5 dicembre 2020

Settima variazione

DIALOGO

“Che poi, Carlo, pensavo… è da tantissimo che non stiamo all’aperto quando veniamo qua a bere, non trovi?”

“Hai ragione, è da quando ho smesso di fumare qualche mese fa, credo.”

“Non era così male stare fuori però.”

“Infatti, di sera la birra rimane fresca più a lungo.”

“Vero.”

“Beh, ma alla fine ci sta anche stare dentro, questi tavolini sono comodi.”

“Sì, poi quelli così a forma di cerchio sono i migliori, puoi vedere l’altra persona senza per forza starle di fronte.”

“Esatto, in certe situazioni poi è comodo non incrociare gli sguardi.”

“Vero, vero. Nei bar ci dovrebbero essere solo tavolini tondi.”

“Già. Altra cosa, questa luce è perfetta.”

“Sì, non è buio ma non dà nemmeno fastidio agli occhi.”

“Eh, fuori invece è già buio a quest’ora. Poi è piacevole anche la musica, anche se non è nulla di che.”

“Almeno in questo locale non mettono reggaeton, guarda il lato positivo.”

“Infatti. Poi sai cosa adoro dei bar?”

“Cosa?”

“Non giudicarmi, per favore.”

“Ma ti pare? Dai, cos’è?”

“Le voci delle persone, quando si sovrappongono.”

“In che senso, scusa?”

“Ma sì, sembra quasi che ogni tavolo sia un mondo a sé anche se sono tutti così vicini. Ci pensi mai?”

“No, solo tu pensi a ‘ste robe.”

“Non hai tutti i torti.”

“Oh ma l’hai vista quella coppia?”

“Sì, quanti anni avranno, dodici? Io alla loro età ero felicemente single, chi ci pensava alle ragazze.”

“Che discorso da boomer.”

“Giusto un po’. Aspetta, fai spazio ché arriva la cameriera.”

“Se ha dormito tre ore è tanto.”

“Magari studia e lavora, chissà. Lo fanno in tanti di ‘sti tempi.”

“Grazie mille”

“Grazie”

“Mh, sai cosa si dice in questi casi?”

“No?”

“Piuttosto che un toast meglio una Forst!”

“Dio che stupido che sei.”

“Non puoi negare che sia vero.”

“No infatti…”

Caterina Sartori

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