Prima di iniziare le indagini di scavo, con l'aiuto di Pierangelo Carzoli (CAI Garfagnana) abbiamo reso più agevole e sicuro l'accesso alla grotta, facendo dei piccoli lavori sul versante. Un ringraziamento speciale a Pierangelo!
Sono stati effettuati due saggi stratigrafici di circa 1x1 m localizzati nella porzione nord della grotta, rispettivamente a circa metà tra la parete nord e la grande stalagmite che si erge in questa porzione del sito (Area 200) e a ridosso della parete di fondo, nei pressi di una delle piccole aperture che si aprono lungo la suddetta parete (Area 300).
Nell'Area 200, dopo un primo strato a tessitura limo-argillosa piuttosto friabile che ha restituito frammenti di ceramica grezza priva di rivestimento riferibile all’età romana (US 201), lo scavo ha raggiunto i 10 cm circa di profondità, mettendo subito in luce uno strato di roccia affiorante in parte in disfacimento e leggermente digradante verso est (US 202).
Nell'Area 300, invece, sono stati messi in luce alcuni strati a tessitura limosa di colore grigio scuro e grigiastro, il secondo e il terzo presentavano numerosi frustoli di carbone ed elementi litici biancastri. Da US 301 e 302 sono emersi frammenti mediamente fluitati di ceramica grezza priva di rivestimento e un frustolo di ceramica depurata priva di rivestimento, riferibili ad una frequentazione in età romana. Seguiva uno strato di concrezione calcarea con alterazione superficiale ed uno a tessitura argillosa di colore grigio chiaro, che potrebbe essere frutto del processo di dissoluzione calcarea. Questi erano tagliati nella porzione sud-ovest del saggio da tre tagli di forma sub-ellissoidale e sub-circolare, che potrebbero essere legati a un apprestamento temporaneo in materiale deperibile contro parete, ma, data la piccola estensione del saggio, non sussistono abbastanza elementi per ulteriori ipotesi.
In definitiva, i saggi effettuati confermano una frequentazione in età romana, senza però permettere una specifica della sua natura, anche a causa della forte erosione dei depositi antichi (sia per cause naturali che antropiche). Data la collocazione geografica della grotta e la sua interna conformazione che ben si presta ad un’occupazione, seppur temporanea, questa potrebbe essere legata ad uno sfruttamento della risorsa boschiva. Non si può comunque escludere del tutto l’aspetto rituale, suggestionato dalla presenza di grandi stalagmiti isolate simili a dolmen, come già ipotizzato da precedenti studiosi (Zecchini M. et alii 1975; Ciampoltrini 2003).