A.S. 2021/2022

TYNDARIS AGORA' PHILOSOPHICA A.S. 2021/2022

FESTIVAL DELLA FILOSOFIA E DELLA CULTURA CLASSICA PER UNA CITTADINANZA CONSAPEVOLE

Il festival dei ragazzi per i ragazzi


Per altre informazioni utili visita la nostra HOME

PERCHE'?

Il festival nasce a Patti per iniziativa del Liceo “V. Emanuele III” di Patti (Me) e della Società Filosofica Italiana come evento formativo e culturale aperto al territorio, dedicato all’incontro tra generazioni diverse.

Il Festival, pensato per rispondere ai bisogni formativi di conoscenza e di confronto, in un tempo – il nostro – contrassegnato dalla liquefazione dell’esercizio della cittadinanza, dalla pluralità delle culture e delle visioni, vuole offrire occasioni di crescita attraverso esperienze partecipate di dialogo e proposte culturali diversificate.

Si svolgerà nei principali siti di interesse storico e paesaggistico del Comune di Patti, come il Convento di San Francesco, la Villa Romana e il Teatro Antico di Tindari. Si articolerà in più momenti che prevedono diverse forme di comunicazione e condivisione, dal debate alla lectio magistralis, dal caffè filosofico alla performance artistico-musicale.



COME?

Il percorso didattico-formativo seguirà la metodologia della ricerca-azione e vuole essere completamente studentcentered: ognuno avrà infatti la possibilità di valorizzare i propri interessi e le proprie inclinazioni, di esprimere se stesso in forma originale e personale, attraverso il dibattito, il dialogo, la scrittura e/o la recitazione di testi. L’impatto emozionale dei vari eventi finali sarà da supporto alla interazione attiva degli studenti.

La partecipazione ai seminari e alle attività proposte comprenderà anche azioni di orientamento mirate a far sì che gli studenti possano conoscere meglio le proprie inclinazioni e gli sbocchi occupazionali di alcuni indirizzi universitari.


Le certificazioni delle competenze trasversali ( PCTO)

Alle scuole partecipanti saranno consegnati attestati di partecipazione spendibili come crediti formativi e/o attività di PCTO.

La partecipazione all’intero progetto prevede infatti:

·       10 ore di formazione a distanza per le classi partecipanti a cura della Società Filosofica Italiana;

·       10 ore di attività curriculari/laboratoriali ;

·       10 ore per la realizzazione del prodotto finale;

·       Da 4 a 10 ore per la partecipazione alle giornate del Festival (Settembre 2022).

Nello specifico le attività laboratoriali (laboratorio storico-filosofico, di cultura classica, di cittadinanza) sono state  a carico delle scuole partecipanti che hanno scelto  possibili percorsi di approfondimento in linea con il proprio curriculo, con quello di educazione alla cittadinanza e con il tema del Festival, in vista della realizzazione del prodotto finale.

Una mostra finale di tali prodotti sarà organizzata in forma itinerante nei luoghi di interesse storico e paesaggistico del Comune di Patti (Me) nelle giornate del Festival.



CHI?

Il Festival rappresenterà il momento finale di un percorso didattico-formativo che si svilupperà nel corso dell’anno scolastico 2022-2023, che coinvolgerà primariamente le classi del triennio dei principali licei della Provincia di Messina, ma anche quelle di licei di altre province che vorranno entrare a far parte della rete della collaborazione creata ad hoc.

Le scuole potranno predisporre, sulla base delle proprie risorse e della propria progettazione  curriculare ed extra curriculare, attività laboratoriali finalizzate alla realizzazione di prodotti originali, oggetto di confronto e presentazione nelle varie sessioni del Festival. Particolare rilievo sarà riservato all’interazione fra gli studenti nella forma del dibattito antico. Una sessione laboratoriale specifica sarà destinata agli alunni delle scuole del primo ciclo di istruzione e sarà incentrata sul filosofare come avventura formativa e come esercizio di umanità, attraverso lo scambio e il dialogo

Nel corso dell’anno la Società Filosofica Italiana curerà l’organizzazione di seminari di approfondimento, in presenza o da remoto, con studiosi ed esperti del panorama siciliano e italiano volti ad approfondire il lessico filosofico-giuridico e il ruolo del Logos all’interno delle società democratiche complesse.

Il Festival si articolerà in diverse sessioni rivolte a un vasto pubblico oltre che di studenti, docenti, anche di operatori educativi e culturali, professionisti, cittadinanza “attiva”. Sono infatti previste collaborazioni con le numerose associazioni presenti nel territorio e con gli EE.LL.




QUANDO?

Il Programma del Festival: tre giorni per incontrarsi, confrontarsi, dialogare

15 SETTEMBRE 2022

Ore 9:00  Cortile Liceo V. Emanuele III Patti


ore 10:00 Villa Comunale di Patti

ore 11:00 Sala comunale Piazza Mario Sciacca


Ore 15.00 Aula Magna Liceo Classico


Ore16:00 Aula Magna Liceo Classico

Ore 18.00 Villa Pisani


Ore 20:00:  Atmosfere musicali



16 SETTEMBRE 2022

Ore 9.00- 11.00  Chiostro S. Francesco

Ore 9.00 Aula Magna Liceo Classico

ore 11:00 Villa comunale


Ore 15:00  Aula Magna Liceo Classico


Ore 16:00 Cortile Liceo Classico


Ore 18:00  Convento S. Francesco



17 SETTEMBRE 2022

Ore 9.00  Aula Magna Liceo Classico

“Giasone e la forza centrifuga del logos. Scrittura, riscrittura e psicopatologia di un eroe dimezzato”  prof.ssa Rosa Santoro (UniMe);

“Ascoltare il logos. L'armonia come ordine nel mito e nel pensiero filosofico” prof. Massimo Raffa, docente di Lettere presso il Liceo Impallomeni di Milazzo;

“Logos e psicologia: prospettive e risvolti dell’elaborazione emotiva delle parole nella tragedia di Euripide” prof. Manuel Franchina, docente di lettere  presso il liceo “Amedeo Avogadro” di Roma.

Introduce la prof.ssa Antonella Molica, modera la prof.ssa  Antonella Vento.



Ore 11.00 Chiostro S. Francesco


Ore 16.00 Teatro antico di Tindari

Presenzieranno le autorità locali e la sottosegretaria al MI, Sen. Barbara Floridia.

GLI ORGANIZZATORI:



Prevediamo attestati di partecipazione anche per gli adulti oltre che per  gli  istituti  aderenti e gli studenti.


05-06-2022 di Prof.ssa Francesca Carella, Collaboratrice 


Al liceo “Vittorio Emanuele III” un laboratorio di pratica filosofica  organizzato dalle docenti di filosofia nell’ambito dei Progetti “Favolosofia” e “Tyndaris Agorà Philosophica"

"INFANZIA E FILOSOFIA, SI CONCLUDONO LA ATTIVITA' E GLI INCONTRI E SI DA APPUNTAMENTO AL 12 SETTEMBRE PER L'INAUGURAZIONE DI TYNDARIS AGORA' PHILOSOPHICA"

PATTI 04-06-2022− Presso la scuola primaria dell’IC Pirandello di Patti, è avvenuto un ultimo incontro tra i ragazzi del Liceo “Vittorio Emanuele III” e gli alunni del laboratorio in pratiche filosofiche per l’infanzia e l’adolescenza, che conclude una lunga serie di incontri e di attività svoltesi dalla seconda decade di maggio fino ad oggi.

05-06-2022 di Prof.ssa Francesca Carella, Collaboratrice 


Al liceo “Vittorio Emanuele III” un laboratorio di pratica filosofica  organizzato dalle docenti di filosofia nell’ambito dei Progetti “Favolosofia” e “Tyndaris Agorà Philosophica"

"INFANZIA E FILOSOFIA, SI CONCLUDONO LA ATTIVITA' E GLI INCONTRI E SI DA APPUNTAMENTO AL 12 SETTEMBRE PER L'INAUGURAZIONE DI TYNDARIS AGORA' PHILOSOPHICA"

PATTI 04-06-2022− Presso la scuola primaria dell’IC Pirandello di Patti, è avvenuto un ultimo incontro tra i ragazzi del Liceo “Vittorio Emanuele III” e gli alunni del laboratorio in pratiche filosofiche per l’infanzia e l’adolescenza, che conclude una lunga serie di incontri e di attività svoltesi dalla seconda decade di maggio fino ad oggi.

