2021
La Scuola di Scultura dell’Accademia di Belle Arti di Napoli in partnership con LAP Laboratorio di Arte Pubblica
presenta
Scultura Estesa #1 Potenza
identità, verticalità, stratificazione
Nell’ambito delle attività di promozione dell’Arte Contemporanea dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Potenza si è svolta un’inedita mostra espositiva, composta da opere tridimensionali e multimediali, che aiutano a riflettere sulle caratteristiche peculiari della città di Potenza, dal punto di visto fisico ed emotivo. Lo sviluppo verticale, in modalità crescente e densamente popolato verso l’alto, la stratificazione di storie differenti, e la ricerca di una propria identità specifica, hanno reso straordinarie le caratteristiche del capoluogo potentino, e per questo alimentato a pieno la creatività dei giovani artisti.
L’humus così creatosi a Potenza, non è una questione isolata alla socialità che la contraddistingue e non è nemmeno una parentesi aperta, con parole ristrette, nel contesto nazionale. E’ un tratto storico urbanistico, che rileva un potenziale evidente, dalla quale è possibile estrarre i migliori moventi di ricerca e di sperimentazione speciale.
Gli studenti della Scuola di Scultura dell’Accademia di Belle Arti di Napoli, si sono cimentati nello studio di materiali e modalità rappresentative innovative per meglio raccontare la relazione reale con l’ambiente contemporaneo, senza tralasciare la componente materica classica, viva nella scultura e in ogni assetto urbano, in cui, dove celato e dove evidente si raccontano gli insediamenti e le distruzioni, come un ricorrente processo di crescita ed evoluzione autoctona.
Le opere in mostra, sono degli artisti: Maria Giovanna Abbate e Francesco Capasso, Metta Borriello, Liu Daini, Raffaele Di Lorenzo, Alessandra Falcone, He Wenzheng, Irene Macalli, Carlo Menale, Rita Passarelli, Gemma Scala, Giuseppe Simonelli, Miho Tanaka e Apo Yaghmourian.
Apo Yaghmourian
Non diamo per scontato questo mondo, è la ripetitiva sentenza che echeggia nella stratificata società, in video. Corpi estranei di un volto intimo, alla ricerca di un cosmopolitismo introvabile, alla mercé di un potere evolutivo, rallentato da certi andamenti, ma pur sempre monopolizzati e incisivi nelle comprensione della confusione attorno.
Rita Passarelli
“La nave viene costruita e con essa il suo naufragare”. Ricreare un momento, un evento che ha generato con la catastrofe, una sua storia, un segno indelebile sulla linea temporale del soggetto è il leitmotiv narrativo dell’opera. Il disastro, come appartenenza ad un evento del 1943, dove Santa Chiara distrutta viene ricostruita, come Potenza, e tante altre, come nella tecnologia così nel futuro.
Raffaele Di Lorenzo
FaceLoose
La ricomposizione della dissoluzione del proprio sé, è il costante processo che viene messo in atto dai sistemi. La capacità umana, degli abitanti del mondo è di allocare i propri principi, e i propri sogni, in condizioni di grandi disordini, storici, epidemiologici, endemici al punto dove sono stati generati, perché la perdita del sé, non è mai la perdita del sogno, per quante volte vive la disgregazione.
Metta Borriello
Le paure sono entità fisiche che cancellano stati di appartenenza, e ridimensionano l’evoluzione naturale, creando traumi, fissi e spesso inamovibili. L’abitare un luogo, l’appartenenza ad uno spazio definito, il ruolo da assumere, i compagni di viaggio, parti reali e interattive del percorso di vita, nella quale ritrovarsi, scoprirsi e identificarsi necessariamente con un lavoro introspettivo profondo.
Giuseppe Simonelli
L’irreale immaginato, percepito e messo in condivisione, mostra un aspetto endemico nella società del consumo e mentre i social ne definiscono scale e stati di misurazione, il valore individuale si assoggetta ad un parere virtuale, o ad un assetto per niente tangibile. Se da un lato, l’irreale grava sulla percezione reale, il vero perde del suo potere fecondo di rivelazione intima, di sentimenti ed emozioni.
Raffaele Di Lorenzo
AbstractFoam
Rappresentazione viva e astratta di una società che costantemente sembra espandersi verso nuovi step evolutivi, creati accattivanti e preziosi, ma che forse in realtà si ritira a ritroso. Un apparente apertura a livello sociale, si rivela in realtà una decadenza sempre maggiore. Ogni giorno un passo in avanti e forse a nostra insaputa, perché assuefatti, invece, un numero enorme di passi indietro.
Miho Tanaka
Abitazioni, strutture che possono ospitare delle persone, delle famiglie, delle coppie. Apparentemente funzionali, ma sempre inevitabilmente capaci in primis di circoscrivere un vuoto. Il vuoto che appartiene alle città, dove tutto costruito secondo un canone, è spesso abitato da mancanze che provengono dal passato e che si ripetono nel vivere secondo un processo inconscio e sconosciuto.
Carlo Menale
I pasti, diventati duri, difficili da digerire, in condizione di gravi stati di inquinamento, di trattamento chimico nei processi di produzione industriale, riportano alla mente, la condizione fisica umana deteriorata e ammalata. Benessere e sofferenza sono innescate dal cibo nonostante sia un bene essenziale, e sono la metafora, dei valori che l’uomo assegna al denaro, al consumo e al concetto di dominio.
Irene Macalli
Lo spreco di materiali e la difficoltà di garantire il riciclo di una massa enorme di rifiuti, fanno della moda uno dei settori più inquinanti del mondo, oltre alle assurde condizioni umane dei lavoratori di tale settore. Se la stratificazione, dell’accumulo indica la misura del volume del consumo e del rifiuto da esso derivato, l’opera, segna inoltre l’assenza e la perdita d'identità di ogni lavoratore in Oriente.
Gemma Scala
In un punto specifico i ricordi recenti vengono dimenticati. Si dimenticano le parole, il loro significato, i luoghi frequentati, la propria casa, il matrimonio. Angosciante è l'esperienza di non riconoscere i propri familiari, i bei momenti vissuti con loro, non ricordare più il nome di tuo figlio. Tutto si oscura. Si perde il proprio io prima di perdere il corpo.
Daini Liu
La città non è un'esistenza che si può descrivere con un solo aggettivo, è un'esistenza inclusiva. Il volto della città è costantemente aggiornato con le esigenze delle persone, e i volti diversi convivono armoniosamente nella stessa città. La sorveglianza come stato di controllo, che rende pubblica e sorvegliata anche l’intimità più profonda.
Alessandra Falcone
E’ un paradosso essere reclusi dentro casa a guardare in una scatola chiusa, per sentirsi liberi. Un continuo chiudersi per aprirsi, atto a smussare l’ansia del non poter accedere a una socialità che appare scontata. La relazione tra questa abitudine e i pesci rossi, inconsapevoli della loro condizione, convinti che il mondo sia tutto in pochi litri d’acqua, non è liberante, ma altamente schiavizzante.
Maria Giovanna Abbate e Francesco Capasso
Sospesi, immobili, attendiamo. Quello che non c' è, il vuoto. Fuori da qui, la vita vera, sorge e tramonta, si rifà secondo altre leggi. Ancora ad occhi chiusi, come per vedere meglio, per non perdersi ma nello stesso momento, per non riconoscere i luoghi soliti o per abitare i luoghi noti come per la prima volta.
Wenzheng He
Le convinzioni di una appartenenza specifica ad un luogo inneggiano all’idea di stati remoti ereditati da preconcetti strutturati e che mentre le grandi megalopoli si indirizzano a diventare centri di crescita evolutiva del pensiero e della socialità, lo sgomento pervade i piccoli centri, dove un atto quotidiano come quello del cibarsi, diventa confusione internazionalizzata.
Per prima cosa Voglio darvi il benvenuto e ringraziare la nostra meravigliosa squadra di lavoro, voglio ringraziare la nostra coordinatrice professoressa Rosaria Iazzetta, per aver dato alla scuola di scultura una impostazione di livello internazionale, come questa meravigliosa occasione di lavoro insieme.
Voglio sottolineare alcuni elementi della nostra scuola che ritengo fondamentali, nella nostra scuola e nella nostra accademia.
Il primo elemento è che noi siamo una squadra, noi docenti collaboriamo ad una crescita sostanziale dei nostri allievi, per condurli al mondo del lavoro da artisti, già capaci di confrontarsi con il mondo esterno.Il secondo elemento è che da noi studiano allievi di tante nazionalità, lo vedrete nella presentazione che farò della mostra Scultura Estesa #1, questo permette ai nostri studenti di avere uno sguardo su tante culture che non può far altro che arricchire la loro ricerca artistica, un forte contributo è sicuramente questo nostro importante incontro L’ultimo elemento è che queste esperienze espositive che sono state il fulcro di questo ultimo anno di lavoro, come negli anni precedenti, si sono create connessioni con altri progetti promossi da Associazioni e da enti, che a loro volta porteranno altre occasioni di confronto, come succederà a settembre con il LAP Laboratorio di arte pubblico che io ho ideato e dirigo in Basilicata.
Interazioni
Elisa Laraia
Un numero rilevante di interazioni sui social, circa 10.000, supportati da un’ampia campagna di comunicazione che ha visto le opere delle mostre Scultura Estesa #1#2#3 incontrare circa 1000 visitatori, e, inoltre, l’attenzione della stampa e della televisione nazionale, questi i risultati più evidenti e certamente positivi della Scuola di Scultura dell’Accademia di Belle Arti di Napoli. Volontà della Scuola di Scultura, infatti, è quella di creare percorsi, partenariati capaci di dare agli studenti l’opportunità di presentare le loro opere e di crescere nella dimensione del confronto. A Potenza, Avellino e Napoli, tanti fruitori, tante domande, un’interazione reale, forte, tra l’artista e il fruitore, sono stati gli elementi che, di opening in opening, hanno caratterizzato l’articolato percorso di Scultura Estesa #1#2#3, progetto che ha visto tre location completamente diverse l’una dall’altra, nelle quali si è lavorato con partenariati importanti, radicati sui territori, tali che garantissero un’interazione forte con i luoghi e con le comunità. Per quanto riguarda Scultura Estesa #1, che ha avuto come sede il Palazzo della Cultura a Potenza, mi preme soffermarmi sul partenariato tra il LAP Laboratorio di Arte Pubblica e l’Accademia di Belle Arti di Napoli, una nuova opportunità per la città capoluogo della Basilicata. Il LAP, da me ideato e diretto, nel ruolo di mediatore identitario ha attivato, partendo della Basilicata, processi di arte partecipativa con il coinvolgimento di 24 comunità, al fine di realizzare un ritratto antropologico della società contemporanea; nato nel 2009 come progetto in progress, ha trasformato la città di Potenza in un inedito spazio espositivo, con 6 postazioni permanenti, dotate di realtà aumentata, distribuite nella città secondo un percorso di fruizione urbana. Il progetto dal 2023 vedrà protagonisti gli studenti dell’Accademia che creeranno nuove relazioni e processi partecipativi nella città. Scultura Estesa #1 è stato un importante tassello di questa progettualità che vede Potenza protagonista di un progetto più ampio inteso a mettere in rete luoghi, realtà, persone. La prima opera che nel Palazzo della Cultura ha accolto il fruitore è stata una video animazione che vedeva tutta una serie di icone rubate dal web arrivare a comporre un volto, un’identità che pronuncia in modo ossessivo la frase “non diamo per scontato questo mondo”, un’opera che ha fatto riflettere, al primo impatto con il pubblico, sulla complessità delle tematiche e sulla maturità delle opere in mostra. Comprendere l’esperienza di Scultura Estesa nella sua complessità significa immediatamente entrare in ognuna delle anime delle 53 opere esposte, significa decifrare un processo pieno di elementi significanti dove la semiotica delle parole/immagini apre percorsi di leggibilità sempre diversi. Il coinvolgimento del fruitore è il nostro obiettivo, il suo farsi parte della scoperta del significato dell’opera. Ogni opera porta con sé delle relazioni e la loro rilevanza è l’elemento significante. Identità/Verticalità/Stratificazione, Umano/Disumano, Naturale/Artificiale le parole cardine su cui abbiamo riflettuto e dalle quali è partito il nostro lavoro, dalla selezione delle opere alla loro installazione. La crescita dei progetti, la loro evoluzione testimonia una profonda riflessione su tematiche della contemporaneità che rispecchiano un tempo, alle volte fermo, racchiuso in interrogativi che si districano in un pullulare di immagini capaci di catturare il fruitore. Il linguaggio video è stato declinato in modi diversi con opere che spaziano dall’animazione 2D al 3D, alla realtà aumentata, fino alla tecnica di ripresa tradizionale per rendere dei messaggi che ci conducono a riflettere sulle tematiche della memoria, sulle mutazioni dei comportamenti umani legata all’epoca dei social network, sulla gamification. La pandemia mondiale è stata narrata dalle opere degli allievi/artisti, protagonisti di un’epoca sconvolgente, nella quale anche l’interno di un surgelatore diventa luogo da manipolare per trasformarsi in finestra, in paesaggio, in luogo di incontro. La Scuola di Scultura è l’ambiente nel quali i processi creativi si determinano. All’interno del mio corso di Videoinstallazione, analizziamo, esploriamo tutte le possibilità di una materia che è infinitamente vasta e che negli ultimi anni ha avuto un’accelerazione così forte da darci continuamente nuove possibilità: il legame tra il video e le sculture, tra il video e tutti gli elementi che compongono una videoinstallazione sono il fulcro dell’idea. Analizziamo lo spazio scenico, approfondendo la videoinstallazione nei musei, nelle gallerie, nei teatri, negli hangar, negli spazi di archeologia industriale, nei non luoghi, nello spazio urbano, preparando così gli studenti a progettare su tipologie di spazi totalmente diversi, quello che è successo nel percorso di Scultura Estesa. Diversissime le forme, così come i temi toccati dalle 53 opere, penso, ad esempio, ai 6 monitor che sovrastavano 4 ampolle, ognuna con un pesce rosso, opera che ci ha permesso di comprendere le “prigioni” in cui noi stessi viviamo. Così come le differenze di provenienza dei nostri studenti, italiani, armeni, cinesi, spagnoli, giapponesi, ci svela un mondo altro rispetto al contesto in cui viviamo, come nell’opera in cui la tematica della morte risuona in riti diversi, e, mentre la scultura riconduce al Giappone, il video che la illumina fa da connessione con i nostri luoghi. Mi sembra di poter continuare a passeggiare nei giardini di Villa Pignatelli e di cogliere ancora ogni istante di quel percorso che le opere hanno scandito, occupando ogni angolo con una fluidità che ha visto materiali fondersi con la terra ed emergere da essa con eleganza. E ancora la squadra: questo è il punto fondamentale su cui soffermarsi, la squadra della Scuola di Scultura, l’armonia con cui si procede in questo percorso, la volontà di arrivare alla produzione di tante opere, di tante e diverse esigenze lessicali, la volontà di questo progetto di lasciare un segno nelle vite dei nostri studenti che si troveranno pronti a esperienze sempre più professionalizzanti.