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Panoramica della testata, filosofia e linea editoriale

Quali sono gli obiettivi del nostro giornalino scolastico?                                                

 La linea editoriale del giornale si basa su quattro parole significative:

VOCE - CONDIVISIONE - FUTURO - COMUNITA'

Voce: per creare una cassa di risonanza per le opinioni dei ragazzi, spesso sottovalutate.

Condivisione: per analizzare e comprendere meglio tematiche complesse tramite il lavoro di squadra e la partecipazione 

Futuro: per formare un terreno fertile che possa servire a sperimentare, fare esperienze e sviluppare nuovi interessi 

Comunità: per accrescere il coinvolgimento dei ragazzi e del territorio 


Il giornalino scolastico per noi è:

-La redazione

 

In primo piano... 

News VEIII - FINALMENTE ONLINE Il Manifesto del NOSTRO giornalino di Istituto!


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Passione storia

I RAGAZZI DEL LICEO V. EMANUELE III INCONTRANO IL PROFESSORE ALESSANDRO BARBERO

Una grande esperienza formativa, che ha visto intrecciarsi storia e attualità e ha messo in luce l’”accoglienza” e l’”onestà intellettuale” dello storico e professore Alessandro Barbero.

Giovedì 16 marzo, gli studenti delle classi del nostro liceo hanno avuto l’opportunità di seguire e partecipare attivamente all’incontro online con lo storico e accademico Alessandro Barbero, docente all’Università del Piemonte Orientale nonché autore di vari romanzi storici. Il professore è, in particolare, molto seguito, soprattutto dai più giovani, attraverso i canali social (youtube; spotify; ecc.), che permettono di accedere alle sue numerose lezioni di ambito storico.

Gli studenti, che hanno posto le domande, hanno constatato l’“accoglienza” che il professore ha riservato loro, sebbene divisi da uno schermo. Gentilezza, tatto, estrema empatia, caratteristiche che ben descrivono il suo atteggiamento dinnanzi a dei ragazzi emozionati e consapevoli di starsi rivolgendo a un grande nome. E questo ha fatto la differenza: ha reso l’incontro piacevole da seguire; appassionante poiché, riflettendo la sua passione per la storia, il professore Barbero, con il suo sorriso inconfondibile, ha dedicato grande spazio a ciascuna domanda, con spiegazioni ragionate, chiare ed esaustive.

Intrecciando abilmente storia e attualità, il professore ha spaziato in svariati ambiti quali: guerre; pandemie; immigrazioni di ieri e di oggi, evidenziandone le analogie, le differenze e i casi in cui dovremmo guardare alla storia come magistra vitae. Ha anche fornito un piccolo scorcio della sua vita da scrittore, descrivendo lo stretto rapporto con la casa editrice (tra l’altro siciliana) Sellerio, con la quale lo scorso anno ha ripubblicato il romanzo Poeta al comando, che vede protagonista Gabriele D’Annunzio nei panni del Comandante nell’impresa di Fiume.

Altra qualità ammirevole, che è stato possibile riscontrare, è senza dubbio l’onestà intellettuale, l’atteggiamento dello storico per eccellenza. Barbero non ha lasciato nulla di “non detto”, ha esposto dei punti di vista, premurandosi di restituirci un quadro ben preciso per ciascuna domanda e portando alla nostra attenzione numerosi spunti di riflessione. 

Aver avuto la possibilità di incontrare una personalità come Alessandro Barbero certamente lascerà un segno indelebile sia nel nostro istituto, che vanta adesso il successo di quest’ulteriore esperienza, sia in noi ragazzi, che abbiamo scoperto il professore in autonomia o su consiglio di un nostro docente; è stato illuminante ascoltarlo dal “vivo”, riponendo fiducia nel fatto di poter presto eliminare quelle virgolette e poter accogliere Barbero fisicamente nella nostra scuola (chissà, magari proprio in occasione della seconda edizione del Festival Tyndaris Agorà filosofica).  

