La violenza sulle donne è un dato di fatto: esiste da sempre e si diffonde tra gli uomini in forme molteplici. La storia ci insegna a comprendere come il passato influenzi la vita del presente e del futuro. Infatti, non a caso, la società primitiva ha determinato l’organizzazione contemporanea: fin dall’antichità si è imposto l’uomo come capobranco della stirpe, che gestiva le risorse, andava a caccia, educava i figli; all’epoca di Greci e Romani la donna non possedeva alcun diritto e, in territorio latino, vigeva la presenza del “pater familias”, che tuttavia abusava della bellezza femminile, come ricorda lo scandalo dell’ultimo re Tarquinio il Superbo nei confronti di Lucrezia. In epoca moderna si è esercitata una continua violenza morale, dato che le donne, anche nei paesi più evoluti, non hanno avuto a lungo nemmeno la facoltà di votare, e quindi di partecipare alla vita politica ed essere prese in considerazione.
Eppure esiste uno scenario contrastante per ognuna delle epoche storiche sopra citate: nei tempi più remoti è vero che gli uomini controllavano ogni membro della famiglia, ma vedevano nella donna una sorta di divinità capace di mantenere la sopravvivenza dell’essere umano; nel Medioevo si è diffuso il concetto di “amor cortese” e la donna è stata paragonata a un angelo, ecco perché i poeti avevano ideali cavallereschi e lodavano l’amata. Intorno alla metà del Novecento è stata promulgata la “Costituzione Italiana”, modello per numerosi Paesi europei e intercontinentali, che riconosceva inoltre alle donne il diritto di voto e le eguagliava agli uomini.
Oggi si sente parlare con molta frequenza della “Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne”, istituita il 17 dicembre 1999 dall’ONU per riportare alla memoria l’assassinio delle sorelle Mirabal, accaduto nella Repubblica Dominicana il 25 novembre 1960. Infatti le donne sono sempre più al centro di questo tema, perché vengono violentate, abusate, trascurate, addirittura uccise.
Basta pensare che solo nello Stato italiano muore 1 donna ogni 3 giorni (a Roma anche 3 in un solo giorno nel mese di novembre) figuriamoci nei Paesi orientali e africani, dove sicuramente la situazione è peggiore!
Che cosa si può fare per contrastare questi episodi agghiaccianti? Intanto dobbiamo tutti, soprattutto noi uomini, cercare, ad esempio, di risolvere i litigi di coppia verbalmente o sfruttando altri metodi, perché, se ricorriamo alla violenza fisica, allora ritorniamo al punto di partenza. È necessario diffondere riflessioni a proposito di questo, sia in presenza che via web, per raccogliere notevolmente le opinioni favorevoli e magari rinnovare la politica, in modo che guardi alle esigenze più frequenti e riduca il fenomeno del maschilismo. La comunicazione non ha mai smesso di evolversi, perciò è fondamentale anche capire cosa si posta sui social media verso una maggiore consapevolezza personale volta a diminuire il cyberbullismo.
- Davide Scarato, 3^CL