Alcuni studenti del biennio dell'indirizzo Costruzioni Ambiente e Territorio, coordinati dai docenti Diego Ferrari, Franco Ceola, Chiara Pellizzaro, Maurizio Sacco e dall'ITP Gabriele Montalto Monella, hanno partecipato all'ultima edizione del concorso "L'arte sperimenta con la scienza".
Di seguito, riportiamo alcuni dei lavori realizzati con il nome dei capigruppo dell'attività.
Gruppo di Roberta Gnoato, 1ATC
Gli studenti partecipanti al gruppo (Roberta Gnoato, Hu Li Yi, Andrei Mahu Fabian, Riccardo Longhin, Jamaa Aglaou, Fatima Zahra Benani) hanno ottenuto una menzione speciale e verranno premiati mercoledì 3 maggio 2023 alle ore 16.00 presso il liceo artistico Modigliani di Padova.
DESCRIZIONE LOGO: Il nostro disegno rappresenta un essere "non vivente" che nel futuro riuscirà a vivere senza corpo umano grazie alla tecnologia presente all'interno del suo robotico. Di conseguenza, questo ha preso il dominio sulla coscienza, sulle emozioni, sui sentimenti e sull'identità.
Rappresenta anche la forma umana che c'è nel presente, poiché ormai la maggior parte dell'uomo non ha cuore, è egoista e pensa solo a sé stesso.
Gruppo di Giulia Anderlini, 2ATC
DESCRIZIONE LOGO: Il nostro disegno rappresenta un’iride umana in una metà e un ingranaggio nell’altra, all’interno della pupilla dell’iride si vede una “S” che va a completare la scritta “sperimentando” continuando nell’ingranaggio; si è inoltre inserito
l’anno del concorso a cui questo disegno parteciperà alle 4 estremità dell’ingranaggio.
Abbiamo scelto questo abbinamento dell’iride e dell’ingranaggio per mettere a confronto una delle cose più belle e affascinanti del corpo umano, l’iride, con un ingranaggio, simbolo base della macchina.
Gruppo di Alessandro Carraro, 2BTC
Gruppo di Angela Gatto, 1BTC
DESCRIZIONE LOGO: Noi esseri umani usiamo la nostra intelligenza per creare robot, che potrebbero diventare più intelligenti di noi e utilizzare
proprio l’uomo come una cavia.
Gruppo di Alessia Martini, 1ATC
DESCRIZIONE LOGO: Nel nostro logo di sperimentando abbiamo voluto rappresentare la relazione tra uomo e macchina. L’albero della vita, che simboleggia l’umanità, si trova all’interno di una lampadina, simbolo dell’idea e della mente umana. Ad esso si sta incastrando un braccio robotico che mantiene sul palmo il cuore umano, perché man mano che si andrà avanti con il tempo, scienza e tecnologia faranno grandi passi in avanti fino ad avere un legame sempre più stretto con l’uomo.
Gruppo di Fabio Monaro, 1ATC
DESCRIZIONE LOGO: Il titolo della mostra scientifica Sperimentando 2023 “La macchina umana” ci ha fatto pensare alla perfezione del funzionamento del corpo umano, quasi fosse programmato come un robot.
Ecco perché ci è venuto in mente l’uomo vitruviano di Leonardo da Vinci, che rispecchia l’ordine perfetto dell’universo e disegna le proporzioni perfette del corpo umano.
Abbiamo poi diviso l’immagine originale in 2 metà: una umana e una appunto con le sembianze di un robot. Tutto questo per sottolineare le infinite capacità dell’uomo, anche quelle che potrebbero sembrare sovrumane, e la perfezione del suo funzionamento quasi fosse una macchina, sottolineata anche da un ingranaggio per evidenziare il movimento sincronizzato di tutte le sue parti.
Gruppo di Filippo Trolese, 1ATC
DESCRIZIONE LOGO: Per il logo della mostra “Sperimentando” ci siamo ispirati al dipinto “Creazione di Adamo” di Michelangelo.
Volevamo rappresentare il momento in cui l’uomo ha capito che poteva usare la tecnologia come aiuto nella vita quotidiana, che è sempre più importante sia
nell’ambito domestico sia nelle scoperte scientifiche.
Abbiamo, quindi, rappresentato la “macchina umana” come un lavoro di squadra fra l’essere umano e la tecnologia.
