Il nuovo progetto editoriale ideato da Zamenhof Art, pubblicato e promosso dall’Editoriale Giorgio Mondadori (Gruppo Cairo) e presentato alla stampa a Darfo Boario Terme il 18 marzo 2025, ha visto presentare al pubblico in anteprima il primo volume nell'agosto 2025.
La collana si intitola “Rose Camune” e ha come motivo conduttore la Preistoria e la Storia della Valcamonica. Il primo volume dedicato alle incisioni rupestri più antiche della Valcamonica e intitolato "Sulla pietra antica" (vedi qui di seguito) è in distribuzione nelle librerie di tutta Italia dai primi giorni di settembre 2025.
Qui di seguito una carrellata di foto della conferenza stampa di presentazione della collana, una breve cronistoria di come si è arrivati all’accordo Mondadori-Zamenhof Art all’origine di questa collana e la presentazione del primo volume.
Premessa: le attività di Zamenhof Art nel campo dell’editoria
L’associazione culturale Zamenhof Art, nota in Valcamonica negli ultimi anni per la gestione di parchi archeologici e l’organizzazione di eventi, ha in realtà una lunga storia nell’ambito della cultura a livello nazionale, anche, se non soprattutto, sul fronte editoriale: parallelamente all’organizzazione di eventi, spettacoli, concerti e mostre d’arte in tutta Italia e alla gestione di spazi espositivi e centri culturali a Milano, Ferrara e Venezia, infatti, si è sempre occupata di editoria, non solo curando e pubblicando i cataloghi delle mostre organizzate, ma anche volumi di narrativa, poesia, aforismi e saggistica di vari argomenti (cinema, fotografia, storia, storia dell’arte), dapprima, dal 1999, coi loghi Apollo e Dioniso Edizioni, I Libri delle Muse e Le 7 Arti, e poi come Edizioni Zamenhof Art. Nei primi anni Duemila i volumetti in carta pergamena dei Libri delle Muse erano presenti in importanti librerie milanesi come Cortina o Rizzoli in Galleria: una quarantina di titoli pubblicati in tre anni col logo “Il libri delle Muse”, tra classici e opere inedite. Oltre duecento i cataloghi d’arte pubblicati dal 1999 fino ad oggi come Apollo e Dioniso Edizioni prima ed Edizioni Zamenhof Art poi.
La collaborazione tra Zamenhof Art e l’Editoriale Giorgio Mondadori
Nel 2009 il prof. Palo Levi, già direttore dell’Editoriale Giorgio Mondadori (prima dell’acquisizione della Mondadori da parte del Gruppo Cairo) e in quegli anni autore di punta della casa editrice milanese, propone a Virgilio Patarini, presidente e direttore artistico di Zamenhof Art e all’epoca anche della Galleria Zamenhof di Milano, di curare insieme a lui alcuni volumi dedicati all’arte contemporanea. I primi due escono nel 2010 firmati a quattro mani da Levi e Patarini, per i tipi dell’Editoriale Mondadori, e in collaborazione con Zamenhof Art che figura come co-editore: “La materia è il colore” (sic, con l’accento), e “Terza dimensione”. A partire dalla terza pubblicazione firmata Levi-Patarini e intitolata “Post-Avanguardia”, Zamenhof Art si occupa dell’intera realizzazione del volume: dalla selezione degli artisti e delle opere, alla redazione, all’impaginazione, alla grafica, alla stampa. A carico dell’Editoriale Giorgio Mondadori sono la distribuzione nelle librerie di tutta Italia e la promozione sulle riviste del Gruppo Cairo (principalmente la rivista “Arte”). A partire dalla quarta pubblicazione, rafforzato il rapporto di collaborazione e la reciproca fiducia tra la Major nazionale e Zamenhof Art, Zamenhof Art definisce anche argomenti, titoli e linea editoriale delle successive pubblicazioni. Dal 2013 al 2018 escono i volumi della collana “Nuovi Orizzonti – Artisti in Prospettiva” diretta da Virgilio Patarini e realizzata, promossa e distribuita dalla partnership Editoriale Mondadori-Zamenhof Art secondo le modalità oramai consolidate. Dal 2010 al 2018 sono dodici i volumi ideati e realizzati da Zamenhof Art (la maggior parte curati da Patarini, con Levi o con altri curatori) e pubblicati, distribuiti e promossi dall’Editoriale Giorgio Mondadori.
