Facciamo fatica a capire chi siamo veramente perché la cronaca registra la disumanità dilagante e la storia è carica di nefandezze. Le guerre con tutto il loro corollario mostrano la violenza e la sopraffazione come unica legge a cui piegare il capo, i rapporti interpersonali anche più stretti sono ripudiati con odi omicidi...
Eppure siamo le creature più belle e grandi che Dio ha fatto con le sue mani. Abbiamo perso la dignità e la grandezza che ha infuso nei nostri cuori.
Per questo dobbiamo ritornare a guardarti negli occhi come il salmista per capire quanto ci siamo allontanati da Te:
“O Signore, Signore nostro, quanto è mirabile il tuo nome su tutta la
terra! Voglio innalzare sopra i cieli la tua magnificenza, con la bocca
di bambini e di lattanti: hai posto una difesa contro i tuoi avversari,
per ridurre al silenzio nemici e ribelli. Quando vedo i tuoi cieli, opera
delle tue dita, la luna e le stelle che tu hai fissato, che cosa è mai l’uomoperché di lui ti ricordi, il figlio dell’uomo, perché te ne curi? Davvero
l’hai fatto poco meno di un dio, di gloria e di onore lo hai coronato. Gli
hai dato potere sulle opere delle tue mani, tutto hai posto sotto i suoi
piedi: tutte le greggi e gli armenti e anche le bestie della campagna, gli
uccelli del cielo e i pesci del mare, ogni essere che percorre le vie dei
mari. O Signore, Signore nostro, quanto è mirabile il tuo nome su tutta la terra!” (Sal 8).
Da questa percezione sofferta nasce la preghiera accorata:
“Perché, Signore, ci lasci vagare lontano dalle tue vie e lasci indurire il
nostro cuore, così che non ti tema? Ritorna per amore dei tuoi servi,
per amore delle tribù, tua eredità” (Is 63,17).
Spunti di meditazione
La dignità dell’uomo deriva dal fatto che Dio lo ha scelto come unico interlocutore tra tutte le sue “opere”.
E questo è fonte di stupore in quanto la preghiera, interpellando Dio stesso, è la più alta forma di relazione che l’uomo può instaurare.
Questa costatazione apre spontaneamente il cuore al ringraziamento. Per questo la preghiera deve svolgersi senza affanno, senza la necessità di ricercare luoghi particolarmente adatti… perché è il respiro del cuore e questo respiro è lo Spirito che abita in noi.
Allora quando si prega lasciamo da parte la preoccupazione di imparare o “recitare” formule perché “Questa parola è molto vicina a te, è nella tua bocca e nel tuo cuore, perché tu la metta in pratica”
(Dt 30,14).
Se si prega con questa fiducia ci viene donata una forza immensa che ci sostiene nell’affrontare la vita anche nelle situazioni più difficili.
Diversamente se si riduce a monologo, proprio perché rimane senza possibilità di risposta, può diventare fonte di sfiducia, tramutandosi anche in negazione di ogni valore e senso nei
confronti di Dio.
Salmo 28 Credo in Te, mio Dio.
Solo il Signore è la forza che permette di vincere il male
A te grido, Signore, mia roccia, con me non tacere:
se tu non mi parli, sono come chi scende nella fossa.
Ascolta la voce della mia supplica, quando a te grido aiuto,
quando alzo le mie mani verso il tuo santo tempio.
Il Signore è mia forza e mio scudo,
in lui ha confidato il mio cuore.
Mi ha dato aiuto: esulta il mio cuore,
con il mio canto voglio rendergli grazie.
Salva il tuo popolo e benedici la tua eredità,
sii loro pastore e sostegno per sempre.
Commento
Credere a Dio significa metterlo a fondamento in tutti gli eventi della vita. Ogni suo silenzio momentaneo è come il silenzio della morte mentre la sua presenza e la sua parola sono la forza che vince quel male che tiene l’uomo prigioniero e non gli permette di comprendere la bellezza e la gioia di fare il bene.
Preghiera conclusiva
Signore, mia roccia, parla al mio cuore e ascolta la mia supplica: sei tu il mio aiuto, la mia forza, il mio pastore e sostegno per sempre. A te mi affido. Amen