Gruppo di Giorgia Voltolina, 1BTC
DESCRIZIONE LOGO: Noi la macchina umana la raffiguriamo come la testa di una persona con all’interno del cervello degli ingranaggi, ovvero lo strumento con cui la persona ragione ed esprime le sue idee attraverso l’attivazione della lampadina.
A cura di Elena Carraro e Giulia Maretto
Gabriele Beltrame e Alessandro Carisi dell'attuale 3ATC, corso CAT, hanno partecipato al concorso promosso dall'ordine dei geometri di Padova "#inQUADRIamoci sCATti da Geometri" a maggio 2021 e hanno vinto.
La premiazione è avvenuta il 16 febbraio 2022, in presenza della Dirigente e del prof. Gianvittorio.
Di seguito, riportiamo la relazione del progetto.
Relazione:
Gli alunni hanno localizzato presso il Comune di Correzzola, nella frazione di Brenta D’Abbà, un edificio risalente al XVII sec. alle coordinate 45°22’43.5’’N, 12°09’77.17E’ che insiste nella proprietà del dott. Avv. Martinelli Gian Battista, in Viale Melzi, 3.
L’immobile, anche se attualmente in mediocre stato conservativo a causa dell’abbandono, non presenta gravi o evidenti cedimenti strutturali alle murature portanti, fatta eccezione per le strutture orizzontali lignee del primo solaio. Un importante intervento sarà quello di adeguare le suddette strutture portanti alle normative vigenti in ambito sismico.
La copertura non presenta gravi danni sebbene sarà necessario un consolidamento complessivo al fine di rinforzare la struttura secondo le normative che regolano i carichi strutturali e accidentali.
In questa prima fase di analisi si cercherà di valorizzare tutti gli elementi architettonici peculiari del contesto costruttivo locale e dell'epoca di prima costruzione, con particolare riguardo ai grandi archi a tutto sesto e ai capitelli decorativi che compongono il porticato e la facciata del fabbricato.
Proposta di recupero e di riutilizzo:
Essendo l’edificio tra i più antichi del territorio di Correzzola, si ritiene tuttavia un immobile meritevole di un recupero che sottolinei la storicità del luogo e ne ricrei gli ambienti mantenendo lo stile rurale di un tempo, tenendo conto dell’impatto architettonico, urbanistico e paesaggistico sul territorio, integrando contemporaneamente moderni sistemi di risparmio energetico e sostenibilità ecologica. Si individua nella struttura una potenzialità che si presta a sviluppare molteplici usi a scopo ricreativo, agro-turistico, enogastronomico e ricettivo, con la possibilità pertanto di realizzare un agriturismo al piano terra, che comprenda l’ampio e caratteristico porticato a sud, delle camere per gli ospiti che volessero soggiornare la notte al piano primo ed un eventuale rivendita di prodotti tipici caratteristici dell’agricoltura biologica.
Considerando, inoltre, che il fabbricato è poco distante dal percorso cicloturistico “I 2 - Anello del Veneto”, si può ipotizzare che l’immobile in analisi possa diventare un punto di ristoro e di sosta per i cicloturisti che si trovino a percorrere la riva del Bacchiglione, attività ludico/sportiva in forte espansione negli ultimi anni che aggiunge la possibilità di realizzare un “Albergabici” per offrire, oltre ai tradizionali servizi, anche un ricovero e garage per i mezzi dei cicloturisti.
L’itinerario ciclabile può condurre il viaggiatore nel caratteristico territorio in cui i monaci benedettini hanno edificato numerose corti, denominate fattorie e di differenti dimensioni, che ancor oggi contraddistinguono i territori del Comune di Correzzola. Infatti, limitrofe al nostro immobile, si trovano le più note e più grandi come la “Corte Benedettina” (1500 d.c.) e la “Grande Vanezza” (1570 d.c.), ampiamente già recuperate e visitabili dai turisti.
Si conclude sottolineando la coerenza di una proposta come quella descritta con le vigenti politiche di riqualificazione urbana e rinaturalizzazione del territorio promosse dalla legge regionale 14/2019 meglio nota come "Veneto 2050".
L'arte in ognuno di noi
A cura di Nathalie Badon
4AET
Con il concorso artistico "DorArte" di quest'anno, la nostra scuola ha vinto diversi premi: si è aggiudicata il primo posto nelle sezioni "Fotografia" e "Scultura", mentre ha conquistato il podio nella sezione "Pittura e Grafica".