La Collana “Rose Camune”
L’idea di recuperare il proficuo rapporto con la Mondadori per avviare un progetto editoriale dedicato alla Valcamonica nasce da due considerazioni di ordine diverso. La prima scaturisce da una analisi critica dell’esistente: negli anni sono stati pubblicati decine, centinaia di libri dedicati alle Incisioni, alla Preistoria e più in generale alla Valcamonica, moltissimi settoriali e specialistici, ma molti anche di taglio divulgativo e con una potenziale capacità attrattiva per un vasto pubblico. Eppure nella stragrande maggioranza dei casi sono rimasti circoscritti e non hanno varcato i confini (angusti) della Valcamonica o del mondo degli addetti ai lavori. Il CCSP (Centro Camuno Studi Preistorici) ad esempio ha prodotto una mole enorme di pubblicazioni di grande interesse, alcune delle quali con un potenziale attrattivo anche per un pubblico generalista. Idem la Comunità Montana. Ma senza un editore nazionale di peso tale potenziale è destinato a restare inespresso.
La seconda considerazione è che, in una strategia più ampia di promozione della Valcamonica e del suo patrimonio archeologico e culturale, una partnership col Gruppo Cairo -che include Editoria, Riviste, Giornali e una TV come la 7- può certamente rivelarsi di importanza cruciale e foriera di ulteriori sviluppi.
Consulenti, autori e bozza di piano editoriale
In questa prima fase Zamenhof Art si è avvalsa della consulenza scientifica dell’archeologo Umberto Sansoni per la Preistoria e dello storico dell’arte nonché direttore di vari musei Federico Troletti per Medioevo e Rinascimento. Gli autori interpellati e coinvolti in questi primi mesi sono stati, oltre al già citato Sansoni: Fabio Martini (già direttore del Museo Archeologico di Firenze e docente all’Università di Firenze), Dario Sigari (già docente all’Università di Ferrara e collaboratore del Museo di Trento), Ausilio Priuli (archeologo, ideatore e direttore dell’ArcheoPark di Darfo Boario Terme), Giuseppe Brunod (archeologo scomparso alcune settimane fa).
Qui di seguito i primi titoli programmati per i primi tre anni (alcuni dei quali già in preparazione). Tutti questi titoli e relativi contenuti, sebbene ancora provvisori, sono stati preliminarmente proposti e approvati dall’editore.
Sulla pietra antica. Le incisioni rupestri più arcaiche della Valcamonica, primo sito UNESCO italiano
Testi di Fabio Martini, Umberto Sansoni, Dario Sigari e Ausilio Priuli
Montagne Sacre - Le streghe della Valcamonica - I misteri della Collina Sacra - L' enigma delle Rose Camune
A parte il primo volume, in fase avanzata di preparazione, l’ordine di uscita non sarà necessariamente quello elencato. Stiamo valutando anche altri titoli, suggeriti da autori e consulenti, ma è presto per parlarne.
“Sulla pietra antica” si prefigge due scopi: da una parte fare il punto sugli studi relativi alle incisioni rupestri più antiche della Valcamonica, mettendo a confronto le opinioni dei massimi esperti che hanno approfondito il tema negli ultimi quindici anni pubblicando articoli, saggi o capitoli sull’argomento; dall’altra aprire un varco sull’immaginario dei primi frequentatori della Valcamonica alla fine dell’ultima era glaciale, una finestra alla quale chiunque si possa affacciare, non solo archeologhi, studiosi o addetti ai lavori, ma anche semplici curiosi interessati a saperne di più su di un mondo così remoto ed enigmatico. L’arcana bellezza e l’affascinante mistero delle incisioni rupestri che campeggiano sulla collina di Luine, a Darfo Boario Terme, non possono restare retaggio di pochi. Non devono.
Qui di seguito una breve sinossi di presentazione del volume e alcune pagine del libro.
