Lorenzo Biffi

5° CMEC

Botte da orbi.

Tra la fine del 2020 e l’inizio del 2021, si sono verificati alcuni episodi di cronaca molto gravi, avvenuti in varie città italiane, come Roma, Parma, e in questa settimana di gennaio, persino nella nostra provincia, a Varese.

Il filo conduttore di questi eventi è sempre lo stesso: si parla infatti di incontri organizzati tra ragazzi che tramite i social si sono dati appuntamento per risolvere questioni personali utilizzando la violenza e scatenando così risse anche di larga scala.

Questo è il caso dell’ultima rissa avvenuta a Gallarate, dove due gruppi distinti di ragazzi, maggiorenni e minorenni, si sono scontrati occupando tutta la strada, utilizzando bastoni, catene, coltelli e bottiglie.

La causa scatenante dell’evento sembrerebbe essere la vendetta. Il gruppo di ragazzi, infatti, voleva vendicare un amico di uno dei partecipanti alla rissa, un ragazzo albanese di 14 anni, che era stato picchiato dai “rivali” pochi giorni prima.

Le risse avvenute a Parma e a Roma hanno contesti leggermente diversi, ma la conclusione è sempre la stessa: il dialogo si trasforma in violenza ed è proprio questo il problema.

La mia generazione e anche le nuove, sotto l’influenza della nostra, ricorrono ad atteggiamenti violenti e di prevaricazione, negando quasi un dialogo, per risolvere anche futili questioni personali, abusando delle loro abilità se praticano sport come le arti marziali.

A mio parere questi comportamenti sono stati appresi dall’America, che ci ha influenzati con questo atteggiamento “da ghetto”, dove per farsi rispettare ci si deve comportare da violenti ed è quasi normale farsi giustizia da sè.

I ragazzi italiani, cercando di assimilare questa cultura americana delle gang, che può essere affascinante da certi punti di vista, si ritrovano poi a imitare l’atteggiamento da gangster, causando poi gli episodi sopra citati.

C’è da dire però che, anche se siamo sotto questa influenza, bisognerebbe distinguere cosa è giusto fare e cosa no, e cercare di capire anche come comportarsi in base alle situazioni che si presentano .

E’ vero che se non è possibile instaurare un dialogo con una persona e quest’ultima decide di passare alle mani, per proteggersi e salvaguardare la propria incolumità, il primo istinto naturale e necessario è difendersi, ma sarebbe opportuno trovare il modo di non arrivare a situazioni così estreme.

In conclusione, penso che questi episodi possano essere evitati utilizzando il dialogo, e per quanto possibile comportandosi da persone civili.

In casi estremi o di pericolo, però, è necessario sapersi difendere, quindi purtroppo la violenza è e sarà sempre presente nella nostra società, ma si può contrastare trasmettendo in famiglia valori e virtù positivi ai figli, che poi crescendo riusciranno, con la loro volontà, a sfuggire da questa morsa che stringe la società da sempre.