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 A cura di Ian Boraso e Gioele Guadagnin

Spazio:le eclissi

Le eclissi sono vicine. Un evento abbastanza comune, dato che ce ne sono circa sei ogni anno La prossima eclissi solare anulare apparirà il 14 ottobre, mentre l' eclissi lunare parziale sarà il 28 ottobre. 

Che cos'è un eclissi?

E' un evento astronomico che causa l'oscuramento parziale o totale di un corpo a causa dell'interferenza di uno o più corpi tra esso e una fonte luminosa. Si verifica quando tre o più corpi celesti sono allineati sullo stesso piano. La parola "eclissi", infatti, deriva dal greco "ek" e "leipein" e significa "allontanarsi da", "nascondersi".

Nel caso del sistema Sole-Terra-Luna, possono avvenire due tipi di eclissi.

Un'eclissi totale di Luna ha durata massima di 1h e 40 min., ma durante questo periodo la Luna continua ad essere più o meno visibile, assumendo una colorazione rossastra. Questo tipo di eclissi è visibile da tutte le località terrestri per le quali il nostro satellite si trova al di sopra dell'orizzonte, ed avviene circa 4-5 volte l'anno.

In un'eclissi totale il disco lunare copre interamente il disco solare: ciò è dovuto al fatto che il diametro angolare dei due astri è uguale. Il completo ricoprimento del Sole si ha se il diametro angolare della Luna è uguale o maggiore di quello del Sole. Quando l'eclissi totale si verifica con la Luna, quindi con diametro minore di quello del Sole, il ricoprimento non può essere totale: si ha un eclissi "anulare".

Ian Boraso

Notizie dallo spazio

Dall'area vicina alla galassia di Andromeda arriva lo spettacolo di una delle sorgenti cosmiche più luminose: è un blazar, ossia una sorgente radio quasi stellare (quasar) al cui centro si trova un gigantesco buco nero molto attivo.

La scoperta si deve al Virtual Telescope e il fenomeno è stato osservato da Manciano, in provincia di Grosseto, dove si trova "il più puro, buio e stellato della penisola", dice l'astrofisico Gianluca Masi, responsabile scientifico del Virtual Telescope.

"La sera del 15 agosto scorso, confrontando alcune immagini appena ottenute della regione di cielo dove si trova la grande galassia di Andromeda con alcune del giorno 10 veniva notata una sorgente di aspetto stellare in sensibile aumento di luminosità", osserva Masi in una nota. "Immediate e accurate verifiche permettevano di collegare l'oggetto ottico variabile trovato ad una sorgente classificata negli archivi sia per emissioni alle lunghezze d'onda radio che X" e da quel momento la fonte è stata controllata costantemente dal Virtual Telescope. Le osservazioni, confrontate con i dati degli archivi, hanno permesso di confermare che la fonte della luminosità è "un colossale buco nero, dalla massa pari a miliardi di volte quella del Sole, che siede al centro di una remota galassia". Ulteriori conferme che quanto osservato da Masi fosse la controparte ottica di un blazar sono arrivate dall'Osservatorio Astronomico di Padova dell'Istituto Nazionale di Astrofisica.

Gioele Guadagnin