20 Dicembre

Giuseppe figlio di Davide uomo giusto

Giuseppe è definito dai racconti evangelici "uomo giusto". Certamente non per la decisone di non esporre Maria ad un qualche giudizio con possibili conseguenze tragiche per lei, né per il fatto di volerla ripudiare ma segretamente.

"Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto". (Mt 1,19)

“Gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa ... Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa” (Mt 1,23-24)

La sua giustizia consiste nel fare "come gli aveva ordinato il Signore". Ciò sta ad indicare la totale sottomissione alla volontà divina, che fa di Giuseppe l'ideale e fedele collaboratore di Dio.

Il termine "giusto", in senso biblico, infatti è colui che esegue fedelmente e perfettamente la Legge. La sua perfetta esecuzione stabilisce il livello di giustizia di una persona e ne decreta la santità.

"Ma mentre pensava tra sé queste cose, ecco un angelo del Signore gli apparve" (Mt 1,20-21). In queste due espressioni è racchiusa la contrapposizione di due mondi: quello umano, che ragiona secondo ciò che vede e tocca e tira le sue apparentemente giuste e logiche conclusioni, ma che non sa andare oltre; e quello divino, che irrompe all'improvviso nelle vicende umane e le illumina con una nuova comprensione.

L'aprirsi, repentino, di uno scenario nuovo e inaspettato, che subissa la dimensione umana e la costringe a ripensare le proprie conclusioni per adeguarsi alla nuova realtà fa comprendere la giustizia di Giuseppe: è pronto a mettersi da parte per fare spazio a Dio, pronto ad eseguire il nuovo comando.

E questo avviene nel quotidiano che, proprio perché Dio si insinua nelle pieghe della storia umana, va ricompresa sotto una nuova prospettiva. Solo chi ha creato una sensibilità al mondo del divino è pronto alla collaborazione. Ed il sogno, secondo la tradizione biblica, diventa il naturale luogo d'incontro tra i due mondi.

Giuseppe, oltre che giusto, viene definito "Figlio di Davide" e per questo motivo è colui che fornirà la discendenza davidica a Gesù, ma solo apparentemente imporrà il nome al figlio di Maria, poiché, in realtà, egli esegue soltanto un comando che gli viene imposto dall'alto: "tu lo chiamerai Gesù". (Mt 1,21)

L'autorità su Gesù è riservata al Padre e non agli uomini come pure l'obbedienza è dovuta a Lui e non agli uomini.


Giuseppe, uomo della famiglia, che hai dato la precedenza a Dio anche nel progetto del matrimonio, sconvolgi la nostra vita fatta di troppi primi posti quando la parola “servizio” lascia a desiderare; quando non ci interessiamo troppo dell’educazione dei figli e ci chiudiamo nei nostri spazi e riti, quando, pur stanchi, non apprezziamo gli sforzi e la fatica di chi ci sta vicino in quei lavori e attenzioni che ci fanno stare bene; quando, per la pigrizia, non decidiamo di donare un’ora della settimana, la domenica, al Signore.

Facciamo fatica a pregarti, Signore, perché ti sentiamo, più che Padre, un giudice lontano e solo quando abbiamo bisogno veniamo da Te non con la fiducia ma con l’idea di bussare invano alla tua porta.

Giuseppe, uomo della famiglia, insegnaci la sapienza dell’ascolto e dell’obbedienza prima che delle parole e allora tante precedenze che vantiamo non saranno più così urgenti ed inderogabili!