In questa sezione del sito verranno postati vari contenuti che riguarderanno le recensioni di film, libri o spettacoli... insomma, un po' di tutto!
Il romanzo di Todd Strasser edito nel 1981 racconta come, anche ai giorni nostri, possa ricrearsi una dittatura perfino in una semplice classe di storia. A causa di un “esperimento” dato vita da un insegnante infatti, un gruppo di ragazzi di un liceo americano si vede coinvolto in una situazione che gli insegnerà una lezione che non dimenticheranno mai. Tutto inizia con un'innocua domanda da parte di una studentessa, Laurie, che si trova protagonista di una rivisitazione di una storia vera, accaduta nel 1967 in California. Da qui inizia un vortice di amicizie instabili e litigi, che quindi dividono i ragazzi in due, chi partecipa e chi invece si oppone fermamente all'Onda, cercando di far ragionare gli amici coinvolti, ormai incapaci di ragionare con la propria testa. Dopo il romanzo, troviamo poi l'omonimo film di Dennis Gansel, pubblicato nel 2008 che racconta la stessa trama del libro, aggiungendo però varie situazioni che vedono vari temi, quali il razzismo, l'adolescenza e la malavita, che rendono quindi il film molto più violento e volgare rispetto al libro originale.
Abbiamo molteplici differenze tra i due, ma entrambi intendono la stessa trama. Prima di tutto, l'ambientazione, invece di trovarsi negli Stati Uniti è in Germania, insieme al fatto che dopo il cambio dei nomi da parte dei personaggi, se ne vedono anche aggiunti di nuovi, come per esempio Mona, inesistente nel libro diventata però quasi essenziale nel film, visto che la si vede aiutare Karo, che prende la parte di Laurie, a cercare di fermare L'Onda con dei volantini. Per quanto riguarda invece un fatto importante della trama, notiamo l'atto di vandalismo di un palazzo da parte di Tim, solo per far conoscere a più gente possibile l'Onda e il suo simbolo. Altri cambiamenti importanti, li vediamo ovviamente nei due finali, uno completamente diverso dall'altro che però, ci insegnano la stessa morale.
Non dimentichiamoci anche di alcuni piccoli dettagli diversi dal libro, come il bacio tra Lisa e Marco durante la festa con i membri dell'Onda; le camicie bianche come uniformi; e invece dell'articolo pubblicato sul Grapevine ci siano invece i volantini di Karo.
Si può dire quindi, che il messaggio che ti trasmettere il libro, sia molto più valido e convincente rispetto a quello che vediamo nel film. Mentre il libro riesce in qualche modo a trasmettere speranza e volontà di riparare gli errori, il film ti mette un' angoscia di come possano diventare pericolose anche le azioni più banali, se fatte all'interno di un gruppo con un'unica volontà e un unico pensiero. Ma alla fine, è proprio questo il vero significato che ci vogliono dare entrambi, voglio farci capire l'importanza della democrazia e dell'unicità del singolo, perché senza di essa tutti saremmo identici gli uni dagli altri e non avremmo niente che ci caratterizza e ci rende appunto, unici. Senza contare che, con una dittatura, non si esprimerebbe più la propria opinione, lasciando le decisioni ad una sola persona senza poter far nulla per poterla fermare.
La miseria e l’orrore del film dovevano essere sembrati loro soltanto un altro programma televisivo. Robert Billings, seduto vicino alle finestre, dormiva con la testa sepolta tra le braccia appoggiate sul banco. Vicino alla cattedra, però, Amy Smith si asciugò il viso dalle lacrime. Anche Laurie Saunders aveva l’aria turbata. «So che molti di voi sono sconvolti» disse Ben alla classe. «Ma oggi non ho proiettato questo film solo per provocarvi una reazione emotiva. Voglio che ripensiate a ciò che avete visto e a quello che vi ho detto. Ci sono domande?» Amy Smith alzò subito la mano. «Sì, Amy?» «I tedeschi erano tutti nazisti?» chiese. Ben scosse la testa. «No, in realtà gli iscritti al partito nazista erano meno del dieci percento della popolazione tedesca.» «E allora perché nessuno ha cercato di fermarli?» chiese Amy. «Non lo so con certezza» rispose Ross. «Posso solo supporre che fossero spaventati. I nazisti erano una minoranza, ma una minoranza molto ben organizzata, armata, e pericolosa. Non devi dimenticarti che il resto della popolazione tedesca era disorganizzata, disarmata e spaventata. E aveva anche vissuto un terribile periodo di inflazione, che in pratica aveva lasciato il Paese a pezzi. Forse alcuni di loro speravano che i nazisti fossero in grado di risollevare la società. E comunque, dopo la guerra, la maggior parte dei tedeschi sostenne di non sapere nulla di queste atrocità.» Nelle prime file della classe un giovane di colore di nome Eric alzò con insistenza la mano. «È impossibile» disse. «Come si possono massacrare dieci milioni di persone senza che qualcuno se ne accorga?» «Già» disse Brad, il ragazzo che aveva punzecchiato Robert Billings prima dell’inizio della lezione. «Non può essere andata così.» A Ben fu chiaro che il film aveva appassionato gran parte della classe, e ne fu contento. Era bello che si lasciassero coinvolgere. «Be’» disse a Eric e Brad. «Posso solo dirvi che dopo la guerra i tedeschi hanno dichiarato di non sapere nulla dei campi di sterminio e delle uccisioni.» Laurie Saunders alzò la mano. «Però Eric ha ragione» disse. «Come hanno fatto i tedeschi a restare a guardare mentre i nazisti massacravano la gente e poi sostenere di non saperne niente? Come hanno potuto fare e persino dire una cosa del genere?» «Tutto ciò che posso dirvi io» disse Ben «è che i nazisti erano molto ben organizzati, e temuti. Il comportamento del resto della popolazione tedesca è un mistero: perché non hanno cercato di fermarli, come hanno potuto sostenere di non saperne niente. Noi non sappiamo le risposte, tutto qui.» La mano di Eric si alzò di nuovo. «Tutto ciò che posso dire io è che non permetterei mai a un numero così piccolo di persone di imporsi sulla maggioranza.»
DAL SECONDO CAPITOLO DEL ROMANZO "L'ONDA"
Buongiorno a tutti, oggi vi parlerò del libro che io e i miei compagni abbiamo letto in classe, ovvero “L’onda”. Questo libro parla della storia di un professore che voleva fare un esperimento con i suoi alunni delle superiori: voleva cercare di ricreare una piccola dittatura e capire se tutti sarebbero stati d’accordo, avrebbero obbedito agli ordini oppure no. La sua idea funziona, gli alunni iniziano l’esperimento prendendolo per un gioco o per uno scherzo e per le prime lezioni si divertono: marciano sul posto, inventano un saluto comune e anche il nome di questa società; l’insegnante è persino riuscito a far diventare i suoi studenti più educati! L’onda si espande inglobando tutta la scuola come una sorta di virus, trasformando completamente l’istituto. Ovviamente ci sono degli alunni che prendono questa cosa troppo sul serio fino a che il professore non riesce più a controllare la cosa, gli alunni diventano sempre più violenti e seri fino a quando occorre pure l’intervento delle autorità. Devo dire che il film mi è piaciuto molto di più (rispetto al libro) in quanto, secondo la mia opinione, vedendo scene dal vivo si riescono a capire maggiori dettagli rispetto a un libro. Per me vedere le scene sullo schermo mi aiuta a capire meglio come si sono svolti i fatti. Comunque nel film ho trovato alcune differenze rispetto al libro; innanzitutto dove è ambientata la storia: nel film i fatti si svolgono in Germania nel 2008 mentre i fatti del libro si svolgono in un altro paese, precisamente negli Stati Uniti intorno agli anni 70. I personaggi del film sono totalmente diversi dal libro: ad esempio David nel film si è magicamente trasformato in “Marco”, ma non solo, avevano anche un carattere diverso; David nel libro era molto più violento rispetto a come si comportava nel film. Poi lo sport praticato dai ragazzi cambia: nel libro praticano rugby, non pallanuoto come nel film. Ci sono però anche alcune cose che non sono cambiate: il saluto, il nome è il simbolo del gruppo cioè “L’onda”. Anche il finale del film è diverso dal libro: Robert si commuove e si mette a piangere poi però torna a essere tranquillo e calmo... nel film invece finisce in maniera tragica: non riuscendo a sopportare la situazione, Robert si toglie la vita. Secondo me il finale del film rappresenta la sensazione che il vero insegnante provò quando creò L’onda: nel senso che con ciò che ha creato si sentiva morire. Per lui l’onda era forse come una sorta di suicidio. Il vero professore (Ron Jones) alla fine del libro lascia una nota dove dice: “È stata una delle esperienze più spaventose che io abbia mai vissuto in classe”; lo capisco, non deve essere bello trovarsi un esercito di ragazzi pronti a fare qualsiasi cosa per proteggere e espandere la loro idea con la forza...
Ciao a tutti !!! io sono Stefano e oggi osservero' le differenze tra film e libro dell'Onda.
1) Il film, a differenza del libro e' molto piu' violento e molto piu' serio.
2) Il film e' ambientato in Germania nel 2008, mentre il libro e' ambientato negli U.S.A negli anni "70".
3) I nomi dei personaggi sono diversi ad esempio il personaggio del libro David e' diventato Marco nel film.
4) Lo sport che i ragazzi praticano all'interno della scuola e' diverso: nel libro praticano football mentre nel fil palla nuoto.
5) La discussione tra professore e preside nel libro si svolge nel suo ufficio all'interno della scuola, nel film invece fanno la discussione tramite telefono come noi adesso :)
6) Nel libro "quelli dell'onda" non fanno ne feste ne vandalismo come invece accade nel film.
Se avete riscontrato qualche altra differenza potete aggiungere un post qui sotto o scrivermelo in privato.
Il film "Quasi amici" è basato su una storia storia vera e, pur presentando diversi temi importanti, riesce comunque a divertire e mostrare il profondo valore di una vera amicizia. E' stato prodotto in Francia nel 2011, diretto da Oliver Nakache e Eric Toledano. Il film ha ricevuto numerosi riconoscimenti, tra cui il premio Goya per miglior film europeo 2013.
Philippe, un brillante e ricco uomo di mezza età, non potrebbe desiderare altro: tra gallerie d'arte e concerti di musica classica, la sua vita trascorre quindi tranquilla e piacevole. Purtroppo però, un incidente da parapendio gli provoca la paralisi di tutti e quattro gli arti, rendendolo tetraplegico e con constante bisogno di assistenza. Durante il colloquio per la scelta del nuovo assistente, Philippe, stanco dei soliti "robot" che lo trattano con pietà e compassione, si ritrova a scegliere Driss, un giovane arrogante e irrispettoso lì solo per la pensione mensile che otterrà con un colloquio di lavoro andato male. Proprio la schiettezza di quest'ultimo porterà Philippe ad assumerlo quasi per gioco ed ad iniziare così un'avventura che cambierà profondamente entrambi.
Driss lo tratta come tratterebbe chiunque altro, non dimostra pena nei suoi confronti, anzi lo incoraggia ricordandogli cosa ancora ha. Un esempio è una nottata in cui Philippe soffrì di dolori laceranti e Driss, il quale non sapeva come comportarsi, decise di portarlo semplicemente fuori per prendere un po d'aria, a parlare, a bere e anche a fumare.
Entrambi i personaggi hanno qualcosa da insegnare all'altro, per Driss la consapevolezza di essere davvero utile a qualcuno e non vivere credendosi un peso, e per Philippe la speranza che non tutto è perduto a causa della sua disabilità. Per quest'ultimo infatti la presenza dell'altro diventa quasi indispensabile per poter riaccendere una cosa che non aveva da molto tempo: la semplice voglia di vivere.
Questo film insegna che c'è sempre qualcosa da imparare dagli altri, non per cambiare completamente, ma solo per renderci migliori ogni giorno.
"E' esattamente questo quello che voglio, nessuna pietà. Spesso mi passa il telefono, sai perché? Perché si dimentica. E' vero, non ha una particolare compassione per me, però è alto, robusto, ha due braccia, due gambe, un cervello che funziona, è in buona salute. Allora di tutto il resto a questo punto, nel mio stato, come dici tu, da dove viene, che cosa ha fatto... io me ne frego."
***
Philippe: Come si sente a vivere di assistenza?
