Cosa c'è di meglio di una bella gita oltre i soliti quattro muri di scuola con i proprio compagni di classe?
Qui posteremo articoli interessanti su varie gite che abbiamo fatto, le nostre riflessioni personali su di esse, oppure semplicemente, qualcosa che ci è piaciuto o un aneddoto divertente successo tra una pausa e l'altra.
Durante la nostra gita a Milano, in cui ci siamo recati come prima tappa al Binario 21 per la visita guidata, abbiamo anche approfittato per fare una bella passeggiata e attraversare il parco biblioteca degli alberi, che ci ha permesso di godere di una visuale ravvicinata del famoso BOSCO VERTICALE. Ci siamo fermati dentro il parco verso l'ora di pranzo, ammirando così un panorama di tranquillità e usufruendo del fresco venticello di quella tiepida giornata invernale.
Il parco, stranamente per nulla affollato, aveva, oltre al parco giochi riservato ai più piccoli, delle attrezzature sportive, perfette per chi non rinuncia all'attività fisica o vuole allenarsi anche fuori dalla palestra.
Ma il nostro sguardo, più che alla gente che passeggiava tranquilla o ai bambini che correvano felici, era per lo più catturato dall'imponente struttura verde proprio di fronte a noi.
Il bosco verticale infatti, rappresenta ormai un sostenibile ed innovativo esempio di architettura per tutti, che dimostra non solo la bellezza della natura ma come essa può unirsi al progresso e affiancarsi tranquillamente alle costruzioni dell’uomo senza dover essere per forza tagliata fuori e rimossa.
E’ impensabile come questa sia diventata quasi inesistente nella nostra quotidianità, nonostante ci permetta di respirare e vivere ogni giorno. A quanto pare però, questo non è un motivo sufficiente per salvaguardare queste bellezze sempre meno presenti nel nostro mondo fondato col solo obiettivo del progresso continuo e costante. Invece di pensare sempre e solo al futuro, l’umanità dovrebbe pensare un po' di più a conservare ciò che sta lasciando indietro, che potrebbe essere anche la sua salvezza in futuro.
Mi piacerebbe parlarvi di una gita in particolare, ovvero quella al Binario 21 di Milano.
Non avrei mai pensato in vita mia di andare a visitare un posto che ricordi così tante storie. Per quanto la materia non sia davvero tra le mie preferite, venirne a conoscenza mi ha aiutato a capire quanto in realtà il passato sia importante e che non si dovrebbe dimenticare ciò accaduto.
Ora ho decisamente una mente più aperta, tanto che se non avessi compreso il punto chiave della Shoah, mi sentirei più che ignorante. Passando da una stanza all'altra, in luoghi così pieni di un'infinità di memorie, ho sentito un brivido.. come se stessi vivendo quello che hanno passato loro.
Ma che cos'era il Binario 21?
Sotto la stazione Centrale a Milano si trova un luogo che purtroppo fa parte del nostro passato: il Binario 21, il quale non è una copia del binario 21 attivo in stazione.
Da lì tra 1943 e il 1945 partirono treni pieni di deportati ebrei e oppositori politici diretti ai campi di sterminio nazisti; Auschwitz, Bergen Belsen o campi italiani di raccolta come Fossoli e Bolzano.
Pochissimi tornarono, tra cui la fortunata Liliana Segre.
Il binario 21 è diventato il Memoriale della Shoah di Milano e fa parte di un progetto più ampio che ha lo scopo di rendere omaggio alle vittime dello sterminio. il museo è suddiviso in due aree: il memoriale, zona dedicata alla testimonianza degli eventi, e un'area dedicata allo studio, alla ricerca e alla documentazione.
La zona del memoriale che è il cuore del progetto, segue un percorso: si parte con la gigantesca scritta “INDIFFERENZA”, peggiore del dimenticare, la sala delle testimonianze dedicata alle voci dei sopravvissuti, il Binario e il Muro dei Nomi dove sono ricordati i nomi di tutte le persone deportate dal binario 21 per poi essere portate in un campo di sterminio.
L'azienda Bandera nasce nel 1947, ed è stata fondata da Luigi Bandera, con la costruzione del primo estrusore in Italia, che all'inizio era una vite e per questi anni era una vera innovazione.
Ormai è conosciuta a livello mondiale per la progettazione e la produzione di estrusori di materie plastiche; l'estrusore è un macchinario grazie al quale la plastica viene deformata per arrivare alla produzione ad esempio di tubi, di lastre,di film, un materiale con uno spessore molto fine usato per la produzione dei sacchetti di plastica, di film in bolla usati in agricoltura, di PET (il materiale più richiesto) e di linee di granulazione. L'azienda dunque non produce materiali, ma crea macchinari per dare la possibilità ad altre aziende di effettuare la produzione. Il cliente è importantissimo, deve essere sempre soddisfatto e gli obbiettivi dell'azienda sono: nuove tecnologie, linee sicure ed affidabili, risparmio energetico, riduzione del peso degli imballaggi, materiale termoplastico innovativo ( cercare quindi di ridurre sempre di più l'utilizzo della plastica), prestazioni qualitative sempre al “top”.
