Giudici Mirko

4° BBIO

Riflessioni sulla D.A.D.

Nell’ultimo anno, a causa della situazione d’emergenza che tutti conosciamo, la scuola sta facendo i conti e sperimentando il nuovo metodo della didattica a distanza, si è scoperto essere un rimedio estremamente efficace per risolvere non pochi problemi, ma è inutile negare che esistono numerosi punti critici riguardanti fattori di vario tipo. Personalmente ritengo che questa metodologia di apprendimento sia la scuola del futuro, in un mondo ideale avrebbe un enorme potenziale se sfruttata nel modo corretto.

Si avrebbe un notevole risparmio di tempo, evitando inutili disagi, se si evitasse di recarsi fisicamente in un edificio scolastico per lo svolgimento delle lezioni in presenza (tantissimi studenti risiedono parecchio lontano rispetto alle scuole o università), si avrebbe così più tempo per dedicarsi allo studio autonomo, alle interazioni sociali e per se stessi. È proprio quest’ultimo punto che viene troppo spesso trascurato dalla didattica tradizionale rendendo i ragazzi succubi di una routine a dir poco insostenibile, a tratti esasperante. Restando a casa, parlando della situazione attuale, si evita sia il rischio di contagio sia tutte le limitazioni, a mio parere insopportabili, introdotte con le misure eccezionali, esempi sono il mantenimento della mascherina facciale per molte ore consecutive, i continui distanziamenti, per non parlare degli orari scolastici e delle condizioni dei mezzi di trasporto. Il maggiore punto di forza della DAD credo sia il suo effetto, non sempre desiderato, di operare una netta distinzione tra chi è realmente interessato a seguire un determinato indirizzo scolastico e chi invece non lo è. Troppe volte tanti vedono la scuola come una fonte di divertimento, quasi un passatempo per restare in compagnia dei propri coetanei quando in realtà il fine ultimo è quello di imparare acquisendo competenze necessarie per il proprio futuro. Sono sicuro che tutti gli studenti che capiscono questo concetto potrebbero eccellere con la didattica a distanza vedendosi premiati sotto vari aspetti. È importante dire che per la realizzazione del progetto della didattica a distanza a livello permanente vanno fatti ancora enormi passi avanti, il primo potrebbe essere quello di separare definitivamente la sfera dell’insegnamento da quella umana. Con ciò intendo dire che la scuola non deve essere vista come un luogo di convivenza o dove coltivare rapporti e far nascere amicizie, ma deve puramente occuparsi di insegnare; dovrebbe essere priva di ogni forma di valutazione perché solo chi ha in sè il desiderio di studiare, di incrementare le proprie conoscenze e di distinguersi nella vita deve avere la possibilità di realizzarlo. Non bisogna intendere che ambisco alla realizzazione di un mondo privo di rapporti e di emozioni anzi, se si realizzasse ciò che ho affermato poc'anzi combinato a un ottimale pratica del metodo di istruzione a distanza si avrebbe una più elevata mole di tempo libero da impiegare per le interazioni sociali, per fare nuove conoscenze e anche per divertirsi. Se ancora avete dubbi sulla funzionalità della didattica a distanza un ulteriore appoggio a questa tesi è dato dalle affermazioni della dirigente E. Martinelli la quale sostiene che la DAD abbia migliorato le competenze tecnologiche di studenti e insegnanti e ha fatto ricadere totalmente sullo studente la responsabilità dello studio promuovendo così la sua indipendenza. Oltre a questi aspetti prontamente positivi si hanno delle notevoli criticità riguardanti la didattica a distanza, a mio parere molte di queste sono legate al fatto che la DAD sia relativamente nuova; è stata introdotta meno di un anno fa è ovvio che deve essere ancora migliorata, reputo sia lo stesso concetto della nascita dell’istruzione: questa in un primo momento era disponibile solo a pochissime persone per poi diffondersi a quasi tutta la popolazione nel corso dei secoli. È proprio questo il destino della DAD ora, dopo la sua nascita, non potrà che evolvere perfezionandosi sempre di più diffondendosi a chiunque. Focalizzandosi sui problemi questi sono legati a vari motivi, per esempio quello economico in quanto non tutti gli studenti hanno una famiglia abbiente in grado di procurare loro un dispositivo con il quale seguire le lezioni. Se ci si trova in luoghi più isolati si può incappare anche nel problema della totale assenza di connessione alla rete, per far fronte a questi inconvenienti tecnologici lo stato dovrebbe garantire un ammodernamento generale o si dovrebbe avere una maggiore disponibilità degli istituti scolastici, si possono avere anche difficoltà legate all’ambiente familiare ma la loro risoluzione dipende solo dal rapporto genitori o tutori con il ragazzo. Inoltre si ha un impossibilità nello svolgimento per quanto riguarda le discipline pratiche e le attività laboratoriali. Troppe volte i docenti, facendo un uso scorretto della didattica a distanza, la rendono insostenibile per la troppa mole di lavoro assegnato andando a gravare sullo studente, bisognerebbe promuovere per gli insegnanti un corso per il corretto e l’ottimale svolgimento della DAD. Ribadendo per l’ultima volta la DAD con le sue immense potenzialità è per me un mezzo o per meglio dire un faro che, sfruttato a modo, può propagare la luce della conoscenza e del sapere nelle tenebre dell’ignoranza purtroppo diffusa nel mondo.

