Le tre chiese succursali del paese - chiamate in loco "oratori" o "letorios" - sono sedi delle tre confraternite scanesi. Queste ultime hanno un'origine molto remota; basti pensare che la prima - l'arciconfraternita di Santa Croce e San Nicolò - ha quasi 600 anni. Le tre confraternite partecipano alle processioni, alle paraliturgie e ad alcune liturgie, funerali compresi.
La confraternita delle Anime del Purgatorio - Sa Cunfradia de sas Ànimas
La confraternita delle Anime del Purgatorio (link al sito della confraternita) fu istituita con bolla papale nel 1721, con sede un oratorio posto accanto alla chiesa di San Pietro (vedi sotto). Ma prima di questa data, considerando che la devozione alle stesse Anime si esprimeva con offerte nelle Messe di suffragio ed il fatto che fosse sostanzialmente legata all'antica pratica delle indulgenze, sono documentate da numerose disposizioni testamentarie, diverse note su un priorato risalenti al Seicento. Il libro di amministrazione di San Pietro, per l'anno 1640, cita come priori Geronimo Pinna, Giorgio Sanna e Agostino De Serra. Nello stesso registro, già dal 1632 si citano: una prioressa de sas Arrecumendadas, s'obera de Sant'Antoni e un'offerta a Santa Silvana, mentre nel 1640, oltre le opere del Purgatorio e di Santa Barbara, è citata quella della chiesa rurale di San Giorgio, di cui era priore Portolu (Bartolomeo) Milia. L'oratorio di cui stiamo per parlare fu edificato nel 1889, pur lasciando la sede principale e gli arredi a su letorieddu. L'abito del confratello delle Anime è composto dalla tradizionale tonaca bianca, comune a tutte le confraternite, legata e tenuta al petto con un cordone tradizionalmente rosso (ultimamente anche utilizzato in bianco). La mantelletta ("sa capita"), posta sulle spalle è di colore rosso. Dal colore di quest'ultima viene il nome con cui sono noti gergalmente i confratelli delle Anime: "sos rugios" ("i rossi"). Come in tutte le confraternite, i confratelli scelti come sottopriori, porteranno un lungo fiocco azzurro per il resto del loro servizio, testimoniando di aver già ricoperto il ruolo di sottopriore.
L'oratorio delle Anime - Su letoriu de subra
La chiesa delle Anime, costruita nel 1889, si trova in via Turre, nella parte alta del paese. A poca distanza da essa si trovava "sa giaga de sos crabolos" (la porta dei cervi), all'incrocio di via Turre con via XX Settembre. La chiesa è formata da una sola navata, cui si accede attraverso un'ampia gradinata, sopraelevata rispetto al piano stradale. Nella parte terminale dell'altare, troviamo la nicchia con la statua della Madonna Ausiliatrice, accerchiata da una pala d'altare, molto probabilmente opera di Emilio Scherer. La facciata è semplice, con un tetto a capanna sormontato dal solito campanile a vela in pietra grigia di basalto, così pure come i bordi della facciata e il timpano. Nella stessa chiesa è custodita la statua di San Giorgio, che viene trasportata in processione, all'omonima chiesetta campestre il 23 aprile. La confraternita utilizza questa chiesa durante le riunioni di Consiglio e per le festività principali, mentre tutti gli arredi e "sas insignas" per le processioni e i funerali sono custoditi nella chiesetta delle Anime ("su letorieddu", vedi sotto) attigua alla parrocchiale.
La confraternita della Madonna del S. Rosario - Sa cunfradia de su Rosariu
La confraternita del Rosario nacque nel 1629 per mano del gesuita scanese padre Salvatore Pala. La sua sede fu l'oratorio di Santa Sabina, situato nel piazzale della chiesa (dove ora è situata la croce), abbattuto poiché pericolante e quindi sostituito da "su letoriu 'e giosso" nel 1882. I Santi venerati dalla confraternita sono: la Madonna del Rosario, Santa Sabina e i Santi martiri scanesi Errio e Silvano. Inoltre, alla confraternita appartiene la festa campestre di Santa Vittoria, di cui conserva la statua e una piccola chiesa nel territorio omonimo scanese. L'abito del confratello del Rosario è composto dalla tradizionale tonaca bianca, comune a tutte le confraternite, legata e tenuta al petto con un cordone tradizionalmente giallo, a cui viene appeso un Santo Rosario. La mantelletta ("sa capita") è nera; sopra di essa vi è una croce rossa in memoria dei Santi martiri Errio e Silvano. Dal colore di quest'ultima viene il nome con cui sono noti gergalmente i confratelli del Rosario: "sos nieddos" ("i neri"). Come in tutte le confraternite, i confratelli scelti come sottopriori porteranno un lungo fiocco azzurro per il resto del loro servizio, testimoniando di aver già ricoperto il ruolo di sottopriore.
L'oratorio del Rosario - Su letoriu 'e giosso
La chiesa del Rosario, costruita nell'anno 1882, è in via Lamarmora, dove pare che all'epoca della costruzione vi fossero le ultime case del rione, proprio nella strada che portava a Sa Serra e alla mulattiera per Sennariolo. La struttura è molto semplice: è costituita da una sola navata che termina con l'abside e l'altare su cui è soprelevata il simulacro della Madonna del Rosario. La facciata è lineare, il tetto è "a capanna" e il timpano è accentuato da pietre in trachite rossa e rosata, così pure il basamento, i lati della costruzione e la porta. Al centro della facciata si trova un campanile a vela. Nella facciata dell'oratorio (in basso a destra) possiamo notare l'incisione per eccellenza del pellegrino: il sandalo, che veniva scolpito per lasciare una testimonianza del pellegrinaggio. Nella chiesa si conserva la statua della Madonna de s'Incontru, opera dell'artista scanese Isidoro Delogu, eseguita probabilmente tra il 1920 e il 1925. Questa viene esibita in processione il giorno di Pasqua per incontrare Gesù Risorto, portato in processione dai confratelli di San Nicolò (vedi sotto). Nella sagrestia dell'oratorio è conservata un'antica statua di Santa Sabina, e nella saletta delle riunioni vi è un'antica statua della Madonna del Rosario.
La chiesa possedeva dei terreni (Nueddas, Faganu, Murighessa, Montrigu Ides) e un oliveto a Maramadau. L'amministrazione era ed è di competenza del priore in carica, coadiuvato dal consiglio degli ex-priori ("priores iscadidos"), sotto il diretto controllo del parroco.
Alcuni terreni, all'inizio del secolo, furono venduti per eseguire lavori di ristrutturazione dell'altare e del pavimento. Attualmente i terreni di proprietà dell'oratorio sono Pedra 'e Rughes e l'oliveto di Maramadau.
La prima confraternita fondata a Scano fu sicuramente quella di Santa Croce, che aveva ed ha sede nell'oratorio di San Nicolò. Fu probabilmente istituita nella seconda metà del XV secolo, verosimilmente durante il pontificato di Callisto III (1455-1458). Vicino all'oratorio, infatti, fu rinvenuto un sigillo di bolla papale di questo pontefice, che si presume appartenesse alla bolla di fondazione della confraternita. Il sigillo, ora in possesso degli eredi Cabras, riporta nel verso la "legenda" Calistus P. P. IlI e sul retro i volti dei santi Pietro e Paolo. Fu elevata ad arciconfraternita il 20 novembre 1635 da Papa Urbano VIII. L'abito del confratello di Santa Croce è composto dalla tradizionale tonaca bianca, legata e tenuta al petto da un cordone tradizionalmente bianco. A differenza delle altre confraternite, l'abito di questa confraternita non include la mantelletta ("sa capita") posta sulle spalle. L'assenza di quest'ultima porta al nome con cui sono noti gergalmente i confratelli di Santa Croce: "sos biancos" ("i bianchi"). Come in tutte le confraternite, i confratelli scelti come sottopriori porteranno un lungo fiocco azzurro per il resto del loro servizio, testimoniando di aver già ricoperto il ruolo di sottopriore.