Sabato 4 giugno, presso la scuola primaria dell’IC Pirandello di Patti, è avvenuto un ultimo incontro tra i ragazzi del Liceo “Vittorio Emanuele III” e gli alunni del laboratorio in pratiche filosofiche per l’infanzia e l’adolescenza, che conclude una lunga serie di incontri e di attività svoltesi dalla seconda decade di maggio fino ad oggi. Le attività, programmate nell’ambito del progetto d’Istituto “Favolosofia”, hanno inteso realizzare una didattica laboratoriale per educare il pensiero complesso, dalla scuola dell’infanzia alla secondaria di secondo grado.

Il progetto ha visto una numerosa partecipazione, sia degli alunni liceali, sia degli allievi più piccoli della scuola primaria e secondaria di I grado. Una programmazione considerevole ha coinvolto circa una cinquantina di allieve e allievi dei vari indirizzi del Liceo – classico, scientifico, linguistico – divisi in gruppi da tre a cinque membri, che hanno dialogato con bambini e bambine delle sezioni della primaria (“Case Nuove Russo”, “Zuccarello”, “Santa Rosa”), con alunni  e alunne della scuola secondaria di I grado (IC “Pirandello” di Patti e IC “Anna Rita Sidoti” di Gioiosa Marea); complessivamente, una ventina di laboratori, a fronte di un’adesione di circa 25 classi di entrambi gli ordini di scuola.

“Per tutto ciò- ha riferito la prof.ssa Francesca  Carella, coordinatrice del Progetto- mi sento lieta e riconoscente nel ringraziare in modo veramente sentito tutti coloro che, a vario titolo, hanno partecipato al progetto-: le Scuole che ci hanno ospitati, le meravigliose maestre e professoresse che ci hanno accolti e fatti sentire “a casa nostra”; gli affettuosi alunni e le alunne del Liceo, che hanno impegnato il loro extracurriculare in modo diligente, consapevole e partecipato; tutto il team delle docenti di Filosofia del Liceo, coordinato dalla prof.ssa Marilia Gugliotta, per il supporto e la condivisione; e, in particolare, le prof.sse Anna Molica, Anna Barresi, Antonella Chiofalo e Samantha Sindoni, le quali hanno saputo coinvolgere i loro allievi creando dei gruppi di lavoro sicuramenteadeguati ed efficienti; i Dirigenti scolastici dei suddetti Istituti Comprensivi e la nostra Dirigente Scolastica, prof.ssa Marinella Lollo, per aver creduto in questo progetto e per averne consentito la realizzazione. Infine, un ringraziamento speciale ad Eleonora Ciaramidaro, docente sensibile ed appassionata, che ha collaborato con entusiasmo ein modo fattivo alla realizzazione di questo che, ormai da tempo, abbiamo definito un “ponte tra infanzia e filosofia”.  Il prossimo appuntamento è per il 15 Settembre 2022, giornata di apertura a Patti del Festival “Tyndaris Agorà Philosophica”

04-06-2022 

di Prof.ssa Antonella Vento, Collaboratrice 

di Viola Pulvirenti, Caporedattrice 

di Melania Scaglione, Redattrice 


"Infatti vede e sarà cieco, è ricco e sarà un mendicante, vagherà guidandosi con il bastone in una terra straniera. Si scoprirà che è fratello e padre dei figli con cui vive, che è figlio e sposo della donna che l'ha generato, e che è  l'assassino del padre con cui ha condiviso la semina. "

." EDIPO RE DI ROBERT CARSEN, LA TRAGEDIA DELLA CATARSI "

PATTI 03-06-2022− I ragazzi del  liceo “Vittorio Emanuele III” hanno assistito al teatro greco di Siracusa alla rappresentazione tragica dell' "Edipo Re" di Sofocle diretto da Robert Carsen ed hanno avuto la possibilità di vivere sulla loro pelle le emozioni che sino ad allora avevano tradotto dal testo greco.

"Io ti dico: quell'uomo che cerchi da tempo per l'omicidio di Laio, con minacce e con proclami, quell'uomo è qui, straniero solo a parole. Ma poi si scoprirà che è tebano per nascita, e questo non gli darà alcuna gioia. Infatti vede e sarà cieco, è ricco e sarà un mendicante, vagherà guidandosi con il bastone in una terra straniera. Si scoprirà che è fratello e padre dei figli con cui vive, che è figlio e sposo della donna che l'ha generato, e che è  l'assassino del padre con cui ha condiviso la semina. Rientra in casa, e medita su queste parole. E se troverai che ho mentito, di' pure che di profezie io non so nulla."


Prendi il suggestivo scenario di Siracusa, mettici degli attori con il teatro nel cuore, una tragedia di Sofocle...ed è subito magia. Gli studenti del "Vittorio Emanuele III" assistono alla rappresentazione tragica dell' "Edipo Re" di Sofocle al teatro greco di Siracusa. La regia è Robert Carsen, in scena ci sono Giuseppe Sartori, Maddalena Crippa,  Graziano Paizza e tanti altri eccellenti interpreti!  La tragedia, grande classico,  mette a nudo lo strazio di Edipo di fronte alla improvvisa consapevolezza del destino a lui riservato: assassinare il padre Laio e sposare la madre Giocasta avendo da lei figli-fratelli. La fondazione INDA ci accompagna attraverso l'indagine di un uomo che, mentre riesce a conoscere davvero se stesso e i suoi demoni, fa conoscere al pubblico la vera essenza della natura umana:


"Stirpi dei mortali, la vostra vita la valuto un nulla: chi, fra gli uomini della felicità conquista più di un' illusione? Così come è apparsa subito scompare. Davanti al tuo esempio, infelice Edipo, davanti al tuo destino, nulla dei mortali considero felice "(IV stasimo).



Poche volte nella vita succede di trovarsi immersi in un dramma sull’identità, di “subire la catarsi della sofferenza” di un uomo, di (ri)scoprire la bellezza del "theàsthai", ovvero "osservare l'azione scenica" empatizzando con il protagonista . L'Edipo di Carsen è stato questo: adesione al dramma. Questa vicenda non perde mai la sua forza sconvolgente; la definizione di Aristotele che la considerava la tragedia perfetta ha ancora oggi pienamente senso. È come se la storia non passasse mai. tutti sapevano la trama e  la sorte che toccava ad Edipo, già Tiresia lo anticipa nelle primissime battute con una straordinaria mise en abyme ma, nonostante ciò, il pubblico è stato coinvolto dalla regia fino al punto di immedesimarsi, di calarsi nella storia, nel contesto, negli stati d'animo dei personaggi, a tal punto da essere sconvolto dalla metabolè che investe il protagonista. Infatti tramite la potenza di simboliche scelte registiche, come la scalinata sul fondo e la gestione sapiente di un coro volutamente molto numeroso, la regia ha saputo catturare l'attenzione di ogni spettatore facendo sembrare quasi due ore di rappresentazione una dolce e sussurrata parentesi. Così Carsen su coro e scalinata nel volume “Edipo re- Sofocle : 


"Mi è sembrato essenziale avere una grande presenza corale, sia fisica sia vocale, poiché il popolo tebano può quasi essere visto come il secondo personaggio dello spettacolo. Non solo il popolo è citato,  ma ogni personaggio sul palco vi si rivolge anche direttamente. Loro sono noi, noi siamo loro, ed esprimono le nostre paure, la nostra confusione, le nostre preoccupazioni e le nostre preghiere"


E ancora:


" C'è una geografia in questa scala, l'ascesa sociale, simbolo del potere, in senso discendente, la perdita del potere evoca il cammino interiore verso il mondo invisibile dell'inconscio, simbolo del percorso della vita. Ascesa e decadenza del potere, in rapporto con la pubblica piazza dove il coro-popolo diventa la nostra coscienza" 


La scena viene quindi costruita su due forme di geometria narrativa, i triangolo e il cerchio, e la semplicità della composizione teatrale da la sensazione di essere segnati dalla pesantezza di ogni parola e colpiti da ogni gesto, protagonisti della macchina tragica e subdola che svela la verità tramite il susseguirsi di scene concitate e di applausi, di monologhi emozionanti ed applausi. 

Alla fine dello spettacolo infatti  con una degna coreografia conclusiva che non smette ancora di stupirci il pubblico restituisce agli attori quello che ha ricevuto lasciandosi andare a lunghi minuti di applausi che, dal vivo, sembravano quasi emotivamente partecipi e sicuramente pieni di significato.  Un risultato doppio considerato che erano i giovani che più di tutti riempivano il teatro e che anche attraverso il rispettosissimo e concentrato silenzio hanno dimostrato di apprezzare e comprende quello che il teatro rappresenta per gli appassionati e non solo: un luogo sacro.

Insomma, se catarsi è la sensazione più spesso associata all' Edipo Re di Sofocle, possiamo dire di aver vissuto qualcosa di molto simile: la magia del teatro.


