Rappresentazione artistica della formazione di un sistema planetario (Immagine NASA/JPL-Caltech)

LE  METEORITI:  TESTIMONI  DELLE  ORIGINI  DELLA  TERRA  E  DEL  SISTEMA  SOLARE


Quasi tutte le meteoriti sono più vecchie delle più antiche rocce terrestri. La maggior parte, infatti, ha un'età che si aggira intorno ai 4,5 miliardi di anni, epoca in cui ebbe inizio il processo di formazione della Terra e degli altri corpi del sistema solare. È per questa ragione che le meteoriti possono essere considerate come capsule del tempo profondo, che custodiscono molte informazioni sugli eventi che si susseguirono in quel lontanissimo passato. All'epoca, a ruotare intorno al Sole, che si era appena “acceso”, non c’erano ancora pianeti e satelliti, ma solo un immenso disco di gas, ghiacci e polveri. Tutto quello che accadde a partire da allora ha però lasciato traccia nei materiali di cui sono fatte le meteoriti e nelle strutture che si osservano al loro interno. Sono questi i caratteri in cui è scritta la storia più antica del nostro angolo di universo, e questa attività ci invita a leggerli e a interpretarli attraverso un’ampia gamma di meteoriti rappresentativi delle diverse tappe della formazione del nostro sistema planetario.


Si chiamano “condrule” le formazioni rotondeggianti visibili in questa meteorite rocciosa sezionata. Si tratta dei più antichi grani solidi che si formarono nel primitivo nel sistema solare. La loro aggregazione fu il primo passo che portò all’accrescimento di corpi rocciosi via via sempre più grandi, fino alle dimensioni degli attuali asteroidi (collezione didattica Progetto Theia / foto Gary Fujihara).

Un intreccio di cristalli di ferro e nichel in una meteorite metallica sezionata. Queste strutture, assolutamente introvabili sulla Terra, poterono generarsi solo nei nuclei metallici di asteroidi di grandi dimensioni, che si sarebbero trasformati in protopianeti se non fossero stati frammentati e distrutti a seguito di collisioni con altri asteroidi (collezione didattica Progetto Theia / foto Mirko Graul). 

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