Driss: Cosa?
Philippe: Non le dà fastidio campare alle spalle degli altri, non le dà qualche piccolo problema di coscienza?
Driss: A me no, e a lei?
Philippe: Ad ogni modo, pensa che sarebbe capace di lavorare? Di rispettare un contratto, degli orari, delle responsabilità?
Driss: Mi sbagliavo, ne ha di senso dell'umorismo.
Philippe: Ne ho tanto che ho pensato di prenderla in prova per un mese! Le lascio tutta la giornata per rifletterci; scommetto che non regge due settimane!
***
Philippe: Il dolore a volte scompare, ma i pensieri sono ancora qui.
***
Driss: Se succede a me, io mi sparo.
Philippe: Anche questo è difficile per un tetraplegico.
Questo film è stupendo!
Uno dei pochi che trasmette qualcosa ed emoziona!
Ve lo consiglio vivamente, in quanto tratta di temi molto seri, con cui abbiamo a che fare ogni giorno e credo ci possa dare dei consigli per il futuro.
Alcune tematiche importanti nel film secondo me sono: la famiglia, l'amore, la scuola, le proprie decisioni e l'adolescenza. È proprio in quest'ultima che avvengono molti cambiamenti, anche a livello fisico, come a Paula, a cui arrivano le prime mesturazioni. È l'età più bella da vivere fino in fondo, ma anche quella in cui dovremo fare delle scelte decisive per il nostro futuro, come la scelta della scuola superiore.
Nel film, infatti, la protagonista sarò molto confusa di fronte alla proposta di andare in un istituto di canto a Parigi. Il motivo principale è la famiglia, perchè teme che senza di lei i suoi genitori e suo fratello sordomuti non riuscirebbero a sopravvivere e sarebbero isolati dalla società. Infatti, Paula lavorava nella loro fattoria, traduceva a tutti attraverso la lingua dei segni e lavorava sulla loro bancarella dei formaggi.
Un altro tema evidente è l'amore, certamente per i familiari, ma soprattutto per il giovane Gabriel e infine per la passione del canto. Però, esso può essere anche un fattore negativo, in quanto si potrebbero prendere scelte affrettate e sbagliate, che si basano sulla felicità della persona che si ama, come nel caso di Gabriel, che smise di cantare a causa di un litigio con Paula.
Una delle scene sicuramente più toccanti è stata quando al provino di Parigi la protagonista canta una canzone dedicata ai suoi familiari e contemporaneamente traduce con il linguaggio dei segni. È stato significativo perchè la figlia fa capire loro che andando in questa prestigiosa scuola non scapperà e che il canto non è un insulto ai genitori, bensì può trovare il modo di integrarli nella sua passione.
Il ruolo fondamentale è stato quello del professore di canto Fabien, che ha sempre sostenuto la giovane nonostante tutti i problemi ed è riuscito a farle fare un'esibizione con i fiocchi.
Se dovessi dire di avere un “professore” nella mia vita, risponderei subito mio nonno. Lui non mi ha mai abbandonata, nonostante tutto quello che abbiamo passato in famiglia. Un esempio infantile, ma che per me ha avuto grande valore, è quando dovevo fare una recita all'asilo, ma sono scoppiata in lacrime e non volevo salire sul palco. Lui mi ha abbracciata e mi ha asciugato le lacrime con le sue mani enormi, e mi sussurrava che ero la più brava.
Dunque, posso dire che il film trasmette questo significato: nella vita bisogna di sicuro prendere delle decisioni e affrontare situazioni difficili, ma non bisogna far prendere il sopravvento alle emozioni e non bisogna abbandonare le proprie passioni e abilità, perchè saranno proprio queste a portarci lontano.
Per finire, concludo con una domanda: siete sicuri della persona che volete diventare?
La famiglia Belier
I due piccioncini, Paula e Gabriel
Ho scelto questa canzone appena ho letto il titolo, che tradotto significa “Soffiando nel vento”. Ha un grande significato per me, perchè il vento quando ero piccola era come una culla. Infatti, quando fuori c'era vento uscivo subito; avevo tutti i capelli arruffati, ma era l'unico momento in cui mi sentivo libera e leggera. Era il mio modo di sfogarmi e lasciare i problemi di quel tempo, anche se infantile.
Inoltre, mi ricorda la solita girella che mi aveva regalato una mia cara amica, che purtroppo è morta quando ancora eravamo all'asilo. La guardavo sempre girare in preda al vento, e in me cresceva sempre più il ricordo della mia amica. Spesso, andavo a soffiarle contro, così era sempre più veloce e facevo finta di giocare con Martina.
Ovviamente, il testo e il significato della canzone sono molto più toccanti., anche se leggermente difficili da comprendere del tutto. Il tema centrale è la guerra, vista come una cosa negativa, come un vizio che l'uomo si porta dietro e di cui difficilmente si libererà. E' contro alla violenza, quindi possiamo dire che sembra anche una canzone per la pace tra uomini.
Più che una canzone, a me sembrava una poesia simile a quelle dei poeti del dopoguerra. E' un dialogo tra lui e un possibile pubblico o amico, in cui si fa delle domande, ma la verità è che non c'è una vera e proprio risposta.
Lui stesso non sa dare delle spiegazione, ad esempio non sa neanche lui la natura dell'uomo, oppure come fa a considerarsi tale. Secondo me, è quasi impossibile rispondere, ma sono dell'idea che non si è uomini solo per il sesso, ma per le varie azioni che compi e le tue scelte. Un uomo farebbe di tutto per la sua donna o famiglia, deve provare anche lui dei sentimenti, è ora di dimenticare la storia in cui si dice che l'uomo che piange non può essere considerato tale.
In qualche modo, mi ha fatto capire anche che per ottenere una cosa si bisogna faticare, ma soprattutto essere pazienti e non arrendersi a metà strada. Ho pensato che le domande che si è posto sono volate via nel vento, e solo questo ha le risposte. Oppure, è come se ci stesse dicendo che le risposte sono nel vento, e quindi vicino a noi, ma facciamo di tutto per non capirle e non le vogliamo accettare od ascoltare.
C'è stata una frase in particolare che mi ha colpita, e cioè “Da quanti anni devono esistere alcune persone prima che gli sia permesso di essere liberi?” Mi ha fatta riflettere molto, perchè nonostante tutti i progressi nel corso della storia per la libertà, a volte ancora ci sentiamo chiusi in gabbia. Non so dare una risposta a questa domanda, ma sono dell'idea che oggi viviamo in una società che non ti permetterà mai di essere liberi, magari anche solo per il gusto di non poterti far provare questa sensazione, perchè il mondo ormai è accecato dall'odio.
Chissà, magari la sensazione di essere finalmente liberi la proveremo dopo questa quarantena. Onestamente, ho scelto questa canone anche per il ritmo, non è del mio genere,a ma lo trovo molto rilassante.
Per finire, dico alcune semplici parole: bisogna sempre lottare per ciò che si ritiene giusto e per i nostri diritti, dobbiamo smetterla di seminare odio, perchè quello che semini poi raccogli. Per quanto riguarda la nostra natura, non ci sono spiegazioni, il tempo ci darà le risposte.
“Blowin'in the wind” scritta nel 1963 da Bob Dylan, non è stata la mia prima scelta, perché la melodia non mi trasmetteva particolari emozioni, ma, leggendo la traduzione del testo di questa canzone mi ha fatto capire quanto le parole di questo cantautore siano profonde e siano ancora attuali.
Il testo scritto con diverse interrogazioni, spiega in poche parole semplici,quanto impiega l’uomo ad arrivare alla pace, all’amore, alla libertà, alla giustizia e soprattutto al rispetto verso l’altro. Sempre se riesce ad arrivare...
La strofa che maggiormente ha colpito la mia sensibilità è la terza perché attualmente in molti paesi nel mondo c’è ancora povertà, schiavitù, violenza, guerra…e ancora facciamo finta che non sia un nostro problema. “E quante volte un uomo può volgere capo fingendo di non vedere?” “E quanti anni può vivere la gente prima di essere lasciata libera?”
Questo fa capire quanto ancora, oggi, l’uomo sia insensibile a tanti problemi del nostro mondo e indifferente alle ingiustizie. “Ma il vento porta via con sé tutte le risposte e gli interrogativi rimangono aperti.”