Pregiudizio e tolleranza

Il pregiudizio resta una delle piaghe che affliggono il mondo odierno e continua a essere una fonte di dolore per chi ne è vittima e talvolta questo odio ingiustificato finisce, come ci insegna la storia, per scaturire in guerre, persecuzioni e stragi. Nel dettaglio, il pregiudizio consiste nell’attribuire a qualcuno un giudizio ancor prima di conoscere gli individui e i loro vissuti , tutto questo è alimentato dalla paura derivante dalla diversità tra culture o religioni. Le persone che non riescono ad accettare a fondo la diversità degli altri individui che, per giunta è un elemento di arricchimento sociale, dovrebbero per lo meno mantenere un atteggiamento tollerante visto che la loro vita non viene influenzata in alcun modo dalle abitudini altrui.

Non considero la tolleranza come un fenomeno prettamente positivo perché non consiste nell'aprirsi ad altre visioni del mondo, ma semplicemente a subire, senza intervenire in alcun modo, persone e fattori che si desidererebbe non esistessero. La maggior parte delle volte anche la tolleranza è impedita dalla paura che gioca un ruolo cruciale nella mente umana impedendole di ragionare lucidamente e fa riversare ogni forma di crudeltà contro le categorie sociali più deboli che fungono da capro espiatorio, un sentimento così forte, in questo caso come in molti altri, non ha una vera motivazione, ma è puramente istintivo. In queste situazioni, ovvero dove prevalgono le tensioni sociali, giocano un ruolo importante i social network e la stampa, in grado di veicolare con efficacia e con estrema velocità qualsiasi tipo di informazione,infatti quest’ultime pur essendo in parte false riscuotono successo e finiscono per andare a screditare una determinata religione, una fascia sociale o una categoria di individui.

Gli strumenti descritti in precedenza sono anche veicolo di immagini che, portano i più giovani a voler possedere gli stessi oggetti, a seguire gli stessi comportamenti e atteggiamenti così da essere considerati alla moda e sentirsi partecipi di un gruppo. A causa di ciò si va a creare una mentalità che tende a dare importanza alla superficialità e all’aspetto esteriore delle cose senza dare importanza a ciò che dovrebbe contare davvero: l’aspetto interiore. Si potrebbe intervenire cercando di veicolare messaggi positivi, usando i social come strumento per fare del bene. Bisognerebbe ambire a far notare l’unicità di ognuno di noi così da spezzare la tendenza a omologare che pone sullo stesso piano chiunque segua la moda. Come si può dedurre, considero l’uguaglianza un male perché nessuno di noi è uguale e non bisogna puntare a esserlo. Dal mio punto di vista sarà quasi impossibile sconfiggere il pregiudizio o almeno per il momento; per sperare di combatterlo bisogna puntare alla realizzazione di un programma di rinnovamento sociale basato sull’esaltazione e sulla rivalutazione della diversità come un bene per il mondo e non più un male. Lo scopo dovrebbe essere quello di colpire tutte le fasce sociali, ma prevalentemente i genitori che, affascinati dalle nuove idee, dovrebbero educare in maniera diversa i propri figli; fin da piccoli ci insegnano ad avere timore nell'abbracciare le altre culture e a guardare con occhi diffidenti una persona se non rispetta i canoni che ci vengono imposti. Quello descritto in precedenza per quanto utopico irrealizzabile è l’unico metodo per far cessare anche il clima di tensioni e odio odierno in costante aumento.