Stella N'djoku scrive di noi
In questi giorni, con i miei ragazzi dell’ora di religione, abbiamo consultato e commentato i giornali: è possibile che in un quotidiano di 24 pagine ci sia ogni giorno, una moltitudine di titoli che parlano di violenze di ogni tipo? Non sarebbe forse meglio lasciare (e lasciarsi) spazio per le buone notizie? Così, porto ai ragazzi un esempio, quello di alcuni loro coetanei delle scuole medie di Loro Piceno "in centro Italia, nelle Marche, la regione di Leopardi, avete in mente?”, che hanno avuto il coraggio di farsi stupire dal bello. Ci penso spesso: a tredici anni tutti noi sentiamo ancora la fame del bello, vogliamo che qualcosa di infinito ci nutra, e quindi lo diciamo, lo cerchiamo, lo imploriamo, magari anche violentemente, in tutto quello che incontriamo, eppure, allo stesso tempo, magari non riusciamo a dirlo: vorremmo essere grandi, nella speranza di trovare compimento ai nostri desideri, senza accorgerci che questa è l’età in cui ancora sentiamo e possiamo tutto, non nel senso di onnipotenza, ma nel senso di attenzione alla vita, di capacità di meravigliarsi di cosa accade, e cioè che ci cade davanti. Se ripenso alla nostra mattinata insieme, ho alcuni ricordi che ritraggono perfettamente quei momenti: la vostra curiosità -ripenso per esempio a Viola, una di voi della classe 2a che è stata con noi solo nel momento di “intervista” a me, quando ha detto che sì, lei ha già ascoltato degli audiolibri, ma che non hanno gli “effetti speciali” di cui parlavamo (suoni che riportano alle sensazioni, ai profumi, …) e io le ho risposto che sarà lei la prima a crearli, la vostra dolcezza, la vostra apertura. Sono grandi qualità che avete e che mi avete fatto riscoprire, con ancora più entusiasmo.
E dunque, se la società (termine bruttissimo) ci impone di essere sempre al top, belli, ricchi, se ci viene detto che chi non ha un certo paio di scarpe, un certo stile musicale, l’ultimo modello di telefonino, è uno sfigato, allora, noi stiamo dalla parte degli sfigati: come il nostro Giacomo Leopardi, che ci viene descritto come gobbo e triste, come Stephen Hawkins, che anche da una sedia a rotelle ha saputo guardare le stelle. Perché se essere (o sembrare) sfigati vuol dire generare L’Infinito, allora ben venga!
E così, i miei auguri sono due: il primo è che rimaniate sempre puri, con questa capacità di stupirvi di fronte alle cose belle della vita! Il secondo è che troviate una compagna di viaggio come la professoressa Domenella, che senza di lei e della disponibilità grandissima dei vostri professori, non ci saremmo conosciuti!
E ricordatevi sempre di dare ragione del perché delle cose, di essere portatori di luce e di riempire le schede di lettura della professoressa Ciccioli spiegando il perché di ciò che vi piace o meno, perché la vostra umanità sta in tutti questi perché e nella capacità di continuare a stupirsi.
A presto,
con affetto,
Stella N'Djoku
Sabato 16 Febbraio, a Loro Piceno, è venuta Stella N’djoku, una giornalista della radiofonica Radio Due. Questa ragazza, dopo essersi presentata, ci ha spiegato la ragione per cui si trovava qui: il bicentenario della scrittura della poesia "L'Infinito" di Leopardi. Oltre a questo argomento abbiamo trattato anche:
Dopo aver affrontato questi argomenti ci ha fatto queste domande: Che cos'è per voi l'Infinito? E perché?
A base di questi interrogativi ha intervistato 4 ragazzi della terza ognuno un tema:
Quest'esperienza è stata molto costruttiva sotto tutti i punti di vista perchè abbiamo parlato di molti argomenti anche a noi cari e perchè è stata una lezione diversa dalle altre.