SITUAZIONE DELLE DONNE IN IRAN

In queste ultime settimane in Iran si sono verificate violente manifestazioni e rivolte. L’evento cruciale è stato l’uccisione della 22enne Mahsa Amini, a causa della polizia della morale, la quale ha il compito di controllare l’ordine cittadino e che l’aspetto delle donne sia coerente con i principi islamici e il codice dell’abbigliamento. Gli uomini e le donne che manifestano lottano contro l’oppressione femminile, la corruzione e la povertà, la discriminazione etnica, il fondamentalismo religioso, la Repubblica Islamica, il conformismo intellettuale e per la libertà politica contro il terrore di stato. Vogliono un Paese in cui prevalga la dignità umana e la giustizia e in cui tutti possono godere di pari diritti senza essere discriminati. Infatti ad oggi le donne non possono:

• cantare e ballare (se non in un pubblico di sole donne),

• recarsi negli stadi (eccetto per le partite della Nazionale)

• ricevere un’eredità adeguata

• vestirsi come vogliono (hanno infatti l’obbligo dell’hijab, che deve essere accompagnato da vestiti considerati occidentali)

• viaggiare libere all’estero da sole

• sposarsi con chi vogliono (senza rischiare il delitto d’onore)

• esercitare la carica di Presidente della Repubblica

• andare in bicicletta.

L’ età di una donna per essere considerata penalmente responsabile è di 9 anni. Per l’adulterio è prevista la pena di morte.

Il 3 gennaio 2021 il governo Rohani ha approvato un progetto di legge che tutela le donne vittime di violenza, proposta che deve essere ancora accettata dal Parlamento.

Molte sono le donne che si sono opposte al regime iraniano e per questo arrestate. Tra queste troviamo Nasrin Sotoudeh, difensora dei diritti umani, condannata a 38 anni e 148 frustate per ‘’incitamento alla corruzione e alla prostituzione e commissione di un atto peccaminoso poiché apparsa senza velo in pubblico’’,e Vida Movahedi,altra difensora dei diritti umani, arrestata il 29 ottobre 2018, conosciuta come ‘’Ragazza di via della Rivoluzione’’per essersi tolta il velo nelle note strade di Teheran e averlo appeso a un bastone, sventolandolo.

Ma la loro situazione non è sempre stata così. Infatti durante i regni dello scià Reza Pahlavi e di suo figlio Mohammad Reza Pahlavi, l’Iran iniziò un processo di modernizzazione. Agli inizi degli anni 20 il velo non era più obbligatorio, potevano iscriversi all’università e acquisirono il diritto al voto e la riforma del codice di famiglia con difesa delle donne in questioni quali divorzio e limitazione della poligamia. L’occidentalizzazione era però sentita dalla maggior parte della popolazione come forzata e contraria alle tradizioni islamiche e sciite. Con la Rivoluzione cosiddetta ‘’Bianca’’ci fu un processo di emancipazione femminile, il divorzio veniva

giudicato da un tribunale laico e l’età legale per sposarsi arrivò tra i 15 e i 18 anni. Tutto però cambiò con la Rivoluzione Islamica del 1979, in cui diritti delle donne furono mutilati.

Ancora oggi le proteste vanno avanti sebbene all’origine siano state di rivendicazioni femminile per la libertà, contro il controllo del corpo femminile, contro il velo obbligatorio, ora le proteste si sono allargate enfatizzando parole come DONNA, VITA e LIBERTA’ diventando uno slogan che sfida il sistema patriarcale e che va contro alcune leggi discriminatorie della Repubblica Islamica.

Le donne nelle piazze si armano del loro coraggio per rivendicare la propria dignità, i propri diritti usando come strumento di lotta la sensibilità verso un mondo che deve fare qualcosa affinché queste situazioni non accadano più.

A noi giovani spetta il compito di integrare le persone di ogni cultura e religione rispettando la libertà individuale e facendo delle loro differenze la nostra ricchezza.

Vittoria Di Giusto II E