CONCEPT
Un nuovo volto
per la linea 2
Un nuovo volto
per la linea 2
Nel 1990, in occasione dei mondiali di calcio, viene realizzata a Roma una nuova infrastruttura che corre lungo il tracciato della via Flaminia: la linea 2 del tram. Il progetto però appare fin da subito anacronistico, risultando non sintonizzato sulla consapevolezza dei temi urbani, la nuova infrastruttura è stata progettata con una logica parziale, tenendo conto solo dell'aspetto della circolazione e tralasciando i temi legati alla sostenibilità ambientale e allo sviluppo del tessuto sociale.
Appare dunque evidente il bisogno di trasformazione di questa infrastruttura, che deve da una parte gestire il flusso di persone che usufruisce dei mezzi pubblici e dall'altra inserirsi al meglio all'interno del tessuto urbano, senza stravolgerlo e tenendo conto di ciò che accade nel sottosuolo tanto quanto di ciò che accade del soprasuolo.
Il progetto si pone come obbiettivo la risposta a due grandi crisi che affliggono la società contemporanea: il consumo di suolo, che ci spinge ad optare per una trasformazione ed una densificazione del tessuto urbano esistente, e la crisi idrica, che colpisce alcuni porzioni di territorio e deve smuovere le nostre coscienze al fine di optare per soluzioni che cerchino di sfruttare il più possibile le potenzialità offerte dalla raccolta dell'acqua piovana.
Adottando un approccio multifunzionale è possibile ottenere una buona efficienza degli spazi, che risulteranno essere versatili, sostenibili e permetteranno di avere un'esperienza dell'utente migliorata, resa possibile anche dall'utilizzo di elementi di innovazione e creatività
Oggi come non mai questo tema diventa centrale quando si parla di un intervento infrastrutturale, il progetto si pone dunque come obbiettivo la salvaguardia dei corridoi verdi o green systems fondamentali per i flussi di micro e macrorganismi del suolo.
Bisogna inserire il progetto non solo all'interno del contesto urbano reale, ma anche all'interno dello spazio virtuale o digitale, per farlo si possono sfruttare particolari sensori che raccolgono dati in giro per la città, rielaborandoli e tramettendoli a specifici terminali sotto forma di informazione, in questo modo si possono controllare fenomeni come ritardi negli arrivi oppure improvvisi cambiamenti climatici.
Spesso preferiamo un percorso più lungo solo perchè migliore qualitativamente, perciò bisogna mettere a disposizione dell'utente un'infrastruttura che risponda ai canoni qualitativi contemporanei come ad esempio la sicurezza, la velocità e la comodità dello spostamento.
Questa linea guida rappresenta il fine ultimo del progetto, ovvero la creazione di un'infrastruttura che svolga il compito di legante per il tessuto sociale; deve essere riconosciuta e accettata collettivamente ed evitare di creare una barriera tra le due sponde della via Flaminia. Un'infrastruttura del genere deve fare cittadinanza.