Artemisia e le altre

presentano il reading

Artemisia e le altre, la solitudine nell’oltraggio

"Oltraggiata appena giovinetta, nell’onore e nell’amore. Vittima svillaneggiata di un pubblico processo di stupro. Che tenne scuola di pittura a Napoli. Che s'azzardò, verso il 1638, nella eretica Inghilterra. Una delle prime donne che sostennero colle parole e colle opere il diritto al lavoro congeniale e a una parità di spirito tra i due sessi". dal libro Artemisia di Anna Banti

Storie di violenza di genere dalla cronaca nera alla letteratura

Per linguaggio letterario e complessità tematica, è riservato a spettatori d’età non inferiore a quindici anni.

drammaturgia e regia Patrizia Ercole

con le allieve del Laboratorio Teatro & Contorni

Gabriella Aimo, Floriana Masala

Biblioteca Berio - Sabato 16 marzo 2013ore 17,00

Sala dei Chierici - INGRESSO LIBERO – la cittadinanza è invitata

La capienza della sala dei Chierici è di 99 posti a sedere;

per motivi di sicurezza NON E' CONSENTITO L'ACCESSO oltre tale limite

"Quattordici maggio 1612". Nella sala di Tor di Nona, il tribunale papale, il notaio, un ometto avvolto di rosso porpora scuro, borbotta scrivendo con la sua penna d'oca. Due mesi, e per la prima volta non ha dipinta sulla faccia un'espressione annoiata, poiché oggi è l'atteso giorno del giudizio. Tra poco, l'Illustrissimo Signore Hieronimo Felicio, luogotenente di Roma e inquisitore di Sua Santità, farà il suo ingresso nella sala, si sistemerà sul suo alto scranno, si accomoderà la veste scarlatta in modo da sembrare più imponente e interrogherà la donna, la giovane artista per la quale mezza Roma è accorsa nelle sinistre aule dell'Inquisizione, mentre l'"assistente di tortura" le stringerà le ruvide corde della sibilla attorno alle dita.

Tra poco si saprà se corrispondono al vero le parole della denunzia che il padre della giovane ha sporto presso il papa Paolo V, parole che sono risuonate a lungo in ogni angolo della Città eterna e rimbombano ora nella mente di ognuno nell'umida e scura sala di Tor di Nona: "Agostino Tassi ha deflorato mia figlia Artemisia e l'ha forzata a ripetuti atti carnali, dannosi anche per me, Orazio Gentileschi, pittore e cittadino di Roma, povero querelante, tanto che non ho potuto ricavare il giusto guadagno dal suo talento di pittrice".

Appoggiato sul gomito, la barba e i capelli neri folti, in viso il colore e la durezza di una scultura di bronzo, l'accusato, amico fraterno fino a qualche tempo fa di Orazio Gentileschi, siede di fronte alla sua vittima e non cessa per un istante di fissarla con aria sprezzante…

Artemisia Gentileschi è stata la donna che, in un mondo ostile alle donne, riuscì a imporre la sua arte e a difendere strenuamente la sua visione dell'amore e della vita.

dal libro La passione di Artemisia di Susan Vreeland