Pavimenti e intonaci in calce e cocciopesto

"Quello di cui ha bisogno il mondo è di stupirsi" e per stupirsi bisogna ricercare e creare il bello.E questo è il modo in cui Axel Berberich, che ci ha guidato durante il corso di pavimenti e intonaci in calce e cocciopesto, ha deciso di di dedicarsi alla costruzione di stufe e ad altre realizzazioni in edilizia. Ricerca del bello soprattutto anche per non ripetere meccanicamente sempre le stesse cose.

Ospiti degli ormai mitici Assunta e Ivan della casa in balle di paglia Ca' Paglierina abbiamo trascorso quattro giornate a realizzare un pavimento in calce e cocciopesto per un salone di circa 40 metri quadri.

È stato importante capire il modo in cui la calce viene prodotta a partire da rocce calcaree, le forme in cui viene utilizzata e le sue proprietà.

Esistono anche terre cotte naturali derivanti dai processi di colatura lavica in seguito a eruzioni vulcaniche. Queste sono ad esempio il tufo, la pietra pomice e la pozzolana, quest'ultima ben nota in quelle regioni italiane dove il suo utilizzo è ancora diffuso proprio come inerte da mischiare al grassello di calce per ottenere malte a presa idraulica.

È interessante soffermarsi sulla preparazione della calce che veniva già utilizzata dalle civiltà orientali e dai greci ancora prima dell'epoca romana. Questa si ottiene tramite cottura di pietra calcarea tra i 900 e i 1000 °C. La cottura causa il processo di calcinazione ovvero CaCO3 4 (cottura) 4 CaO + CO2.

Attraverso il successivo spegnimento con acqua si ha: CaO + H2O 4 Ca(OH)2 + calore (immagazzinato durante la cottura) ottenendo la calce spenta.

Questa poi si presenta sotto le forme menzionate e una volta messa in posa vi è un lento processo, che dura negli anni, di indurimento durante il quale l'anidride carbonica presente nell'aria penetra lentamente nelle porosità della calce favorendo la riconversione dell'idrossido di calcio in carbonato di calcio e il rilascio di acqua: Ca(OH)2 + CO2 4 CaCO3 + H2O

Quindi partendo da una pietra si ritorna alla stessa!

Per ottenere una buona presa della calce bisogna fare attenzione affinché non vi sia un'asciugatura troppo rapida, questo perché l'acqua deve penetrare in profondità. Bagnando il substrato si favorisce la formazione della crosta di sinterizzazione (quella che si forma anche nei secchi quando il grassello rimane a depositare per qualche ora per intenderci), crosta che viene in superficie e rende resistente l'intonaco o il pavimento.

La preparazione dell'impasto di qualsiasi malta comprende l'uso di un elemento legante, nel nostro caso il grassello di calce, ed un elemento inerte, ovvero che serve come riempimento, che nel nostro caso sarà costituito da cocciopesto (per conferire proprietà idrauliche alla malta), sabbia e, per lo strato finale, polvere di marmo.

Nel caso di utilizzo di calce aerea e in particolare di grassello di calce, date le migliori caratteristiche fisiche di quest'ultimo,(2) si possono aggiungere terre cotte ad almeno più di 900 gradi per conferire alla malta proprietà idrauliche. Le terre cotte infatti contengono ossidi di allumina. Da questa considerazione nasce l'antica ricetta delle malte a base di calce e cocciopesto che altro non è che terra cotta derivante da scarti di tegole e mattoni macinata secondo diversa granulometria.

La calce acquisisce proprietà idrauliche in presenza di ossidi di allumina o di silice. Nel caso della calce idraulica la presenza di silicati e alluminati già nella materia prima di partenza fa sì che durante la cottura avvenga una reazione tra l'ossido di calce e gli ossidi menzionati. Per maggiori dettagli consiglio di visualizzare la pagina di wikipedia sulla Calce Idraulica.

Esistono in commercio fondamentalmente tre tipi di calce: quella idrata ottenuta dallo spegnimento della calce viva con acqua e da un processo di asciugatura; il grassello di calce che si presenta in forma cremosa, venduto in sacchi di plastica e derivante dallo spegnimento della calce viva in acqua di almeno 6 mesi. Entrambi questi tipi di calce induriscono in presenza di ossigeno ed è per questo che per indicarli si usa il termine calce aerea. La calce idraulica invece ha proprietà idrauliche, ovvero la capacità di indurimento anche in presenza di acqua e maggiore resistenza all'acqua una volta indurita.L'ordine in cui sono presentate rappresenta anche l'ordine di durezza e di resistenza alla compressione, la calce idraulica rimanendo leggermente sotto il ben più noto cemento in considerazione di questi due parametri. (1)

Eccedere con materiale inerte nell'impasto rende quest'ultimo sfarinoso. In caso contrario, ovvero mettendo troppo legante e facendo una malta troppo grassa, rischiamo di avere tante crepe in fase di presa.La quantità di cocciopesto necessaria per conferire le proprietà idrauliche alla malta è di metà rispetto al grassello di calce, cioè ad un sacco da 25 kg di grassello di calce, si aggiunge mezzo secchio (da pittura) di cocciopesto. Questa proporzione deriva dal fatto che un sacchetto di grassello contiene circa 7 kg di calce secca. A questi 7 kg di calce bastano 7 kg di cocciopesto per avere l'effetto idraulico. Questa proporzione rimane costante anche per altri tipi di impasti come nel caso del marmorino dove si ha un rapporto 1 a 2 tra legante e materiale inerte. Quello che cambia è poi la composizione del restante materiale inerte.

Nel nostro caso, dovendo realizzare una gettata di 3 cm come primo strato del pavimento, la restante parte di materiale inerte è costituita da sabbia. Si tenga anche in considerazione che con un sacchetto di grassello si arriva a fare una gettata di circa 2,5 metri quadri per lo spessore di 3 cm.

Si potrebbe effettuare anche un pavimento con uno strato unico, optando magari per una levigatura successiva meccanica con levigatrice. In questo caso l'impasto può avere la seguente composizione: 1 parte di grassello, 1/2 parte di coccio pesto (divisa nel modo seguente 1 p di cocciopesto granulometria 0-6, 1 parte 0-3, 1 parte 0-1) e poi sabbia e paglia come indicato sotto.

Prima di procedere alla realizzazione dell'intonaco è bene fare delle piccole prove su tavolette di legno o pezzi di mattonelle in terracotta. Sul legno si può fissare un pezzettino di rete di canapa o iuta come armatura. Poi si bagna il tutto e, aspettando che asciughi un po' si fa il primo strato facendolo penetrare bene nella retina. Il giorno dopo si possono fare le prove con strati di rifinitura di diverso impasto e con effetti diversi. Abbiamo fatto interessanti prove aggiungendo fiori, paglia molto fine in superficie, semi vari, crusca, graffiando la superficie dura ecc.

Un'ultima lavorazione può essere effettuata con un pennello particolare a setole viola molto sottili. Questo va usato quando le setole non sporcano più, quindi quando l'impasto è già sufficientemente asciutto.

Fornitori di materiali vari:

Altre note e osservazioni interessanti:

  • L'argilla a 200 °C perde l'acqua cristallina che mantiene anche dopo l'asciugatura. Perdendo quest'acqua essa perde anche la sua elasticità non riuscendo più ad assorbire acqua. In questo modo poi è pronta per la cottura definitiva. In genere i mattoni refrattari vengono trattati in questo modo prima della cottura.

  • La calce viva è ottima per disinfettare gli ambienti. Ne vanno messi pochi grammi in un pentolino d'acqua chiudendo tutte le aperture della stanza e uscendo immediatamente. La reazione che si scatena rilascia dei vapori molto caustici che uccidono anche eventuali insetti infestanti. Allo stesso tempo poi si crea una polverina sottile di calce che si deposita in tutto l'ambiente.

  • Intonaci per stufe in muratura possono essere così composti: 1 parte di calce, 1 di sabbia (se si usa del silicio, questo legando meno con la calce rende l'intonaco più flessibile), 1 di marmo. Nella parte di sabbia si può aggiungere cocciopesto (1/2 di sabbia e 1/2 di cocciopesto). Questo intonaco va effettuato in 3 o 4 strati raggiungendo uno spessore finale di 1 cm.

  • Quando si usano guide di legno per effettuare disegni particolari nel pavimento, oliare con olio di semi.

  • Una ricetta per pittura con farina di riso. La base viene preparata facendo bollire 2, 3 minuti 1 parte di farina di riso con 6 parti di acqua. Questa è pronta quando ha la consistenza filo. A questa si può aggiungere del pigmento in parti uguali (ad esempio polvere di marmo, terre colorate o ossidi, mescolando questi ultimi precedentemente con acqua e colla 1:7). A questa miscela si può aggiungere olio o silicato e si può sia spennellare sia spatolare.

  • Per realizzare un lavandino in calce e cocciopesto si può fare una base con un intreccio di vimini sul quale fare la prima gettata. Lasciando spazi sufficienti nell'intreccio, questo può anche essere rivestito da sotto.

  • Dato che la paglia nella lisciatura crea un po' di difficoltà si potrebbe provare a metterla solo al centro della gettata creando una specie di griglia (anche due volte). Si potrebbe anche provare a tenere la paglia un po' in ammollo con la calce in modo da sciogliere la lignina presente che fungerà da ulteriore collante.

  • La polvere di marmo conferisce all'intonaco lucentezza e corpo grazie al suo effetto cristallino.

  • Prova da fare per pavimento mio: argilla bianca, polvere di marmo e cocciopesto.

  • Come rinforzo rete di iuta o canapa utilizzata nei vivai.

  • Quando si utilizza sabbia di origine granitica questa non lega bene con la calce, allora si può aggiungere un po' di argilla che fa da miedatrice tra le due componenti.

  • Quando si liscia con la spatola, i grani di cocciopesto scaldandosi diventano scuri.

  • La spatola va passata come quando si spalma il burro sul pane.

  • La malta di calce e cocciopesto usata per il pavimento può anche essere usata per fare battiscopa in una forma. Questi se lavorati adeguatamente prendono l'aspetto di una terracotta.

  • Idea: realizzare arnie con la stessa tecnica dei lavandini.

  • Per avere un effetto mattone un po' grezzo, spatolare quando l'intonaco è già indurito abbastanza oppure passare un ciottolo non perfettamente liscio.

(1) A titolo di confronto la traspirabilità nel cemento è di 200 mg di acqua per mq, quella della calce è di 2 litri per mq.

(2) Partendo dalla calce idrata in polvere si può, immergendola in acqua per più mesi, arrivare ad ottenere del buon grassello completando il processo di maturazione. È interessante notare come più matura il grassello più le sue molecole acquisiscono una struttura esagonale.

(3) Il sapone liquido si ottiene sciogliendo del sapone duro e non utilizzando quello che già è liquido perché non ritorna alla consistenza solida. Si possono sciogliere 20-30 grammi per litro d'acqua finché non si ottenga la consistenza di una gelatina. Questo sapone liquido può essere usato come trattamento per qualsiasi superficie, anche legno e anche su base secca perché si crea uno strato protettivo di media resistenza.

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Effettuando due strati avremo quindi una prima gettata di almeno 3 cm nel caso di pavimento e, quando questi si è indurito a sufficienza, all'incirca dopo un paio di settimane, si rifinisce con il secondo strato spesso pochi millimetri.

Per evitare incompatibilità tra il substrato originale e il pavimento in calce, prima della gettata si può stendere uno strato di carta. L'impasto della prima gettata è così composto (ingredienti messi nell'ordine in cui vanno immessi nella betoniera che dev'essere precedentemente bagnata: 1 parte di grassello, 1/2 parte di cocciopesto, 2 parti e 1/2 di sabbia, 1 parte di paglia. Nella betoniera si cerca di mettere meno acqua possibile. Quando il grassello è piuttosto cremoso non serve acqua. Bisogna fare attenzione a eventuali schizzi che potrebbero arrecare danno agli occhi. In caso questo dovesse succedere sciacquare con abbondante acqua corrente e/o usare una sostanza acida come succo di limone o aceto diluiti in acqua per annullare l'effetto caustico della calce.

L'impasto è molto asciutto perché meno acqua è presente in esso, meno buchi resteranno dopo l'asciugatura e la presa della malta.

La prima fase consiste nel realizzare delle guide che siano a livello e distanziate dello spazio massimo per cui lavorare comodamente nella fase successiva di riempimento che può essere effettuata già il giorno dopo.

Quando si riempie prima si batte con la cazzuola e poi con il frattazzo stretto di legno si massaggia avanti e indietro per riempire bene i buchi e collegare il riempimento alle guide. Se l'impasto è molto asciutto si può subito anche usare la staggia facendo riferimento alle guide su menzionate per livellare e togliere l'eccesso (se vi è proprio troppo impasto faccio due segni con la staggia a 15-20 cm di distanza e con la cazzuola tolgo l'impasto in eccesso). Poi si ripassa con il frattazzo grande.

A questo punto, nel caso di unica gettata, si può lavorare il giorno dopo con il frattone liscio o americana per rifinire. Questo lavoro di lisciatura va effettuato nel corso di alcune giornate finché non si formano più crepe. Alla consistenza cuoio si può anche applicare il sapone come indicato di seguito e massaggiare con una pietra.

Tutto il lavoro che si fa con la spatola e con la pietra serve anche a chiudere i pori. Quando si spatola con l'americana, se vengono fuori bollicine d'aria, è meglio attendere ancora un po'.

Il sapone a contatto con il calcare forma sapone calcare che non è più idrosolubile né detergente. Un esempio sono le incrostazioni che si formano all'interno delle lavatrici. Su questa proprietà si basa il trattamento del pavimento o dell'intonaco con sapone liquido (3). Quando questi dopo una prima lavorazione raggiungono la consistenza cuoio si spennellano con sapone liquido e, utilizzando un ciottolo ben levigato e comodo da tenere in mano (soprattutto in caso di intonaco per cui si lavora verticalmente), si massaggia la superficie facendo movimenti rotatori e con pressione come quella di un massaggio corporeo non troppo vigoroso. Se il sapone liquido non viene assorbito velocemente, bisogna aspettare che l'intonaco asciughi un po' di più.

Il termine Tadelakt deriva da parole arabe che fanno riferimento all'impastare e massaggiare ed indica proprio un tipo d'intonaco trattato con sapone e poi successivamente con cera e carnauba (quest'ultimo trattamento va ripetuto nel tempo perché si consuma). Può essere usata anche per la realizzazione di vasche, lavandini e docce.

Un altro additivo per lo strato finale può essere olio di lino che si aggiunge ad esempio nella misura di un bicchiere per sacchetto di grassello. Affinché avvenga la reazione di saponificazione tra la calce e l'olio è meglio che l'impasto venga preparato la sera prima.

Allo strato finale possono anche essere aggiunti pigmenti a piacere direttamente nell'impasto oppure questi possono essere spennellati successivamente, anche aggiunti al sapone liquido. Come nella tecnica dell'affresco il pigmento viene aggregato alla calce nella reazione di presa.

Volendo ottenere colori diversi sfumati tra loro, si possono fare impasti diversi, messi in posa grossolanamente e quando sono induriti si procede alla spatolatura. In questo modo è più difficile che si amalgamino perdendo poi le differenze di colore.