Cosa si intende per resilienza e autoefficacia?
La resilienza fa riferimento alla capacità di riscattarsi e rimettersi in gioco dopo un brutto momento o un duro fallimento. Se le difficoltà sono imputate sempre e solo alla propria presunta incapacità è difficile ‘rialzarsi in piedi’, mentre in modo più obiettivo occorrerebbe distinguere tra ciò che si può controllare e ciò che viene dall’esterno.
L’autoefficacia riguarda la fiducia nelle proprie competenze e capacità. Fa riferimento alla sicurezza con cui si scelgono e si affrontano i problemi. Quando si ha scarsa autoefficacia non ci si sente all’altezza della situazione e si approcciano i compiti anticipando il proprio fallimento. Possedere fiducia in se stessi permette invece di affrontare senza pregiudizio le attività quotidiane e di dare il giusto peso a vittorie e fallimenti.
Secondo Goldstein le vie principali per insegnare e formare alla resilienza sono:
praticare l’empatia;
incoraggiare la responsabilità;
potenziare l’abitudine a prendere delle decisioni;
insegnare l’ottimismo attraverso critiche costruttive.
Secondo Albert Bandura, coniatore del termine, ci sono 4 vie per promuovere l’autoefficacia scolastica:
esperienza di gestione efficace: è importante proporre situazioni problematiche, ma che siano alla portata degli studenti per non scontarsi sempre con situazioni che inevitabilmente portano al fallimento;
proporre dei modelli di comportamenti che dimostrino fiducia in se stessi e nelle proprie capacità;
la persuasione è un’altra ‘arma’ a disposizione degli insegnanti, soprattutto se amati dagli studenti. Le loro parole di incoraggiamento e di apprezzamento fanno da base per l’autoefficacia;
migliorare le condizioni esterne che producono stress permette di concentrarsi sulla propria autoefficacia.