ATTUALITà

Capiservizio VITTORIO (3A) e NOEMI (3B)

accorpamento istituti campolongo-campagna lupia: cosa cambierà?

a cura di Ginevra (2D) e Tommaso (3C)

Probabilmente avrete tutti sentito parlare di un cosiddetto “progetto di accorpamento degli istituti”. Ma di che si tratta effettivamente e cosa cambierà per noi? Per capirlo abbiamo intervistato il dirigente scolastico dott.ssa Fiorella Fornasiero, che è reggente nel nostro istituto di Campagna Lupia e allo stesso tempo titolare proprio in quello di Campolongo Maggiore.


Chi ha deciso l’accorpamento?

La decisione di accorpare i due istituti è della Regione Veneto, sulla base di una nuova normativa. Essa prevede che, perché un istituto possa esistere, deve avere un minimo di 900 alunni. La nostra scuola, purtroppo, non arrivava a questo numero, ha meno di 600 alunni, così è stata presa questa decisione. Pertanto, il nuovo istituto del quale andremo a far parte sarà il nuovo “Istituto Comprensivo di Campolongo Maggiore e Campagna Lupia”.

Cambierà  qualcosa per noi o per i professori e per il personale ATA? E per le famiglie?

Né voi, né i professori, né i collaboratori scolastici vedranno particolari cambiamenti, ognuno rimarrà a lavorare nel proprio istituto. La segreteria, invece, sarà solo a Campolongo Maggiore. Questo potrebbe essere l’unico problema per le famiglie, soprattutto per chi non può spostarsi in macchina. A questo proposito potremmo, per esempio, tenerla a Campagna Lupia almeno per un giorno a settimana.


E invece per Lei Preside?

Io, invece, potrò semplificare enormemente il mio lavoro. Infatti, mentre prima, essendo preside di due istituti, dovevo organizzare e riferire tutto in modo “doppio”, a partire da settembre potrò lavorare una sola volta per tutti. Inoltre, potremo avere anche numerosi vantaggi economici: se infatti, per esempio, compriamo due volte la carta igienica, ora potremo prenderla solo una volta per entrambi, con uno sconto maggiore.


Si potranno svolgere nuove attività assieme ai ragazzi di Campolongo?

Sì, certo. Potremo condividere delle iniziative che abbiamo noi o che hanno loro. Per esempio, voi avete il Giornalino Scolastico, mentre là hanno un progetto di musica in cui iniziano a suonare fin da bambini. Potremmo inoltre svolgere campionati studenteschi e scambi, e le mini-olimpiadi ed il ballo di fine anno potranno essere svolti assieme. I professori, invece, avranno degli scambi di competenze tra di loro. Infine, una novità molto importante sarà il cambio del registro: infatti inizieremo ad usare Nuvola. 


Questo è tutto, speriamo di avervi soddisfatto!

come è stata raccontata la morte di navalny in russia?

a cura di Vittorio (3A)

In Russia i media hanno raccontato poco o nulla della morte in carcere di Alexei Navalny, il principale oppositore politico del presidente Vladimir Putin: sui principali canali televisivi controllati dal governo, la notizia della morte di Navalny è stata data in ritardo, in maniera parziale e senza nessuna informazione di contesto. Ai media e ai parlamentari russi è stato inoltre vietato di dare informazioni diverse da quelle del governo, che sostiene che Navalny sia morto dopo essersi sentito male durante una passeggiata, forse a causa del distaccamento di un coagulo di sangue.

Navalny è morto lo scorso 16 febbraio alle 14:17 locali (le 10:17 italiane) nel carcere di massima sicurezza IK-3 nella città di Kharp, all’interno del Circolo polare artico, secondo quanto dichiarato dalle autorità russe. Su due reti televisive controllate dal governo russo e da Gazprom, la notizia è stata data ore dopo l’accaduto: in entrambi i casi la copertura della notizia è consistita nella sola lettura, frettolosa e in meno di un minuto, del comunicato stampa del servizio penitenziario russo.

Il comunicato diffuso dice che Navalny «si è sentito male dopo una passeggiata e ha perso conoscenza quasi immediatamente», che lo staff medico sarebbe arrivato subito, che sarebbe stata chiamata un’ambulanza, ma che «tutti gli sforzi fatti per rianimarlo non hanno avuto esiti». Al momento non ci sono informazioni chiare su cosa sia successo esattamente a Navalny: la tesi del coagulo di sangue era stata data da alcune fonti del sito RT, sempre controllato dal governo russo, e è stata accolta con molta incredulità  da diversi specialisti. Su nessuno dei due canali sono state inoltre date informazioni per capire la rilevanza della notizia della morte di Navalny: chi era, perché era in prigione e con quali accuse. 