"Abitanti di Tebe, guardate! Questo è Edipo, che conosceva gli enigmi, l'uomo più potente: nessuno dei cittadini guardava senza invidia alla sua sorte, e ora è travolto dall'onda imponente della sventura. Perciò, guardando alla fine di Edipo, nessun mortale ritieni felice, prima che varchi il confine della vita senza aver sofferto alcun male."

Escono tutti.

04-06-2022 di Melania Scaglione, Redattrice

Dalle frasi celebri dei due magistrati simbolo della lotta alla mafia l’occasione di “fare” memoria diviene “essere” memoria. 

"RICORDO, IMPEGNO, TENSIONE MORALE: COMMEMORAZIONE STRAGE DI CAPACI"

PATTI 23-05-2022− "Se la gioventù le negherà il consenso, anche l’onnipotente e misteriosa mafia svanirà come un incubo”. Nel trentesimo anniversario delle stragi questa è stata la chiave di lettura che si è voluta dare per reinterpretare il fenomeno mafioso alla luce del suo adattamento alla nuova società interconnessa. Il fine è stato tessere nelle nuove generazioni  il senso dello Stato e la convinzione che c’è sempre “un modo di”.

Fare memoria non significa solo rievocare un evento, recitare gli ideali che hanno incendiato gli animi dei martiri della legalità. Essere memoria  è impegno quotidiano, significa poggiarsi su quegli ideali, fare un balzo in avanti per coprire  la distanza tra “pensiero” e “azione”.

Fare legalità non ha scadenza annuale, è piantare un seme, annaffiarlo ogni giorno, strappare l’erba maligna ogni settimana, potare ogni mese, aspettare ogni secondo. 

Essere legalità è vegliare su quel seme dal futuro incerto.  Questa concezione condivisa ha fatto sì che l’incontro non fosse solo “un memoriale” ma l’occasione di “mantenere in vita gli insegnamenti di Giovanni Falcone” per “promuovere i valori della legalità, ritenendo prioritario, in tale ottica, instaurare un dialogo costante con il mondo della scuola.”

In ricordo della Strage di Capaci giorno 23 maggio 2022 gli studenti del Liceo “Vittorio Emanuele III” e dell’Istituto Tecnico “Borghese Faranda” si sono confrontati con rappresentanti delle Istituzioni e delle associazioni antiracket del pattese per costruire insieme gli obiettivi da portare avanti nella lotta alla criminalità organizzata. 

Hanno dato vita all’incontro le associazioni che svolgono nel quotidiano azioni di prevenzione e di contrasto del fenomeno mafioso sul territorio: “S.O.S. Impresa – Rete per la legalità”, Centro Studi Antimafia “P. Borsellino” , A.C.I.A.P “Libero Grassi”(Associazione  Commercianti, Imprenditori e Artigiani Pattesi ).

Ha ben precisato il moderatore dell’evento, il responsabile del Centro Studi Antimafia “P. Borsellino” di Patti, l’avvocato Marco Conti Gallenti, le ragioni che spingono la parte buona della società a riunirsi ancora oggi, dopo trent’anni dalle stragi: l’incontro non si è voluto limitare ad illustrare “la geografia” della vita di Falcone, ma ad aprire ad un confronto diretto con i ragazzi. Fare memoria diventa occasione per portare avanti il dialogo ininterrotto che sin dall’estate del ‘92 ha mosso i più giovani destando sorpresa anche nello stesso Paolo Borsellino. Il quale ha trovato conforto nel vedere le fiaccole accese e il fiume di ragazzi che ha investito la città di Palermo nel primo mese della scomparsa del giudice Falcone. Oggi, a distanza di 30 anni, quel fiume non ha ancora cessato di scorrere; continua, rigonfio, a trasportare i detriti di rabbia nei confronti delle ingiustizie e ad alimentare la voglia di prender parte al “bene comune”, ciascuno secondo la propria attività. 

Ecco che il monito “fare il proprio dovere” ,fino in fondo, senza lasciarsi condizionare, diventa quindi “concorrere al progresso materiale e spirituale della società”. Il lavoro si declina quindi (come nei valori della Carta Costituzionale) come essenziale mezzo di riscatto individuale e impegno volto all’azione collettiva. 

È proprio per queste ragioni che tali associazioni hanno rivolto il loro impegno proprio al mondo degli imprenditori, vittime di estorsione. 

Associazioni come “ SOS impresa” o “ACIAP” assistono gli imprenditori durante tutto l’arduo percorso di denuncia, dando loro la forza di andare avanti anche quando cedere al pagamento di  quel pegno pur di continuare ad esercitare quello che dovrebbe esser un diritto (ma in Sicilia nulla è scontato) sembra l’unica soluzione. Anche quando una barca , unico mezzo di sostentamento per un’intera famiglia, viene barbaramente incendiata con chiaro intento intimidatorio. Come nel caso dell’imprenditore milazzese Francesco Salamone, che ha visto nel 2014 la propria imbarcazione ,“Eolo d’oro”,  soccombere tra le fiamme, ma nonostante ciò ,grazie al  supporto del movimento antiracket e delle istituzioni, ha trovato la forza di denunciare i suoi estorsori. Esempi positivi come questo dimostrano che lo Stato c’è ed è al fianco della gente per bene, che ha diritto ad un lavoro onesto e libero 

L’incontro è proseguito  con i saluti istituzionali, a partire dal sindaco Gianluca Bonsignore: dietro la quale figura si celano gli occhi di un bambino che vede alla televisione l’asfalto sollevato, le macchine accartocciate e si chiede “perché?”. L’essere presente ,seppur ancor “non pronto a volare”, al momento dell’attentato ha fatto sì che fosse testimone dello sgomento di quel 23 maggio che “si portò via un servitore dello Stato, un magistrato innamorato della magistratura e la speranza” che quella terra potesse “risorgere dalle proprie ceneri”. 

E ha concluso accendendo una miccia nella curiosità dei ragazzi : “Cosa sarebbe stato della nostra Sicilia se uomini come Giovanni Falcone e Paolo Borsellino fossero arrivati in fondo a quella galleria?”

All’appello si è unito anche l’assessore alla cultura di Patti ,Salvatore Sidoti, che ha condiviso il sentimento di indignazione e auspicato ad un “cambiamento culturale” che consenta alla nostra Sicilia di “voltare pagina” per liberarsi per sempre dalla mentalità mafiosa. 

Importantissima per assolvere ai compiti che l’incontro si prefiggeva è stata poi la presenza delle Forze dell’Ordine, che riflettono l’immagine dello Stato solido, che non si piega. 

È stato proprio il tenente Pascariello a fornire un punto di vista insolito all’incontro , non un memoriale -come già detto- ma un momento di “condivisione di idee da portare avanti, che devono trovare un concreto riscontro nella realtà”. La legalità è qualcosa che si costruisce ogni giorno, a partire dall’educazione dei più giovani: “Rappresentate il nostro futuro”.


Le associazioni 

Sergio Sidoti, presidente dell’associazione commercianti, imprenditori e artigiani pattesi (ACIAP) “Libero Grassi” ha invitato i presenti a “iniziare dalle piccole cose” per costruire “ciò che sta  dalla parte della legge”, la legalità, che non è solo un pensiero astratto, ma parte integrante dalla nostra quotidianità. 

“Coraggio giudice Falcone la mafia le ha chiuso gli occhi per sempre ma li ha aperti a noi” 

In conclusione Pippo Scandurra, “l’anima dell’associazione” “S.O.S. Impresa – Rete per la legalità”, di cui è il vicepresidente, ha riflettuto sulla definizione “Traditi, uccisi, dimenticati”, attribuita dai più ai giudici exempla della lotta alla criminalità organizzata. 

È vero, ha ammesso Scandurra, sono stati traditi (viene subito in mente l'episodio "del gennaio del 1988, quando Falcone ,solo per continuare il suo lavoro propose la sua aspirazione a succedere ad Antonino Caponnetto. Il Csm gli preferì il Consigliere Antonino Meli. Falcone concorse. Qualche Giuda si impegnò subito a prenderlo in giro"- dall'ultimo discorso pubblico di Paolo Borsellino, 25 giugno 1992) , barbaramente uccisi. Ma non sono stati dimenticati, perché la parte buona della società e della politica ,i cuori immacolati dei più giovani, urlano ancora al mondo che “la mafia è solo una montagna di merda”.


Federica Urban

Centro pulsante del dialogo educativo è stata la presenza della dott.ssa Federica Urban, Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Patti. La quale dopo aver conseguito  con lode la laurea magistrale in Giurisprudenza nel  2012 presso l'Università degli Studi di Udine con una tesi in Diritto costituzionale, ha frequentato la Scuola di Specializzazione per le professioni legali di Padova dove , nel luglio del 2014, si è diplomata con lode discutendo una tesi in Diritto penale dal titolo “Automatismi legislativi e Corte costituzionale: il finalismo rieducativo tra sicurezza sociale e sovraffollamento carcerario".

Ha conseguito il concorso in magistratura appena 4 anni fa, 3 dei quali  vissuti sul territorio pattese. 

Hanno avuto sfogo , a tal punto, le curiosità e le riflessioni più pure dei giovani, che hanno trovato risposte complete nella professionalità del magistrato. 

Quest’ultima è riuscita a “tracciare gli attuali contorni del fenomeno mafioso e a  ribadire l’importanza del momento educativo nella lotta a Cosa Nostra.”


Sviluppi futuri  

Spesso ci si illude del fatto che la mafia sia miracolosamente sparita, “dobbiamo invece riconoscere che ci assomiglia” (come ha sempre sostenuto il giudice Falcone),che si fonde con ogni tessuto della nostra quotidianità: a partire dallo scherzo “innocente“, passando dagli  Imprenditori, divenuti ormai pedine dello sporco “gioco” che è il pizzo, allo spaccio di stupefacenti, fino a giungere all’occulto legame, sempre più inscindibile, tra mafia e politica. La criminalità organizzata ha oramai affinato le sue qualità, “non è teatrale” e ciò diffonde la falsa credenza che sia ormai sconfitta. “ La gerarchizzazione c’è ancora, ma l’aggressività si è tradotta in sibilline minacce”. Tale evoluzione delle tattiche mafiose ha richiesto una proporzionale evoluzione delle normative e l’impiego di “strumenti più sofisticati dal punto di vista dell’analisi dei flussi finanziari.”

È proprio questa una delle intuizioni più  importanti di Falcone: “follow the money”, che costituisce quello che è poi passato alla storia investigativa come “metodo Falcone”, un’eredità preziosissima dal punto di vista giuridico e morale. Tale metodo , da cui si rileva tutta la preparazione di Falcone in merito di diritto tributario, “a distanza di tantissimo tempo è comunemente utilizzato in Italia e all’estero, avendo segnato una svolta epocale, delineato uno spartiacque definitivo rispetto ai precedenti sistemi di indagine in uso nel contrasto a qualsiasi forma di criminalità organizzata” (Leonardo Guarnotta, “C’era una volta il pool antimafia”, edito “Zolfo”). 

Ma la dottoressa mette in guardia su un aspetto fondamentale: la legislazione può essere efficace solo se “applicata nel concreto”. “Tutti devono dire di no” perché il “fenomeno umano abbia una fine”. 

Lo Studio,la cultura, la preparazione tecnica e giuridica, le attività sociali per mantenere la nostra libertà devono aiutare i più giovani a fidarsi dello Stato, ad affidarsi alle Istituzioni, “portando avanti i loro valori” perché solo così “possiamo far sì che non siano morti invano”.


“Studiate i vostri diritti perché quelli non ve li ricorderà nessuno”


02-06-2022 di Vittorio Passalacqua, Redattore


le due “World’s 500 Most Influential Experts in Applied Sciences for the Year 2018 on Earth” mettono al servizio dei ragazzi la loro conoscenza della statistica

."MEDICINA E STATISTICA, DUE FACCE DELLA STESSA MEDAGLIA: GLI STUDENTI DEL VITTORIO EMANUELE III INCONTRANO GLI ESPERTI"

PATTI 27-05-2022− Il liceo “Vittorio Emanuele III” ha organizzato un incontro con due professoresse per le classi quarte dell’istituto, tenutosi nella sala dei convegni di piazza M. Sciacca e facente parte di un più grande progetto educativo di natura scientifica denominato “Conscièntia”.

Questo venerdì 27 maggio il nostro liceo “Vittorio Emanuele III” ha organizzato un incontro con due professoresse per le classi quarte dell’istituto, tenutosi nella sala dei convegni di piazza M. Sciacca e facente parte di un più grande progetto educativo di natura scientifica denominato “Conscièntia”.

 

L’argomento dell’incontro era la “Statistica medica”, più una cospicua introduzione generale alla materia e ai termini della statistica. Nello specifico, nella prima ora e mezza la professoressa Agata Zirilli (Professore Associato presso il Dipartimento di Economia dell’Università degli Studi di Messina nel settore scientifico disciplinare MED-01) ha spiegato le basi e gli obiettivi della statistica, ossia cosa fosse e dove stesse la sua utilità e importanza (principalmente la raccolta di dati da analizzare per avere un’indicazione sulla decisione o il percorso migliori da seguire per un dato argomento), mentre nel tempo restante la professoressa Angela Alibrandi (Ricercatore a tempo indeterminato nel Dipartimento di Economia, settore Statistica per la ricerca sperimentale e tecnologica dell’Università) si è soffermata sull’ambito della statistica medica, approfondendo come funziona, cosa mira ad ottenere e in cosa effettivamente consista (vale a dire la statistica applicata alla medicina, così da offrire al medico dati utili per testare l’efficacia di un farmaco, campionare la diffusione di una data malattia, analizzare l’effetto sortito da possibili misure di prevenzione, ecc.).

 

Nonostante gli eccellenti curricula delle professoresse, tali da assicurar loro un posto nella lista “World’s 500 Most Influential Experts in Applied Sciences for the Year 2018 on Earth”, avrebbero potuto far pensare a un tipo di spiegazione eccessivamente tecnico e articolato, i punti da loro affrontati durante l’incontro sono risultati tutt’altro che complicati e di difficile comprensione. La chiarezza espositiva delle professoresse è stata, infatti, talmente superlativa che il tutto è risultato estremamente comprensibile e chiaro. Certo, ha di sicuro aiutato il fatto che si sono concentrate sulla divulgazione di concetti introduttivi alla materia, ma ciò non deve assolutamente togliere nulla alla loro spiegazione, la quale, sebbene potrebbe venire considerata da qualcuno un po’ troppo basilare, non senza qualche lungaggine,  per quanto riguarda alcune parti (ad esempio la spiegazione di termini quali “moda”, “media” e “mediana” nella prima parte), nel complesso risulta necessaria per un primo approccio completo allo studio statistico. Per tutti i 90 minuti concessile, infatti, la professoressa Zirilli ha dato una lezione a 360 gradi sulle basi della statistica: dalla quasi onnipresenza della statistica nella nostra vita quotidiana (basti pensare alla media dei voti scolastici) alla sua applicazione in campi più complessi e grandi, introducendo pure i vari settori con cui essa si interseca, i quali spaziano dalla medicina all’ingegneria.

 

La professoressa Alibrandi, a seguire, ha illustrato le caratteristiche proprie della statistica medica, anche qui senza eccessivi tecnicismi né complicati approfondimenti, ma spiegando in modo lineare, senza fronzoli e con particolare vivacità ed entusiasmo, le basi, gli scopi e, cosa a mio parere più interessante, i metodi di indagine. Questi ultimi consistono in un preciso ciclo composto da: momenti di ricerca tra la letteratura scientifica passata; definizione degli obiettivi dello studio che si vuole portare a compimento; confronto diretto col medico-cliente per i dettagli della ricerca e l’analisi dei risultati; e, infine, la divulgazione delle scoperte, dalle quali poi si potrà partire con nuovi spunti per successivi studi.

Tutto il suo intervento, quindi, essendo l’argomento principale dell’incontro, ha dato modo alla professoressa di spaziare dalla semplice illustrazione della statistica medica alle sue specifiche applicazioni, dal metodo di indagine all’importanza che ricopre nell’analisi e nello sviluppo medico. Su quest’ultimo punto la professoressa si è soffermata particolarmente, portando come esempio il processo di approvazione di un nuovo farmaco, il quale avviene tramite un procedimento statistico che mette a confronto il suo effetto rispetto a  quello precedente sulla base di un campione randomizzato di persone, ossia scelto a caso.

 

Per tirare le somme, quindi, l’incontro è riuscito nel suo intento di introdurre alla materia della statistica (nello specifico, statistica medica) chi non ne aveva mai sentito parlare, e le due professoresse, pur con due stili comunicativi diversi, sono riuscite a illustrarla nell’ottica più ampia dell’obiettivo vero e proprio dell’incontro stesso, ossia avviare un percorso di approfondimento che proseguirà l’anno prossimo, offrendo ai futuri maturandi un’importante opportunità di orientamento per gli studi futuri.

22-05-2022 di Noemi Speziale, Redattrice

Debate, nuova tipologia di insegnamento da adottare nelle scuole italiane

"PROMUOVERE IL DIALOGO E L'ESERCIZIO ORATORIO IN CLASSE CON IL DIBATTITO"

PATTI 22-02-2022− Il liceo Vittorio Emanuele III promuove il dibattito come metodologia di insegnamento tramite simulazioni in classe i nuovi  progetti Pon. Vediamo le origini e le applicazioni di questa nuova tecnica già molto utilizzata nelle scuole di tutto il mondo .

Il Debate è da considerarsi relativamente una metodologia didattica nuova ma che, in realtà, affonda le sue radici sin dall’Antica Grecia, in particolar modo, intorno al 334 a. C. presso il Liceo di Aristotele, per poi progredire fino alla versione che è oggi conosciuta. Secondo quanto riportato dal sito Pearson, il Debate è capace di favorire l’apprendimento in modo autentico e situato: autentico perché gli studenti sono responsabili della costruzione dei concetti e dei ragionamenti impiegati nei loro discorsi; situato perché lo studente apprende mediante la partecipazione attiva a uno specifico contesto: quello dibattimentale. Inoltre, promuove negli studenti il rispetto delle opinioni opposte alle proprie, e di coloro i quali esprimono queste opinioni, e l’appropriazione di tecniche che conducono a pensare criticamente e a presentare in modo argomentato le proprie posizioni. Infine, favorisce il lavoro di squadra e la collaborazione tra i vari componenti, preparando gli studenti al contesto lavorativo e al cosiddetto “team working”. D’altra parte, bisogna tener conto che non tutti gli studenti potrebbero reagire positivamente ad una metodologia così diretta e che porta ad uno scontro, seppur civile, con un altro. Non tutti, infatti, riescono a mantenere la soglia del rispetto e della civiltà ed è non è raro che si sfoci nella lite. Tuttavia, personalmente, ho trovato questo metodo molto interessante e produttivo poiché permette di approfondire determinati argomenti che difficilmente si potrebbero trattare in altro modo. Lo considero anche stimolante per noi studenti, ci sprona a metterci in gioco e superare una timidezza iniziale che può caratterizzare molti. Chiaramente si tratta, comunque, di una metodologia che richiede esercitazione per poter affinare le proprie abilità, perciò, per una normale attività didattica sarebbe ideale iniziare con una breve esposizione di uno o due minuti per ciascun studente su una tematica che interessi particolarmente per poi aumentare il tempo e scegliere tematiche più complesse e in linea col programma che si sta trattando. Infine, si potrebbe dividere la classe in più gruppi: un primo che si occupi della ricerca del materiale e un secondo che lo esponga, in modo che tutta la classe possa partecipare all’attività, anche chi non dovesse sentirsi a proprio agio nel parlare davanti più persone 


20-05-2022 di Viola Pulvirenti, Caporedattrice


Al liceo “Vittorio Emanuele III”  ritorna dopo due anni la giornata dell'arte, momento di condivisione di valori importanti  da sempre amato dai ragazzi

"ART DAY 2022: LA LIBERTA' SI COLORA DI NUOVO DEI SOGNI DEI RAGAZZI" 

PATTI 13-05-2022− Presso il Liceo Vittorio Emanuele III si è tenuta la prima giornata dell'arte post-pandemia che ha incentivato i ragazzi a riflettere sull'importante tema della libertà ed a creare qualcosa che rappresentasse la loro personale idea sul tema proposto.


Giornata dell'arte oggi nel nostro liceo: scatti di una giornata all'aria aperta e all'insegna del divertimento, del relax, della socialità, della gioia di dare sfogo alla propria creatività artistica.

22-05-2022 di Noemi Speziale, Redattrice


Il 10 febbraio 2022 le classi del "Vittorio Emanuele III" partecipano all'evento promosso dalla consulta provinciale di Messina in ricorrenza del "Giorno del ricordo"

."LA TESTIMONIANZA TOCCANTE DI UN TESTIMONE INDIRETTO DELLA TRAGEDIA GIULIANO-DALMATA, PARLA L'AVVOCATO ALESSANDRO FARAMO."

PATTI 10-02-2022− Il 10 febbraio ricorre la celebrazione, istituita dal Parlamento italiano nel 2004, della “giornata del ricordo”, per mantenere viva la memoria di tutte le numerose vittime del regime comunista di Tito, concretizzatosi nella tragedia delle foibe e dell'esodo a cui furono costretti molti dei nostri concittadini. In occasione di questa ricorrenza la Consulta provinciale di Messina ha organizzato un’interessante incontro indirizzato alle scuole.

Il 10 febbraio ricorre la celebrazione, istituita dal Parlamento italiano nel 2004, della “giornata del ricordo”, per mantenere viva la memoria di tutte le numerose vittime del regime comunista di Tito, concretizzatosi nella tragedia delle foibe e dell'esodo a cui furono costretti molti dei nostri concittadini. In occasione di questa ricorrenza la Consulta provinciale di Messina ha organizzato un’interessante incontro indirizzato alle scuole, al quale hanno preso parte, con degli interventi, personalità che si interessano della tematica, per vie trasversali; tra questi, è stato toccante l’intervento dell’avvocato Alessandro Faramo, figlio di un’esule giuliana-dalmata, Bruna Fiore. L’avvocato Faramo ha introdotto il suo discorso, dicendo di aver in un qualche modo ereditato dalla madre la missione di divulgare queste pagine di storia, omesse per troppo tempo dalla memoria del nostro Paese. Il suo è stato il racconto della vita della donna, attraverso una descrizione vivida e ricca di dettagli. Bruna Fiore, nasce il 25 novembre 1940 a Fianona, in Croazia, da una famiglia benestante e politicamente non schierata, il nome datole dai suoi genitori è Bruna Caterina Penello ed è l’ultima di sette figli. Nel suo paese d’origine, sebbene i ricordi sbiaditi, trascorre tre anni sereni con la propria famiglia fino al dicembre del ‘43, quando il padre verrà catturato dai titini e infoibato. Poco dopo, perde anche il fratello maggiore, la madre e la nonna e a farsi carico di ciò che resta della famiglia Penello è la figlia più grande Lidia. Peregrinazioni incessanti, peripezie e ostacoli investono la piccola Bruna, che nel luglio del ‘47, saluterà i suoi fratelli per rincontrarli solo 62 anni dopo: Bruna verrà, su loro decisione, adottata da una coppia messinese, assumendo il cognome Fiore mentre i fratelli saranno costretti a fuggire dalla loro stessa patria, chi in Brasile, chi in Australia; proprio qui nel 2009, si ricongiungeranno. Alessandro Faramo è, però, venuto a conoscenza del triste esodo della madre solo in età adulta; racconta di Bruna essere molto taciturna sulla vicenda e di aver impedito al figlio, quando era in vita, di partecipare ad eventi che ricordassero le foibe e le loro conseguenze. Sembra assurdo, ammette Faramo, pensare che all’età di chi stesse assistendo all’incontro, egli non sapesse nulla della storia e non sapesse nulla del passato travagliato della madre. L’evento delle foibe, dal 2004 in poi, è sempre stato al centro di riflessioni, a livello storico, da parte dei media e delle istituzioni come la scuola, si è quindi per la maggior parte, soffermati sulla situazione politica del tempo, sul regime comunista di Tito, sulle datazioni degli eccidi più significativi e sull’enumerazione delle vittime, cui numero preciso, ad ogni modo, non giungeremo mai a conoscere. Si è spesso trascurata la parte umana, di chi direttamente e non, è stato testimone delle discriminazioni nei confronti degli italiani, la loro è una storia diversa, unica ma allo stesso tempo condivisa da più di 350.000 mila persone. Sentire dei pericoli, dei sacrifici, delle condizioni di degrado e di maltrattamento, subiti dagli esuli va oltre il semplice evento o dato storico ed ispira davvero un senso di consapevolezza collettiva. Senza dubbio emozionante è stato, infine, il passo recitato da Faramo, tratto da uno spettacolo teatrale a cui lui stesso ha avuto occasione di partecipare, portando in scena la storia della sua famiglia. Il passo è intitolato “I bambini non sono fatti per fuggire”, ed è vero, recita, “i bambini non sono fatti per fuggire ma hanno un grande dono: ricordare al mondo, che al di là della lingua, del colore della pelle, delle proprie idee, siamo tutti umani”. Ha concluso la lettura con un “ciao mamma”, pieno di significato; un ciao a tutti coloro i cui cari sono stati vittime di questa tragedia e che comprendono il suo dolore, e a tutti coloro che ascoltandolo hanno acquistato, per la prima volta, una conoscenza e una sensibilità riguardo questa pagine della nostra storia. 


