3 dicembre 2020

quarta variazione

AL RITMO DI JAZZ

Cazzo, quanto vorrei quella stramaledetta sigaretta. Una ragazza seduta alla luce di una di quelle lampade che fanno luce e calore in inverno. Come si chiamano? Non ricordo più nulla, solo quel gesto elegante e naturale e le dita affusolate, leggermente incurvate.

Dentro e fuori. Una boccata. Hai da accendere? Piacere Carlo, freddino eh? Il fumo esce e crea nuvole animate di luce soffusa. Danzano con le goccioline della nebbiolina di pianura. Quelle goccioline ballano il jazz. Mi siedo e inizio a chiaccherare. “Tutto bene Carlo?” apro gli occhi e con un cenno assorto rispondo. Gli occhi brevemente confusi rispondono “ Tutto a posto”.

Varco la porta del localino di periferia e nel farlo rivolgo con il pensiero lo sguardo alla bionda media sola sul tavolino fumoso. La sala è vuota e vuota come lo è sempre stata la saletta da ballo dove un giradischi impolverito e pieno di ragnatele suona un qualche liscio anni ‘67. Ma la puntina di diamante nella mia testa incide un classico di Ella and Luis e mi perdo di nuovo tra le note vellutate e luci colorate e soffuse. Una nuova boccata di pipa e occhi guizzanti nell’aria fumosa. pfuuuuu, l’aroma di sigaretta mi inebria e nasconde la vista del tavolino sporco e attaccaticcio al quale mi siedo. Non ho ancora proferito parola da quando ho incontrato lui. Ma lui per fortuna è un tipo di poche parole, uno di quelli che apprezza il silenzio. Uno di quelli che si mette a guardare il vuoto e riflette. Ancora qualche minuto così, imbamboliti nella routine di un momento vissuto e rivissuto. Il ticchettio di tacchetti da camerieri, uniti al suono del tango argentino anni ‘56 dal solito giradischi. Con la bocca impastata e piena di una nuvola di fumo immaginaria cerco di aprire le labbra in una parola ma non ci riesco, maledetto non so cosa dire continuo a pensare e mi giro al cigolio della porta. Sognante giro lo sguardo e una donna con il suo compagno, almeno credo sia il suo compagno… Il locale è già affollato e nel rimbombo ecco che arriva una bionda media con la schiuma al punto giusto, forse forse leggermente troppo abbondante. Si attacca al tavolino. Giro la testa e in un attimo perdo l'occasione per ringraziare. Ancora nessuno ha detto nulla. Mah, bella serata. Fredda ma piacevole. La musica si fa intensa, che voglia di ballare. Le scarpe sporche sotto al tavolo si muovono tic to tic toc ma sopra sono impassibile. Un suono, una voce mi raggiunge nella mia performance proprio quando stavano arrivando gli applausi. Lui ha parlato, che ha detto? Sorrido stranito. La boccia di cristallo è scoppiata. Buona serata.

Andrea Bazzoli

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