Oltre la pagina, dentro le parole:
il viaggio per liberarci "dal terribile contagio dell' abitudine" - Arundhathi Subramaniam
Invia le tue poesie alla Redazione di Status Quo affinchè vengano pubblicate. Per farlo clicca qui!
Il frutto c'era
agli albori del mondo,
c'era quando il mare
diede luce a Venere.
Il frutto ha peccato,
ha adirato le dee,
scatenato una guerra
e fatto strage di uomini.
Il frutto è peccato,
strumento del diavolo
che tentò Eva e condusse
al suo destino il mondo.
Il frutto è sollievo
dalla fame e la sete,
la polpa ed il succo
per cui siamo grati.
Francesca Chilò, 5AL
Sono una storia
bloccata nel ghiaccio
e collegata a una penna
con poco potere;
sono il soldato
che brandisce la spada
alla cieca, mancando
ogni volta il nemico.
Sono Ifigenia
davanti all'altare,
che sente il freddo
della lama sul collo e
sono Cassandra
sull'altare violata,
che vede nel fuoco
il funesto destino.
Sono Ofelia sott'acqua
e Didone infilzata,
sono Dafne che corre
fino a perdere il fiato.
Sono l'aria che soffia,
la stella che splende,
sono il brillante frutto
di una lucida mente.
Sono Fortuna
e colui che la coglie,
sono Espiazione
delle colpe di altri.
Sono mia madre,
mia sorella,
mia figlia
ed antenata;
sono il grido disperato di chi
non vuole finire dimenticata;
sono la lotta con la quale,
in quanto donna, sono nata.
Francesca Chilò, 5AL
Il nostro oblio sanno solo le Pleiadi
cosa contiene, e cantano ancora
l'eco di musiche e onde del mare
che molta altra acqua ha di già coperto
quasi a formare un mare diverso
da quello in cui un tempo abbiamo nuotato,
quando ancora il tramonto era seguito dall'alba
e non esistevano notti, perché il buio non c'era.
Francesca Chilò, 5AL
Il sole batte sulla pietra
vecchia come il mondo,
scalfita dagli anni,
ma non distrutta.
Si erge, come una donna austera
che ha tanto sopportato,
m'invida e mi compatisce
perché io non conosco nulla:
né splendore né caduta
alterarono il mio stato.
Francesca Chilò, 5AL
Non potrò mai smettere di amarti
anche se tu non me lo permetterai.
Ti amerò nelle tue assenze,
nei tuoi impegni e nei tuoi sguardi sfuggenti.
Ti amerò nei tuoi no e nei tuoi forse.
Ti amerò come si può amare solo a questa età,
con incertezza e superficialità.
Ti amerò per tutte le volte in cui non ti ami abbastanza tu,
e poi ti amerò di più.
Ti amerò nei sogni che non mi sentirai raccontare
e nelle lacrime che non mi vedrai versare.
Ti amerò anche quando non ci sarà spazio per me
nella tua vita.
A quel punto, come adesso, ti amerò in silenzio,
cercandoti tra le parole che scrivo
e tra quelle già scritte da altri.
Poesie che raccontano tutto
e non dicono niente.
Come questa.
Alice Fontana, 3EL
Scendiamo al fiume
e laviamoci la faccia
dai rimorsi,
togliamoci le scarpe
e immergiamo le caviglie
nel bel tempo presente,
camminiamo finché l'acqua
non sarà giunta a sfiorarci
l'orlo dei vestiti,
poi tratteniamo il fiato
e tuffiamoci a vedere
com'è il mondo subacqueo
e, di nuovo in superficie,
ci asciugherà i capelli il sole
fino al bagno successivo.
Al tramonto accadrà
che ci guarderemo indietro
e non vedremo che la beatitudine
del fresco fiume in cui avremo vissuto.
Francesca Chilò, 4AL
Scarpe bagnate
in pozzanghere d'acqua
lasciavano impronte
su grigie piastrelle,
illuminati i danzanti ombrelli
da un lampione nel buio
della tarda sera.
La città si assopisce
sotto alle stelle,
non bada al vociare
di poche passanti:
si rincorrono e ridono,
ma nessuno le sente.
Francesca Chilò, 4AL
Lo sento
lo sento che mi mangia
mangia ogni metro, decimetro, centimetro:
interiora, interiore.
La colpa di Eva,
sono immobile.
È colpa mia.
Sofia Palmisano, 5B
Ti regalerò un orologio,
rotto,
per bloccare
le costellazioni,
sopra le lucciole.
Per soffiare
la candelina
altre cento volte.
Sofia Palmisano, 4B
Dove ti corichi,
quando vuoi sprofondare?
Cerchi un rifugio vicino al mare?
Un carezza sul viso?
Nasconditi in ascensore,
a Torino, sottopelle
sei vetro.
Sofia Palmisano, 4B
Desiderio spezzato,
lascia posto,
invettive,
cade freddo.
Perde il momento,
il mare,
nulla ratio,
un'alveare.
Sofia Palmisano, 4B
La penna è una donna occasionale
che dona piccoli attimi di soddisfazione
ai disillusi.
GinevraMaria Bianchi, 5B
I buchi dell’anima
si riempiono solo
con toppe fatte di carte da burraco,
cucite per mezzo di tagliatelle al ragù
GinevraMaria Bianchi, 5B
Certe parole
diventano persone,
quando le lettere
prendono la forma
di un corpo
e il loro suono
di un'anima.
Francesca Chilò, 3AL
Vorrei scorrere,
ma non come il tempo scorre:
vorrei scorrere
come l'acqua scorre,
e va lontano,
vede le sorgenti,
i ruscelli e sfocia in mare,
scalfisce la roccia
e annaffia le piante,
è onda ed è goccia
e dà vita e la toglie,
ma continua a scorrere e
nulla di questo la sfiora.
Francesca Chilò, 3AL
Il primo contatto con Lei
è come il primo inaspettato incontro,
da bambini,
con i fiocchi di neve,
che scivolano
sfuggendo dalle nuvole,
accarezzando silenziosamente
le punte dei capelli.
È danza di ghiaccio
che ti sorprende il giorno
in cui l’ombrello è rimasto vicino all’appendiabiti,
dimenticato.
Non lo useresti comunque,
contro questa sconosciuta
mentre ti sfiora la punta del naso
senza chiedere permesso.
Chiuderesti l’ombrello,
anche se lo avessi,
per riceverla
come un gioco
ancora incartato.
Perché Lei,
la passione,
fa nascere la gioia
di quando si è piccoli,
sorpresi ed eccitati
davanti all'ignoto,
dopo qualche istante di incertezza, una sensazione
di scoperta,
di piacere.
Forse,
non siamo solo noi a cercarla,
ma è anche Lei a venirci incontro,
a rivelarsi in un giorno qualunque,
quando il cielo è una coltre piatta di nubi dense.
E, all'improvviso,
si stacca come una stella cadente
che ha sbagliato ora del giorno.
Questa è Lei.
Neve senza preavviso.
Dobbiamo solamente
non opporre resistenza,
la passione
ci trascinerà con sé, dolcemente,
rivelando ciò
che non potremmo sapere
da nessun altro.
Un segreto tutto nostro,
come il canto ammaliante
e ancora sconosciuto
delle Sirene di Odisseo,
ma salvifico,
che orienta le barche
verso la giusta direzione.
E noi, da marinai ignari
delle acque in cui stiamo navigando,
non dobbiamo fare altro
che seguirla.
E riporre fiducia in Lei.
Maria Sofia Vitetta, 3D
La morte è un timbro,
sbavato dalla disattenzione
di una mano del destino che,
scioccamente,
condanna alla caducità.
GinevraMaria Bianchi, 5B
Ti ho donato
tutti i fiori del mio bouquet
quando mi hai detto che
te ne sentivi spoglio.
Non posso però lasciar cadere
tutti i loro petali
per chinarli ai tuoi piedi.
GinevraMaria Bianchi, 5B
Resto sola quando la notte
giunge sopra di me per vegliare
e cala il sole sulla campagna attorno,
ma non sui dubbi, non sulle paure.
È l'ora perfetta per i fantasmi
che continuano a passarmi a salutare,
rimboccano le coperte al sonno
tormentato nel quale li vedrò arrivare.
Non so proteggermi dai ricordi
che la memoria mi hanno inciso,
e la cicatrice diventata invisibile
per me è ancora rossa del sangue più vivo.
Francesca Chilò, 3AL
Coloro che non vedono
un nemico nella pioggia
costantemente mi sorpassano
mentre percorro la mia strada,
sollevando pesanti i piedi
quando affondano nell'acqua
che non mi curo di schivare
perché ho bagnate già le scarpe.
E io, sotto al mio ombrello,
all'asciutto quanto sola,
mi ritrovo ad invidiare
chi, stordito d'entusiasmo,
si è scordato delle gocce
che non sembrano toccarlo
mentre va a capo scoperto
sotto il mio stesso temporale.
Francesca Chilò, 3AL
Ascolterò il vento piangere,
alla ricerca di un sorriso
che gli dia la forza di non arrendersi
alla fatica e al tempo,
di qualcuno
che lo abbracci dolcemente
e lo protegga dalla trappola
che è per lui la vita.
Ascolterò il vento tremare,
senza più voce,
mentre le parole si amplificano
nel cielo,
fredde di tristezza,
come una lacrima
che cade
sul volto di un bambino.
Ascolterò il vento cercare
il senso della cattiveria,
di un dolore che brucia nell’aria
e lo infiamma.
Ascolterò il vento.
Prima o poi,
sarà felice
e lo sentirò sognare.
Maria Sofia Vitetta, 3D
A volte vorrei sparire dal centro dell’attenzione:
andare via da tutto e tutti,
solo per testare le persone
e vedere se si rendono conto della mia mancanza.
Non è questa però,
un’ altra maniera per stare al centro dell’attenzione?
GinevraMaria Bianchi, 5B
Misura
del disordine nello spazio,
dosaggio
di ogni lacrima versata
inutilmente.
C’è una continua degenerazione
di questa rete
in cui sguazziamo
verso il massimo disordine.
Le stelle
bruciano il loro carburante,
e noi invecchiamo
scontenti,
come le stelle che ardono,
davanti all’evoluzione dei processi,
all’energia che scorre
senza permetterci di afferrarla.
GinevraMaria Bianchi, 5B
Sulla punta dei piedi
un waltzer balliamo,
l’amor tuo mi concedi
in Piazza San Carlo la mano ci teniamo.
Odo la voce delle Muse;
salti e piroette,
idee e parole confuse
lasciamole cader nette.
Purpuree le guance fredde,
Giugno ciliegia sulle labbra,
Il sole pallido sul viso risplende,
nei tuoi occhi ogni cosa calda sembra.
I piedi ci pestiamo,
ma sempre nell’amor profondo noi due viviamo.
Sofia Palmisano, 4B
Sono nata domani
perché oggi, non avevo tempo.
Sofia Palmisano, 3B
Il passato
Torna nello specchio
E non ti vedi più
Parole taglienti
Una dopo l' altra
Su un cuore sanguinante
Rinasci
Torna ad ammirarti
Fenice maestosa
Claudia Morsillo, 3A
A verde, E azzurra, I gialla, O nera, U viola.
A, verde, come la voglia di Trentino, le caselle verdi dei cruciverba nei giochi del giornale, la granita di mela quasi stomachevole,
e la natura che con il vento primaverile fa volare il polline dalle le fronde degli alberi.
La A è dolce, il basilico e la maggiorana.
E, azzurro, chiaro, è il cielo estivo nascosto tra stratocumuli di nuvole latte, correre sotto i portici del centro mentre piove, il caldo della coperta in piume,
è dicembre e il caminetto acceso.
La E è ballare in camera al nero pece del buio, semplice e d’incanto.
I, giallo, la senape, i denti di leone, le fette di limone, quei quadri con le piante,
i fiori schiacciati tra le pagine di un vocabolario di latino, il profumo polveroso e l’inchiostro.
La I è una mostra di Matisse, mentre cadono le foglie d’autunno.
O, nero, come l’odore dell’asfalto bagnato dalla pioggia, il brutto tempo che ricopre ciò che vedo fuori dalla finestra,
i desideri di vetro rotti a terra, le anime sognatrici che voglion l’Inghilterra,
il tubino che indossa la gazza ladra, il mantello che indossa la gatta assonnata.
La O è le dita che sbattono sui tasti di una vecchia macchina da scrivere.
U, viola, la sfortuna della prima messa in scena, la folla che ti acclama dai loggioni,
una collana di perle cadere sul velluto rompendosi, il collo di una donna e dei diamanti alle orecchie,
la matematica e la precisione, la voglia di rompere gli schemi e la sua abolizione,
La U è le viole delicate e profumate, che da un lampo son spezzate.
Sofia Palmisano, 2B
Perchè?
Telo chiedi spesso
non trovi risposta
Un' ombra ti stringe il cuore
ma perchè? e mo' come glielo spiego?
Hai sulle spalle mille vite
e non reggi neanche la tua
Claudia Morsillo, 3A
Ti amo da morire,
sento che sto morendo
E' terrificante come un cuore si leghi così in fretta e saldo
ad un altro
Vivere la tachicardia
come un sospiro di sollievo
un pianto che sa di bacio
una gioia che profuma di terrore
Per la prima volta
pregando che non finisca
pregando che non sia l'ultima
pregando di non morire
Claudia Morsillo, 3A