Secondo il sito indipendente russo di giornalismo investigativo Agentstvo, inoltre, il partito Russia Unita, quello di Putin, avrebbe vietato ai propri parlamentari della Camera russa di commentare la morte di Navalny, o meglio di evitare proprio l’argomento della morte di Navalny. Agentstvo ha raccontato di account automatizzati (i cosiddetti “bot”, gestiti cioè da software): in molti ribadivano che Navalny era morto per il distaccamento di un coagulo, in altri si insinuava che la sua morte rappresentasse invece un vantaggio per i paesi occidentali.

Nel frattempo sui media di stato russi non è stato dato spazio né visibilità nemmeno ai molti russi che hanno protestato in varie forme contro la morte di Navalny, e che in moltissimi casi sono stati arrestati.

rapina a mano armata al valecenter

a cura di Samantha (3B)

Clicca sull'immagine per il resoconto video della rapina

Terrore, è la parola giusta per descrivere la situazione che hanno provato le persone il 7 febbraio scorso al centro commerciale Valecenter di Marcon. Un commando formato da sette uomini armati di kalashnikov con il volto coperto è entrato nella gioielleria "Gioielli di Valenza" ed ha preso i dipendenti come ostaggi. 

La notizia è andata in onda in un’edizione speciale del TG3 subito un’ora dopo l’accaduto. 

E' successo attorno alle ore 19 quando il centro commerciale era ancora aperto e frequentato da clienti. C'è stato un fuggi fuggi generale, scene di vera paura. Sul posto sono intervenuti i carabinieri. I banditi, dopo aver costretto le due commesse a consegnargli i gioielli, compresi quelli della vetrina, sono fuggiti a bordo di due auto: una Golf bianca e una Panda rossa. Quest'ultima è già stata trovata abbandonata davanti al mobilificio "Mondo convenienza" che si trova poco lontano dal Valecenter.

«Sono entrati, io li ho visti e ho pensato “adesso sono morta”», l’ha detto Giorgia, una delle 2 commesse coinvolte nella rapina, al telefono con la famiglia poco dopo l'accaduto, ancora in lacrime. Giorgia stava lavorando quando i banditi sono arrivati tutti insieme. All’improvviso il primo di loro ha preso Giorgia e l’ha trascinata all'interno del negozio, obbligando l’altra a riempire i sacchi con i gioielli. Poi volevano portare con loro Giorgia come ostaggio ma la giovane si è buttata a terra piangendo. La sua collega, vedendola così terrorizzata si è offerta di prendere il suo posto ed è quindi stata portata fuori dai banditi.

«L’hanno messa seduta vicino alla macchina, l’hanno caricata e sono andati via lasciandola lì,forse avevano intenzione di scappare portandola con loro», queste sono parole della sorella di Giorgia, che è corsa sul posto appena saputo del colpo.

Paura anche per chi ha assistito alla vicenda, infatti appena hanno visto i rapinatori arrivare, tutti i commessi hanno abbassato le saracinesche dei negozi e si sono chiusi all'interno. Loro sono potuti uscire dalla porta posteriore solo dopo mezz'ora dalla fuga dei banditi perché ci potevano ancora essere dei complici che si nascondevano dentro l’ipermercato che è enorme.

A dieci giorni dall’assalto armato le due commesse non sono ancora tornate in servizio, loro protagoniste del colpo da 300mila euro, questa è la stima del bottino. Si cerca ancora la golf bianca con cui sono scappati successivamente aver fatto il cambio macchina abbandonando sul posto la panda rossa, che avevano rubato il giorno prima del colpo a Scorzè.

La banda sarebbe la stessa che avrebbe rapinato altre due gioiellerie a Bussolengo, è composta da un gruppo di italiani che potrebbero avere la loro base operativa dalle parti del Garda. Però non si hanno, ancora oggi, certezze su quest'ultime informazioni.

Quando ho visto la notizia al TG mi sono messa nei panni delle due commesse,ma anche di tutte le persone che erano lì in quel momento. Ho pensato a quanta paura avessero avuto,a quante volte avranno pensato di morire e a quante volte avranno salutato i loro cari pensando di non rivederli mai più. Per fortuna nessun ferito, ma il ricordo di quella sera non andrà mai via.