2 dicembre 2020

seconda variazione

IL FUMO UCCIDE

Quell’infame maledetto…


Ecco cosa ti succede quando ti illudi di essere diventato parte della vita di qualcuno: ti mandano a quel paese! Ah ma questa da Carlo non me la sarei proprio aspettata, nossignore. E pensare quando ci siamo conosciuti per la prima volta, quando quel suo simpatico socio gli ha proposto di fare il primo tiro, dicendogli non fa niente, forse tossirai un po’, e io ero così emozionata… mi tremava il filtro all’idea di tramutarmi in fumo ed invadere a pieno regime i polmoni di qualcuno, specie quando si parla di qualcuno come Carlo.

Ah, la vita da Marlboro rossa non è per nulla facile sapete?

Vivi tutto il tempo ad aspettare, circondato da altri 19 tuoi simili, sempre sulle spine sperando che scelgano te. - E voi, non statemi così appiccicate, sto cercando di guardare! -

Lo vedo, lo vedo quel fessacchiotto di Carletto, sono undici mesi che mi ha abbandonato a questo punto, e ormai pensa solo ai cazzi suoi.

Oh certamente che lo vedo, sta lì al bar con quel suo amico… Giovanni! Adesso non state più all’aria aperta eh? Non ci sono più io a scaldarti nelle giornate più fredde a metà inverno, no! Preferite stare dentro a scaldarvi il deretano a due centimetri e mezzo di distanza l’uno dall’altro, su quei tavolini idioti. Spòsatelo già che ci sei! Tanto ormai non puoi rimediare a quello che mi hai fatto, mi hai lasciato così, da un giorno all’altro, senza spiegazione senza nulla. Ti ho sentito dire: “Da domani smetto!”, e da lì, fine dei giochi.

Tutto quello che posso fare adesso è sbirciare dalle chiusure mal riuscite dei pacchetti che mi contengono, e sperare di vedere qualcosa, che qualcuno prima o dopo scelga il mio pacchetto, che scelga questa sigaretta, che scelga me!

E in quello squallido baretto, tutto ciò che mi riesce di percepire sono la confusione della “musica” che fanno girare lì dentro, con i conseguenti commenti a squarciagola della generazione di mezz’età, quell’oscurità della saletta nuova bucata dai fasci di luce verticale che lasciano intravedere i volti di coloro che siedono al di sotto. E vedo Carlo con il suo amico, vedo quella rincoglionita di barista che, ondeggiando, si avvia dal bancone per servire due medie ai “fidanzatini”.


Ad un certo punto punto però succede qualcosa.


Carlo e Giovanni sono zitti, non si parlano più.

Forse gli manco?

Forse sta pensando a me?

Forse anche Giovanni ha capito!


Mi trovo nell’agitazione più totale, non so cosa pensare. Riesco soltanto a sperare e a pensare che magari, all’improvviso, a Carlo sia venuta qualche idea geniale, qualche idea che comprenda me, che comprenda noi due!


Mezzo secondo dopo, vedo entrare nella stessa sala una coppia, messi bene, sui venticinque, ventisei anni entrambi, dietro di loro la rincoglionita con le medie. Perdo quasi il 37% di catrame da quanto casino ha fatto la barista al momento di servire le birre a Carlo e Giovanni.

- Grazie! - Grazie mille! -

I due si guardano e bevono un piccolo sorso dalla schiumeggiante bevanda ambrata, che sembra così preziosa…


Torno a concentrarmi sui miei pensieri.


Forse davvero Carletto mi vuole ancora, forse dovrei fare qualcosa! - Ma cosa posso fare, sono una cazzo di Marlboro rossa! -


Il brusio di conversazioni regna in tutto il locale, tranne che sul tavolino circolare di Carlo e Giovanni.

Lì, tutto tace.


Improvvisamente, vedo Giovanni fare un sorrisino ammiccante a Carlo, penso - No, no, ti prego Giovanni, stai zitto, ti prego! -

La prossima cosa che mi riesce di sentire è una qualcosa dalla bocca di Giovanni riguardante il culo di sua madre.


Silenzio…


I due si guardano, sorridono, Carlo scoppia a ridere e la conversazione torna alla normalità.


Suona il campanello della porta del mio tabacchino: “Un pacchetto di Diana Blu, per cortesia!”


Non è ancora il mio turno.


Demetrio Schintu

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