Ezio Crespi era nato il primo Gennaio 1925 a Busto Arsizio, era il quarto di sette fratelli, di cui due morirono in tenera età.
Era un ragazzo allegro, uno dei soliti con il sorriso sempre stampato in faccia, anche se era un po' taciturno. Essendo molto religioso, passò l'infanzia tra scuola, chiesa e oratorio di San Giovanni, quest'ultimo fondamentale per il suo tempo libero,
Un personaggio simbolo per lui a quel tempo fu Don Giuseppe Ravazzani, che era assistente presso l'oratorio San luigi e cappellano di tutte le brigate partigiane.
La sua vita da soldato inziò1943, quando fu imposta la mobilitazione della sua classe. Successivamente venne arrestato a Varese come renitente, cioè come ribelle, da un comando che sbucò vicino a casa sua, vicino ai Cinque Ponti. Solo dopo pochi venne giorni scarcerato e inserito nel reparto dei bersaglieri dell'esercito repubblichino e mandato a La Spezia.
Nel Maggio del 1944 si arruola nella Brigata partigiana Cesare Battisti, che operava ad Intra, in Val grande e sulle rive del Lago Maggiore. Aveva tentato di andare a Domodossola, ma in stazione un gruppo Nazifascista glielo aveva impedito perché le partenze erano state sospese. Rimase nascosto fino a che il servizio delle staffette lo portò sui contrafforti del monte Zeda.
Nell'ottobre di quel anno sopravvisse al secondo arresto nel Verbano, riparandosi in Svizzera fino al 15 Aprile 1945. Viene richiamato dal comandante Arca per combattere le fasi decisive della Resistenza.
Il 25 febbraio 1945 furono istituiti vari posti di blocco fortificati dai nazi-fascisti con l'intento di bloccare le azioni paramilitari partigiane che dovevano conquistare varie città tra cui Intra.
L'assalto è programmato per il 18 aprile, ma rinviato al 21 per vari motivi tra cui l'arresto di Gloria Tranquillini, staffetta partigiana la quale portava con se varie informazioni sull'attacco.
La parte più importante dell'assalto fu la battaglia svoltasi tra il ponte del sasso e della vigna che permise di accerchiare la città di Intra.
La battaglia sul fronte della vigna è stata un successo per via dello scarso equipaggiamento nazi-fascista.
Il secondo assalto fu quello con più vittime, l'azione viene accompagnata dai colpi di artiglieria leggera.
Durante l'assalto un gruppo di partigiani fu bersagliato da dei colpi di mortaio.
Ezio, nome di battaglia Cinella, morì a soli vent'anni, il 21 aprile 1945.
In questo primo foglio possiamo vedere come molti partigiani venissero chiamati con soprannomi come Settimo e Nipote, circa metà di loro sono armati
In questo testo foglio Cinella appare come vecchio, sotto alla sua sezione c'è quella delle reclute; qui sia vecchi che reclute sono ancora disarmati
In questo elenco invece possiamo vedere come Cinella sia volontario, ed inoltre, adesso Cinella è armato
Don Giuseppe Ravazzani fu il cappellano di tutte le brigate alto milanesi e fu lui a convincere Ezio a partire con loro, sostenendolo con la fede e aiutandolo a nascondersi quando rientrava in città.
Partigiani onorano il sacrificio di Ezio Crespi sfilando per le vie della città.
L'ultimo saluto alla bara di Cinella durante la cerimonia funebre.
La folla al funerale di Ezio Crespi accompagna il caduto.