Noemi Speziale, VA CL


Piacevole e arricchente l'incontro dei nostri studenti con Mattia Corrente, ex alunno ed autore del romanzo "La fuga di Anna". Preziosa la sinergia del gruppo di lavoro composto da docenti e studenti, amanti della lettura e della musica. La diretta dell'incontro rimane fruibile sulla nostra pagina FB cliccando il link sottostante:

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Gli studenti del team del giornalino scolastico "NEWS VEIII" sotto la guida delle professoresse Maria Lucia Lo Presti, Nunziatina Bartolone e Marilia Gugliotta dialogano con Agata Bazzi, autrice del romanzo La luce è là, ed. Mondadori. Link all'intervista:                                                                                

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GIORNO DELLA MEMORIA

La responsabilità di mantenere viva la memoria, raccogliere e leggere le testimonianze...

Angelica Passalacqua della IV A del Liceo Classico ha realizzato il book trailer del romanzo “La luce è là” di Agata Bazzi, pronipote dell’imprenditore ebreo tedesco Albert Ahrens, che ha contribuito al rigoglioso sviluppo di Palermo dalla fine dell’Ottocento alle leggi razziali.  La studentessa, che fa parte della redazione del giornalino d’Istituto “NEWS VEIII” ha creato un’efficace suggestione che incuriosisce e invita alla lettura di un romanzo che è molto di più di una ricostruzione della storia della famiglia Ahrens. Lavoro creativo che agevola lo sviluppo di abilità trasversali, anche con finalità orientative, perché è proprio mission dell’Istituto valorizzare i talenti specifici. Link al book trailer:

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MONDIALI DEL QATAR

Tra violazioni dei diritti, sfruttamento dei lavoratori e sviluppo ambientale non sostenibile, qual è l’altra faccia della Coppa del Mondo? Quali scomode verità nasconde il Mondiale appena concluso?

Dal 20 novembre al 18 dicembre si sono disputati in Qatar i Mondiali di calcio, i primi in Medio Oriente.

Lo Stato è una monarchia costituzionale in cui il percorso verso la democratizzazione è appena tendenzialmente iniziato; come sappiamo, i grandi eventi sportivi sono da sempre uno strumento nelle mani del potere per veicolare valori ad esso convenienti, dall’antichità fino ad oggi; purtroppo, però, il business dello sport, con i suoi grandi sponsor, eventi sfarzosi e compravendita di diritti televisivi, è diventato un complesso meccanismo mediante il quale alcuni Stati “lavano” la propria immagine a livello internazionale.

Ma grazie ai media liberi e agli osservatori globali, la narrazione, di quel che c’è sotto a queste operazioni di maquillage diplomatico, arriva a un’opinione pubblica capace di farsi un’idea informata e critica. Così “Qatar 2022” non è più il brand senza macchia auspicato dagli organizzatori, ma è diventato anche sinonimo di morti sul lavoro, di diritti negati, di sviluppo ambientale non sostenibile.                                                                                                                     

Su questo Mondiale, purtroppo, incombono molte ombre e poche luci. Il Qatar ha dovuto costruire da zero la sua accoglienza per questi mondiali di calcio. Sono sorti sette nuovi stadi, un nuovo aeroporto, una sfilza di strutture ricettive, lì dove prima non c’era nulla si sono materializzati nuovi centri urbani e con essi il sistema dei trasporti.   Tutto questo ha avuto un costo umano non indifferente, in un paese dove la tutela dei lavoratori lascia a desiderare.

 Come denuncia Amnesty International, nonostante promesse di facciata di riforma del sistema del lavoro, in Qatar: “mancato o ritardato versamento dei salari, condizioni di lavoro insicure, diniego dei giorni di riposo, ostacoli alla ricerca di un nuovo lavoro e accesso limitato alla giustizia restano una costante nella vita di migliaia di lavoratori”.

 

Esattamente, dal 2010 al 2020, sono morti 6.500 lavoratori impiegati nelle costruzioni legate ai mondiali. Un numero che riguarda esclusivamente migranti e che è arrotondato per difetto. La maggior parte delle morti sarebbe avvenuta, dicono, per cause naturali, ma come hanno però dimostrato diverse inchieste e testimonianze sarebbero strettamente correlate alle violazioni dei diritti umani in Qatar: “persone costrette a lavorare per turni infiniti sotto al sole cocente estivo, assenza dei dispositivi di sicurezza sul luogo di lavoro, condizioni fatiscenti e pericolose negli alloggi dove venivano ospitati gli operai”.