20-05-2022 di Prof.ssa Francesca Carella, Collaboratrice 


Al liceo “Vittorio Emanuele III” un laboratorio di pratica filosofica  organizzato dalle docenti di filosofia nell’ambito dei Progetti “Favolosofia” e “Tyndaris Agorà Philosophica"

"COSTRUTTIVO”, “EMOZIONANTE” E “SIGNIFICATIVO” , AL LICEO UN PONTE TRA INFANZIA E FILOSOFIA"

PATTI 11-05-2022− Presso l’aula magna del Liceo classico, si è tenuto un incontro tra i ragazzi del triennio di diversi indirizzi del nostro Istituto e la docente Eleonora Ciaramidaro, dell’IC “Pirandello” di Patti, sul tema delle pratiche filosofiche nella scuola primaria

Mercoledì 11 maggio, presso l’aula magna del Liceo classico, si è tenuto un incontro tra i ragazzi del triennio di diversi indirizzi del nostro Istituto e la docente Eleonora Ciaramidaro, dell’IC “Pirandello” di Patti, sul tema delle pratiche filosofiche nella scuola primaria. L’evento, organizzato dalle docenti di filosofia nell’ambito dei Progetti “Favolosofia” e “Tyndaris Agorà Philosophica”, è stato concepito come opportunità per gli alunni del Liceo di “sperimentare” un laboratorio di pratica filosofica. Grazie all’esperienza didattica dell’insegnante Ciaramidaro, i ragazzi e le ragazze hanno potuto familiarizzare con le metodologie delle conversazioni filosofiche nella scuola primaria e secondaria di primo grado, attuandole essi stessi, in maniera coinvolgente e partecipata. Al termine dell’incontro i ragazzi hanno manifestato molto entusiasmo per l’esperienza fatta, in quanto, come essi stessi hanno affermato, è “stata costruttiva”, “emozionante” e “significativa”. Gli alunni e le alunne del Liceo si dirigono ora verso la prossima tappa del percorso un “ponte tra infanzia e filosofia”: il dialogo filosofico come occasione di incontro tra bambini e ragazzi.



20-05-2022 di Noemi Speziale, Redattrice

Cinema: recensione "Woman in gold" di Simon Curtis

"Woman in gold: viaggio alla (ri)scoperta delle proprie radici."

PATTI 20-05-2022− Il film “Woman in gold” del 2015, diretto da Simon Curtis, segue le vicende di Maria Altmann, figlia di una ricca famiglia ebraica di Vienna, costretta a fuggire negli Stati Uniti all’arrivo delle forze naziste nel Paese. La storia procede su due piani: la serie di flashback che raccontano la vita di Maria a Vienna, con la sua conseguente fuga e la narrazione presente, ambientata nel 1998 a Los Angeles.

Il film “Woman in gold” del 2015, diretto da Simon Curtis, segue le vicende di Maria Altmann, figlia di una ricca famiglia ebraica di Vienna, costretta a fuggire negli Stati Uniti all’arrivo delle forze naziste nel Paese. La storia procede su due piani: la serie di flashback che raccontano la vita di Maria a Vienna, con la sua conseguente fuga e la narrazione presente, ambientata nel 1998 a Los Angeles. Il nodo cruciale della vicenda ruota intorno alla razzia di numerose opere d’arte, sottratte dai nazisti alla famiglia della donna, opere d’arte, che Maria intende le siano restituite, soprattutto dopo aver scoperto di un tentativo precedente da parte della sorella ormai deceduta. Per raggiungere il suo scopo, chiederà aiuto al figlio di una sua cara amica, l’avvocato Randol Schoenberg, di origine anch’egli austriaca, nonché nipote del famoso compositore. Uno è, in particolare, il dipinto caro alla Altmann, un Klimt, noto come “Woman in gold”, che ritrae la zia, alla quale, da piccola, la donna era profondamente legata. Recatisi a Vienna, i due incontreranno non pochi ostacoli da parte del ministro e del direttore artistico del paese; difatti, in seguito, si rivolgeranno alla corte suprema statunitense. A Vienna, tuttavia, troveranno l’aiuto di un giornalista investigativo, Hubertus Czernin. Alla fine, attraverso un cavillo individuato da Schoenberg, Maria riuscirà a riottenere ciò che le appartiene di diritto. Ad accomunare i tre personaggi principali del film, vi è il rapporto, diretto e non, con il proprio passato, con la memoria e il senso di appartenenza alla propria patria, l’Austria. Maria, prima protagonista della storia, è restia a ritornare a Vienna, non ha ancora chiuso con il proprio passato e non vuole rivivere quei momenti bui ma, una volta giuntavi, comprende la necessità di farvi pace attraverso la restituzione dei dipinti, facendo in modo che, come lei stessa afferma, le cose “ritornino al loro stato naturale” e il ricordo della sua famiglia venga finalmente riscattato, dopo tutte le ingiustizie passate. Di conseguenza, il rapporto con la patria è chiaramente ostile, all’inizio Maria non è fiera di appartenere allo stesso Paese che aveva compiuto quelle atrocità nei suoi confronti e che, adesso, si ostina a negare i suoi diritti; vi riacquisterà fiducia, solo dopo aver ottenuto giustizia. Randol, invece, è un giovane avvocato, dedito al proprio lavoro e alla famiglia quando viene improvvisamente coinvolto nella vicenda. Inizialmente, pensa che la storia non gli appartenga, si mostra piuttosto disinteressato, per poi accettare di aiutare Maria a scopo di lucro. Eppure, in seguito al suo viaggio in Austria, la situazione cambia: Randol, vedendo il nome del padre su un monumento dedicato alle vittime dell’Olocausto, viene travolto dalle emozioni ed è ora deciso ad arrivare fino in fondo, rischiando tutto ciò che fino a quel momento aveva ritenuto importante. La lotta di Maria, diventa anche sua perché ne capisce la profondità del dolore da lei provato, un dolore adesso condiviso. Inoltre, le sue radici austriache, che non aveva mai preso in considerazione, emergono, procedendo di pari passo al suo coinvolgimento personale nella vicenda, esemplificandosi nella scena in cui, ascoltando una composizione del nonno paterno, l’uomo si commuove. Ultimo personaggio è Hubertus, di cui non sappiamo molto fino alla conclusione del film. Infatti, all’inizio, il motivo per cui voglia aiutare i due protagonisti non è chiaro, egli lo definisce “una strana forma di patriottismo”. In realtà, scopriamo che il suo rapporto con il passato dell’Olocausto è legato al padre, il quale era stato un fanatico nazista e, alle cui azioni crudeli, Hubertus, per tutta la vita aveva cercato di rimediare, azioni che unite a quelle di tutti gli altri nazisti austriaci aveva infangato il nome della sua patria. In conclusione, un film commovente all’insegna dell’importanza del ricordo e delle proprie origini; un invito a continuare a celebrare la giornata internazionale della memoria perché le vittime di quel massacro non siano dimenticate ed ognuno si senta partecipe del dolore di chi, in quella circostanza, ha perso i propri cari 


20-05-2022 di Noemi Speziale, Redattrice

Cinema: recensione sette anime di Gabriele Muccino 

"SETTE ANIME: NOBILE CAUSA O PRETESA DI ONNIPOTENZA?" 

PATTI 20-05-2022− Il film del romano Gabriele Muccino intitolato "Sette anime" (in inglese Seven Pounds "Sette libbre", richiamandosi all'opera "Il Mercante di Venezia", di William Shakespeare), oscilla tra critiche ed elogi.Il film del romano Gabriele Muccino intitolato "Sette anime" (in inglese Seven Pounds "Sette libbre", richiamandosi all'opera "Il Mercante di Venezia", di William Shakespeare), oscilla tra critiche ed elogi.

Il film del romano Gabriele Muccino intitolato "Sette anime" (in inglese Seven Pounds "Sette libbre", richiamandosi all'opera "Il Mercante di Venezia", di William Shakespeare), oscilla tra critiche ed elogi. Ciò è dovuto in gran parte al tema principale del lungometraggio ovvero la donazione degli organi: il protagonista Ben Thomas, interpretato magistralmente da Will Smith, decide di donare i propri organi a sette persone diverse che lui stesso "seleziona"; tra queste vi è anche Emily Posa (Isabel Rosario Dawson) di cui Ben si innamorerà e a cui donerà proprio il suo cuore, poiché la ragazza è affetta da una grave deformazione cardiaca. Per tutta la durata del film non sappiamo quali siano le motivazioni che spingono il protagonista ad una scelta così drastica che culmina nel suicidio (anche questo avvenuto in maniera molto singolare tra l'altro), ci vengono forniti solo dei veloci e rari flashback. In conclusione veniamo a conoscenza del fatto che durante un incidente, provocato da Ben, la fidanzata e altre sei persone hanno perso la vita; così egli cambia, lascia il lavoro, si finge un agente del fisco, andando alla ricerca di sette persone a cui dare una seconda possibilità. 

