5 dicembre 2020

nona variazione

UNA VOLTA ERA VITA

Vibrazioni. Confuse.

Lounge spensierato. Standard jazz dal tono restìo. A tratti pure Sinatra. La playlist dei guru.

Frasi di circostanza, mischiate a piedi strusciati per terra. Fischi di lustratura di bicchieri. Acqua che scorre. Nebbia intellettuale. Medioevo cerebrale… nessuna differenza con una normale notte nel mondo dei sogni.

Nel Fumo qualche segno di aria. Umidità. Luce colorata che sbuca dalla polvere. Sotto di essa, la mochette. Fieramente inesistente. Matematicamente lisa.

Fuori, il passato. Quell’ultima sigaretta, mai fumata. Quell’inverno che merita considerazione solo mentre pensi ad altro.

Non gliela perdonerò mai. L’anima della notte venduta a prezzo d’occasione. Scampoli di vita vera, per un paio d’anni in più. Non si smette di fumare così. Non adesso.

L’ordine si fa attendere.

Silenzio. Pare peccato rompere quella Crème brûlée. Quell’equilibrio perfetto. Ogni tavolo, una bolla d’esistenza. Il nostro… due facce che si conoscono, ma che non si sono mai esplorate.

Il servizio distratto non ci tange. Resta l’oblio. Non ce l’hanno mai insegnato. La solitudine odora di luppolo.

“...Pare il Billionaire…”. “Tssss, ahahah…”. E fu sera, e fu mattina. Il mondo era cominciato.


Tommaso Nista

Tommaso Nista

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