La Pecora Dolly.

di Christian D’Arcangelis

e Leonardo Giovarruscio.


SAN VALENTINO LA FESTA DEGLI INNAMORATI.

di Marika Moretti

illustrazione di Federica Pomponi

Dolly è stata la prima pecora, nonché il primo mammifero in assoluto ad essere stata clonata con successo da una cellula somatica. È stata “prodotta” in Scozia, a Roslin, dove ha vissuto fino alla sua morte avvenuta circa 7 anni dopo l’esperimento. La sua data di nascita è il 5 luglio 1996, ma gli scienziati l’hanno resa pubblica il 22 febbraio 1997. Il metodo utilizzato da Sir. Ian Wilmut, capo del team che creò Dolly e noto embriologo britannico, per ottenere la clonazione a partire da una cellula somatica adulta, consiste nel trasferimento del nucleo di cellule somatiche. Dolly ha avuto ben tre madri: la prima le ha fornito il DNA, la seconda la cellula embrionale denucleata e, infine la terza è la madre surrogata. L’esperimento che ha portato alla luce Dolly non è stato condotto con successo già dal primo tentativo, infatti gli scienziati hanno provato per ben 277 volte senza esito positivo. La sperimentazione ha incontrato varie difficoltà e problemi: la scoperta, ad esempio, che Dolly era suscettibile di invecchiamento precoce. Nel 2002 sono stati riscontrati i primi segni di invecchiamento già presenti dall’età di 5 anni. Dolly è stata abbattuta il 14 febbraio 2003 a causa di un’infezione polmonare molto frequente nelle pecore anziane; i suoi resti si trovano al Royal Museum di Edimburgo. Ad oggi tale esperimento è considerato uno dei più importanti mai fatti. Dopo Dolly, sono stati eseguiti altri tentativi di clonazione su altri animali come lo stambecco dei Pirenei, a rischio di estinzione. Il piccolo stambecco purtroppo morì poco dopo la nascita a causa di difetti nei suoi polmoni. Nel 2000 venne ufficialmente dichiarato estinto.

L’ETICA

A questo punto ci chiediamo:

-La tecnica della clonazione potrebbe essere utilizzata anche sugli umani?

-No, risponde Ian Wilmut, sostenendo che la tecnica utilizzata per l’esperimento non potrà essere applicata sugli umani perché non garantisce efficienza, ma se perfezionata potrebbe essere una valida strategia riproduttiva, tuttavia è attualmente illegale sugli umani a livello internazionale.

Essa potrebbe essere considerata un’opzione per salvare le specie animali in via di estinzione, ma esiste un problema a cui bisognerà fare fronte, ossia che i cloni prodotti, nella maggior parte delle volte, presentano deformazioni e sviluppi anomali. In ogni caso, la clonazione potrebbe costituire una valida alternativa per riportare in vita gli animali domestici a noi molto cari.

La festa di S. Valentino è una ricorrenza dedicata agli innamorati, celebrata in gran parte del mondo, il 14 febbraio da almeno 600 anni. La sua origine coincide con il tentativo della Chiesa cattolica di «cristianizzare» il rito pagano per la fertilità. Per gli antichi romani, febbraio era il periodo in cui ci si preparava alla stagione della rinascita. A metà mese, fin dal quarto secolo a. C., iniziavano le celebrazioni dei Lupercali, per tenere i lupi lontano dai campi coltivati. I sacerdoti entravano nella grotta in cui, secondo la leggenda, la lupa aveva allattato Romolo e Remo, e qui compivano dei sacrifici. Contemporaneamente, lungo le strade della città, veniva sparso il sangue di alcuni animali. I nomi di uomini e donne che adoravano questo Dio venivano inseriti in un’urna e poi mischiati. I padri precursori della Chiesa, decisi a mettere fine a questa pratica licenziosa, vollero trovare un santo degli innamorati per sostituire l’immorale Lupercus. Nel 496 d. C. Papa Gelasio annullò la festa pagana decretando che venisse seguito il culto di San Valentino. Egli, nato a Terni, era un vescovo romano che era stato martirizzato.

San Valentino fu un martire in vita, dedito alla preghiera. Per questo motivo, i cittadini di Terni lo proclamarono Santo Patrono nel 1644. La sua fama internazionale è dovuta ad una leggenda nata nei paesi anglofoni. Secondo questa leggenda, San Valentino regalava ai giovani che gli facevano visita un fiore colto dal suo giardino. Due di questi ragazzi si innamorarono e vissero, nell’amore, una vita felice. Ecco che tanti altri innamorati decisero di fare la loro stessa cosa. Perciò, il Santo dedicò loro una giornata in cui avrebbe eseguito le benedizioni nuziali. Ancora oggi molte coppie si recano a Terni il 14 febbraio per visitare la Basilica di San Valentino, con l’obiettivo di scambiarsi promesse d’amore. Molti coniugi, invece, che raggiungono il venticinquesimo o il cinquantesimo anno di matrimonio rinnovano il loro legame.