Il paese, il territorio

San Vito sullo Ionio è un comune di 1.822 abitanti della provincia di Catanzaro.

La sua fondazione viene fatta risalire a epoca Normanna, quando il conte Ruggiero fece costruire nella vallata un’opera di sbarramento, per formare un bacino artificiale. Il toponimo riflette il nome del Santo Patrono.

Già San Vito, assunse la denominazione San Vito sul Ionio con un regio decreto del 1863. In seguito divenne comune la dizione “sullo Ionio”. Baronia dei Gironda, sul finire del XV secolo fu aggregata al principato di Squillace, passando, nella prima metà del Seicento, alla nobile casata dei Fosselli. Assegnata successivamente ai Ravaschieri, fu da questi venduta ai Caracciolo di Girifalco, i quali, dopo un periodo di reggenza da parte di un’altra linea della famiglia, nel XVIII secolo ne recuperarono il possesso, conservandolo fino al crollo del sistema feudale, stabilito dalle Leggi Napoleoniche.

Distrutta in gran parte dal terremoto che sconvolse la Calabria nella seconda metà del Settecento, col nuovo ordinamento amministrativo dato dai Francesi al Regno di Napoli, all’inizio del XIX secolo, fu inclusa dapprima, quale Università, nel cosiddetto governo di Gasperina e poi tra i comuni del circondario di Chiaravalle Centrale.

San Vito sullo Ionio, in passato, era noto per le fiorenti attività agricole e artigianali. Il motore dell'economia ruotava attorno ai mulini ad acqua, la coltivazione del gelso, la lavorazione della seta, il commercio delle particolarissime pipe in radica che, prodotte in grande quantità, occupavano molte famiglie.

Lo sviluppo del terziario e l'emigrazione, dagli anni '50 dello scorso secolo in poi, hanno progressivamente cancellato l'economia rurale. Adesso sono pochi i custodi dei saperi tradizionali che, con molta passione, portano avanti gli antichi mestieri tramandati di generazione in generazione.


Foto panoramiche san vito

La descrizione di Calabria orizzonti

San Vito sullo Ionio è un paesino che sorge a 404 m sul livello del mare, nella provincia di Catanzaro. In passato, il paese era molto attivo nel commercio per esempio per il baco da seta e nell’artigianato, soprattutto con la produzione di pipe in radica. La festa patronale si svolge il 15 giugno in onore a San Vito.

Il paese, è ubicato lungo una fiorente vallata, nell’entroterra del Golfo di Squillace, e la sua fondazione viene attribuita ai Normanni, che si spostavano verso l’interno per difendersi dalle incursioni barbariche. Qui costruirono la diga di Murorotto, oggi ridotta a rudere, che raccoglieva le acque dei torrenti vicini, facendone un luogo di pesca per il sostentamento della popolazione, e utilizzata anche per l’irrigazione dei campi. Oggi San Vito è una splendida località collinare, che sta puntando sullo sviluppo turistico ambientale. Qui il turista può rilassarsi e immergersi in lunghe passeggiate nei boschi, godendo di una natura incontaminata, e camminare nel centro storico tra negoziati di artigianato locale e prodotti tipici quali, vino, miele, scamorza e olio d’oliva.

Tra le opere di un certo rilievo troviamo la Filanda, antico luogo adibito alla lavorazione della seta prodotta nelle zone limitrofe, di cui San Vito era molto rinomato in passato. Accanto alla Filanda sorgeva una chiesetta privata, trasformata e adibita in un primo momento in deposito e poi in distilleria dalla famiglia Bullotta, proprietaria di tutto il complesso insieme al palazzo seicentesco. Addentrandoci nel centro storico, in prossimità della villa comunale, possiamo ammirare la statua in bronzo di Giuseppe Casalinuovo, poeta e avvocato nativo di San Vito, in un’opera dell’artista Anna Parvis, inaugurata nel dicembre del 1967.

Nelle campagne circostanti, troviamo una grassa pietra, un monolite, detta La Pietra di Santa Nagghijera, probabile luogo di culto pagano dedicato alla Ninfa delle acque, dove secondo una leggenda, erano nascosti covi di serpenti tenuti a bada dalle preghiere, oltre ad essere un luogo dove i briganti di un tempo si sfidavano a duello. Tra le opere di architettura religiosa, possiamo ammirare:

- La chiesa Matrice, intitolata a San Vito Martire, edificata in seguito al terremoto del 1783, mantenendo la struttura originale. All’interno troviamo un’antica e caratteristica grotta, luogo di preghiera del santo e di ritrovamento delle sue reliquie. Degno di nota è un antico altare in legno, attribuito al maestro Scolieri.

- La Chiesa della SS. Annunziata, risalente al XV sec., è dedicata alla Madonna del SS. Rosario, a seguito della vittoria nella Battaglia di Lepanto. La Chiesa, che sorge nel quartiere Spinetto, presenta sopra la facciata principale, una splendida Madonna in marmo bianco, che le dona un tocco unico. All’interno possiamo ammirare un altare in marmi policromi di ottima fattura, e alcuni dipinti, opera di artisti locali.

- La Chiesa del Purgatorio, un’opera cinquecentesca di notevole valore, probabilmente appartenuta a qualche famiglia nobiliare del posto.

- Il Convento dei Carmelitani, di cui oggi rimangono solo dei ruderi, venne costruito nel 1550, ed era un punto nodale per la vita e la prosperità del borgo.

Tra le testimonianze del passato, che ci offrono una visione della grandezza di questo luogo, troviamo la “Ruga dei Mulini”, un’intera vallata dove sorgevano antichi mulini ad acqua, dediti alla lavorazione dei cereali, oggi ristrutturati per far rivivere al turista un’esperienza culturale a cielo aperto. Scendendo a valle, arriviamo velocemente lungo le coste del golfo di Squillace, dove ci si può immergere nelle acque limpide e cristalline delle bianche spiagge di Soverato, Davoli, Montepaone Lido, etc.

La Filanda

Tra le opere di un certo rilievo troviamo la Filanda, antico luogo adibito alla lavorazione della seta prodotta nelle zone limitrofe, di cui San Vito era molto rinomato in passato. Accanto alla Filanda sorgeva una chiesetta privata, trasformata e adibita in un primo momento in deposito e poi in distilleria dalla famiglia Bullotta, proprietaria di tutto il complesso insieme al palazzo seicentesco.

Oggi, una parte di quello che costituiva l'intero complesso è di proprietà privata, mentre la restante parte è stata recentemente ristrutturata con fondi pubblici. E' sede delle riunioni del consiglio comunale ed è usufruibile per eventi, incontri culturali e dibattiti pubblici. A ridosso di quest'area al coperto, un'area all'aperto dove Sonati Vicinu! ha trovato il suo luogo preferenziale.


Mulino Danieli

Ai piedi delle Preserre calabresi, in una gola scavata dal torrente "Scurzuna", trova giusta ubicazione l'antico mulino ad acqua "Cav. Danieli" (XVIII secolo).