STORIE DIGITALI
Poetiche della Comunicazione
Poetiche della Comunicazione
Non capita spesso di trovarsi davanti a un libro che riesca a cambiare il modo in cui vediamo il mondo, Storie Digitali è un libro di Maia Engeli pubblicato nel 1999 per la sezione La Rivoluzione Informatica a cura di Antonino Saggio, per Universale di Architettura collana diretta da Bruno Zevi.
Il libro parla degli aspetti fondamentali che contraddistinguono il mondo della Terza Ondata, la cosiddetta società delle informazioni, e fa particolare riferimento a come questi nuovi paradigmi influenzino gli aspetti della produzione architettonica, sempre più legata al concetto di comunicazione. Come scrive il Professore Antonino Saggio nella prefazione: “Il libro stesso è un esempio di comunicazione”, offrendo interessanti spunti per la sperimentazione.
“Quante cartoline sono davvero necessarie per comunicare l’esperienza degli spazi, il fascino degli interni, la sensazione di luci e materiali, l’opera architettonica nel suo complesso? Probabilmente sarebbe più economico un biglietto aereo”
Maia Engeli
Con queste parole l’autrice intende esprimere il bisogno di una realtà virtuale, facilmente modificabile, in grado di rendere partecipe l’utente prima della realizzazione. Tale partecipazione è resa possibile da due elementi fondamentali:
- lo schermo, una finestra aperta su una moltitudine di informazioni;
- i dati, di cui sono fondamentali la conservazione e la trasmissione.
L’architettura, per definizione, combina concetto ed esperienza, immagine ed utilizzo e in questo campo l’immagine difficilmente potrebbe esistere senza un’attività congiunta di scrittura e creazione di spazi.
Secondo l’interpretazione proposta dalla Engeli l’esperienza architettonica è soggettiva, individuale, inconscia e per ognuno crea ricordi differenti, talvolta completamente opposti.
A proposito di questi temi, vengono esposte le storie di sette stanze, allestite per il corso di Storie di Stanze.
In seguito viene descritto come nel mondo contemporaneo il linguaggio stia diventando sempre più legato all’immagine, si parla infatti di linguaggio grafico e di linguaggio figurativo. Coloro che codificano e utilizzano questi nuovi linguaggi sono definiti gli architetti dell’informazione, gli unici in grado di difendere le spiagge del mondo civilizzato dallo tsunami di dati che lo minaccia.
Quindi viene presentato il ruolo fondamentale che gioca l’accostamento tra immagine e testo nel modo di comunicare una certa informazione. Tramite questo rapporto è possibile gestire l’ambigua dicotomia tra razionalità ed emotività.
L’immagine non è l’architettura, è il messaggio!
Le informazioni, per natura intrinseca, hanno bisogno di essere comunicate e da sempre il modo migliore per farlo è attraverso delle storie. Queste in epoche più lontane erano cantate dai bardi, mentre oggi sono diventate vere e proprie storie digitali, divisibili per generi si propagano attraverso i media. L’obbiettivo rincorso è sicuramente l’attenzione del pubblico e più in particolare il tempo di interazione dell’utente.
Quest’ultimo aspetto ha portato alla codificazione di un nuovo linguaggio definito ipertestuale, che attraverso i link ci permette di accedere ai cosiddetti iperdocumenti, una forma di presentazione delle informazioni nuova e stimolante che consente la costruzione di ricche strutture informative pluridimensionali, in cui i lettori possono piacevolmente perdersi.
Il nuovo linguaggio ha innestato una rivoluzione dal punto di vista informatico, in quanto portatore di nuovi modi di leggere e scrivere le informazioni, che hanno poi generato sostanziali modifiche nelle interfacce dei terminali e dei rispettivi software.
L’aspetto che più sembra essere messo in risalto all’interno del libro Storie Digitali è quello dell’effetto che la rivoluzione informatica ha avuto nel campo architettonico. L’architettura dell’informazione è ancora ai suoi esordi, ma le innovazioni in campo tecnologico sono molteplici e in continua evoluzione, questo pone l’accento su come la ricerca e la sperimentazione di nuove tecniche sia fondamentale per lo sviluppo di una nuova architettura.
Citynet, la Città dell'Informazione
L’architettura contemporanea appare sempre più legata agli strumenti di progettazione informatici. Le innovazioni in campo di programmazione software hanno permesso ai progettisti di accedere ad un nuovo tipo di tecnologia in grado di dare forma alla città dell'informazione. Una città con fondamenta diverse da quelle a cui siamo abituati, con forme nuove che superano le classiche rinascimentali, una città che pone le sue fondamenta nei codici informatici dei software di progettazione utilizzati per progettarla.