, la libertà degli apprendimenti, zigzagando nella rete (Primavera Araba 2011). Sono due sguardi-mondi che si stanno misurando e scontrando in nome di due idee di cittadinanza nella storia.
Dallo scontro nulla potrà tornare ad essere come prima, poiché si stanno creando, nelle coscienze individuali, delle prese di verità, con altre geografie, legate non più alle mode o alle retoriche ideologiche dei sentito dire, ma al dolore, incarnato, nei cuori per i fratelli, le madri, i figli e le figlie, così brutalmente massacrati.
Sono le loro morti che insegneranno ad ogni superstite il valore della libertà al singolare di abitante della vita. È triste constatarlo, ma da ogni genocidio la vita ne è uscita rinforzata, in quanto ogni tirannia si è fatta vittima di se stessa (processo di implosione). Sono le tante rinascite che rendono sempre splendente l'essere nel respiro della vita (etica della Vita).
L'osservatore storico elabora le carte di realtà
24 agosto 2013
Antonia Colamonico
Indice quaderno n°8: Il Piglio eco-biostorico (Il territorio mentale e le angolazioni di lettura - Cartografie di spazi naturali in Scenari immaginativi e attuativi - Le regole del gioco)
Nota introduttiva; Premessa; Il punto e la regione; Il limite delle Scienze; L'osservatore e il linguaggio Parte I - Parte II; Costruzioni di realtà a multi/strato e multi/faccia; Riflessione a sistema uno/tutto; La vita nel processo partecipativo.
Il saggio prende forma di sito, per superare il confine del libro. Aperto al Mondo, come pagine di un quaderno da sfogliare, in una nuova democrazia. L'autrice