Sono, quindi, i sensi di colpa a muovere Ben, ma, a differenza di quanto affermato da alcuni critici, questo non esclude la nobile causa di aiutare effettivamente il prossimo; egli non si limita a donare gli organi ma vuole conoscere queste persone, (oltre a comprendere se sono meritevoli ma di questo ne parleremo tra poco) trascorre del tempo genuino con loro e le ascolta con pazienza, rendendosi partecipe del loro dolore. L'altro fattore è, invece, costituito da questa selezione che il protagonista effettua. Vi è prima una fase di ricerca, che ci viene mostrata alla fine, mentre, durante il film assistiamo alla fase di verifica delle persone. La questione che si solleva a questo riguardo è che, ammettendo che alcune cose è necessario guadagnarsele, perciò bisogna essere meritevoli per ottenerle, trattandosi in questo caso della vita stessa, diritto fondamentale dell’uomo, questa logica non valga? È come se Ben, ergendosi a Dio, negasse la vita ad altre possibili sette persone? Beh, purtroppo egli non è Dio e questa sua “presunzione" costituisce l'unica sostanziale pecca del film. Il discorso alla fine risulta simile a quello che possiamo intavolare sulla pena di morte. Sebbene non possa essere ridotto in qualche riga, riconosciamo che, nonostante sia ancora vigente in diversi stati, la vita non può essere tolta a nessuno, nemmeno ad un omicida, per il semplice fatto che anche noi ci macchieremmo del suo stesso delitto. Ultima questione. Ben si suicida, comprendendo l'urgente situazione della sua amata. Si tratta di un'azione condannata apertamente dalla Chiesa ma, volgendo la vicenda da un punto di vista laico ed etico, egli si sacrifica per il prossimo, rinuncia alla propria esistenza non più esclusivamente per porre fine ai sensi di colpa ma anche per amore. In questo, possiamo intravedere l'esempio classico della dolce Alcesti, pronta a dare la sua vita per salvare quella del marito Admeto.

È giunto il momento di trarre le nostre conclusioni. Firmato Muccino, con l'eccezionale volto di un grande attore e con una tematica più che interessante, “Sette anime" merita di essere visto oppure è da considerarsi un fail del regista romano? Senza dubbio è un film con dell'ottimo potenziale e che per gran parte è stato sfruttato: a partire dalla tecnica narrativa che riprende il genere giallo alla nobile causa del protagonista. Non tanto nobile, è la pretesa di quest'ultimo di poter scegliere chi fosse meritevole del dono della vita, che in quanto “dono” non spetta sicuramente a noi decidere a chi rivolgerlo. Questione che, tuttavia, con una modifica, reputo si sarebbe potuta risolvere, mettendo a tacere la feroce critica. Perciò, lo considero un film da aggiungere alla nostra lista, nonostante i suoi difetti che, in fondo, quali più quali meno, tutti hanno. Voto complessivo 7/10 


21-04-2022 di Angelica Sidoti, Collaboratrice


Gli studenti delle quarte classi del liceo “Vittorio Emanuele III” di Patti in visita guidata a Catania per la mostra "Bansky&Warhol"

"PALAZZO BISCARI E MOSTRA "BANSKY&WARHOL": UN' ESPERIENZA CULTURALE DI RITORNO ALLA NORMALITA'."

PATTI 20-04-2022− I ragazzi del Liceo Classico “Vittorio Emanuele III” di Patti In trasferta a Catania per visitare Palazzo Biscari  e la mostra "Bansky&Warhol" al Palazzo della Cultura. 

Lo scorso 20 aprile delle classi quarte di tutti gli indirizzi del Liceo “Vittorio Emanuele III” di Patti si sono recate a Catania per visitare il Palazzo Biscari e la mostra"Banksy&Warhol" al Palazzo della Cultura. Gli studenti, accompagnati da vari docenti e dal Dirigente scolastico, prof.ssa Marinella Lollo, hanno avuto modo di poter visitare in presenza, dopo due anni di fermo a causa della pandemia , il meraviglioso scenario catanese. Visto il considerevole numero di studenti è sembrato opportuno, in riferimento alle normative Covid, dividerli in due gruppi. Durante la visita guidata a Palazzo Biscari è stata spiegata la storia della sua costruzione, dopo il terremoto del 1693, sulle mura fondate da Carlo V.

Per quanto riguarda la genesi della famiglia fondatrice è stato spiegato che l'etimologia  del nome di  questa famiglia, chiamata Paternò Castello, ha origine da un soldato senza padre ( no-pater da qui il nome Paternò) combattente per il sovrano Ruggiero d'Alta Villa. Poiché il suo sangue non era di stirpe reale sposò la baronessa della famiglia Castello, così nacque il primo principe Biscari: Ignazio Paternò Castello. All'interno del Palazzo vi è una sala dedicata alla raffigurazione della discendenza di questa famiglia.

Di alcuni di essi  sono stati tramandati vari aneddoti, come quello della  moglie del principe Vincenzo Paternò Castello, la quale  murò viva l'amante del marito nelle mura del Palazzo, in quanto semplice popolana , motivo per il quale il principe non parlò più  e viene raffigurato nel quadro con dei foglietti in mano.

Il Palazzo nel suo interno presenta varie stanze tra le quali quella dell'orchestra desta più attenzione agli occhi dei visitatori perché è stata realizzata in modo tale da dare l'effetto  acustico di ritrovarsi dentro la cassa di una chitarra, l'orchestra era  posta  al  secondo piano perché  il soffitto presentava un foro e vi si accedeva  tramite una scala molto particolare che somigliava ad un’ onda, ma che era chiamata la "scala delle nuvole". E' da sottolineare il fatto che questo Palazzo è stato realizzato con i materiali presenti nel territorio siciliano: pietra lavica e pietra calcarea.

La seconda parte della giornata è stata dedicata alla visita della mostra "Banksy&Warhol", ospitata al Palazzo della Cultura dove gli studenti hanno potuto ammirare le opere note per il loro stile moderno e per l'utilizzo del materiale impiegato nella realizzazione, ma soprattutto per il messaggio di denuncia sociale che vogliono trasmettere (vedi le latte di pomodoro  di Andy Warhol che rappresentano il consumismo;  oppure lo stencil di Banksy “Flower Thrower - Il Lanciatore di fiori” opera conosciuta anche come Love is in the air e comparsa per la prima volta nel 2003 a Gerusalemme sul muro che separava israeliani e palestinesi, un messaggio pacifista con cui l’artista chiede di risolvere i conflitti con il dialogo e non usando la violenza della guerra).

Gli studenti , grati alla Dirigente che ha permesso loro di poter effettuare tale uscita didattica, sono convinti che altre esperienze similari possano essere fonte di stimolo e di confronto con altre realtà, al fine di arricchire il loro bagaglio culturale.

02-04-2022 di Melania Scaglione, Redattrice 


Al liceo “Vittorio Emanuele III” di Patti la lectio magistralis del Governatore del distretto 2110 del Rotary Club, Gaetano De Bernardis

“PIRANDELLO E LA COSCIENZA DELLA CRISI DELL’UOMO MODERNO”: UN’ANALISI A TUTTO TONDO CAPACE DI RENDERE LA COMPLESSITA’ DEL POETA E DRAMMATURGO SICILIANO.

PATTI 30-03-2022− Si è fatto spazio nel nostro liceo il prof.re de Bernardis: avevamo già avuto l’onore di conoscerlo in qualità di editore: il suo nome spuntava sui manuali di grammatica latina della CE Palumbo. Questa volta, a causa della pandemia, la sua voce calma e rassicurante ha raggiunto il nostro istituto spandendosi dalle casse dell’aula magna, scivolando tra i corridoi del primo piano, bussando poi alle porte delle aule e ai cuori di docenti e studenti.

Nella giornata di mercoledì 30 marzo 2022 nell’aula magna del liceo “Vittorio Emanuele III” ha avuto luogo un Convegno online dal titolo “Pirandello e la coscienza della crisi dell’uomo moderno”, fortemente voluto dai docenti di lettere e filosofia dell’istituto, in particolar modo dalla referente del Convegno, la Prof.ssa Lucia Lo Presti, con il supporto della docente di storia e filosofia Marilia Gugliotta.

Dopo una breve introduzione all’incontro da parte della Prof.ssa Lo Presti, ha preso la parola il dottore Carmelo Caccetta, Presidente del Rotary Club di Patti “Terra del Tindari”, che ha insistito sull’impronta determinante che ha avuto l’esperienza classica nella sua vita.  Hanno porto poi i loro saluti la Dirigente Marinella Lollo e l’Organizzatrice dell’evento Lina Ricciardello. Quest’ultima ha brevemente introdotto la figura del Rotary, un club di servizio internazionale, volto alla trasmissione di idee che trovano riscontro nell’impegno sociale.


Il Professore Gaetano De Bernardis

Il Prof.re Gaetano De Bernardis è stato designato Governatore per l’anno 2021-2022 del distretto 2110 del Rotary Club Palermo Sud ed è inoltre Consigliere di amministrazione del Centro Nazionale di Studi Pirandelliani.

