Ecologia

Giornata mondiale della Terra: un’altra possibilità per capire il problema.

Anche questo 22 aprile, per la 52esima edizione, è stata celebrata la Giornata della Terra.

Da dove inizia la storia della giornata della Terra: era il 1969, a Santa Barbara, in California, ci fu un terribile disastro ambientale: una piattaforma petrolifera della Union Oil - localizzata a 200 chilometri dalle coste di Los Angeles - esplose per la forte pressione provocata dal trivellamento del fondale marino. Questo ne comportò un incidente ancora più grave: 10 milioni di litri di petrolio vennero rilasciati in mare. Per questo morirono oltre 10 mila gabbiani e tanti altri animali marini che abitavano in quelle acque.

Questo evento segnò l’inizio di una lotta contro le ingiustizie per la Terra. Nel 1970 e nel 1990 centinaia di milioni di persone di tutte le nazionalità e età manifestarono per un avanzamento nei confronti del nostro pianeta.

L’argomento di quest’anno è “Investiamo nel nostro pianeta” dove le persone invitano ad essere più coscienti e ad aumentare il dibattito per la lotta al cambiamento climatico.

Il WWF dice che per aiutare il pianeta dobbiamo consumare meno carne, pesce eccetera, e dobbiamo invece aumentare il consumo di prodotti a km 0, poiché nel Sud America le grandi coltivazioni di soia degli ultimi 40 anni hanno causato un enorme diminuzione della biodiversità e grandi disboscamenti delle zone, tra le quali Amazzonia, Pantanal e Cerrado.

Purtroppo nel corso degli anni l’idea di fare veramente qualcosa si è persa nelle discussioni di grandi potenti interessati solo di faccia al problema, rendendo ideologie tutto ciò che dicono e le azioni che prima avevamo programmato. Come prova di questo, la Giornata della Terra avviene proprio in questo fragile periodo storico dovuto al conflitto Russia-Ucraina, portandoci quindi ad una maggiore consapevolezza dei fatti.

Questo porta ad un conflitto ancora più grande: la guerra è causata e richiede una grande quantità di energia. Oltre che la minaccia nucleare da parte dello zar russo porterebbe ad un enorme disastro naturale. Se vogliamo questa energia ci serve preservare il pianeta, ma per ottenerla dobbiamo comunque distruggerlo. Questo è un circolo vizioso senza fine che non porterà a nulla di buono.


Negli anni l’Occidente ha sviluppato una visione che possiamo definire oicofobica: essere davvero critici verso sé stessi ma al contempo rimanere indulgenti nei confronti degli altri. Perché dico questa cosa? Partiamo dal fatto che il mondo pensa che dopo tutto quello che è successo, i danni più grandi che si trovano sul pianeta sono dovuti all’Occidente, e noi, non facciamo che mettere altra carne sul fuoco e dare ragione a queste voci. Una sorta di masochismo. Forse nessuno fa tacere le voci perché è consapevole della propria colpa. Ma in un disastro mondiale, non una parte del mondo può esimersi. Infatti i paesi più colpevoli di non rispettare i “criteri ambientali” sono India, Cina e Russia. Nello specifico la Cina nel 2021 ha rilasciato circa il 33 % di CO2 prodotta in quell’anno dal mondo.

Inoltre la crescita del prezzo della benzina ha spinto la popolazione ad un maggiore utilizzo del carbone, aumentando ovviamente anche l'anidride carbonica rilasciata nell’aria.


“Non esistono innocenti, ma solo colpevoli non ancora scoperti.”

PIERCAMILLO DAVIGO