Alla ricerca degli antichi pani tra calli e ponti... con le classi 3° e 4° PAN
Che i veneziani amassero così tanto il pane lo dimostra il gran numero di strade che Venezia ha dedicato all’arte della panificazione, esistono infatti:
una decina di “calli da forno” che devono il nome all’esistenza di antichi forni pubblici
alcune calli “del forner” (fornaio)
parecchie calli, ponti e sotoporteghi ” del pistor“, parola latino/veneziana che significava fornaio e che deriva da “pestare” con ovvio riferimento ai cereali
la Panateria, cioé la strada dove si aprivano le 25 botteghe da forno che costituivano il mercato del pane di Rialto
un ponte, una calle e un rio “del pestriner“. I pestrini erano stabilimenti nei quali si macinavano a mano, o con mole mosse da vecchi cavalli, asini, o mucche, i grani.
Scomparsi gli asini e i cavalli, erano rimaste le mucche che i pestrineri iniziarono ad sfruttare per la produzione del latte; ecco che da qui, la parola “pestriner si trova ad assumere un altro significato: quello di lattivendolo.
A Venezia, l’arte dei fornai un tempo era suddivisa in due rami d’attività distinti: da una parte i pistori, che impastavano e davano forma al pane, e dall’altra i forneri, che lo cuocevano. La Repubblica di Venezia esercitava una stretta sorveglianza sulla produzione e vendita del pane: c'erano infatti delle corporazioni artigianali, che proteggevano e garantivano la qualità del pane veneziano.
In particolare, nella visita didattica, abbiamo potuto vedere e riscoprire alcune calli e sottoporteghi dedicate ai pistori e ai forneri, ma soprattutto La Stele del Pan. La stele del pan non è solamente una curiosità per il fatto stesso che essa rappresenta l'unica stele sopravvissuta in città, ma anche perchè il testo inciso è sia nella faccia rivolta verso ai passanti, che in quella rivolta verso il canale, dove infatti è riportato il testo per i barcaioli.
La Stele si trova vicino al sotoportego Falier e si arriva giungendo dalla strada nova per recarsi verso Rialto o al contrario provenendo dalla zona di Rialto per calle Dolfin, andando verso campo Santi Apostoli. La lastra bianca pietra è collocata proprio al termine della calle Dolfin.
Il testo del bando, in latino, nella parte frontale avvisa che tutti coloro che trasgrediranno l'ordine di non vendere o cuocere pane in altri luoghi che non siano i negozi dei pistori, sarà punito con l'ammenda di "25 ducati e la prigione". Se i trasgressori saranno forneri la pena sarà duplicata. Il proclama prosegue proibendo anche ai barcaroli di trasportare pane di contrabbando o anche solo di condurre persone che ne avessero nelle tasche, con pena di vedersi "bruciare la barca e la sospensione della licenza" per minimo due anni.
Per ordine "dell'Inquisidor" il proclama doveva essere stampato, pubblicato e inciso nel marmo nei luoghi più frequentati. L'uscita ci ha fatto scoprire non solo la Venezia tradizionale (Piazza San Marco, Ponte dei Sospiri,, Fontego dei Tedeschi, il Ghetto Ebraico, la Libreria Acqua Alta) ma anche alcuni scorci della Serenissima che non conoscevamo e che ci riguardano particolarmente. Tutto questo ci ha fatto comprendere le antiche e importanti origini del nostro lavoro e del nostro settore!