Lezione I
Le note dentro al pentagramma
Le note dentro al pentagramma
Le note sono dei segni grafici che rappresentano i suoni.
Le note musicali sono sette:
Do Re Mi Fa Sol La Si
Le note si scrivono nel "rigo musicale" o "pentagramma".
Il pentagramma (o rigo musicale)
Il pentagramma, o rigo musicale, è formato da cinque linee e quattro spazi.
Le linee e gli spazi si contano partendo dal basso verso l'alto.
Le note sulle linee sono:
Mi, Sol, Si, Re, Fa.
Le note negli spazi sono:
Fa, La, Do, Mi
Altezza dei suoni
L'altezza è quella caratteristica del suono che ci permette di distinguere una nota grave da una nota acuta.
Le note scritte nel pentagramma hanno altezze diverse e questo dipende dove sono scritte (e dalla chiave utilizzata).
In linea di massima diciamo che considerate due o più note note, quella grave si trova verso il basso (sotto), quella acuta verso l'alto (sopra).
Esempio:
Indica nelle coppie di note riportate sotto, qual è quella acuta (A) e quale quella grave (G).
Esercitazione
Le note dentro al pentagramma: note sulle linee e note negli spazi.
Esercizio di lettura delle note sulle linee
Qual è la nota più acuta?
Qual è la nota più grave?
Esercizio di lettura delle note negli spazi
Qual è la nota più acuta?
Qual è la nota più grave?
Esercizio di lettura delle note dentro al pentagramma, sulle linee e negli spazi.
Caccia agli errori
Approfondimenti
Da dove deriva il nome delle note musicali?
Il nome delle note si deve al più grande teorico musicale del Medioevo: Guido D'Arezzo (995 - 1050).
Guido D'Arezzo inventò il tetragramma, un rigo musicale formato da quattro linee e tre spazi; per dare il nome alle note si servì delle prime sillabe di sei versetti di un celeberrimo inno in onore a San Giovanni, riportato sotto:
Inno a San Giovanni, notazione gregoriana
Inno a San Giovanni, notazione moderna
Versetto in latino
Ut queant laxis Resonare fibris Mira gestorum Famuli tuorum
Solve populi Làbiire atum Sancte Joannes.
Traduzione
Affinché i fedeli possano cantare con tutto lo slancio le tue gesta meravigliose, liberali dal peccato che ha contaminato il loro labbro, o San Giovanni.
Questo inno presentava una particolare caratteristica: la nota corrispondente alla prima sillaba di ogni verso saliva di un grado così da formare una scala di se note chiamata esacordo.
Era nata la scala moderna, allora di sei note: Ut, Re, Mi, Fa, Sol, La.
Nel 1500 un altro teorico musicale italiano, Gioseffo Zarlino (1517 - 1590), aggiunge una linea al tetragramma e ottiene il pentagramma, ovvero il rigo musicale in uso ancora tutt'oggi. Successivamente viene aggiunta anche la settima nota, Si, che deriva dalla fusione delle iniziali di Sante Joannes.
Nel corso del 1600 la nota Ut sarà modificata in Do.
La notazione nei paesi anglosassoni
Nei paesi anglosassoni è in uso ancora la notazione alfabetica. Questa si trova tutt'oggi negli spartiti jazz, pop-rock: