La teoria
Liber*e Letture in Biblioteca
In quanto comunità educante, la scuola genera una diffusa convivialità relazionale, intessuta di linguaggi affettivi ed emotivi, e è anche in grado di promuovere la condivisione di quei valori che fanno sentire i membri della società come parte di una comunità vera e propria. La scuola affianca al compito “dell’insegnare ad apprendere” quello “dell’insegnare a essere”.
"Indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo d’istruzione", Le Monnier, 2012, p.6.
Liber*e Letture è stato senza dubbio la viva voce delle nostre Biblioteche e, per quanto riguarda la promozione della lettura, il cuore pulsante della comunità scolastica.
Messo a punto e sviluppato il progetto, i lettori che si sono aggiunti a noi di anno in anno sono molteplici: non solo docenti di Lettere, ma anche di Matematica, di Lingua straniera, di Arte nonché - dulcis in fundo - una collaboratrice scolastica, appassionata lettrice. La nostra scuola è diventata, a tratti, un'autentica "comunità educante", trasformando in buona prassi proprio l'input delle Indicazioni.
Oltre ai già citati Pennac e Picherle (per i quali si rimanda alla Bibliografia e alla Sitografia), ci piace evidenziare il fatto che proprio il Ministero della Pubblica Istruzione, almeno dal 1977, invita gli insegnanti alla promozione della lettura:
1977 -Programmi di insegnamento della Scuola media: introducono la lettura di “un’opera integrale di narrativa”
1985 - DPR 104: parla del “bisogno e piacere della lettura”
1995 - CM 105: “leggere con curiosità e motivazione”
2007 -DM 31 luglio, Indicazioni per il curricolo: “Consuetudine con i libri”; “bisogno e gusto di esplorare i testi scritti”
2012 - Indicazioni nazionali per il curricolo... , p.37: La nascita del gusto per la lettura produce aumento di attenzione e curiosità, sviluppa la fantasia e il piacere della ricerca in proprio, fa incontrare le storie di ogni tempo, avvicina all’altro e al diverso da sé [...] La lettura va costantemente praticata, senza mai tralasciare l’ascolto di testi letti dall’insegnante, abitualmente, senza alcuna finalizzazione.
Insomma, suscitare il piacere del testo, per citare un celebre libro di Roland Barthes a noi caro, rientra a tutti gli effetti tra gli obiettivi che il Ministero da anni ci sollecita a raggiungere.
Senza dover scomodare l'OCSE, sappiamo bene che le vecchie strategie per insegnare a leggere hanno fallito. Ed in proposito non possiamo non condividere le parole di Daniel Pennac:
Questa indifferenza alla lettura è anche conseguenza dell’insegnamento medico-legale della letteratura. Ma noi ne concludiamo frettolosamente che i giovani non s’interessano alla letteratura – e, di conseguenza, che “a loro non piace leggere”. (D. Pennac, Una lezione d’ignoranza, Astoria, 2015, pp.17 e ss.)
(I)