Il profilo è quello di un esperto ed estimatore della cultura classica dapprima studente al liceo classico “Garibaldi” di Palermo, poi docente di latino e greco (da segnalare l’impegno, anche e soprattutto sociale, nelle scuole di Brancaccio) e dopo il pensionamento -in quella fase che potremmo definire “otium”- editore di manuali di grammatica latina e italiana. Una formazione di tale rilievo ha impreziosito ancora di più l’incontro con gli studenti del nostro liceo, che hanno potuto cogliere citazioni e riferimenti storico-filosofici dai quali è scaturita l’intera riflessione su Pirandello. La conoscenza della materia trattata ha quindi incoraggiato la partecipazione attiva da parte degli studenti e delle studentesse, come si evince dai quesiti posti. E' possibile dedurre che l’incontro sia stato a tal punto stimolante da consentire, per usare dei termini cari a Pirandello, la “rottura della quarta parete”.

In coerenza con l’impegno sociale del Rotary, aderendo allo scopo “iuvare mortalem” di senechiana memoria, Il Governatore si è rivelato una guida, riuscendo a far aderire l’insegnamento pirandelliano alla realtà attuale come una veste di seta. Egli ha insistito molto sul valore del sogno, “la stella polare” che deve, non portare alla creazione di un “mondo altro”, ma “ispirare la nostra vita”.

 

Pirandello: “l’uomo misura di tutte le cose”

Nel contesto in cui Pirandello si forma coesistono gli ideali positivisti della nuova società industrializzata: le “magnifiche sorti et progressive”, conseguenza della Seconda Rivoluzione Industriale, e la nascente Rivoluzione operaia sono sintomo di una generale crisi dei valori. “L’uomo non è più padrone di casa propria” e l’io (che deve tener conto dei tre “padroni severi”) è in equilibrio precario tra le spinte dell’inconscio (l’es freudiano) e le catene proibizioniste della morale (il superio freudiano) e del mondo esterno.

Nella vacuità dell’ottimismo positivistico, l’intellettuale, libero da ogni convenzione sociale, deve “cercare in sé nuova cultura” ,seguendo l’insegnamento agostiniano:“In interiore homine habitat veritas”.

L’Italia che aveva visto infranto il sogno risorgimentale, va stretta a Pirandello. Egli abbandona la bolla positivista che lo soffoca. Spesso la vita ama le coincidenze, ed è per una coincidenza che egli si ritrova a ultimare la tesi di laurea a Bonn. Qui entra a contatto con una nuova cultura che gli permette di rapportarsi con il proprio essere: l’io è fragile e, scisso tra ciò che è e ciò che dev’essere, cade. Si frantuma. E ,sgretolato, si ritrova ad essere al tempo stesso “Uno ,nessuno e centomila”.

Dall’illuminazione sulla frammentazione dell’essere deriva l’esperienza del nuovo Pirandello.  Il risultato non si lascia attendere: è il 1893 quando le nuove consapevolezze maturate a Bonn prendono forma ne “L’esclusa”. Di impianto strutturalmente veristico ma già innovatore, la vicenda s’incentra sulla dualità realtà-illusione che si risolve nell’unica consapevolezza della verità come costante inconoscibile, che nel “Così è (se vi pare)” diviene “una donna velata” la cui identità cambia in base all’occhio che la guarda.

Pirandello ha trovato il proprio io poetico, la bolla è esplosa, l’ha squarciata. Ma il “ciò che è” resta ignoto e il “ciò che appare” resta avvolto nel dubbio.

Distanziandosi dall’“arido vero” (assioma indiscutibile) del teatro verista e dal linguaggio capzioso d’annunziano, Pirandello inaugura una nuova forma di teatro, che risente del clima tedesco: a Bonn era venuto a conoscenza di Max Reinhardt, il fondatore del “teatro totale”, nel quale il dramma attraversa pubblico e palcoscenico dando vita al metateatro.

In Italia, Pirandello applica tale modello: non riducendosi all’assunzione del “metateatro” come mezzo per modificare la realtà teatrale italiana, ma estendendolo ad una visione innovativa :il pubblico è un personaggio.

 

Rotary club: prevenzione, missione e azione

Da un’idea di Paul Harris, nella Chicago dei primi anni del ‘900 nasce un gruppo di professionisti che intendono fare del sociale la propria “casa”, aiutando magari chi una casa l’ha persa o non l’ha mai avuta. Inizialmente i visionari si incontrano “a rotazione” -da qui il nome dell’associazione- negli uffici dei vari soci, per usare quanto di più forte esista al mondo per cambiarlo, quel mondo imperfetto: il logos.

Inizia tutto come un semplice scambio di idee tra amici, ma queste idee diventano presto un progetto comune per il futuro, una missione: “Servire gli altri al di sopra di ogni interesse personale” (Service Above Self). Ecco allora che le parole diventano azioni, le azioni diventano risultati e i risultati le basi per una società che accoglie tutti. Qual modo migliore per cambiare il mondo se non a partire dai mattoni più piccoli, dai ragazzi?

Concludendo con le parole del Governatore: “Salviamo l’arte e la cultura, non uccidiamo Ilse ancora una volta!”

18-03-2022 di Viola Pulvirenti, Caporedattrice 


Al liceo “Vittorio Emanuele III” di Patti la conferenza dell'Istituto di Studi di Politica Internazionale sul conflitto tra Russia e Ucraina

"LA SCUOLA E' FONDATA SU UNA COSTITUZIONE CHE PROMUOVE LA PACE: L'ISPI AIUTA A COMPRENDERE LA GUERRA."

PATTI 16-03-2022− I ragazzi del Liceo Classico “Vittorio Emanuele III” di Patti partecipano all’iniziativa ISPI per le Scuole “La guerra vicina”; L’incontro, dedicato alla comprensione del conflitto in Ucraina, risponde ad una esplicita richiesta degli studenti che sempre di più sentono l’esigenza di comprendere le dinamiche e le ragioni della nuova “guerra in Europa”.


"Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario, perché ciò che è accaduto può ritornare,

 le coscienze possono nuovamente essere sedotte ed oscurate: anche le nostre." 


-PRIMO LEVI 


L’ISPI, Istituto per gli studi di politica internazionale, è un importante centro di studi specializzato in analisi geopolitiche globali che dall’inizio del conflitto sta sviluppando moltissimi contenuti volti all’analisi dettagliata e approfondita di diversi aspetti e punti di vista.


La conferenza è stata aperta da Marta Serafini, inviata in Ucraina per il Corriere della Sera e collegata in diretta da Leopoli; la giornalista ha approfondito il tema dei corridoi umanitari, della situazione sui confini ucraino-polacchi e dei flussi migratori, tra i più imponenti mai registrati dalla seconda guerra mondiale. È seguito poi l’intervento di Eleonora Tafuro, esperta della storia russa, che si è occupata di ripercorrere le tappe che dal 2014 hanno portato all’ exploit di eventi che stiamo vivendo proprio in questi giorni. Come dice la studiosa infatti “una guerra in Ucraina era già inizia da tempo” e già ad ottobre dello scorso anno sono state riscontrate delle segnalazioni americane riguardanti la presenza di truppe russe nei territori della Crimea, in Bielorussia e sul confine nord dell’Ucraina. Dopo gli antefatti, durante l’intervento di Alberto Guidi, sono state analizzate anche le reazioni dei governi occidentali, delle nazioni unite e delle multinazionali che tramite sanzioni sempre più aspre e la soppressione di numerosi punti vendita importanti cercano di indebolire la Russia dall’interno. Dopo un ulteriore approfondimento di Eleonora Tafuro sui profili contrapposti di Vladimir Putin e Volodymyr Zelensky (o come più volte definiti, Davide e Golia), conclude la conferenza un doppio intervento di Marta Serafini e Gianluca Pastori, docente di Storia delle relazioni internazionali all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.


La conferenza è stata molto apprezzata dagli studenti anche perché’ ha fornito numerosi spunti di riflessioni interessanti ed utili per metabolizzare un incubo che dopo due anni difficili segnati dalla pandemia di Covid-19 era difficile da immaginare e che vede bombardamenti e migliaia i civili che perdono la vita nel cuore dell’Europa. Come ribadito dall’articolo 11 della Costituzione “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”; la scuola è fondata su una Costituzione che promuove la pace e per questo è giusto che iniziative di questo tipo siano sempre più frequenti ed incoraggiate, per lo sviluppo di un’arma primaria e fondamentale: la conoscenza.

 


“Perché quasi niente quanto la guerra, e niente quanto una guerra ingiusta, frantuma la dignità dell'uomo.”


-ORIANA FALLACI