Le incisioni più arcaiche della Valcamonica, primo sito UNESCO italiano
A cura di Virgilio Patarini. Nella prima parte: saggi introduttivi sull’immaginario paleolitico a cura di Fabio Martini e sull’ipotesi animistico sciamanica a cura di UMBERTO SANSONI. Nella parte centrale: testi sulle incisioni più antiche della Valcamonica -rilevate sulla collina di Luine a Darfo Boario Terme- di Fabio Martini, Umberto Sansoni e Dario Sigari. In appendice un saggio di AUSILIO PRIULI su due figure di uro rinvenute su un masso a Mezzarro di Breno.
Primo volume della collana “Rose Camune”, progetto editoriale a cura di Zamenhof Art.
EDITORIALE GIORGIO MONDADORI. Copertina rigida, formato cm 21x28, pagg. 210, euro 35
Presentazione
A partire da quattordici mila anni fa, alla fine dell’ultima glaciazione, gruppi di cacciatori nomadi varcarono i confini della Valcamonica, lasciando segni materiali del loro passaggio: i resti di una capanna a Cividate Camuno e le più antiche incisioni rupestri della Valle sulla Collina di Luine a Darfo Boario Terme e su un masso a Mezzarro di Breno (ora andato perduto). Questo libro, attraverso la voce di quattro dei massimi esperti che si sono occupati della materia negli ultimi anni, parla di quei primi segni arcani, del loro ritrovamento, della difficile decifrazione, dei possibili significati, dei molti riferimenti, ma anche della vita, del modo di pensare e di relazionarsi tra loro e col mondo da parte di quei nostri lontanissimi antenati. Così simili e così diversi da noi.
Negli ultimi quindici anni numerosi studiosi sono tornati ad occuparsi delle più antiche incisioni della Valcamonica rilevate da Anati alla fine degli anni Sessanta del secolo scorso su due rocce della collina di Luine: la roccia n.34 e la roccia n.6, collocate l’una all’estremità sud della collina, a strapiombo sul Dezzo, l’altra all’estremità nord a strapiombo su di un’ansa del fiume Oglio che scorre un centinaio di metri sotto.
Ha dato il via a questa nuova ondata di interesse e di studi Fabio Martini nel 2009, su invito della Sovrintendente Raffaella Poggiani Keller. In seguito hanno affrontato l’argomento Angelo Fossati e Dario Sigari (6) e, incidentalmente, anche Umberto Sansoni. Nessuno dei quattro è arrivato alle medesime conclusioni.
Martini ha sparigliato rispetto alle conclusioni di Anati, retrodatando alla fine del Paleolitico, salvando una sola figura (quella sulla sommità della r.34) e interpretandola come un cavallo anziché un cervo. Sigari e Fossati hanno individuato ben 15 figure della fine del Paleolitico (quella sulla r.34 e ben 14 sulla r.6, il doppio di quelle individuate da Anati), mentre Sansoni è sostanzialmente tornato alle conclusioni di Anati: otto figure zoomorfe del Mesolitico. Chi ha ragione?
Zamenhof Art ha invitato questi autorevoli studiosi a rielaborare, per la presente pubblicazione, quanto da loro scritto in merito negli ultimi anni, affinché sia poi il lettore stesso a farsi un’opinione, tirando le proprie conclusioni sulla base delle differenti argomentazioni e magari recandosi a vedere le incisioni di persona. Questi tre contributi costituiscono la parte centrale della pubblicazione. In appendice si pubblica anche un breve saggio di Ausilio Priuli che pur trattando di altre due figure rinvenute altrove affronta criticamente anche i temi principali relativi alle figure più antiche di Luine con alcune interessanti considerazioni sulle modalità di picchiettatura delle incisioni e su aspetti geomorfici delle rocce che risultano non irrilevanti nell’analisi dei segni sulla roccia.
Inoltre, al fine di contestualizzare questi segni dell’Era della Pietra Antica, si è chiesto a Fabio Martini di condurre il lettore in un viaggio preliminare nel dedalo dell’Immaginario Paleolitico, affinché possa orientarsi in questo labirinto di segni e di figure abbastanza da non perdersi, utilizzando come filo di Arianna le differenze e le analogie tra il “fare segno” nella Preistoria e l’arte in senso contemporaneo.
A Umberto Sansoni si è chiesta qualche suggestione sui possibili significati di queste figure di animali incise sulla roccia. E questi due contributi sono il prologo, il viatico che ci conduce alla parte centrale.
