“LE IMPRONTE DEL PASSATO, LE ALI DEL FUTURO”
Io sono sereno nell’essere fanciullo. Mi chiedevo se la più grande fatica fosse riuscire a non far niente, lasciare tutto com’è e non andare dietro alla gente, ma mi perdevo tra vecchie collezioni, tra occhi più o meno distanti e qualche ricordo importante che si sente sempre. Purtroppo mi lasciavo trascinare in giro dalla tristezza, quella che ti prende le gambe e punta i piedi nella direzione opposta, così lontana dal presente. Ho sperato tanto che i giorni si sarebbero allungati per avere sogni come fari e anche occhi selvatici degli animali per notare le piccole differenze. Oggi ho capito e sono orgoglioso di quello che sto diventando. Mi istiga, come Leopardi, il limite, perché ci dà la possibilità di approfittare dell’immaginazione per creare una nostra emozione intellettuale. E’ così che ho imparato a soffermarmi a vedere una precisa stella in mezzo ad un milione e quella stella a destra è il mio punto di riferimento. Per il mio futuro ho immaginato e lo farò ancora, perché le mie aspettative non potrebbero essere uguali. Tanto uguale seguire l’infinito.