L'oratorio di San Nicolò - Su letoriu de Santu Nigola (o Nicolau)
La chiesa di San Nicolò è sicuramente la più antica: si trova nel centro storico, al centro di una vasta piazza. Mancano del tutto le notizie storiche sulla sua fondazione. L'Angius erroneamente afferma che esso fu donato insieme alla chiesa di San Pietro da Costantino I de Lacconi, giudice di Torres, ai Camaldolesi. La donazione, che diede vita ai primi del XII secolo al più antico cenobio camaldolese in Sardegna, comprendeva infatti solo la chiesa di San Pietro con tutte le pertinenze e i servi. Esisteva, però, al momento della fondazione della confraternita. Sicuramente ha subito delle trasformazioni rispetto alla struttura originaria; le sue attuali linee architettoniche in stile neoclassico risalgono ai primi del XIX secolo. La chiesa è formata da una sola navata, alla quale si accede attraverso un'ampia gradinata; così pure l'abside con l'altare è più in alto rispetto alla navata. Sulla volta dell'abside si trova un medaglione che riproduce un episodio della vita di San Nicola, dipinto dal pittore scanese Isidoro Delogu. Nell'altare ci sono tre nicchie con le statue di San Nicola di Bari, della Madonna della Speranza e di Sant'Elena. La facciata con il tetto a capanna, dal frontone ben delineato, è snellita dalla presenza di lesene in trachite, inserite nella parete. Ai lati ha due campanili a vela, mentre al centro del timpano uno stemma in pietra con una tiara papale. Di recente l'interno della chiesa è stato restaurato, con il rifacimento dell'intonaco delle pareti e della volta. Grazie a questo intervento, sono state messe in evidenza le strutture architettoniche degli archi; la chiesa è stata così riportata alla struttura originaria. Durante i lavori di rifacimento del pavimento sono state trovate, in tutta l'area della chiesa, delle tombe con ossa umane: risulta infatti dai registri parrocchiali che i morti venissero seppelliti in distribuzione tra le chiese del paese fino alla seconda metà dell'Ottocento, fino alla realizzazione del cimitero comunale. La chiesa di San Nicolò è la più ricca di arredi e la più suggestiva per le cerimonie della Settimana Santa. Conserva e custodisce il Corpo del Cristo in urna di vetro, che viene utilizzato per la crocifissione e per s'Iscravamentu (vedi "Il venerdì Santo" in "Settimana Santa"). Durante la Settimana Santa, viene posizionata ai piedi dell'altare una tela (letteralmente detta "sa Carta"), di modo che si crei una cappella richiusa che simuli l'entrata del sepolcro. Essa, dipinta probabilmente nel 1600, riproduce al centro l'Ultima Cena, ai lati il viaggio di Cristo al Calvario e la deposizione, con due soldati romani a custodia della porta. In una nicchia apposita è conservata anche la statua del Cristo Risorto, che viene utilizzata la mattina di Pasqua per la processione de s'Incontru.
A Scano è presente solo un piccolo oratorio adiacente alla chiesa parrocchiale, di pertinenza della confraternita delle Anime (già accennato nella storia del sodalizio). Ne esisteva anche un altro, però, ugualmente menzionato nella storia della confraternita del Rosario. Vediamoli nel dettaglio:
Su letorieddu 'e sas Animas: Il piccolo oratorio delle Anime, situato sopra il cimitero Ottocentesco, fu la prima sede dell'omonima confraternita nata nel 1721. Viene utilizzato tutt'oggi come sede e come luogo per riporre gli arredi confraternali. La struttura è molto semplice: presenta una sola navata, ingombrata lateralmente da arredi e mobili (che custodiscono gli abiti rituali dei confratelli). Si conclude con un altarino presentante una pala d'altare in cattivo stato e la statua della Vergine del Carmelo. Dietro di esso si trova la sagrestia dell'oratorio, utilizzata come luogo per offrire ristoro ai confratelli;
Su letoriu de Santa Silbana: Il piccolo oratorio di Santa Sabina (o Silvana) si trovava accanto al campanile della chiesa parrocchiale (nel piazzale), dove ora è situata una croce in ferro. Fu abbattuto nel 1882 poiché pericolante; ospitava la sede della confraternita del Rosario. Al suo interno era presente la statua di Santa Sabina, ora situata nell'oratorio del Rosario. Non ci sono pervenute tante notizie: al suo interno fu seppellito il martire Errio, rinvenuto nel 1628. Inoltre, vi furono seppelliti sette bambini in attesa della costruzione del cimitero;
Sos "letorieddos" de Santu Nigola (o Nicolau) e de su Rosariu: Le piccole stanze alla sinistra dei due oratori citati vengono chiamati "letorieddos". Vengono utilizzati come luogo per offrire ristoro ai confratelli e per riporre gli arredi. Attenzione però! È sbagliato confonderli con la sagrestia dell'oratorio, poiché sono due ambienti distinti (a differenza de su letorieddu de sas Animas).
Fonti:
"Scano Montiferro - Ambiente - Storia - Tradizioni" a cura delle Scuole Medie di Scano Montiferro - Anno scolastico 1987-1988.