16 Dicembre

Natale, tempo di grazia

L'anno è la realtà temporale in cui "contiamo" gli eventi della vita e della storia. Proprio perché Dio si è fatto uomo, nell'anno liturgico "facciamo memoria" dei momenti significativi della vita Gesù, eventi che hanno trovato riconoscimento anche nell'anno civile e lo marchiano, indipendentemente dalla fede. Così il Natale, la Pasqua ed altre feste indicano date del calendario praticamente riconoscibili da tutti.

Il rischio concreto, però, sta nel fatto che pur rievocando eventi religiosi sono svuotati del loro vero significato.

Il Natale del Signore si è prestato in modo particolare a questo “svuotamento” per essere "commercializzato" in aspetti esteriori che non hanno nulla a che vedere con lo stupore e la luce dei pastori a Betlemme ed oggi di chi si sofferma su questo evento chiedendosi meravigliato: "Perché Dio si è fatto uomo?".

Una scelta umanamente incomprensibile quella di Dio se non "nella follia" di chi ama veramente: perdere tutto per farne dono a tutti.

"Cristo Gesù, pur essendo nella condizione di Dio, non ritenne un privilegio l’essere come Dio, ma svuotò sé stesso assumendo una condizione di servo, diventando simile agli uomini. Dall’aspetto riconosciuto come uomo, umiliò sé stesso facendosi obbediente fino alla morte e a una morte di croce". (Fil 2,7-8)

La "novena" può diventare lo strumento per sintonizzarsi sulla verità sconcertante di questa scelta di Dio e di donne e uomini che hanno accolto di entrare in questa storia, pur con le paure, incertezze, fatiche … ma soprattutto con la disponibilità a correre "questo rischio", certi che Dio non abbandona chi a lui si affida e dice il suo sì.

Un Dio che si è presentato loro non direttamente ma o con un angelo che entra improvvisamente in una casa a Nazaret, o con un sogno nella notte, o con una voce circonfusa di luce che risuona ai pastori nel turno di guardia al gregge, o con il tremolare improvviso di una nuova stella nel lontano oriente.

Questa è la fede: fidarsi anche senza scorgere il volto su cui fissare lo sguardo di chi ti chiama, come avvenne a Mosè e a tanti profeti, e credere ad una Parola.

Proprio la fede della ragazza di Nazaret, Maria, del suo fidanzato, Giuseppe, di alcuni pastori che custodivano il gregge, di magi che in lontane terre scrutavano il cielo, hanno permesso finalmente a Dio di mostrare il suo volto:

a Maria: "Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c’era posto nell’alloggio" (Lc 2,7)

Ai pastori: "Andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro". (Lc2,16-17)

Ai magi: "Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono" (Mt 2,11)

Ed ora anche a noi: “Tenendo fisso lo sguardo su Gesù, colui che dà origine alla fede e la porta a compimento”. (Eb 12,2)



Preghiera all'inizio della novena

"Tu sei il più bello tra i figli dell’uomo, sulle tue labbra è diffusa la grazia" (Salmo 45,3) perché sei il Dio fatto uomo, la sorgente di ogni bellezza che quasi mai contemplo nella creazione e nelle creature perché incapace di sostare.

Ti ringrazio per la vita che mi hai donato perché "Sei tu che mi hai tessuto nel grembo di mia madre … hai fatto di me una meraviglia stupenda; meravigliose sono le tue opere, le riconosce pienamente l’anima mia". (Salmo 139, 13-14)

Ti ringrazio per il Battesimo che mi ha riempito di "grazia" come tua madre, Maria, ma dal quale quasi mai attingo la forza e la gioia di sentirmi figlio, accontentandomi di dissetarmi a quelle pozze dove «Chiunque beve di quest’acqua avrà di nuovo sete» e non alla sorgente dove «Chi berrà dell’acqua che io gli darò, non avrà più sete in eterno. Anzi, l’acqua che io gli darò diventerà in lui una sorgente d’acqua che zampilla per la vita eterna». (Gv 4 13-14).

Ti ringrazio per le donne e gli uomini che "Mentre un profondo silenzio avvolgeva tutte le cose, e la notte era a metà del suo rapido corso", hanno accolto "la tua parola onnipotente dal cielo", (Sap 18 14-15) che scendeva sulla terra così che "il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre, pieno di grazia e di verità". (Gv 1, 14).

Ti ringrazio per la Chiesa, questa realtà umile e grande, segnata anche dal mio peccato ma abitata da te da cui "noi tutti abbiamo ricevuto: grazia su grazia". (Gv 1,16)

Ti ringrazio … non ho più parole perché in Te tutto è grazia, anche il mio peccato perché "dove abbondò il peccato, sovrabbondò la grazia". (Rom 5,20)