L'importante è usare, non possedere!

di Aurora Castelluzzo, Andrea De Pascalis, Gioele Verdesca & Josephine D'Adamo


Siete sommersi da troppi oggetti e non sapete come utilizzarli? Sapete dell’esistenza delle biblioteche degli oggetti? Date uno sguardo a questo articolo!

La biblioteca degli oggetti è un’idea nata nel 2011, che ha preso vita grazie ad un nuovo modello di economia che si sta diffondendo: l’economia della condivisione, o più comunemente chiamata “Sharing Economy”. L’ultima novità è Leila, una biblioteca degli oggetti situata a Bologna, dove è possibile condividere oggetti anziché acquistarli.

E’ un'idea che risale agli anni Quaranta del secolo scorso, quando le famose “biblioteche dei giocattoli” erano finalizzate al divertimento dei bambini durante i tempi della guerra, mentre le “biblioteche degli attrezzi da lavoro”, insegnavano ai giovani come usarli.

Ma ritornando a noi, sugli scaffali di Leila possiamo trovare di tutto, dai prodotti di prima infanzia, ai giocattoli, pentole, libri, strumenti da lavoro, sedie, e tantissime altre cose.

Gli scambi si basano interamente sulla fiducia, infatti chi vuole può portare un oggetto che non usa più, dopodiché può prenderne altri che restituirà in seguito, tutto semplicemente pagando una tessera al costo di circa 25 euro.


Dopo Bologna, sorgeranno inoltre dei punti Leila anche a Lipsia e Innsbruck. A Toronto è anche nata nel 2012 la Sharing Depot (il deposito della condivisione) che ha superato i 25mila prestiti. C’è anche una kitchen library dedicata alla condivisione di planetarie, impastatrici professionali e articoli da cucina. Ad Anchorage, Alaska, prestano kit per esperimenti scientifici e persino animali imbalsamati. A Paschal Ville, sobborgo a sud ovest di Philadelphia, dove povertà e disoccupazione superano di tre volte la media nazionale, è emersa l’importanza di un’adeguata preparazione su come presentarsi ai colloqui di lavoro, da lì è nata la Tiery, una cravattoteca che presta cravatte per occasioni speciali. In conclusione, Leila, ma anche Tiery, la kitchen library e qualsiasi altro punto di condivisione, avvantaggiano i cittadini perché li supportano in diversi aspetti: quello economico, quello ecologico, e quello culturale, dal momento che i cittadini possono confrontarsi sul significato del consumo consapevole e della condivisione e sulla ripercussione che questi hanno sulle relazioni vicine e lontane.