Data pubblicazione: 9-mar-2011 21.36.34
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From: Michelangiolo Bolognini
Subject: [NoCentrali] ripensare la strategia
La ristrutturazione degli incentivi energetici, appena varata, ma che
è anche in divenire (i futuri decreti attuativi governativi saranno
una trentina) si preannuncia essere assai peggiore di quella
prospettata anche dai più critici: gli incentivi saranno fissi, fuori
mercato, potranno riguardare anche vecchi impianti da ristrutturare,
riduce drasticamente i surplus specifici al solare fotovoltaico.
Questo disastro politico (e culturale) non è solo dell'ambientalismo
egemone ecocapitalistico, ma ha riflessi su tutte le persone che
saranno danneggiate, da questa politica, nella loro salute.
E' bene comunque tener presente che la normativa italiana si muove
all'interno della disastrosa ( in termini sanitari) e fuorviante (in
termini politico-culturali) strategia europea del 20-20-20,
acriticamente sposata come toccasana da tanti ingenui e conformisti,
ma che si declina concretamente con le centrali nucleari e gli
inceneritori scandinavi e tedeschi, gli stessi tedeschi che si
avvelenano di diossina, da sempre ignorata a favore della profittevole
CO2, volano della bolla speculativa della green.economy.
Una deriva dell'ambientalismo egemone europeo che favorisce la
mercificazione, oltre che della terra e dell'acqua, anche dell'aria,
in ossequio alle idee vincenti del grande e poco conosciuto, per
questi aspetti, Milton Friedman.
Un Europa tecnocratica ed a stretto controllo finanziario.
E' la dimostrazione che non dare le giusta priorità alle nocività ed
alla resistenza biopolitica rappresenta un fallimento politico ed un
disastro culturale.
Onestà intellettuale e volontà di sopravvivenza imporrebbero scelte
drastiche: come quella di cessare immediatamente fuorvianti campagne
di cittadini, degenerati a semplici consumatori (come quella legale
sui CIP6 che ha disperso inutilmente forze che potevano essere meglio
indirizzate) e pensare fin da subito a fare altro, ad esempio concreti
baicottaggi politici alle banche del cancro, quelle che finanziano gli
impianti nocivi, ad esempio Intesa-San Paolo per quanto attiene
l'inceneritore di Acerra; sono azioni certo meno facili dei ricorsi
legali all'Enel da effettuare mediante pagamento di onorario ad
avvocati professionisti, ma in prospettiva enormemente più efficaci...
Inviterei davvero finalmente il prendere in considerazione questo
cambio di rotta...
salute
michelangiolo bolognini