Per realizzare un impianto standard lungo 30 metri, che produce 2000 kg. all'ora di film e del costo di diversi milioni di euro, ci vogliono dai 6 ai 10 mesi, grazie al lavoro costante di tutti i collaboratori presenti; alcuni pezzi vengono comprati da altri fornitori, ma la maggior parte sono costruiti all'interno dell'azienda stessa. Terminata la costruzione, la linea è pronta per essere spedita al cliente e per trasportarla vengono utilizzati dai dieci ai venti tir; poi ovviamente per avviare l'impianto l'azienda invia i suoi dipendenti dal cliente per il montaggio e il collaudo e ci vorrà ancora quasi un mese di lavoro per far si che l'impianto sia funzionante. Comunque tutti gli impianti sono progettati su misura e secondo le esigenze e le richieste del singolo cliente. All'interno dell'azienda sono presenti ingegneri, disegnatori tecnici, operai, impiegati commerciali, amministrativi, di logistica, di ricerca e sviluppo, dirigenti e tante altre figure responsabili; collabora principalmente con l'Istituto Tosi. Bandera è un'azienda importante a livello internazionale, c'è tanta concorrenza con gli austriaci, i cinesi, i tedeschi e anche con gli italiani, ma rimane “attaccata” alla tradizione made in Italy. Ora, dopo aver raccontato un po' di curiosità dell'azienda Bandera, passiamo all'intervista.
Studenti: Cos'è l'estrusione?
Dirigente: L' estrusione è un processo nel quale sciogliendo vari tipi di plastica ottieni il “film”.
Studenti: Cos'è il “film”?
Dirigente: E' un materiale molto fine, che trova impiego ad esempio nei sacchetti della spesa .
Studenti: Cosa produce la vostra azienda?
Dirigente: La nostra azienda non produce materiali plastici, ma impianti per lavorarli.
Studenti: Chi è il cliente?
Dirigente: Il cliente è una azienda che vuole comprare i nostri macchinari.
Studenti: Come si svolge una vendita?
Direttore Amministrativo: Il cliente viene nella nostra azienda per vedere il prodotto e descrivere le caratteristiche volute della macchina che desidera farci costruire. Una volta scelta la funzione del macchinario i nostri ingegneri progettano la macchina e gli operai la realizzano. Quando l' impianto è pronto viene trasferito al cliente generalmente su dei camion. Alcuni nostri tecnici si recano dal cliente per montare e avviare la macchina. Alla fine il cliente procede al pagamento.
Studenti: Cosa si intende per linee?
Ingegnere: Per linee si intende il macchinario/impianto, ma non una catena di montaggio.
Studenti: Cosa sono le calandre?
Ingegnere: Sono rulli che pressano il materiale per ottenere la forma voluta e per raffreddarlo.
Studenti: Quanti operai servono per far funzionare un impianto?
Ingegnere: Servono da 2 ai 5 operai, ma dipende principalmente dal macchinario.
Studenti: Quanto può durare in media un macchinario?
Dirigente: Senza manutenzione dura circa 5-6 anni, ma ci sono macchinari che lavorano, se ben mantenuti, anche più di 30 anni.
Studenti: I pezzi delle linee li fabbricate autonomamente oppure li fate costruire da altri?
Ingegnere: I pezzi più grandi li produciamo noi, mentre quelli più piccoli come bottoni e altri, ce li forniscono altre aziende. E' una sorta di collaborazione.
Studente: Come immagina la sua azienda nel futuro?
Direttore Amministrativo: Penso che nel futuro i nostri macchinari saranno idonei al riciclo e quindi daranno un grande aiuto a riciclare la plastica.
Ringraziamo il dirigente e i dipendenti per aver contribuito all'intervista e averci fatto visitare il mondo del lavoro che un giorno ci attende...
Se parliamo di gite, sicuramente quella a Parma è stata sensazionale e indimenticabile. Inizio con il dire che la parte più divertente di questa gita è stato il "Labirinto della Masone" di Antonio Mariaricci, un labirinto dove abbiamo svolto una caccia al tesoro ci ha permesso di che cos'è questo posto e qual è la sua storia, perciò vi spiegherò in cosa consisteva:
Il gioco in questione è un gioco a squadre, in pratica le persone che partecipano vengono divise in diverse squadre (precisamente 4), e ogni squadra ha il nome di un colore. L'obbiettivo è quello di, entrando in questo labirinto, trovare dei fogli con lo stesso colore della propria squadra, e ogni pezzo che si trova ha un "pezzo di storia", e ovviamente bisogna trovare tutti questi pezzi per completare la storia.
Chiaro, no? C'è solo un problema... NON ti devi perdere nel labirinto! Bisogna sempre rimanere insieme al proprio gruppo, perchè quando ognuno ha preso i vari pezzi del proprio colore, TUTTI i membri devono ritornare all'inizio del labirinto da dove sono partiti, e anche se un membro del gruppo non ritorna insieme al gruppo, la squadra è come se non fosse ancora ritornata.
Alla fine ce l'abbiamo fatta, e quando tutte le squadre sono ritornate, abbiamo affrontato un quiz riguardante la storia del labirinto, utilizzando appunto i vari indizi che erano nel labirinto.
La cosa bella di questa gita è il fatto che ha coinvolto la maggior parte degli alunni tramite questo gioco molto interessante, aiutandoci a comprendere cosa vuol dire fare il lavoro di squadra, e scoprendo nel mentre la storia di quel posto enorme e misterioso!