scuola secondaria

Capiservizio GIULIA (2B)

debate: armi e pena di morte

a cura di Margherita (3B)

Il debate consiste in un confronto fra due squadre di studenti che sostengono e controbattono un'affermazione o un argomento dato dal docente.


Le classi si erano divise in due gruppi: da una parte c'erano coloro che erano contrari all'uso delle armi e all’applicazione della pena di morte, dall'altra quelli che erano a favore. Ognuno aveva preparato argomenti ben definiti per sostenere la propria posizione ed ora era giunto il momento del confronto.

Il debate è iniziato con il primo gruppo della 3C che ha esposto le proprie ragioni contro l’applicazione della pena di morte. Il gruppo contrario all'applicazione della pena di morte ha argomentato che è una violazione dei diritti umani fondamentali e che ci sono alternative più umane ed efficaci per punire i criminali. Hanno anche sottolineato che la pena di morte non è una forma di punizione efficace per i crimini e che può portare all'errore giudiziario e all'esecuzione di persone innocenti.

Il secondo gruppo ha preso la parola a sua volta, difendendo la propria posizione a favore dell'applicazione della pena di morte. Questo gruppo a favore della pena di morte ha sostenuto che in certi casi estremi la pena capitale è l'unica forma di giustizia adeguata per alcuni crimini particolarmente gravi. 

Il debate della 3C si è concluso con la vittoria del gruppo contrario all’applicazione della pena di morte poiché, con l’aiuto di una buona argomentazione e di accenni a differenti fonti, è stato più abile a convincere la giuria della tesi sostenuta.

Dopodiché è stato il turno della 3B. Il primo gruppo ha sostenuto il suo dissenso per l’uso delle armi sottolineando gli effetti devastanti che queste possono avere sulla vita umana, la facilità con cui possono finire nelle mani sbagliate e il perpetuarsi della violenza che ne deriva. Hanno anche evidenziato l'importanza di cercare soluzioni pacifiche ai conflitti, anziché ricorrere alla violenza.

Al contrario il secondo gruppo, favorevole all’uso delle armi, ha sostenuto che in certi casi l'uso delle armi può essere necessario per difendere la propria vita o quella di altri e che è importante avere il diritto di difendersi in caso di pericolo. Hanno inoltre evidenziato come le armi possano essere utilizzate responsabilmente e che sono gli individui, non le armi stesse, a essere responsabili degli atti violenti.

Il debate della 3B si è concluso con la vittoria del gruppo contrario all’uso delle armi poiché, a sua volta, con l’aiuto di una buona argomentazione e di accenni a differenti fonti, è stato più abile a convincere la giuria della tesi sostenuta.

Il debate è stato acceso ed entrambi i gruppi hanno fatto valere le proprie argomentazioni con passione. Alla fine,, nonostante le divergenze di opinione, entrambi i gruppi hanno riconosciuto l'importanza di ascoltare e rispettare le opinioni altrui e di cercare soluzioni attraverso il dialogo e la comprensione reciproca. È stato un momento di confronto e riflessione che ha permesso agli studenti di esprimere le proprie idee in modo costruttivo e di imparare a confrontarsi con pensieri diversi.

il bullismo e i nostri insegnanti

a cura di Maddalena ed Emma (1A)

I professori fanno sempre domande o spiegazioni sul bullismo, ma noi alunni possiamo fare lo stesso? La risposta è sì, ed ecco due domande sul bullismo poste ad alcuni insegnanti!

I primi di marzo sono stati dei giorni molto movimentati, anche per la faccenda del Drilla Day. Qualche giorno dopo abbiamo avuto un’idea: chiedere ai professori che esperienza avessero avuto col bullismo a scuola.

Proponemmo quest'idea come articolo da inserire nel giornalino, poiché un giorno nella nostra classe si era svolto il Circle Time, un momento della settimana in cui si riflette sulle cose negative o positive accadute in classe o fuori.

In quella giornata avevamo parlato appunto degli incoraggiamenti e scoraggiamenti, cioè argomenti abbastanza simili al bullismo, e da lì ci si accese la lampadina. 


Le domande sul bullismo, fatte agli insegnanti, sono state: Lei è mai stata/o bullizzata/o o preso/a in giro per le sue caratteristiche o aspetto fisico, nel suo percorso scolastico?” E: “Lei si è mai ritrovata/o a bullizzare, o anche prendere in giro qualcuno invece?”