CONCORSO
DIVENTIAMO CITTADINI EUROPEI
A cura di Giulia Barzon e Giulia Rudello
4AEI
Qualche settimana fa ci è stato proposto di partecipare al concorso "Diventiamo cittadini europei", un concorso europeo che aveva l'obiettivo di farci riflettere sul nostro ruolo di cittadini europei, attraverso una relazione, una locandina o un video che riprendessero alcuni dei temi proposti.
Noi, Giulia Rudello e Giulia Barzon, della 4AEI, siamo state premiate entrambe, una con una menzione speciale e l’altra con il primo premio, cioè un viaggio di una settimana a Canazei insieme agli altri vincitori del progetto.
Pensiamo che esperienze come questa, al di là del premio, siano un'opportunità non solo per mostrare le proprie abilità, ma anche per essere più consapevoli della realtà in cui viviamo. Non bisogna vedere queste occasioni come un compito di scuola o una perdita di tempo, piuttosto come un modo di mettersi in gioco, puntando a raggiungere l'obiettivo, che in questo caso era appunto un viaggio.
Altre informazioni riguardo il concorso e il viaggio si possono trovare ai seguenti link:
Giulia Barzon – viaggio premio in Italia a Canazei (TN) per il seguente contributo:
“Come vede l’Unione Europea nel 2050?”: è questa la domanda che è stata posta al nostro Presidente Mattarella durante il Seminario di Ventotene il 29 agosto del 2021, alla quale lui ha dato una risposta ottimistica, fiducioso del fatto che entro il 2050 l’Unione avrà raggiunto quei traguardi in ambito economico, sociale e ambientale a cui sta aspirando. Qual è però la visione di noi giovani? Come risponderemmo a questa domanda? Per rispondere dobbiamo partire dalla nascita di quella che noi oggi conosciamo come Unione Europea.
È il 1941 quando Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi, intellettuali italiani di ispirazione antifascista, scrivono il famoso “Per un’Europa libera e unita. Progetto d’un manifesto”, conosciuto come il Manifesto di Ventotene, testo che sta alla base del processo di unificazione dell’Europa. Così, confinato nell’isola di Ventotene dal regime fascista, Spinelli decide di esprimersi in merito alla sua idea di un’Europa unita e pacifica, libera da tutte le disgrazie portate dalla Seconda Guerra Mondiale.
È la fine della guerra e tutta Europa sente la necessità di tutelarsi da ulteriori conflitti interni e di creare una cooperazione tra Stati che non solo assicuri la pace, ma che favorisca l’economia e che sia vantaggiosa per i cittadini. Nasce così nel 1958 la Comunità Economica Europea (CEE), in seguito al Trattato di Roma del 1957, che ha rafforzato la collaborazione economica tra i “6 Stati fondatori”: il Belgio, la Francia, la Germania Occidentale, l’Italia, il Lussemburgo e i Paesi Bassi. Più tardi hanno aderito alla Comunità altri Paesi del territorio europeo, contribuendo a creare il cosiddetto “mercato unico”.
Col passare degli anni e l’adesione di altri Paesi, la Comunità si è trasformata in un’organizzazione i cui scopi andavano ben oltre quelli economici: gli Stati iniziano a trovare accordi comuni in ambito di salute, sicurezza, istruzione, immigrazione, ambiente, diritti dei cittadini e molte altre tematiche. I 12 Stati allora aderenti hanno deciso di istituire, con il Trattato di Maastricht del 7 febbraio 1992, l’Unione Europea.
Tra gli obiettivi principali dell’Unione c’erano (e ci sono) quello di garantire la pace e la sicurezza, di favorire uno sviluppo economico e sociale equilibrato, eliminando le disuguaglianze, di difendere l’ambiente e di tutelare i diritti umani; ogni Stato che decide di aderire è responsabile nei confronti dei propri cittadini ma anche nei confronti degli altri Stati, con cui ha deciso di prendere un impegno comune.
Al giorno d’oggi l’Unione conta 27 Stati, 19 dei quali hanno adottato l’Euro come moneta unica adattandosi così a un’unica politica monetaria gestita dalla Banca Centrale Europea; l’autonomia di ogni Stato è poi in parte limitata da organi sovranazionali che approvano norme e politiche comuni che i Paesi membri devono rispettare. Il senso di questa cooperazione però supera l’aspetto economico e giuridico.