 

Ma se volessimo aggrapparci a qualcosa di positivo, mi verrebbe sicuramente in mente, di parlare del fatto che, nonostante sia “il mondiale dei diritti alienati”, questo mondiale è stata un’occasione per approfondire il valore globale del football, oltre ogni barriera di genere e identità. Per la prima volta,nella storia dei mondiali di calcio, una terna arbitrale tutta al femminile è stata preposta nella direzione di una partita maschile (Costa Rica –Germania); sembra poco ma in realtà non è propriamente così in quanto abbiamo aspettato novantadue anni e ventidue edizioni prima di vedere una donna fischiare a un campionato del mondo;  Stephanie Frappart,  affiancata da Neuza Back dal Brasile e Karen Diaz dal Messico,  sono state  un esempio per tutte quelle ragazze che si trovano in una “zona” di imposizioni ove non oserebbero mai compiere un passo del genere, la stessa Frappart, prima donna arbitro in Francia, prima in Europa,  spera di essere  di esempio per  tutte quelle donne che non hanno il coraggio di osare. Tuttavia queste nuove luci all’orizzonte sembrano smorzarsi e infrangersi su quella nuova e inquietante zona d’ombra che è il Katargate, l’intrigante e complesso sistema delle tangenti e della corruzione che si è insinuato all’interno della compagine politica delle Istituzioni europee. E su questo punto ci torneremo!


Mariapia Faranda, VB CL

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25 NOVEMBRE: Giornata internazionale contro la violenza sulle donne

Le azioni informative e formative al “Liceo Vittorio Emanuele III”

Il 25 novembre Giornata internazionale contro la violenza sulle donne al Liceo “Vittorio Emanuele III”, per iniziativa della Biblioteca e del Progetto di prevenzione del Bullismo, è stato dedicato a momenti di riflessione che hanno coinvolto varie classi.

Gli studenti di II A, IV A, IV B, V a e V B   del Liceo classico in Aula Magna hanno partecipato all’incontro con il Vicequestore dott. Salvatore Di Blasi della Questura pattese e con la dott.ssa Sabina Iraci della Polizia Scientifica sul tema della loro campagna antiviolenza “Questo non è amore”.

La Dirigente Scolastica, prof.ssa Marinella Lollo ha ringraziato i rappresentanti delle Forze dell’Ordine per il complesso e delicato ruolo che svolgono in un momento così drammatico in cui l’escalation dei femminicidi sembra non fermarsi, tanto che dall’inizio dell’anno se ne contano già 104 e di quanto sia importante il loro supporto formativo nelle scuole.

Il vicequestore dott. Salvatore Di Blasi ha dato un taglio giuridico completo e puntuale, soffermandosi in modo particolare sulle varie pene che vengono inflitte agli autori di violenza (fisica, psicologica, sessuale e economica) a danno delle donne o di veri e propri femminicidi.  Anche l’intervento della dott.ssa Sabina Iraci ha puntualizzato il delicato e importante ruolo della Polizia Scientifica nello svolgimento delle indagini, che hanno tratto non poco giovamento dai nuovi ritrovati della tecnologia. Fermo restando che gli studenti delle classi quarte e soprattutto delle classi quinte hanno già un bagaglio di informazioni abbastanza ampio sul problema, è pur vero che l’incontro ha sottolineato le ultime misure strategiche degli Enti preposti: vedi Codice Rosso e APP come YouPol che permette all' utente di interagire con la Polizia di Stato inviando,via telematica le segnalazioni  tramite video, audio, immagini e testo relative a episodi di bullismo, spaccio di sostanze stupefacenti e violenza domestica. Fra l’altro, con la legge del Codice Rosso (n. 69/2019) è stato introdotto il reato di Diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti per sanzionare il reato di “revenge porn”.

Un ulteriore spunto di riflessione per gli studenti, crediamo potrebbe, in futuro, venire da incontri mirati, anche con testimonianze di vita vissuta, perché (ed in questo il Vicequestore è stato molto chiaro) si sa poco di alcuni tipi di violenza, che pure sono in essere, come quella economica o psicologica, che rappresentano l’anticamera di violenze più esplicite. “Il nostro ruolo è informativo e formativo insieme”  ha concluso il Vicequestore Di Blasi,  perché la Polizia di Stato  punta ad incentivare la consapevolezza nelle giovani generazioni di quanto sia importante il loro ruolo di responsabilità oltre che nell’osservare situazioni a rischio nel segnalarle e soprattutto nell’incoraggiare e sostenere moralmente chi deve fare una scelta così coraggiosa di denunciare chi, fino a quel momento hanno amato, si tratti di fidanzato, compagno, marito, o addirittura padre.