Ecco allora, alcune risposte dei professori:

Prof. Carlo Favero: “Sì, mi prendevano in giro perché ero grosso, però io di conseguenza, per vendicarmi, prendevo in giro gli altri, perché, per esempio, troppo bassi o magrissimi.”

Prof.ssa Martina Sfriso: “Mi prendevano in giro da piccola, perché avevo l’apparecchio, alle medie. Però io non li ho mai presi in giro, perché ero e sono contraria al bullismo.”

Prof. Francesco Zagolin: “No, non mi è mai capitato di essere stato preso in giro nel mio percorso scolastico, e io non lo farei, neanche per un milione di euro, perché ho un carattere troppo amorevole con gli altri.”

Prof.ssa Alessandra Zin: “Alle medie mi prendevano in giro perché ero introversa, e molto vulnerabile. Venivo presa di mira soprattutto dai maschi della mia classe, tra la prima e seconda media, però nella tristezza non mi sono mai azzardata a prendere in giro di conseguenza, per evitare un ‘effetto a specchio’.”

Prof. Federica L’Abbate: “Io tra le scuole medie e le scuole elementari, venivo presa in giro dai miei compagni di classe, perché mi storpiavano il nome; mi dicevano ad esempio: “Ciao ABBATTIALBERI!”. Io di tutto ciò me ne fregavo perché, per me, non é una cosa per cui soffrire. Poi mi prendevano anche sempre un po’ di mira perché ero più piccola dei miei amici, ma ero in una classe superiore, nello stesso grado delle mie sorelle".


Speriamo che questo articolo sulle esperienze di persone che conosciamo davvero al 100% sia piaciuto alla maggior parte di voi e che abbia fatto riflettere tutti, specialmente quelle persone che fanno star male gli altri, senza pensare. 

E ricordate: “CONTRO IL BULLISMO, LA GENTILEZZA VINCE SEMPRE!” 

il laboratorio di cucina

a cura di Riccardo (2C)

Quest’ anno il prof. Francesco Toniolo ci ha proposto di fare un laboratorio di cucina con vari gruppi fatti nella classe 2c. Il prof. Toniolo ce l’ha proposto perché lo aveva già fatto precedentemente con altre classi e si era dimostrato un ottimo modo per collaborare, imparare la matematica e per apprendere le basi della cucina. 

Questo laboratorio lo abbiamo iniziato a Novembre 2023 con il primo gruppo e poi siamo andati avanti per vari mesi. I giorni in cui abbiamo lavorato sono stati i giovedì. Era presente anche il prof. Giorgio che è stato gentilissimo non solo perché ci ha aiutato ma anche ha saputo costruire un bel rapporto con noi.

Come ingredienti abbiamo usato quelli comprati dal prof. Toniolo e quelli raccolti dall’orto della scuola. Le pietanze che abbiamo fatto sono state: ravioli burro e salvia, tagliatelle al ragù, la pizza, gnocchi al pomodoro e basilico, torta al cioccolato e i biscotti con gocce di cioccolato. Quello che è stato cucinato è stato mangiato da coloro che lo hanno preparato e anche dai prof. 

In questo lavoro hanno avuto modo di intervenire tutti: verso fine anno abbiamo dovuto unire i gruppi perché non c'era più tempo e anche perché sopra la cucina dovevano fare dei lavori. Abbiamo apprezzato questo lavoro perché ci siamo divertiti e ed stato un momento per stare in compagnia. 

il mio primo colloquio di lavoro

a cura di Lorenzo (3A)

Mi sono sottoposto al mio primo colloquio di lavoro con il prof. Francesco Zagolin

Un paio di mesi fa abbiamo svolto in classe un percorso molto particolare: ci siamo immaginati tra 10-20 anni e abbiamo scritto il nostro curriculum vitae  e la lettera di accompagnamento rivolti a un ipotetico datore di lavoro. Successivamente abbiamo svolto un vero e proprio colloquio di lavoro formale. Davvero speciale!

Io penso che l’idea di questo percorso sia nata innanzitutto perché un giorno quando dovremmo sostenere un colloquio di lavoro, questo ci potrà servire come base. Con il “colloquio di lavoro”, ho potuto sperimentare come ci si pone con chi ti sta davanti in maniera più approfondita, cercando di capire che tipo di risposte sono più adatte, alle domande che ti pone l’ interlocutore. Ma soprattutto credo che il prof. Andrea Venturini abbia voluto farci sperimentare questo percorso per prepararci al meglio per l’esame di stato di terza media, valutando sin da subito quali possano essere i punti deboli di ogni alunno e cercando di valorizzare i punti più forti di ognuno di noi. 