Ed infine, in appendice, come si accennava, si è invitato Ausilio Priuli a raccontarci qualcosa di altre due figure rinvenute in Valcamonica (non a Boario, ma a Mazzarro di Breno), che potrebbero, dovrebbero essere paleolitiche. E in questo caso la faccenda si tinge doppiamente di giallo, non solo per i dubbi relativi alla datazione delle due incisioni, ma anche per la loro scomparsa: si tratta di quello che se fosse un racconto letterario potremmo intitolare “Il mistero degli uri fantasma”. Il masso infatti, nonostante le segnalazioni fatte alla Soprintendenza e al Comune di Breno, non è stato messo sotto tutela e attualmente risulta “scomparso”, forse rimosso, forse andato distrutto durante dei lavori di risistemazione del luogo.
Fabio Martini è professore di Paletnologia presso l’Università di Firenze, già direttore del Museo e Istituto Fiorentino di Preistoria, fondatore e direttore responsabile di «Florentia. Studi di archeologia», rivista dell’Università di Firenze e di «Millenni. Studi di archeologia preistorica», collana del Museo Fiorentino di Preistoria «P. Graziosi». Già direttore (1998-2004) della Scuola di Specializzazione in Archeologia dell’Università degli Studi di Firenze, membro del Consiglio direttivo dell’Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria, direttore responsabile della Rivista di Scienze Preistoriche. Conduce scavi in Italia e all’estero (Eritrea, Sudan). È autore di numerose pubblicazioni tra le quali ricordiamo: Archeologia del Paleolitico. Storia e culture dei popoli cacciatori-raccoglitori, ed. Carocci, 2019; L’arte paleolitica e mesolitica in Italia, ed. Bandecchi & Vivaldi, 2016
Umberto Sansoni, archeologo, si è laureato all’Università di Bologna con una tesi sul simbolismo nell’arte rupestre della Valle Camonica. Dal 1986 è direttore del Dipartimento Vallecamonica e Lombardia del Centro Camuno di Studi Preistorici, istituzione presso la quale opera dal 1976. Ha guidato missioni di studio in Italia, nel Sahara (1979, 1980, 1984), in Scandinavia (dal 1985), in Inghilterra (1988), in Cina (2000), in Francia (dal 1989) e in altri paesi europei. Tra le molte pubblicazioni segnaliamo: Alle radici d’Europa. Dieci millenni d’arte rupestre in Valcamonica e nelle Alpi Centrali, Electa, 2022; Le più antiche pitture del Sahara: l’arte delle Teste Rotonde, Jaca Book, 1993, La sacralità della montagna, la Valsaviore, le Alpi, i monti degli dei, Edizioni del Centro, 2006
Dario Sigari è ricercatore presso l’Università degli Studi di Milano. Collabora con numerosi enti nazionali e internazionali e dirige e collabora attivamente a progetti di ricerca in Italia e all’estero. È autore della monografia Palaeolithic Rock Art of the Italian Peninsula, Edizioni del Centro, 2021 e di numerose pubblicazioni scientifiche. Tra le più rilevanti: Gobustan (Azerbaijan). Rock art relationships between central Asia and Europe, The last cave lion of the late Upper Palaeolithic: the engraved feline of Grotta Romanelli (Italy), Towards a new perspective on the rock art sites-landscape relations in the Upper Palaeolithic of Valcamonica (Italy), Review of the animal figures in the Palaeolithic rock art of the Romito shelter. New discoveries, new data and new perspectives.
Ausilio Priuli, archeologo e etnoarcheologo, nato a Capodiponte in Valle Camonica, ricercatore e studioso di arte preistorica, protostorica e di tradizione, ha operato e opera in Valle Camonica e in altri paesi europei, africani e dell’America latina. Archeologo sperimentale, divulgatore e imprenditore del turismo archeologico opera nel settore museografico e ricostruttivo di siti archeologici. Ha al suo attivo numerosissimi saggi e monografie, e collaborazioni scientifiche con istituti e centri di ricerca. Ha fondato e dirige l’ArcheoPark di Darfo Boario Terme. Tra le molte pubblicazioni rammentiamo: La cultura figurativa preistorica e di tradizione in Italia, Giotto Printer, Pesaro, 1991; Il linguaggio della preistoria, Ananke, Torino, 2006; Segni come parole, il linguaggio perduto, Priuli & Verlucca Ed., Ivrea, 2013