Particolare attenzione è stata rivolta a tutte le forme di controllo che si esercitano sul partner anche tramite i social e WhatsApp, che possono diventare anticamera di disagio ed esasperazione psicologica. A tal proposito la studentessa Gaia D’Apuzzo della classe V A del Liceo Classico ha letto un articolo che verrà pubblicato sul giornalino d’Istituto dal titolo emblematico “Quando la messaggistica è tossica”: nessuna forma ossessiva di controllo-possesso, infatti, può chiamarsi amore.  

A conclusione dell’incontro, al fine di diffondere la campagna “Questo non è amore” sono stati consegnati all’ Istituto dei depliant informativi che distribuiti in ciascuna classe, serviranno a continuare a far riflettere i giovani su questo cogente problema e creare una coscienza collettiva, parte attiva della soluzione.

Nella seconda parte della mattinata la medesima attività è stata svolta nel plesso di Acquafico con le classi III A, B e C del Liceo scientifico e III A del Liceo Linguistico.

Le classi II A del Classico, II E e II F di Scienze applicate, III A  e V A del Classico nella seconda parte della mattinata hanno incontrato le psicologhe Tina Camuti, referente del Centro Antiviolenza No Al Silenzio di San Piero Patti   e dell’Associazione La Clessidra, e Valentina Collorafi, Tutor DSA (Disturbi specifici dell'apprendimento) presso la Società Cooperativa Sociale Raggio di Sole Onlus, sul tema “Donne: consapevoli per amare ed essere amate”. Le relatrici hanno messo in evidenza l’aspetto psicologico della violenza di genere, una violenza  che molto spesso  a torto viene giustificata da fattori come uso di droghe, malattie mentali, uso eccessivo di alcool, o da pregressi traumi infantili; in effetti la dottoressa ha ritenuto opportuno specificare, con il supporto  di dati inequivocabili, come non vi sia una correlazione causa effetto tra questi aspetti e la violenza contro le donne, precisando come  coloro che compiono violenza, spesso, non abbiano né palesi turbe mentali, né abbiano subito pregressi traumi psicologici.

La violenza psicologica inoltre, specifica la dottoressa, può portare la vittima a vivere una realtà distorta con la perdita di autostima e di rispetto verso sé stessa; spesso infatti, la donna che subisce tale violenza, finisce per credere di meritarla, proprio per colpa di una manipolazione sottile e di un diabolico gioco di continua alternanza di atteggiamenti dolci e violenti da parte del partner.

Inoltre la dottoressa ha voluto specificare come ciascuno di noi possa finire per essere vittima di violenza e quanto l’eccessiva sicurezza di credere di sapere come comportarsi per evitarlo, sia null’altro che un’illusione, poiché spesso non si riesce a cogliere le prime ben mistificate manifestazioni e porre quindi in essere comportamenti protettivi. Ma è possibile rilevare ed individuare preventivamente i comportamenti di questi criminali che si macchiano di tali delitti? Quale identikit psicologico ha chi compie queste violenze? In genere chi esercita un qualsiasi tipo di violenza vive nell’illusione dell’onnipotenza e del credersi nel diritto di poter esercitare un qualsiasi controllo sul partner (in questo caso), vivendo così una realtà tirannica, limitando o addirittura eliminando la libertà del compagno o della compagna.

Infine la psicologa Valentina Collorafi ha ritenuto opportuno dare un messaggio di speranza, raccontando la testimonianza di una donna, che ha avuto la forza di liberarsi da queste catene e di denunciare il “mostro” che la tormentava; questo però, è da sottolineare, non sarebbe stato possibile se non avesse chiesto aiuto. La psicologa, mettendo in evidenza questo aspetto, ha sollecito nei giovani un’importante riflessione, quella sul valore del saper chiedere aiuto, di come non si possa sempre risolvere tutto da soli, del valore della solidarietà collettiva e di come in fondo la parola sia l’arma più forte che abbiamo, capace di sconfiggere qualunque violenza.

VA e VL CL

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