Per pianificare la pre-scrittura ho cercato di creare delle bozze inserendo tutte le informazioni possibili su cui basarmi, ad esempio: che tipo di scuola ho frequentato, quali studi, esperienze lavorative, i miei dati personali, cercando di valorizzarlo per dare una buona impressione con la speranza di essere contattato. Insomma mettendo in campo qualsiasi informazione che possa essere utile per scrivere un buon curriculum vitae sul lavoro che ho scelto di fare. Poi successivamente in classe abbiamo visto come impostare una lettera di accompagnamento cercando di seguire una buona struttura. 

Diciamo che per me essendo una cosa del tutto nuova, all’inizio non è stato così facile scrivere la bozza nel modo più giusto, ma alla fine sono riuscito comunque a portare a termine con un buon risultato entrambe, cioè il curriculum e la lettera di accompagnamento. Ho cercato di rispettare i limiti e di non scrivere troppo poco, ma il giusto, anche se comunque dei piccoli errori ci sono stati, perché ad esempio ho scritto qualcosa in più che non serviva: come nella lettera di accompagnamento, che principalmente mi ha messo in difficoltà la quantità di parole scritte aggiungendo cose non necessarie. 

Il mio pezzo parla veramente dei miei desideri e sogni che un giorno spero di realizzare. Anche se so che questo sarà faticoso, penso anche che la maturità che acquisterò in futuro mi permetterà di impegnarmi negli studi in modo costante e serio. Spero di laurearmi in Legge visto che il mio più grande desiderio è diventare ispettore della polizia. 

In realtà il colloquio di lavoro è stato per me abbastanza semplice, perché precedentemente mi ero già annotato delle possibili domande con le risposte più appropriate in modo accurato e riflessivo, e così da dare comunque una buona impressione a chi mi stava ascoltando. Mi ha messo in difficoltà un po' la mia insicurezza, tanto più che me l’ha confermato il prof. Francesco Zagolin: comunque questa osservazione dovrà essere un aiuto per sentirmi più competente e sicuro nelle parole che userò agli esami di terza media. Come ho già detto prima, per creare un buon colloquio di lavoro, innanzitutto ho guardato attentamente i video che il prof. Venturini aveva caricato in classroom e che in precedenza avevamo guardato in classe, scrivendo le possibili domande; e come ci consigliava il video ho cercato di rispondere al meglio, naturalmente con la versione di lavoro che ho scelto. 

Devo dire che essendo sempre la prima esperienza le risposte credo che fossero complete e accurate nei minimi dettagli, con termini non generici, ma termini specifici da persona preparata, competente e matura. La parte migliore del mio percorso è stato il colloquio fatto in classe con il prof. Zagolin.

Condivido pienamente con il professore questa esperienza anche se fatta con un po' di anni di anticipo perché è un aiuto per il mio futuro per capire dove posso correggermi e migliorare. La cosa che non mi convince molto è la fermezza del linguaggio, ma penso che con l'età questa mia insicurezza mi passerà.

il primo "drilla day" al mondo!

a cura della classe 1A

Viva le Drille! Avete capito di che cosa sto parlando? Se siete interessati continuate a leggere, perché è uscito un articolo sull’evento che ha attirato l’attenzione di tutti gli studenti della Dogliotti! Siete curiosi? Allora… cominciamo!

Noi alunni della classe 1A, con il nostro professore di italiano, abbiamo creato il Drilla Day, un evento dove bisogna dire più volte possibile la parola “drilla” al posto di penna.

L’evento si è svolto il 15 marzo 2024 nella nostra scuola, e lo scopo era sensibilizzare alla lettura del libro “Drilla” di Andrew Clements, a cui l’evento è ispirato.

Noi abbiamo fatto un’intervista a due alunni per sapere la loro opinione sulla giornata: Giorgia di 1C e Alessandro di 1B.


Questo evento ti ha convinto a leggere il romanzo “Drilla”?

Questo evento ci ha convinto a leggere il romanzo, perché secondo noi è divertente vivere una giornata seguendo ciò che è scritto in un libro e vorremmo capire meglio di perché di ciò”.


Avete gareggiato per vincere?

Noi abbiamo gareggiato per vincere anche se sapevamo che avrebbe vinto qualcun altro. Però l’importante non è vincere, ma partecipare e divertirsi!


Cosa ne pensate del premio [n.d.r un sacchetto di caramelle]?

Ci aspettavamo qualcosa di simile, perciò ha raggiunto le nostre aspettative, ma avremmo preferito comunque degli oggetti migliori, ad esempio una penna con scritto “drilla” dato il tema della giornata.


Scommetto che tutti ora vorrebbero sapere chi sono stati i vincitori in ogni classe del primo Drilla Day. Quindi eccoli: Nicolò C. (1A), Anita e Sofia (1B), Viola (1C), Leonardo (2A), Samuele (2B), Sara (2C), Leonardo e Nicolas (2D), Sara e Alessandro (3A), Samantha e Nicolò (3B) e Riccardo (3C).

Davvero complimenti a tutti, perché l’anno prossimo ognuno di voi potrebbe essere il vincitore del fantastico “Drilla Day”!

il dilemma dei videogiochi

a cura del gruppo di potenziamento di matematica, classe 2A

Nel corso dell’ anno scolastico noi ragazzi del gruppo di potenziamento della 2A della scuola"A.M.Dogliotti" abbiamo svolto un’ indagine statistica sull’ uso dei videogiochi nei preadolescenti.


L’ idea è nata dopo aver seguito due incontri sul gioco d’azzardo a Novembre 2023, durante i quali le operatrici hanno fatto notare che sia il gioco d’azzardo che i videogiochi possono causare dipendenza.

Per motivi pratici, abbiamo deciso di non intervistare tutti gli alunni della scuola, ma abbiamo individuato un campione statistico rappresentativo.

Per raccogliere i dati abbiamo creato un questionario sull’uso dei videogiochi.

Il questionario doveva essere anonimo, ma bisognava indicare solo il genere per capire è vero lo stereotipo che i maschi giocano di più coi videogiochi rispetto alle femmine.

Oltre alle domande specifiche sui videogiochi, abbiamo fatto anche delle domande  di educazione civica.

Per creare il questionario, l’insegnante ci ha diviso in due gruppi e ci ha fatto scrivere tutte le domande che ci venivano in mente riguardo all’argomento. Dopo 15 minuti ha unito i due gruppi e li ha fatti confrontare. Il questionario è stato poi somministrato. 

Ecco i risultati ottenuti dall’analisi dei dati raccolti.

Per quanto riguarda lo stereotipo maschi/femmine, poiché il 95% ha affermato di giocare con essi, evidentemente non è vero. 

La maggior parte degli alunni gioca per divertimento. La maggior parte degli intervistati gioca a giochi di combattimento; altri due generi molto apprezzati sono i videogiochi sportivi e quelli di avventura. Dai dati raccolti, si è compreso che la maggior parte degli alunni gioca maggiormente durante le vacanze estive, anche se il 15% gioca durante l’anno scolastico.

Alla domanda “quanto tempo giochi al giorno”, risulta che gli alunni giocano maggiormente o meno di 1 ora oppure da due a tre ore al giorno. Molti ragazzi utilizzano più dispositivi elettronici per giocare ai videogiochi e giocano per lo più con i loro amici o familiari. 

Alla domanda “Spendi soldi nei videogiochi online per ottenere ricompense?", il 73,7% ha risposto in maniera negativa.

Abbiamo infine chiesto se, ripensando agli incontri di educazione alla salute sul gioco di azzardo seguiti a novembre, si pensa che faccia bene alla salute giocare per tante ore ai videogiochi. Il 90% ha risposto in maniera negativa

Abbiamo chiesto allora quali sono gli aspetti negativi di giocare troppe ore consecutive ai videogiochi. Gli intervistati hanno risposto che possono provocare molti sintomi negativi, come ad esempio mal di testa, asocialità, perdere la cognizione del tempo, dipendenza e perdita del contatto con la realtà.


Dalla nostra indagine abbiamo capito che il campione intervistato pensa che giocare troppe ore faccia male alla salute. Durante l’anno scolastico si gioca di meno per concentrarsi di più sull’impegno scolastico e si gioca di più in estate dato il maggior tempo libero. I dati, però, sono stati raccolti solo in una classe; pertanto non è possibile sapere se i dati raccolti sono uguali a quelli delle altre classi. Sarebbe interessante continuare questa indagine l’anno prossimo con un campione più ampio.