Per esempio, l’UE ha fatto propri gli obiettivi dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, tra cui si ricordano la lotta alla povertà, una crescita economica sostenibile, la lotta alle disuguaglianze, un’istruzione di qualità ed altri non meno importanti, individuati e riconosciuti da tutti i Paesi delle Nazioni Unite.
In ambito di tutela dei diritti, il 7 dicembre del 2000 è stata proclamata la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea (CDFUE), poi modificata nel 2007: si tratta di un documento che riconosce una serie di diritti e libertà fondamentali degli individui e stabilisce alcuni principi che l’Unione intende rispettare, come uguaglianza, libertà, solidarietà, dignità, cittadinanza e giustizia.
Un altro esempio è il Green Deal, un patto tra i Paesi europei, proposto dalla Commissione Europa nel 2019, per rendere l’Europa il primo continente a impatto climatico zero e stabilire le nuove strategie di crescita verso una transizione ecologica; obiettivo fondamentale del patto è la riduzione del 55% delle emissioni di gas serra entro il 2030 e la neutralità climatica entro il 2050. L’accordo prevede incentivi e investimenti di tipo pubblico e privato rivolti alla ricerca e all’innovazione delle tecnologie e dei trasporti, al settore dell’industria affinché si possa realizzare un’economia circolare, alla produzione di energia da fonti sostenibili e quindi una decarbonizzazione del settore energetico; il piano d’azione si estende anche al settore alimentare e dell’edilizia, alla tutela dell’ambiente e al recupero della biodiversità in Europa.
Il piano d’investimenti del Green Deal investirà almeno 1 000 miliardi di euro in azioni sostenibili, e per le regioni con più difficoltà verranno stanziati almeno 150 miliardi di euro. Il bilancio dell’UE 2021-2027 dedica almeno il 30% ad iniziative per combattere il cambiamento climatico.
Ovviamente la visione di mete così belle da raggiungere ci rende ambiziosi; siamo consapevoli del fatto che facciamo parte non solo di uno Stato, ma di un’intera comunità, che ha grandi aspettative e che sicuramente ha tutte le carte in regola per farcela. Dalla creazione dell’Unione sono stati fatti enormi passi avanti: abbiamo visto l’Europa riprendersi in modo impressionante dalla tragedia della guerra fino a diventare oggi, nel suo insieme, centro dell’economia mondiale e questa crescita continuerà in futuro.
Il problema è che questi traguardi sono tanto belli quanto lontani. Siamo tutti accecati dall’entusiasmo della propaganda; i social e i siti web sono pieni di messaggi rivolti alla sostenibilità, all'uguaglianza, all'inclusione sociale; dappertutto vediamo cartelloni che promuovono questi ideali per attirare le persone; sempre più imprese creano una sezione nei loro siti web dedicata alla sostenibilità e alla propria missione aziendale, per far vedere quanto l'impresa stessa si impegna o "dice" di impegnarsi; ma sono le azioni concrete che contano.
È importante che sempre più persone, imprese ed enti si stiano mobilitando per raggiungere le mete prefissate e per promuovere nuove iniziative, lo sforzo c'è sicuramente. Però, soprattutto in questi ultimi anni, abbiamo potuto vedere quanto siamo fragili, quanto è facile distogliere lo sguardo da questi obiettivi.
Proprio mentre stavamo iniziando a vedere qualche risultato, ecco che succede l’imprevedibile: siamo spiazzati da una pandemia che costringe tutti a cambiare i propri stili di vita, che ci distrae dalle nostre grandi ambizioni, perché prima c’è la necessità di risolvere questo problema.
Bene o male ne siamo usciti, sfortunatamente lasciandoci dietro qualcuno, passando tanto tempo chiusi in casa e costretti ad uscire con guanti e mascherine; però ce l'abbiamo fatta. Possiamo tornare a concentrarci sui nostri obiettivi. E mentre pensiamo a come renderli reali, ci si presenta un altro ostacolo da superare: la guerra tra Ucraina e Russia. Nonostante gli scontri armati non stiano avvenendo sul territorio dell'Unione, la guerra ha gravissime ripercussioni sulla nostra economia. Basti pensare al settore energetico: il gas naturale e il petrolio consumati dall’UE provengono per circa il 40% dalla Russia. Questo significa maggiori costi e un cambiamento delle nostre politiche, che dovranno adattarsi a questa nuova situazione. Riusciremo ad affrontare questa crisi economica e umanitaria e nello stesso momento a raggiungere i tanto ambiti obiettivi?
