Blog DEL LEGNO

IL BOSCO CHE CI APPARTIENE

TESTI ED IMMAGINI DELLA CLASSE 1LA

#bosco #vitanellanatura #laboratoriodiscrittura

17 aprile 2024

Dovremmo imparare ad osservare e a riconoscere il bosco non solo come risorsa, ma come presenza preziosa e profonda nella vita di tutti noi.. I giovani aspiranti falegnami della 1LA, durante il laboratorio di scrittura creativa svolto in classe, hanno raccontato con pensieri ed immagini gli alberi ed i boschi della loro vita. Buona lettura!


A Trambileno, vicino a casa di mia nonna, c’è un bosco che in un certo senso mi appartiene. Lì gli alberi sono giovani, senza rughe e senza imperfezioni; sono ricchi di foglie e di rami pronti ad innalzarsi verso il sole; le radici devono ancora crescere completamente e sono ancora tenere, come i capelli di un bambino. Quando arriva il vento, i rami e le foglie oscillano come ragazzi che vogliono giocare a rincorrersi. I fusti lunghi, magri e snelli sono giovani corpi che non riescono a stare fermi. Il bosco qui è curioso, furbo e pazzo come un ragazzo che riserva mille sorprese. Tra qualche anno però questo bosco sarà più grande e più forte.


Daniel B.

La maggior parte degli alberi in Val di Rabbi ha il fusto diritto e snello e i loro tronchi ricordano i corpi di giovani ragazzi: i busti, stretti e diritti, si protendono verso l’alto, come i ragazzi in crescita e il loro torace è ricoperto da piccoli peli neri; la pelle è liscia e di color marrone chiaro, i piedi sono bloccati sotto terra e la testa è sempre rivolta verso il cielo. 

I giovani alberi, intrecciati uno all'altro, giocano sempre con le mani sfiorandosi o toccandosi, hanno un carattere vivace e sono sempre in movimento. Quando soffia il vento, sbattono le piccole braccia tra loro. Tra qualche anno questi alberi avranno fusti più larghi, una pelle rugosa e le radici piantate ben sotto terra. 

Oscar D.

Il bosco di Centa può essere paragonato a un ragazzo curioso. Dopo Vaia, nelle zone dove gli alberi sono caduti, le latifoglie stanno rimpiazzando le aghifoglie e la vegetazione diventa più fitta e spessa, come un muro. Le radici sono ancora deboli ma continuano a rinforzarsi come le ossa di un ragazzo che, anno dopo anno, diventano sempre più lunghe, forti e profonde. D'estate le piante sono rigogliose, piene di vita e sembrano giocose; poi però arriva l'autunno e il caldo accogliente lascia spazio al freddo: le foglie cadono, morte, formando un letto al suolo. D'inverno gli alberi con il peso della neve si piegano quasi fino a terra e sembra che vogliano toccarla; poi arriva la primavera e tutto ricomincia: la vita torna rigogliosa e forte come quella di un ragazzo che si risveglia dopo aver riposato.

Valerio M.

Classe 1LA