Via Camin

DENOMINAZIONE: Via Camin


ETIMOLOGIA: Abitato già in epoca preromana, come testimoniano i reperti sul territorio, Camin nel medioevo era feudo dei longobardi Da Camino, da cui prende il nome.


CENNI STORICI: Nelle mappe prima del 1858 la via si chiamava “Strada comunale detta della Chiesa” e collegava, come ora, il territorio di Noventa con il territorio del Comune di Camino attraverso il ponte vecchio sul canale Piovego.

Ponte vecchio del Piovego.




L’antico ponte di Noventa fu costruito a

scavalcare il corso artificiale del Piovego, realizzato nel primo decennio del Duecento per volontà del Comune di Padova, per unire le due rive del canale verso Camin.

Ponte vecchio del Piovego.


Si tratta del secondo dei tre ponti edificati: ponte dei Graissi (tra la Stanga e San Gregorio); ponte di Noventa e ponte di Stra. Anche se ripetutamente trasformato, conservò il suo tipico profilo in mattoni e pietra con arco ribassato ed anche la sua funzione di collegamento tra le due rive sulla via che conduce a Camin, fino agli anni dopo la I guerra mondiale. Dopo la costruzione del nuovo ponte-sostegno con la chiusa nel 1919 fu demolito.







Il ponte “moderno” a tre luci, unisce a sé anche un’opera idraulica importante cioè il sostegno mobile (detto “tamburàn”) ed il bacino con la chiusa per la navigazione fluviale (1923-25).

Strade principali Noventa prima del 1858.

CASA COLLIZZOLLI

Risalente al 1600, corrisponde alla proprietà dei Petri, veneziani stabilitisi a Noventa nella seconda metà del ‘600, segnata nella topografia del Rizzi Zannoni del ‘780. Da un punto di vista architettonico, l’edificio è di tipo cinquecentesco; la finestra centrale è a tre aperture, e costituisce una serliana. Sul fianco meridionale si vedono chiaramente le finestre centinate che illuminano le scale, in posizione laterale, e supporti di mensole di pietra.


Casa Collizzolli oggi.

Casa Collizzolli anni ‘60.

Il cosiddetto “CONVENTO ARMENO in cui, verso il ‘700, vi soggiornarono i padri Mechitaristi Armeni. Questo convento appartenne a Bernardo Muneghina, in seguito a Giuseppe Salzi e infine a Vincenzo Ferro. Questa struttura comprendeva anche un oratorio che fu distrutto in un alluvione nel 1839. Secondo la tradizione “I Padri Orientali” avrebbero nascosto un tesoro.

Convento Armeno oggi.

Convento Armeno negli anni 60'.

VILLA CANELLA DALLA FAVERA, oggi Dalla Favera, è immersa in un immenso parco ricco di alberi. Non sappiamo con esattezza quando sia sorta, ma già dal secolo scorso apparteneva ai Canella. La facciata settentrionale è caratterizzata dal poggiolo centinato e le finestre sono disposte in modo simmetrico. In relazione con l'accesso della via per Camin troviamo un ingresso secondario che negli ultimi

anni sta acquisendo molta importanza. A sud-est della villa si inserisce la vasta barchessa ancora in ottime condizioni. Grazie al verde delle piante le ampie arcate in mattoni e il tetto con travature grezze creano un bell'effetto di chiaroscuro.

Villa Canella dalla Favera