Per questo non mi sento di dire che nel 2050 l’Europa avrà raggiunto tutti gli obiettivi ideali che si è posta, perché non si può sapere cosa accadrà. Potrebbe succedere di tutto. Non sono pessimista in questo senso, non intendo che l’UE non realizzerà niente o che non avverrà nessun progresso, anzi, ho davvero molte speranze e aspettative. Per esempio, mi aspetto un’Unione Europea più unita, collaborativa e accogliente; mi aspetto che sia molto più attenta ai temi della sostenibilità e ai cambiamenti climatici, e che avrà ridotto le fonti di inquinamento al minimo. Mi aspetto che l’energia che useremo provenga per la maggior parte da fonti rinnovabili. In tutto il territorio case ed edifici avranno pannelli solari e saranno molte di più le “fattorie del vento”; per le strade ci saranno più macchine elettriche che macchine a benzina e ci saranno grandi reti di piste ciclabili che permetteranno alle persone di spostarsi a piedi o con biciclette e monopattini. Ovunque ci saranno cestini per la raccolta differenziata e finalmente si potrà parlare di un sistema di gestione dei rifiuti efficiente in tutti i Paesi.
Mi aspetto nuove politiche a favore dei giovani, che possano permettere a tutti di studiare, andare all’Università, viaggiare e dedicarsi ad attività spendendo veramente poco, in modo che tutti abbiano le stesse opportunità. Mi aspetto un sistema di trasporti più organizzato e veloce, che permetta di raggiungere anche destinazioni lontane in poco tempo e con un piccolo budget. Infine, mi aspetto migliori condizioni di lavoro, giornate lavorative che durano meno e stipendi più alti; la disoccupazione sarà quasi del tutto eliminata, nasceranno molte nuove professioni e i posti di lavoro saranno occupati per lo più dai giovani.
La realizzazione di tutto questo dipende da noi, ma non solo purtroppo, perché come abbiamo potuto vedere non siamo gli unici a questo mondo e anche ciò che succede dall’altra parte della Terra ci coinvolge e condiziona la nostra vita. E quindi, anche se fossimo sulla buona strada, non abbiamo il potere di prevedere tutti gli eventi, positivi o negativi, che accadranno da qui al 2050, che potrebbero accelerare il nostro progresso o farci cadere in basso.
Un altro aspetto da considerare è il fatto che ci sono aree e stati dell'Unione meno sviluppati, in cui l'economia è più arretrata e la popolazione vive in cattive condizioni. Siamo davvero sicuri che ogni regione sia in grado o abbia le risorse per arrivare a quegli obiettivi?
Nonostante l'UE cerchi di dare aiuti e finanziamenti a questi Stati, non è detto che senza un governo centrale competente e un impegno da parte della popolazione riescano a sfruttarli e a raggiungere il livello e le condizioni delle maggiori potenze europee. Ho il timore che nel 2050 queste disuguaglianze saranno ancora presenti, se non ancora più accentuate.
Così, all'interno della stessa comunità, ci si troverà davanti a due realtà diverse: da una parte i Paesi più sviluppati e modernizzati, che avranno messo a punto i loro ideali; dall'altra troveremo ancora Paesi in cui il tasso di analfabetismo sarà elevato, la criminalità sarà diffusa, in cui non ci sarà lo stesso progresso economico e tecnologico che sarà avvenuto negli altri. Sentiamo spesso parlare di aiuti verso queste zone, ma la situazione non migliora più di tanto. Il punto è che sta tutto nelle mani dei potenti che agiscono soprattutto per i propri interessi e del proprio Paese, nascondendolo dietro la promozione di fondi e incentivi che dovrebbero rendere uguali tutti gli Stati, ma che in realtà non stanno funzionando. Basta pensare anche solo all'Italia, alle differenze tra sud e nord che esistono da decenni. Nonostante gli aiuti destinati al sud siano maggiori rispetto al nord, la situazione rimane la stessa, e purtroppo credo che rimarrà così anche in futuro se non cambierà la mentalità di chi ha davvero il potere.
Giulia Rudello – menzione speciale per la seguente proposta grafica: